La presentazione della prima “mappatura” della filiera italiana della moto, uno studio di Bain & Company commissionato da Confindustria ANCMA, è stata l’occasione per un incontro fra il mondo delle due ruote e quello della politica
Un evento al Senato assieme al mondo politico, per parlare di moto e ribadire l’importanza dell’industria motociclistica italiana. Che è leader in Europa per numeri. Lo ha organizzato Confindustria Ancma nelle aule del Senato, alla presenza di una folta rappresentanza di politici.
Ad aprire i lavori ha pensato il presidente dell’Ancma, Mariano Roman, che ha voluto però ricordare quante sfide deve affrontare oggi il mondo della moto: sostenibilità, rispetto di normative sempre più stringenti, tutela dell’occupazione, tutela del patrimonio tecnico-culturale dell’industria italiana. Che ha una lunga e invidiata tradizione.
E si è parlato anche di Eicma, con il presidente Paolo Magri che con soddisfazione ha snocciolato i numeri di un’edizione da record, con le sue 600mila presenze. Ma ha anche dovuto ricordare Magri che con un afflusso simile il limite sono diventate le vie d’accesso e i parcheggi intorno alla zona fieristica di Rho. “Abbiamo comprato 10mila posti auto da ATM, ma non sono stati sufficienti!”, Discende da qui la richiesta di attenzione alle istituzioni.
Il punto focale dell’incontro è stato però la presentazione di uno studio sulla filiera italiana delle due ruote realizzato da Bain & Company. La prima fotografia dell’industria italiana mai realizzata . Numeri, numeri, numeri. Ovviamente positivi. Parte dei quali ve li presentiamo mese per mese, con la rubrica che analizza i dati di mercato. Ma in questo caso oltre alle 338mila mezzi venduti in Italia nel 2023, sono stati citati anche altri dati, quali il fatturato del settore, l’utile, il gettito fiscale, i 36.300 addetti - si veda la slide -.
Abbiamo scoperto così che dopo il Covid le immatricolazioni di moto sono cresciute del 42%, con una media del 12% annuo. Ed è cresciuto anche il numero delle patenti A, dal 13% del totale delle patenti nel 2013 al 19% del 2023. Ultima ma non ultima, anche una crescita dell’occupazione, passata dai 34mila addetti del 2018 ai 36.300 del 2022.
Tutto per dire che l’industria italiana della moto va. E forse è uno degli ultimi baluardi contro l’arrivo prepotente di quella orientale, che l’ultima slide della presentazione ci ricorda contare per oltre il 90% della produzione mondiale di mezzi a due ruote (si veda la slide d'apertura).
No incentivi per favore! Ve lo sareste aspettato?
Le aziende di moto non vogliono incentivi, perché questi ottengono solo l’effetto di spostare quote di acquisto dei veicoli da un periodo all’altro, concentrando nel periodo di incentivazione le vendite e lasciando poi periodi di mercato in sofferenza.
Meglio invece dei provvedimenti strutturali, che agevolino l’uso del mezzo a due ruote sulle nostre strade e nelle città. Ecco, su questo le aziende hanno mostrato una posizione unitaria forte: dateci servizi e attenzione.
E il mondo politico ha dimostrato attenzione per le istanze presentate da noi motociclisti. Non resta che attendere per vedere gli sviluppi futuri
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