7° Raid Sardegna on/off-road: tutta la magia di una grande avventura

7° Raid Sardegna on/off-road: tutta la magia di una grande avventura

Divertimento, tracce da sogno e i panorami incantati sono stati gli ingredienti principali del raid 2023 targato In moto e TOM42. Ma perché è così bello paertecipare ad un viaggio così?

27.12.2023 ( Aggiornata il 27.12.2023 11:34 )

Ci sono numerosi modi di viaggiare su due ruote ma uno dei più affascinanti è sicuramente quello “fuori rotta”, amato da chi non teme di abbandonare i percorsi più battuti, o le “solite” tracce d’asfalto, alla ricerca di panorami e paesaggi unici. Il tutto, condito dal fascino irresistibile dell’avventura che solo la guida in off-road sa regalare. Un tipo di esperienza ancora più appagante se vissuta in gruppo, situazione in cui ogni conquista, ogni traguardo, il superamento di ogni passaggio difficile, amplifica ciò che si è vissuto grazie alla condivisione corale “chilometro per chilometro”. Ma scatta anche altro, qualcosa di più profondo; come vedremo più avanti.

Raid On-Off Road Sardegna: di cosa si tratta

il 7° Raid On-Off Road Sardegna, in collaborazione con l’inossidabile Tom42 di Toni Merendino (una garanzia in questo settore), ci ha portato a condurre 15 moto - tra vecchie conoscenze e nuovi amici - alla scoperta di alcuni dei percorsi più belli dell’isola, in gran parte su tracce fuoristrada. Un’appassionante cavalcata lunga 7 giorni che inizia dal porto di Golfo Aranci dove il gruppo si compattata, pronto ad affrontare il primo round di un’avventura a dir poco esaltante. 

Una "bussola" DOC

Chiunque conosca la Sardegna sotto il profilo motociclistico, sa che la vera difficoltà, quando si attraversa questo spettacolare tempio delle due ruote, non è trovare dei bei percorsi su cui divertirsi (sono infiniti, uno più bello dell’altro) ma scegliere quali - tra gli innumerevoli ricami d'asfalto e tracce di terra che rendono leggendaria questa destinazione - opzionare per innalzare al massimo il piacere di guida; e soprattutto, in che ordine. La nostra impareggiabile “bussola” in tanta meraviglia, è il tour-leader Fabio Locci, oristanese DOC, espertissimo motociclista e grande conoscitore della sua terra. 

Il primo giorno

Fatte le dovute premesse, l’avventura può finalmente iniziare! La prima tappa del percorso, su asfalto fino ad Alà dei Sardi, è perfetta per sgranchire le ruote e prepararsi al divertimento. Più esattamente, quello del vicino parco eolico, dove ci attende un vero luna park: una moltitudine di strade sterrate che si intersecano tra loro offrendo passaggi di ogni genere, velocissimi, tecnici… c’è davvero di tutto. Il luogo perfetto per rompere il ghiaccio con gli equilibri precari del fuoristrada, tra divertimento e nuvole di polvere. A rendere il momento ancora più magico, temperature tipicamente primaverili che per fortuna ci accompagneranno per l’intero raid. Prima di lasciare le briglie al gruppo, però, non manca un piccolo momento didattico in cui ripassare velocemente “i fondamentali”: utilizzo del gas e dei freni in fuoristrada, posizione di guida e le giuste istruzioni per affrontare le curve. Un passaggio fondamentale per il prosieguo del raid, durante il quale iniziare il lavoro di affinamento della tecnica. Dopo questa prima infornata di emozioni, la giornata termina sulla costa, a Capo Coda Cavallo, per un po’ di meritato relax.

Giorno due: si inizia a fare sul serio

Il giorno successivo, di buon’ora, si punta decisi all’entroterra con l'insidiosa scalata al Monte Limbara. Le tracce si fanno più tecniche e l’attenzione alla guida sale di pari passo all’altitudine conquistata. Ma i paesaggi - e alcune prelibatezze locali consumate all’aperto, nel bosco, durante il pranzo - ripagano ampiamente della fatica fatta. Si prosegue tra fitte sugherete, strade sterrate e provinciali malmesse; ma anche tratti curvosi su asfalto, di grande soddisfazione, verso il lago di Coghinas, fino a raggiungere Benetutti, in provincia di Sassari, nel mezzo della Sardegna. Un luogo tranquillissimo e un po’ “fuori dal mondo”. L’ideale per passare la notte e ricaricare le batterie in vista del terzo giorno, che prevede una lunga cavalcata (quasi tutta in fuoristrada) alla conquista della costa occidentale, nei pressi di Oristano. 

Giorno tre: verso il mare della costa ovest

Si riparte! Il primo tratto corre tra boschi e vallate incantate, dove mucche, pecore e capre pascolano su verdi prati puntellati di rocce e ulivi secolari. Un paradiso incontaminato che attraversiamo consapevoli di come tanta bellezza vada preservata e goduta nel massimo rispetto dei luoghi. Attraverso la massicciata di una vecchia ferrovia, raggiungiamo il luogo del pranzo - sempre “on the road”, supportati dal furgone che ci segue “da vicino” su strade normali - pronti per una delle tappe più suggestive dell’intero raid: la salita al monte Ferru e, subito dopo, il coreografico percorso sterrato che punta dritto al mare; panorami a dir poco mozzafiato lungo una traccia che sembra una pista da sci. Un ultimo tratto di asfalto conduce infine a sud, lungo la costa, alla volta di Capo Mannu con le sue incredibili scogliere. Per i prossimi due giorni faremo base nella vicina località di Torre Grande per andare alla scoperta delle bellezze della costa Ovest.

