Dove può arrivare un endurista: l'aiuto all'Emilia-Romagna

Dove può arrivare un endurista: l'aiuto all'Emilia-Romagna

Coordinati dalla Protezione Civile, gruppi di motociclisti hanno dato un importante supporto per raggiungere zone rimaste isolate 

Redazione - @InMoto_it

07.06.2023 15:04

In tutte le famiglie ci sono le pecore nere, superfluo fare esempi, e gli enduristi sono visti spesso come fastidiosi e, peggio, dannosi. Fanno rumore, inquinano, scavano il terreno proprio durante il fine settimana, mentre si cerca un po’ di relax nella casetta in campagna/montagna. Allevatori e contadini non li vedono quasi sempre con occhio più benevolo. Certo ci sono quelli che transitano nelle aie come se fossero in prova speciale, che spazzolano nella ghiaia appena riportata sulla strada bianca, che passano dove non dovrebbero con il terreno bagnato lasciando dei solchi che poi incanalano la pioggia, creano fessure e spaccheranno il sentiero quando sarà secco. Ma ci sono anche quelli che invece non fanno nulla di tutto questo ed essendo delle persone educate, civili e responsabili sono di conseguenza enduristi educati, civili e responsabili. E negli ultimi anni hanno partecipato attivamente ai soccorsi di calamità come i terremoti (Amatrice e zone limitrofe) mentre a maggio nell’alluvione e conseguenti frane che hanno colpito l’Emilia Romagna

L'utilità di moto fuoristrada

Di cittadini che danno una mano in queste situazioni e che sono anche enduristi ce ne sono da sempre tanti, la notizia è che si sta iniziando a capire quanto possa essere importante la capacità di una moto fuoristrada per arrivare in zone impervie rimaste isolate, e quindi chiederne l’aiuto. Di enduristi proprio in quanto tali. Si iniziò spontaneamente ad Amatrice, stavolta è stata la volta di Marradi su iniziativa del Sindaco, sempre attraverso la Protezione Civile. Nello zaino o sopra la moto non ci può stare molto, ma medicine, qualche bottiglia d’acqua, un po’ di cibo sì. Oltre alla capacità di monitorare sul posto la situazione della viabilità anche dove i droni hanno difficoltà. Quello che è sempre più chiaro è che i fuoristradisti meglio siano della zona, per poter essere utili e non, al contrario, ficcarsi nei guai creando altro lavoro ai soccorritori, e che la loro attività deve essere coordinata dalla Protezione Civile. Questo è importante perché un coordinamento ci vuole sempre, perché gli aiuti devono seguire dei piani precisi e perché il soccorritore deve operare il più possibile in sicurezza. Ma non siamo ancora al punto in cui il fuoristradista in moto è riconosciuto come una delle “specializzazioni” a disposizione della Protezione Civile, il nostro apporto è ancora come minimo “sotto osservazione” e tutt’altro che istituzionalizzato. Sarà il sospetto che poi possiamo approfittare della nuova qualifica di operatori di Protezione Civile per andare a spasso ovunque, anche dove non si può? Non c’è dubbio che Amatrice prima ed Emilia-Romagna poi siano stati passi importanti verso un coinvolgimento istituzionale. Protocolli di intesa sono stati stilati negli ultimi anni tra Vigili del Fuoco, Protezione Civile e Federazione Motociclistica, il processo non è ancora finito ma ci auguriamo sia almeno in cammino. I primi passi furono mossi undici anni fa, per iniziative personali e coincidenze fortunate, Comandanti dei Vigili di Cerveteri e Amatrice che si conoscevano e facendo parte della Protezione Civile trovarono utile sfruttare le loro amicizie tra i fuoristradisti. Più di recente si sono tenuti corsi per enduristi aspiranti operatori di P.C., ma ancora non c’è nulla di operativo in modo fisso e continuativo.

Più complicato ancora sarà per l’endurista diventare una figura che fa “manutenzione” nella natura, tenendo aperti quei sentieri che progressivamente si vanno chiudendo per disuso. Appena si è capito che certe frane dei rilievi emiliano romagnoli hanno distrutto strade e sentieri in modo quasi permanente, allevatori e contadini hanno messo mano a trattori e ruspe ed hanno riaperto vecchi sentieri o ne hanno creato di nuovi. E dire che ci sono organizzazioni di volontari che già operano in tal senso da anni, ad esempio nella zone dell’imolese, tra Santerno e Senio, come Enduro Motor Valley. Quando i muscoli sono spinti dal cuore ed organizzati dalla mente esperta e responsabile, sembra un po’ una favola di Esopo, si possono ottenere grandi risultati.

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