Rewind, Yamaha TZR 125 R: la piccola maxi

Rewind, Yamaha TZR 125 R: la piccola maxi

Appeal, grinta e qualità: una sportiva nata dal know how della Casa di Iwata e la tecnica dell'importatore Belgarda. Ultima "italiana" a tuffarsi nella arena delle ottavo di litro, vantava punti in comune con la serie FZR

Redazione - @InMoto_it

03.06.2022 15:46

Italia e Giappone insieme per un capolavoro tecnico e ciclistico

Nessuno ci avrebbe scommesso: arrivare per ultimi in un settore così inflazionato di proposte eccezionalmente efficaci e attraenti, era un'impresa quasi impossibile anche per un nome come Yamaha, e invece sfruttando abilmente il notevole know how della grande Casa di Iwata, mediandolo sapientemente con l'ingegno e il buon gusto tutto italiano, ne venne fuori un esplosivo concentrato di appeal, di grinta, di qualità. Venne scelto assolutamente il meglio sul mercato in fatto di sospensioni, freni, pneumatici, e per la parte tecnica ci si affidò alle migliori soluzioni viste negli ultimi anni di competizioni, sfruttando "nomi" prestigiosi come YPVS, Deltabox e Monocross Rising Rate, mentre per il look semplicemente ci si ispirò alla quarto di litro campione del mondo 1990 di John Kocinski con un pizzico di FZR 1000 Ex Up. Ne nacque un vero capolavoro, e ai tecnici della Belgarda va riconosciuto l'incondizionato merito di avere saputo amalgamare con maestria e competenza i numerosi ingredienti di questa piccola grande macchina, talmente brillante sul fronte prestazionale da stabilire nuovi limiti, e così efficiente sul piano ciclistico che col soddisfatto placet della Casa madre prenderà anche la via dell'esportazione, assieme all'altrettanto appetibile TDR 125 R.
Per provare a fondo la 125 di punta italo-nipponica la portammo sul magico tracciato del Nürburgring, in Germania, ove la sottoponemmo allo stesso durissimo e selettivo trattamento che eravamo soliti riservare alle maxi sportive.

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Caratteristiche di guida

È gustosa nelle passeggiate turistiche come estremamente appagante nella più "assassina" delle tirate sportive. Alla versatilità della guida, alla duttilità e alla fluidità nelle manovre a bassa velocità (tipico patrimonio delle ottavo di litro sportive), la TZR/R affianca una solidità e maturità di guida sul veloce davvero insospettabili. Tutto questo cementa la sensazione - ben stimolata dal generoso dimensionamento e dalle prestazioni elevatissime - di guidare qualcosa di ben più sostanzioso di una 125. Anche se per scelta la TZR non è la più agile e maneggevole del lotto, ripaga con un'infinita solidità e sicurezza e con una guida rotonda, fluida e progressiva assecondabile con un'opportuna guida di corpo, proprio come quella offerta dalle migliori medie sportive. Sullo stretto richiede una guida sciolta e non necessariamente decisa, visto che scende in piega lestamente tendendo ad accentuare spontaneamente l'inclinazione, e sul misto offre il miglior compromesso di maneggevolezza e precisione, ma è sul veloce che viene fuori lo straordinario rigore della sua ciclistica, l'assoluta precisione dello sterzo alle alte velocità e la poderosa spinta del suo motore che resta tale pure alle velocità elevate e permette di sostenere la traiettoria anche sui curvoni da 130-140 km/h. Con la TZR/R si raggiungono inclinazioni da GP, pur mantenendo una sicurezza e un'armonia dell'azione che trasmettono confidenza e gratificano psicologicamente il pilota. Anche sui critici fondi sconnessi del mitico "Ring", l'assetto resta controllato, la forcella reagisce bene e solo il retrotreno talvolta "spara" delle ondulazioni secche, alle quali si può - entro certi limiti - ovviare con una taratura del freno idraulico.

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