Giorno 4: la costa verde

Si inizia col percorso ad anello che lambisce alcuni tratti di costa tra i più selvaggi dell’isola, a sud di Oristano, per poi avventurarsi nell’entroterra tra vecchie miniere dismesse, guadi e ambientazioni a dir poco uniche, senza farsi mancare qualche passaggio su asfalto da album dei ricordi (come la SS126 Occidentale Sarda tra Fluminimaggiore e Guspini). 
Di prima mattina ci si lancia subito in off-road sullo spettacolare tagliafuoco che domina lo stagno di Marceddì (pittoresco borgo di pescatori… soprattutto di vongole veraci, che si trovano numerose nella laguna che circonda le case); per poi proseguire su asfalto fino a Montevecchio. Un luogo, la cui storia è stata fortemente condizionata dai numerosi insediamenti estrattivi rimasti attivi fino agli anni ‘60, i quali, oggi, splendidi esempi di archeologia geo-mineraria, sono stati dichiarati dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità: un plus, dal fascino non convenzionale, per chiunque si avventuri in questi posti. Il percorso si snoda attraverso case e strutture ormai ridotte a scheletri; ai tempi d’oro delle miniere, erano per lo più abitate dagli operai e dalle loro famiglie. Con le ruote di nuovo pronte ad artigliare terra e polvere si prosegue verso Piscinas, zona protetta e paesaggisticamente unica in Europa, che per le sue dune viene considerata il “deserto” della Sardegna. Ormai ben rodato dalle prime giornate di viaggio, il gruppo affronta il fondo sabbioso (che nasconde sempre insidie) e i guadi lungo il percorso (circondati da scenari quasi “vecchio west” grazie alla caratteristica terra rossa) con grande disinvoltura. Dopo un bel pranzo “fronte mare” in zona Buggerru, ancora un’impegnativa scalata in fuoristrada e poi via, una piega dietro l’altra, fino a rientrare in albergo.

Giorno 5: l’anello del monte Grighine

Il quinto giorno, per i partecipanti al raid, è tutto dedicato al piacere della guida fuoristradistica, grazie all’anello del monte Grighine, un tracciato di terra battuta intervallato da sassi ben piantati lungo oltre 10 km, che si inerpica sulle pendici del monte verso il parco eolico, per poi ridiscendere dal fianco opposto tra boschi e distese di rocce. Il luogo ideale per dare libero sfogo alle “cavalcature” a seconda della potenza a bordo e delle proprie capacità: gas, freno, curva, derapata e ancora gas, come in una danza sfrenata.

Giorno 6: sua mastà il Gennargentu

Il raid giunge così al sesto giorno, ed è il momento di riconquistare la costa orientale, attraversando in un colpo solo tutta la Sardegna. Il menù prevede percorsi di ogni tipo, dall’asfalto perfetto delle strade su e giù dal Gennargentu, ai tratti sterrati di discreta lunghezza grazie ai quali godere di panorami sorprendenti; come quello nei pressi della statua di San Michele sulla sommità del monte Idolo, nel territorio di Arzana. Raggiunta Santa Maria Navarrese, nei pressi di Arbatax, si mettono le moto a riposo prima di godersi l’ultima cena “isolana” a base di prodotti tipici.

Giorno 7: Le ultime ore di guida prima del rientro

La mattina dell’ultimo giorno, per fortuna, l’atmosfera “da rientro” non intacca il piacere di godere a pieno gli ultimi chilometri insieme. Grazie anche ad un paio di soste suggestive lungo la celebre statale 125 “Orientale Sarda”: la prima a Pedra Longa, una guglia che si erge dalle acque cristalline del Tirreno per 128 metri, dichiarata monumento naturale nel 1993; la seconda, all’altopiano di Golgo, nei pressi di Baunei, per andare alla scoperta di “Su Sterru”, la voragine a campata unica più profonda in Europa. Una sosta all'immancabile Passo Genna Silana, il valico del Supramonte costantemente assediato dai motociclisti che fanno su e giù tra Dorgali e Arbatax, anticipa il pranzo a Cala Gonone. Dopo il quale, arriva il momento di dirigerci verso il traghetto che ci riporterà a Livorno.

La magia? è anche questa

Il raid è finito, siamo di nuovo a Olbia. Ed è qui, che osservando il mare, con l’Italia e la fine del viaggio appena oltre l'orizzonte, che si avverte chiara la sensazione di aver compiuto, tutti  insieme, un’esperienza (grande, piccola, poco importa), da tenere stretta quando la quotidianità risucchia tutto, e tutti, nelle sue solite logiche. Una brace viva, sempre pronta ad accendersi… come quando un messaggino, o una foto, compaiono nella chat del viaggio, piena di nuovi e vecchi amici. In attesa del prossimo, indimenticabile, “giro di giostra".

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