Editoriale del Direttore: Avanti sempre, paura mai!

Editoriale del Direttore: Avanti sempre, paura mai!

La comparativa delle crossover adventure è stato lo spunto per riflettere su quanto sia importante la passione e quanto sia complicato il nostro lavoro. Poi però l’eco delle bombe ci ha riportato con i piedi per terra e ci ha ricordato quanto siamo piccoli

18.03.2022 ( Aggiornata il 18.03.2022 10:48 )

Era da un po’ di tempo che non partecipavo attivamente e in prima persona ad una comparativa. Lo devo ammettere. Il lavoro del Direttore, purtroppo, è di tipo manageriale. Insomma, la classica scrivania... Dopo tanti anni di prove e comparative, di operatività e problemi logistici da risolvere, gestiti in prima persona, negli ultimi tempi mi sono abituato all’idea di lasciar fare agli altri, di ritagliarmi un altro ruolo all’interno del ciclo produttivo di un media di settore.

Ma non ho fatto i conti con la passione. Quando ho visto le sette crossover protagoniste del servizio di copertina schierate fuori dal nostro centro prove, quelle le ruote anteriori di 21”, i pneumatici tassellati... non ho resistito. Mi sono subito detto: “Vado anch’io in trasferta”. Due giorni pienissimi tra autostrade, strade statali e off-road, tra Emilia Romagna e Liguria, che si annunciavano appaganti e goduriosi.
I giornalisti di settore (quelli delle due ruote) hanno una doppia fortuna: fare un bel lavoro (quello di informare) e trattare argomenti che ruotano intorno alla loro passione. Poi però parti una mattina di febbraio. E c’è il sole: sette moto, abbigliamento, fotografo, operatore video, furgone d’appoggio. Una carovana articolata. Fai 100 km con un vago tepore e ti ritrovi sulla Cisa in una tormenta di pioggia, grandine, tuoni e lampi. Che nemmeno la più pessimista delle app delle previsioni meteo aveva minimamente previsto. E ti ritrovi bagnato fin nelle mutande, con temperature tra i 4 e i 9 °C. E ancora nessuna foto fatta, niente video.

La fortuna di avere una passione in comune

Guardi i tuoi compagni di viaggio e gli chiedi di arrivare alle Cinque Terre.... che forse si apre. E così accade. Iniziamo a fare il nostro lavoro, che non è solo quello di guidare: servono le immagini, altrimenti il servizio non esiste. E lì capisci il valore della squadra, della passione. Della fatica di portare a casa materiale di qualità. Fotografico, per il cartaceo, ma anche video per sito e social. Perché negli ultimi anni, il lavoro per chi si nutre di giornalismo motociclistico, è raddoppiato, triplicato. Senza che le risorse a disposizione per fare quello che il mercato della comunicazione esige (e quello che voi lettori meritate...) abbiano seguito lo stesso trend di crescita. Il mio grazie va a tutti quelli che, con me, ci credono. E che per portare a casa un gran lavoro si beccano due ore di grandine senza fiatare, senza stendere una moto (anche quello sarebbe stato un problema...), mettendo piede in hotel alle sette di sera con il sorriso sulla bocca.

La guerra a un passo da casa nostra

Poi torni alla scrivania, i giorni successivi, e scopri che a qualche migliaio di chilometri da casa nostra stanno bombardando. E ti fermi a riflettere. Sulla felicità effimera di un giro in moto, su un veicolo che regala gioia e divertimento a fronte di una tragedia che in qualche modo riguarda tutti noi. La guerra, quella tangibile fatta dagli eserciti, ora è lontana dalle nostre strade. Ma c’è un secondo conflitto, sotterraneo, che riguarda il mondo globalizzato e le sue dinamiche macroeconomiche. Quest’ultimo non ha confini, è già qui con noi, con il suo carico di problemi. Dobbiamo solo augurarci che tutto ciò finisca, dobbiamo lavorare affinché l’escalation si fermi. Che si torni alla pace. Che tacciano i fucili. Abbiamo bisogno di silenzio.

  • Link copiato

Commenti

InMoto in abbonamento