Il blasone dell'Italia passa anche dalle creazioni industriali che hanno affermato l'italianità nel mondo. Ecco quelle a due ruote che vale la pena ricordare

Made In Italy: le due ruote che hanno segnato la storia del nostro Paese

La storia dell&#39;Italia &egrave; stata scritta da grandi personaggi e da eventi che hanno cambiato le tradizioni di una penisola da sempre centro nevralgico della vita nel Mediterraneo, e per questo importantissima dal punto di vista geopolitico e culturale. L&#39;industria &egrave; un tassello importante della nostra nazione, e in questo contesto le due ruote hanno fatto la loro parte fin dal primo dopoguerra, influendo non solo sulla struttura produttiva del Paese ma anche nella vita di tutti gli italiani, diventando parte stessa della cultura per la quale siamo riconosciuti in tutto il mondo.

Ma quali sono le moto che hanno contribuito in maniera pi&ugrave; profonda al riconoscimento internazionale dell&#39;italianit&agrave;, nel senso pi&ugrave; positivo del termine? Leggete l&#39;articolo e lo scoprirete.

<h2>La Vespa che ha rimesso in moto l&#39;Italia del Dopoguerra</h2>

Il boom economico degli anni &#39;50 &egrave; stato un periodo di vera e propria rinascita per l&#39;Italia, sia dal punto di vista (appunto) economico ma anche etico e culturale. Il paese &egrave; risorto dalle macerie con la voglia di rimettersi in moto e ricominciare a crescere, cos&igrave; gli Italiani hanno scoperto la voglia di muoversi, di vivere liberamente e di condurre una vita attiva anche grazie al primo mezzo di trasporto di massa italiano che possiamo definire tale: la <a href="https://www.inmoto.it/listino-nuovo/marche/vespa/primavera-125-s?tags=vespa&amp;page=3">Vespa</a>.

Di lei se n&#39;&egrave; parlato tanto sulle pagine di <a href="https://www.inmoto.it/">InMoto</a> nel corso dei decenni, ed &egrave; ancora un punto di riferimento dell&#39;italianit&agrave; nel mondo. &Egrave; nata dal genio industriale di Enrico Piaggio e dalla matita dell&#39;ingegnere aeronautico Corradino d&#39;Ascanio che nel 1946 present&ograve; al mondo il primo progetto dotato di forcella monobraccio (come sui carrelli degli aeroplani Piaggio), motore al lato della ruota e una pedana che permetteva al guidatore di sedersi senza scavalcare. 

Dalla gloriosa 98 &quot;Faro Basso&quot; venduta a 55.000 lire fino alle ultime e performanti 300 GTV e 946, &egrave; ancora il simbolo della &quot;Dolce Vita&quot; anche se gli anni in cui il futuro era un posto meraviglioso, sono solo un lontano ricordo.



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<h2>La Ducati 750/900 Super Sport: da Paul Smart alla gloria del Desmo</h2>

Quando &egrave; che <a href="https://www.inmoto.it/listino-nuovo/marche/ducati">Ducati</a> &egrave; diventata DUCATI? In quale istante il marchio di Borgo Panigale ha iniziato a diventare un punto di riferimento dell&#39;italianit&agrave; nel mondo? Possiamo identificare il periodo nel lustro che va da inizio a met&agrave; anni &#39;70, mentre il modello che forse pi&ugrave; rappresenta la rampa di lancio della Ducati verso l&#39;azienda che conosciamo oggi &egrave; la serie Super Sport in cilindrata 750 e 900.

La vittoria di Paul Smart a Imola nel 1972 ha portato a un cambio radicale nelle strategie dell&#39;azienda, che stava affrontando una crisi abbastanza pesante. La conquista della 200 Miglia di Imola ha dato il boost necessario per realizzare una moto sportiva dalle linee filanti, con bicilindrico a L raffreddato ad aria derivato dal &quot;Carter Quadri&quot; della 860 GT, ma con il sistema di distribuzione Desmodromico gi&agrave; collaudato nelle competizioni e nella serie monocilindrica Mark 3. 
Cos&igrave; &egrave; nata l&#39;architettura che &egrave; rimasta il simbolo del brand fino al nuovo millennio e che ancora oggi rappresenta il cuore pulsante della tradizione per i fan Ducati.&nbsp;



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<h2>La Moto Guzzi V7 Special, l&#39;Italiana che ha conquistato gli USA</h2>

E&#39; l&#39;icona <a href="https://www.inmoto.it/listino-nuovo/marche/moto-guzzi">Moto Guzzi</a> per eccellenza e una delle prime moto italiane a convincere gli americani, battendoli sul loro stesso campo di battaglia. Creando un biclindrico trasversale, nel 1969 Guzzi decise di cambiare completamente strada e proporre moto di alta gamma a due cilindri capaci di pestare i piedi alle blasonatissime <a href="https://www.inmoto.it/listino-nuovo/marche/harley-davidson">Harley-Davidson</a> che dopo la guerra si stavano espandendo a macchia d&#39;olio in tutto il mondo, Italia compresa. 
 
