BMW: nuove ventole attive per rivoluzionare l’aerodinamica

BMW: nuove ventole attive per rivoluzionare l’aerodinamica
L'idea non è nuova in assoluto e potrebbe portare benefici in ogni fase della dinamica della moto, ma la sua realizzazione tecnica è piuttosto complessa

Alessandro Vai

30.05.2025 ( Aggiornata il 30.05.2025 18:18 )

Negli ultimi mesi, BMW si è mostrata molto attiva nello studio di sistemi aerodinamici dedicati alle motociclette più sportive e ha depositato diverse domande di brevetto: dalle alette mobili agli scarichi attivi che indirizzano il flusso d'aria per migliorare l'aderenza in curva. Ma dopo queste due novità ne arriva un'altra, sempre sotto forma di richiesta di brevetto che riguarda l'utilizzo di aria ad alta pressione per migliorare le prestazioni in curva.
Come? Generando deportanza attraverso un flusso d'aria generato da una ventola. L'idea di utilizzare delle ventole per migliorare le prestazioni aerodinamiche non è una novità assoluta, visto che nel motorsport a quattro ruote fu sperimentata per la prima volta negli anni Sessanta.

Aerodinamica: dove l'abbiamo vista la prima volta

La prima auto a fare ricerca aerodinamica fu la Chaparral 2C del 1965, che aveva lo spoiler posteriore mobile e regolabile in tempo reale dal pilota. Poi la sua evoluzione del 1970, la Chaparral 2J, aveva due ventole al posteriore che erano azionate da un motore bicilindrico 2 tempI di una motoslitta e che aspiravano l'aria dal sottoscocca. In questo modo creavano un vuoto parziale sotto la vettura che la risucchiava verso il basso, aumentando la velocità in curva. Qualche anno dopo, precisamente nel 1978, la Brabham BT46B di Formula 1 progettata dal leggendario Gordon Murray, aveva un'unica grande ventola per aspirare l'aria da sotto la vettura che era azionata direttamente dal suo motore boxer Alfa Romeo a 12 cilindri.

LA FORMULA 1

In questo modo provava a eludere la parte di regolamento che vietava i dispositivi aerodinamici attivi, sostenendo che la ventola fosse necessaria principalmente per il raffreddamento. La BT46B ottenne una facile vittoria alla sua gara d'esordio nelle mani di Niki Lauda, ​​ma fu poi ritirata – nonostante fosse ufficialmente "legale" per il resto di quell'anno – per evitare di innescare una costosa battaglia di sviluppo tra team rivali. Il regolamento del 1979 vietò la ventola, ma Murray continuò a studiare questo sistemo e lo utilizzò anni dopo sulla McLaren F1 stradale che utilizzava ventole nascoste per eliminare lo strato più turbolento dell'aria dal diffusore posteriore.

BMW: come funzionano le ventole attivecopyrith

Naturalmente sulle motociclette non si potranno sviluppare soluzioni così complesse e infatti il brevetto di BMW si concentra sull'utilizzo di una ventola che aspira aria e la convoglia, attraverso condotti ad alta pressione, verso ugelli a getto posizionati in varie zone della moto. Poi, le alette all'interno del sistema di condotti modificano il percorso dell'aria in modo che possa essere indirizzata dove serve. I getti potrebbero anche essere rivolti all'indietro per migliorare l'accelerazione o in avanti per potenziare la frenata, ma anche verso l'alto per aumentare la deportanza o lateralmente per aiutare la moto a spingere in curva.

Il prototipo di Bosch nel 2018: SICUREZZA E PRESTAZIONI

Il principio era stato già mostrato da Bosch, che nel 2018 aveva presentato un prototipo di moto che utilizzava i propulsori come sistema di sicurezza. C'erano dei generatori di gas, simili a quelli utilizzati negli airbag, per creare brevi getti monouso di gas ad alta pressione in direzioni specifiche. L'idea era che questa spinta potesse impedire alla moto di finire per terra. Sebbene la tecnologia degli airbag fosse utile per la sua rapidità di risposta, significava anche che i generatori di gas avrebbero dovuto essere sostituiti dopo ogni utilizzo, ma Bosch intendeva solo dimostrare la validità del concetto.

 

 

 

 

 

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