Dainese, i conti non tornano e cambio di proprietà in vista: verso il controllo di Hps e Arcmont

Per la terza volta in dieci anni, lo storico marchio italiano di abbigliamento tecnico si prepara a un nuovo passaggio di consegne, questa volta ai fondi creditori

Dainese, i conti non tornano e cambio di proprietà in vista: verso il controllo di Hps e Arcmont

Pubblicato il 4 luglio 2025, 11:15 (Aggiornato il 4 luglio 2025, 11:22)

Per la terza volta in poco più di dieci anni, Dainese – storico marchio italiano di abbigliamento tecnico per motociclisti e sportivi in generale, con sede principale a Molvena (Vicenza) – si appresta a cambiare proprietà. Secondo quanto riportato dall’agenzia Bloomberg, il controllo del brand dovrebbe passare nelle mani dei fondi Hps Investment Partners (USA) e Arcmont Asset Management (UK), entrambi attualmente creditori della società.

Dainese: Hps e Arcmont pronti al controllo

Il percorso che ha portato a questo nuovo cambio è iniziato nel 2014, quando Dainese fu venduta per 130 milioni di euro al fondo Investcorp del Bahrein. Nel 2022 è poi subentrato il fondo statunitense Carlyle, che ha rilevato l’azienda per circa 630 milioni, con l’intento di rilanciarla. Tuttavia, nonostante un utile in crescita (13 milioni nel 2020, +66%), i ricavi erano in calo – da 198 a 178 milioni – e il debito continuava a pesare (18 milioni).

Carlyle non è riuscita a invertire la rotta e ha accumulato ulteriori perdite, che alla fine del 2024 sarebbero arrivate a quota 120 milioni, quasi il triplo rispetto all’anno precedente. Intanto Hps e Arcmont, che avevano sottoscritto obbligazioni per 285 milioni a sostegno dell’operazione, sono entrati in trattativa per assumere il controllo del gruppo. La situazione si è aggravata con il rinvio del pagamento della cedola prevista per giugno, segnale di un passaggio ormai imminente.

Dainese, eccellenza italiana conosciuta in tutto il mondo per la qualità e l’innovazione, si prepara così a una nuova fase. L’obiettivo dei nuovi proprietari sarà ora riportare in equilibrio i conti senza compromettere il prestigio del marchio né la sua solidità industriale.

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