Caro benzina, è allarme: 417 euro in più all’anno a famiglia

Caro benzina, è allarme: 417 euro in più all’anno a famiglia

Al governo arrivano ormai numerose richieste per un intervento sulle accise che plachi la situazione

Redazione - @InMoto_it

21.08.2023 ( Aggiornata il 21.08.2023 10:36 )

La situazione prezzi carburanti non migliora affatto, con gli ormai sempre più numerosi appelli al governo. In particolare sono le associazioni dei consumatori che continuano a presentare numeri allarmanti. Assoutenti, per esempio, ha stimato che i rincari delle ultime settimane potrebbero costare gli italiani 10,7 miliardi (tra effetti diretti e indiretti), che si traducono per una famiglia in 417 euro in più all’anno.

La risposta del governo

E il governo? Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha risposto che tagliare le accise della benzina “costerebbe un miliardo al mese, 12 miliardi l’anno”, fondi che invece sono stati utilizzati dal governo “per tagliare due volte il cuneo fiscale”, e c’è intenzione di farlo di nuovo in futuro. Stesso discorso fatto dal ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida: ”Quando uno taglia il costo della benzina non favorisce i più deboli, paradossalmente, ma favorisce chi fa più benzina che di solito sono quelli che hanno macchine più potenti”.

Come stanno davvero le cose

Ma guardando alla realtà delle cose, in Italia l’88% delle merci viaggia su gomma per arrivare in negozi, supermercati e centri commerciali. Di conseguenza i rincari alla pompa si scaricano sui prezzi al dettaglio, compresi i beni di prima necessità. Da una parte l’inflazione rallenta, ma dall’altra questa situazione può portare ad accelerate repentine sui prezzi. Nei giorni dei grandi spostamenti per le vacanze, Assoutenti ha stimato un gettito, tra accise e Iva sui carburanti, di circa 2,27 miliardi di euro. Non stupiscono quindi le polemiche della Federazione europea operatori della logistica integrata, che spiega come il governo continui a “non voler toccare le accise perché indirettamente sono un modo di fare cassa sulle spalle degli italiani”. E poi arriva la proposta del Codacons, per chi opera rincari da capogiro l'istituzione del premio “Attila” come “nemico dei consumatori”. 

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