Usato, Aprilia Pegaso 600: perché acquistarla oggi

Usato, Aprilia Pegaso 600: perché acquistarla oggi

Caratteristische e costi di manutenzione accessibili rendono la fun bike di Noale una valida scelta per chi è alla ricerca di una moto facile e divertente al prezzo giusto 

Zep Gori

15.05.2023 12:45

Era la Aprilia che diventava grande. Che iniziava a fare moto più importanti. Il fenomeno veneto che cresceva anno dopo anno. Che alla fine degli anni ’80 voleva accreditarsi fra le grandi e cominciava a progettare un futuro di moto di grossa cilindrata. Il debutto prometteva bene.
Dopo le Tuareg 350 e 600 era il momento di qualcosa leggermente più stradale. Così nacque la prima Pegaso, che per stile e per tecnica, per un motore dalla tecnologia eccezionale e raffinata, che ancora oggi rimane un esempio per peso, prestazioni, affidabilità.

Le caratteristiche della Aprilia Pegaso

Sulle ciclistiche Aprilia ha fatto scuola, mentre per i motori si è affidata per molto tempo alla Rotax, dove hanno realizzato anche dei capolavori. Proprio come il monocilindrico della Pegaso, un pezzo d’ingegneria notevole, nato 350 e 500 e successivamente maturato a 560 cc in questa versione. Un motore riuscito grazie a un peso estremamente limitato unito a prestazioni elevate. Un risultato possibile con l’impiego di un materiale raffinato come il magnesio per il basamento e una distribuzione monoalbero comandata da una leggera cinghia dentata. Un motore di 28 kg e una quarantina di cavalli che negli anni si è addirittura mostrato affidabile e longevo, grazie a spessori e trattamenti superficiali ben progettati per il delicato magnesio.
Gli unici talloni d’Achille erano la rumorosità meccanica, qualche vibrazione e un consumo olio superiore a quanto ci siamo abituati coi motori più recenti. Insomma, ogni 1000 km bisogna controllarne il livello.
Aprilia dichiarava un sensazionale 147 kg a secco, che nella realtà dell’ordine di marcia diventano 161 kg.

Situazione pezzi di ricambio per la Pegaso

La reperibilitàricambi, in generale, è buona, ma per quanto riguarda la ciclistica e le sovrastrutture in plastica la situazione è negativa perché, come quasi tutte le aziende italiane, il magazzino ricambi di modelli così datati non è stato riassortito. Però c’e? una soluzione molto facile, perche? con le quotazioni bassissime che hanno raggiunto queste Pegaso, in caso di necessita? si fa prima e si spende meno a comprare un secondo esemplare da radiare e cannibalizzare.

Perché fare tutto questo? Semplice: oggi sul mercato una moto così non esiste. Nessuna nostalgia canaglia: oggi è tecnologicamente impossibile costruire e vendere una monocilindrica cosiì leggera e così performante rispettando l’Euro-4 a costi concorrenziali con le bicilindriche di pari cilindrata.
Motivazioni incontestabili, che hanno escluso dal mercato tutte le monocilindriche di grossa cilindrata, ma se il pulsare dei grossi e leggeri mono è quello che ci piace, allora non ci sono alternative.

Aprila Pegaso e Honda Dominator a confronto

Poco tempo fa abbiamo parlato in questa rubrica della Honda Dominator 650, che per gli stessi motivi rimane oggi forse la miglior enduro stradale mono e leggera con ruota di 21”. Ma la Pegaso con la sua anteriore di 19” ha sempre fatto storia a sè, senza voler mai essere una vera enduro.
InMoto nel maggio 1990 metteva a confronto proprio queste due eccellenze. Nessuna delle due prevaleva nettamente sull’altra, perchè alla fine erano due moto tecnicamente simili ma con orientamenti differenti.
Perché una ruota di 21” (Dominator) o di 19” (Pegaso) sono un “spartiacque” netto fra motociclisti. Infatti si scriveva: “Anche se non maneggevolissima (la Dominator) risulta ben bilanciata sui percorsi stretti e con una limitata tendenza a ‘prendere sotto’. Certo non è propriamente fulminea negli inserimenti in curva ma si appoggia con solidità e garantisce una guida neutra. Nella guida al limite su asfalto propende leggermente ad allargare di avantreno... L’Aprilia risulta ancor più caricata di avantreno, sempre irreprensibile timone direzionale sia su asfalto – grazie alla spalla e sicurezza delle Pirelli MT60 – sia per garantire sensibilità e controllo quando ci si vuole esibire nella gratificante guida in sovrasterzo fuori- strada su fondi compatti di terra o ghiaia”.

