Suzuki sta sviluppando una nuova testata per il suo motore bicilindrico da 250 cc, quello che si trova all'interno del telaio sia della V-Strom 250 che della GSX-250 R. Due moto che fino a qualche anno fa erano presenti anche sul mercato europeo, ma che dal 2020 non sono più disponibili, principalmente a causa delle normative antinquinamento. C'è anche da dire che il quarto di litro è una cilindrata che in Europa non è molto apprezzata quando si tratta di motociclette, invece è tradizionalmente associata agli scooter. Ad ogni modo Suzuki ha intenzione di aggiornare il 250 cc raffreddato a liquido, non tanto in termini di prestazioni pure, quanto di efficienza e di emissioni.
È quello che si evince osservando i nuovi brevetti che Suzuki ha depositato e che riguardano un sistema di fasatura variabile delle valvole. Attualmente il motore in questione eroga circa 25 CV e l'obiettivo di questa nuova testa non è quello di aumentarli, bensì è quello di avere un controllo più accurato dei consumi e delle emissioni. Considerando le normative ambientali in vigore a livello globale, che sono sempre più severe, questa mossa sembra essere la risposta strategica di Suzuki per rendere la sua gamma entry-level adatta al prossimo futuro.
Il sistema è stato brevettato per funzionare su un motore a quattro valvole con albero a camme in testa (SOHC) e utilizza un attuatore idraulico per regolare dinamicamente l'alzata e la durata dell'apertura delle valvole. È certamente un approccio più convenzionale rispetto al sistema centrifugo meccanico utilizzato nella GSX-R1000 del 2017, un progetto che derivava dalla MotoGP, dove in quegli anni le soluzioni elettroniche e idrauliche erano limitate. Ad ogni modo, Suzuki non è l'unica a proporre un sistema del genere su un motore di piccola cilindrata, visto che Yamaha già lo fa sui monocilindrici da 125 cc. Vedremo se questo basterà per riportare le Suzuki 250 sul mercato europeo.
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