Rewind, Honda NS 400 R: quando il mito era Spencer

Rewind, Honda NS 400 R: quando il mito era Spencer

Tre cilindri 2 tempi per la replica della moto che vinse in 500 nel 1983 con l'asso di Shreveport. Look da GP e prestazioni gasanti per questa sportiva

Redazione - @InMoto_it

23.06.2022 17:57

Era il 1983 quando un tale  Frederick Burdette Spencer di Shreveport (Lousiana) conquistò per la Honda il titolo mondiale dopo un'epica battaglia all'ultimo round ad Imola contro Kenny Roberts e la Yamaha. La NS 500 portata in pista da colui che poi verrà conosciuto come "Fast Freddie" era la tre cilindri con cui la Casa dell'Ala, dopo l'infruttuosa esperienza con la NR500, inaugurò i suoi trionfi nell'era delle GP a 2 Tempi.
Per celebrare quel successo, a Tokyo decisero di riproporre su strada i concetti di quella moto, presentando ai Saloni del 1984 la nuovissima NS 400 R. Una grintosa sportiva che era replica quasi fedele della moto trionfatrice l'anno prima nel Mondiale 500, e che rievocava oltre che nella linea anche nella colorazione con iconiche tabelle gialle (all'poca colore dedicato per la top class). Una veste che Honda spinse poi ancora più avanti quando arrivò lo sponsor Rothmans.

NUOVA ERA IN FATTO DI TECNICA

Alla sorella da Gran Premio la NS 400 R era accomunata, oltre che dal layout della carrozzeria, anche dal motore 2 Tempi con schema a tre cilindri con bancate a V (ma forse più preisamente ad L) di 387 cc e alimentato da tre carburatori Keihin da 28 mm. La disposizione delle bancate era opposta a quella della 500, con due cilindri orizzontali e quello singolo centrale montato verticalmente (sulla GP era il contrario). Una particolarità di quel motore era data dal'uso del riporto anti-attrito (tipo Nikasil) sulla canna dei cilindri in alluminio. Una soluzione in voga da tempo in Europa, ma che Honda ancora non adottava, preferendo il cilindro cromato in alluminio o le canne in ghisa riportate. L'avviamento era di tipo kick- starter (a pedivella), mentre il peso dichiarato segnava 170 Kg a secco.

Altra primizia riguardava il controllo dello scarico con l'arrivo del sistema ATAC per il controllo dei gas combusti: questa soluzione di avvaleva di due camere di risonanza - supervisionate da una centralina elettronica -  sistemate a valle dei collettori di scarico e solo sui due cilindri orizzontali. L'ammissione era a lamelle, per un motore in grado di erogare una potenza (dichiarata) di 72 CV a 9.500 giri/min per una Coppia massima di 5,7 kgm a 8.500 giri/min.

Pasando alla ciclistica, la Honda NS 400 R vantava un telaio doppia culla con tubi quadri in alluminio accoppiato ad un forcellone sempre in alluminio con monoammortizzatore con attacco progressivo Pro-Link. La forcella era una Showa oleopneumatica da 36 mm e dotata di anti-dive. La frenata era assicurata da pinze Nissin con disco anteriore doppio di 256 mm e posteriore di 220 mm di diametro. Prezzo (in Lire) all'epoca? 8.000.000 chiavi in mano.

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