Una campagna francese sulla sicurezza stradale, stuzzica l’orgoglio degli uomini. Noi siamo andati oltre, confrontando la guida sia su strada che durante i corsi, di ambo i sessi
Ho fatto molti corsi di guida a donne di varie età. E spesso mi sono trovato a pensare che guidano meglio dei maschietti. Le donne sono frequentemente più a loro agio nelle prove con i birilli su piazzale, e reagiscono più prontamente quando si propongono loro quegli esercizi a tradimento che le costringono a ricalcolare in tempo reale traiettorie, velocità e marce.
Credo sia un fatto culturale, che le porta a essere più aperte a recepire gli insegnamenti, ma anche pragmatiche nell’approccio con la moto. Sono aperte a imparare, vengono a fare il corso sentendosi pippe irrecuperabili, a volte vergognandosi della loro lentezza. Così si iscrivono sperando di migliorare, e arrivano pronte a registrare ogni parola o movimento dell’istruttore. Analizzano il tutto con pragmatismo, rielaborano e si mettono in gioco sul piazzale. La mentalità dell’allievo perfetto, che le mette in condizione di massimizzare il risultato del corso.
Gli uomini, per contro, arrivano con un atteggiamento fra l’intimorito e lo strafottente. Spesso vengono per farsi dire che sono bravi, ma hanno paura di fare brutta figura. E si sentono sminuiti quando fai fare loro l’esercizio a 30 km/h su piazzale. Alla fine, questa miscela di nervosismo e faciloneria li porta a fallire più facilmente qualche esercizio.
Resta un dubbio: perché la maggior parte delle donne non è veloce? Forse perché non gliene importa nulla, e il gioco di andare forte per loro non vale la candela del rischio.
Se siete donne e avete altre risposte comunicatecele!
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