Multa da quasi 1 miliardo di euro per le big italiane del petrolio: cartello su prezzo carburante

Le sanzioni dell'Antitrust riguardano Eni, Esso, Ip, Q8, Saras e Tamoil per intesa restrittiva della concorrenza
Multa da quasi 1 miliardo di euro per le big italiane del petrolio: cartello su prezzo carburante

Alessandro VaiAlessandro Vai

27 set 2025

Che spesso i prezzi della benzina seguano delle logiche poco comprensibili, non è certo una novità. Quante volte abbiamo visto i prezzi alla pompa crescere il giorno dopo l'aumento del prezzo del petrolio (quindi ben prima che abbiano un impatto reale sui contratti) e poi scendere molto molto lentamente dopo la discesa delle quotazioni del greggio? Ma questa è una dinamica difficilmente dimostrabile, mentre la multa di 936 milioni di euro che l'Antitrust ha comminato a Eni, Esso, Ip, Q8, Saras e Tamoil per intesa restrittiva della concorrenza, è assolutamente reale.

L'istruttoria è stata avviata grazie a una segnalazione che è partita dall'interno di una delle aziende, grazie a cui è emerso che i principali operatori petroliferi si sono coordinati per determinare il valore della componente bio inserita nel prezzo del carburante. Successivamente l'Autorità ha accertato un'intesa restrittiva della concorrenza nella vendita del carburante per autotrazione per tutte le parti, fatta eccezione per Iplom e Repsol.
Ha sanzionato:

  • Eni per 336.214.660 euro,
  • Esso per 129.363.561 euro,
  • Ip per 163.669.804 euro,
  • Q8 per 172.592.363 euro,
  • Saras per 43.788.944 euro,
  • Tamoil per 91.029.755 euro.

TRE ANNI E MEZZO DI CARTELLO

La componente bio inserita nel prezzo del carburante era stata introdotta dalle compagnie per ottemperare agli obblighi previsti dalla normativa in vigore. Il cartello ha avuto inizio il 1° gennaio 2020 e si è protratto fino al 30 giugno 2023. Il valore di questa importante componente del prezzo è passato da circa 20 euro al mc del 2019 a circa 60 euro al mc del 2023. Tuttavia, le compagnie petrolifere multate non sono affatto d'accordo e hanno già dichiarato che daranno battaglia legale nelle sedi opportune.

LA RISPOSTA DELLA Q8

Q8 ha diffuso una nota in cui “desidera manifestare la propria sorpresa per l'esito della procedura, certa che il proprio operato si sia sempre attenuto al pieno rispetto della normativa vigente, compresa la disciplina in materia concorrenziale e di tutela del consumatore, nonché ai più alti standard di etica commerciale. L'Azienda si riserva di analizzare nel dettaglio le motivazioni del provvedimento, traendone le opportune conseguenze anche in termini di eventuale impugnativa innanzi al Tar”.

E QUELLA DELL'ENI

Anche Eni a diramato una comunicazione ufficiale “L’impianto accusatorio del Garante si basa su una ricostruzione artificiosa che ignora le logiche di funzionamento del mercato e travisa la realtà dei fatti, decontestualizzando comunicazioni legittime legate ai rapporti di fornitura reciproca tra gli operatori. Sia l’Eni sia gli altri operatori hanno sempre agito in autonomia e spesso in disallineamento. Un simile approccio, purtroppo non nuovo da parte dell'Autorità rischia di penalizzare ulteriormente gli investimenti industriali italiani nella transizione energetica".

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