Il prodotto V7 non era solo bello, ma anche veloce, stabile e affidabile,&nbsp;con un telaio dal rigore unico e una ciclistica sopraffina che l&#39;ha fatta diventare addirittura la moto ufficiale della polizia americana in alcuni stati, che l&#39;hanno preferita alle classiche americane proprio per la sua superiorit&agrave; tecnica e tecnologica. 
Quando la si incontra per strada &egrave; impossibile confonderla con qualsiasi altra cosa, e il colore bianco la rende bella come una sposa sull&#39;altare.&nbsp;



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<h2>Moto Morini 3 1/2: la quotidianit&agrave; sportiva all&#39;italiana</h2>

<a href="https://www.inmoto.it/listino-nuovo/marche/moto-morini">Moto Morini</a> &egrave; rinata negli ultimi anni, ma c&#39;&egrave; stato un periodo a cavallo di anni &#39;70 e &#39;80 durante il quale era il punto di riferimento di un mercato italiano in grande fermento. Dopo la morte del fondatore Alfonso Morini, infatti, &egrave; sorta la necessit&agrave; di una rivisitazione della gamma e della progettazione di un modello che unisse prestazioni e sportivit&agrave; all&#39;italiana con una produzione economica che potesse portare a un prezzo &quot;popolare&quot;.

L&#39;ingegnere Lambertini, ex Ferrari, fece la magia denominata 3 1/2, dalla cilindrata di appunto 350cc del suo bicilindrico a V. Una gamma che si sviluppava sia in versione classica/turistica che in versione sportiva, ed &egrave; proprio la 3 1/2 Sport ad aver conquistato gli italiani, con quel suo look sbarazzino, i semimanubri come le moto da corsa e un&#39;inconfondibile verniciatura rossa con banda bianconera. 
Moto Guzzi ci ha provato a copiare il suo successo con la serie Imola, ma la Morini &egrave; rimasta l&#39;unica icona sulle strade di quegli anni.



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<h2>Ducati 916 e MV F4: il design e le prestazioni</h2>

Se si parla di Made in Italy, non si possono non citare le rappresentanti motociclistiche moderne che hanno portato l&#39;italianit&agrave; sul tetto del mondo. Stiamo parlando delle due creature uscite dalla matita di Massimo Tamburini, entrambe figlie degli anni &#39;90 e rapprentative di un&#39;immagine tecnologica e prestazionale dell&#39;Italia a motore, molto radicata nell&#39;immaginario collettivo internazionale.

Senza andare nello specifico della tecnica dei due modelli, che conosciamo bene, in questa breve carrellata di storia italiana ci soffermiamo sul significato che 916 e F4 hanno per l&#39;Italia: con loro, l&#39;industria motociclistica italiana fa un salto fino al livello di quella automobilistica. Le moto prodotte in Italia diventano preziose e desiderabili come le Ferrari e le Lamborghini, quindi massima espressione tecnologica, stilistica e prestazionale di un&#39;intero settore. Se un qualsiasi appassionato pensa a mezzi da sogno perfetti e dalla bellezza mozzafiato, pensa a qualcosa di italiano ed &egrave; anche grazie a queste due perle dell&#39;industria motociclistica nostrana.

Forse &egrave; ancora troppo presto per considerarle le moto pi&ugrave; importanti di tutta la storia a due ruote del nostro paese, ma di sicuro rappresentano il punto di partenza della nuova epoca del Made In Italy, quella che eccelle nel lusso e nella ricerca del &quot;bello&quot; oltre ogni limite economico e di prestazioni. L&#39;arte e la tecnica si mischiano in due prodotti creati dalla mente e dalle mani italiane, che in questo caso hanno la forma di una Ducati e di una MV Agusta.

Il sogno di tutti i tecnici è quello di poter progettare una moto senza subire condizionamenti di sorta. Gli uomini che affiancarono Massimo Tamburini alla CRC l'hanno potuto realizzare per la MV Agusta F4 Serie Oro. Partendo dal foglio bianco si sono scatenati alla ricerca di una perfezione che pare siano proprio riusciti a raggiungere. (di William Toscani)


Rewind: MV Agusta F4 Serie Oro, arte in movimento FOTO

La storia, anche nel piccolo mondo delle due ruote, è scandita da avvenimenti. E la fine del 1993 fu un momento di quelli che tutti - ma proprio tutti - i motociclisti ricordano bene. Ducati fece letteralmente strage di cuori quando tolse i veli alla supersportiva 916. Uno dei pochi esempi nel regno delle due ruote degno di meritarsi l'appellativo di "Capolavoro". Perché quella che venne fuori dalla mente di Massimo Tamburini era questo, di fatto. (di William Toscani)

Rewind, Ducati 916 FOTO

La prima versione di Vespa Primavera, modello che sarebbe diventato un classico intramontabile, esordì al salone milanese del Motociclo nel 1967 e fu una rivoluzione: piccola, agile, spinta da un motore brillante, Primavera mise le ali a più generazioni e rimase ininterrottamente in produzione fino al 1982, diventando un modello mitico ma anche uno dei più clamorosi successi commerciali nella storia di Vespa


Vespa Primavera: la storia in FOTO

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