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Falsi caschi “Made in Italy”: sequestrati 144 mila pezzi non sicuri

Antonio Vitillo
Pubblicato il 24 ottobre 2025, 08:31
A volte non basta l’etichetta “Made in Italy” per essere sicuri della bontà di un prodotto. Lo hanno “affermato” con certezza i militari della Guardia di Finanza di Torino, dopo aver concluso l’operazione “Non ci casco”, che ha portato al sequestro di oltre 5,5 milioni di accessori per moto e auto, dal valore complessivo stimato in 90 milioni di euro.
Coordinata dalla Procura di Torino, l’indagine ha rivelato un sistema atto ad importare anche caschi e dispositivi di protezione provenienti da Cina e Vietnam, articoli poi commercializzati come italiani, grazie a confezioni, e loghi, che richiamavano sia il tricolore sia nomi di fantasia facilmente equivocabili per nazionali.
Almeno 15 mila caschi inidonei
Disposte in diverse provincie – fra cui Milano, Mantova, Verona, Vicenza, Bologna e Modena – le perquisizioni hanno coinvolto magazzini di stoccaggio, punti vendita e store monomarca. Fra i materiali oggetto di sequestro vi sono 144 mila caschi per moto e bici; una parte di essi, circa 15 mila - 10 mila i caschi moto - è stata sottoposta a perizia, risultando non omologabile secondo le normative in corso, per le gravi carenze strutturali e l’assenza dei requisiti minimi di sicurezza, in sostanza dimostrandosi caschi non idonei a proteggere in caso di urto.
I prodotti, secondo le Fiamme Gialle, venivano importati già pronti e semplicemente riconfezionati per essere, poi, immessi sui mercati nazionale ed estero come “italiani”. I titolari di quattro aziende sono stati denunciati per vendita di prodotti industriali con segni mendaci, uno di loro anche per frode in commercio e importazione di articoli pericolosi per l’incolumità pubblica.
La lezione da trarre
Il monito arriva forte e chiaro: diffidare dei caschi low-cost o di marchi sconosciuti e acquistare sempre dispositivi omologati secondo la normativa ECE.
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