Perché è una buona idea acquistare una Pegaso

Questa Aprilia è perfetta da usare nel commuting di tutti i giorni (con consumi da 16-20 km/l) e divertentissima nelle trasferte più impegnative. Anche a medie elevate in autostrada, perché la Pegaso è una mono capace di sfiorare i 170 km/h effettivi (chiaramente non in Italia!). Una buona base, un esemplare a posto da dover rinfrescare si può trovare fra 800 e 1500 euro.

Come e quanto costa prendersene cura

Una revisione completa del motore – la classica sostituzione pistone-valvole-cuscinetti biella e banco – non supera i 1000 euro e con pochi calibrati accessori ci si “costruirebbe” la moto che non c’è su misura o quasi.
Per attrezzarla come si deve con le solite borse – serbatoio, laterali e baule – la scelta è forzatamente limitata perché nessun accessorista ha ancora in listino kit specifici per la Pegaso. Ma sarà semplice montare una piastra universale per un bauletto e due classiche borse morbide laterali, perché lo scarico superiore è poco sporgente.
Per il parabrezza inutile farsi illusioni. C’era qualche palpebra maggiorata e più protettiva, ma l’unica speranza è cercarlo usato. Altrimenti si possono montare dei flap aggiuntivi allo screen di serie. Fino a stature medie sono efficaci.
Come ogni monocilindrica anche la Pegaso ha le sue vibrazioni e non è la migliore tourer per viaggi autostradali. Trasformarla in una granturismo non avrebbe senso, ma una cura ricostituente per il comfort in una moto di oltre 30 anni fa è da prendere in considerazione. 
Prima di tutto per la sella, perché il foam (imbottitura) potrebbe essere ormai vecchio. Costa sempre qualche soldo, e l’opportunità della spesa è in relazione al numero di chilometri percorsi e alla personale sensibilità.
Il motore è molto robusto ma la cinghia dentata costa pochissimo ed ègomma, quindi col tempo si rovina anche stando ferma. Va cambiata di default perchéla rottura sarebbe una vera frittata nella testata, ben più costosa da riparare. Un altro dettaglio che potrebbe farsi sentire è lo spillo conico.
Il carburatore è un Dell’Orto e la sostituzione di uno spillo consumato costa pochi euro e l’erogazione torna a essere quella (magra) calibrata dalla Casa.
Cos’altro fare? Poco. Una batteria generica, un paio di cuscinetti di sterzo, quelli delle ruote. Un kit catena-corona-pignone.
Le quotazioni sono estremamente convenienti, e anche esemplari poco chilometrati non superano i 1500 euro.
Non saràun investimento per il futuro, perché le prime Pegaso (e le successive col motore 5 valvole raffreddato ad acqua) sono sì riuscite, robuste e performanti, ma non avranno un grande valore collezionistico.

Pregi

  • Ottimo handling;
  • Prestazioni motore;
  • Robustezza;
  • Peso contenuto; 
  • Reperibilità ricambi meccanica;
  • Economicità di acquisto e manutenzione.

Difetti

  • Reperibilità ricambi carrozzeria; 
  • Altezza sella;
  • Vibrazioni avvertibili.

PRESTAZIONI RILEVATE

La potenza (rilevata da In Moto) è di 40,2 CV a 7.000 giri/min, mentre la coppia (sempre rilevata da In Moto) è di 4,5 kgm a 6.000 giri/min.

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