Rewind, Yamaha TZR 125 R: la piccola maxi

Rewind, Yamaha TZR 125 R: la piccola maxi

Appeal, grinta e qualità: una sportiva nata dal know how della Casa di Iwata e la tecnica dell'importatore Belgarda. Ultima "italiana" a tuffarsi nella arena delle ottavo di litro, vantava punti in comune con la serie FZR

Redazione - @InMoto_it

03.06.2022 15:46

Impazzava la moda delle 125 in quel 1991. Tanto era l'impegno tecnico profuso dalle case nostrane che quando Yamaha decise di entrare nella arena si affido all'importatore (con una mossa che ricalcava quanto già fatto da Honda) Belgarda. Fu l'ultima debuttante, poi ci fu anche Suzuki che tentò la carta, ma la RG Gamma che uscì dopo pochi mesi veniva realizzata in Giappone.
La TZR "made in italy" poco aveva da sportire con la precedente, presente nel catalogo dei tre diapason. Davanti a lei era facile immaginare ragazzi bardati di zainetti multicolori affogati di quaderni, libri di testo e depliant arrotolati, tutti in adorazione davanti alla TZR 125 R.

ULTIMA MA NON ULTIMA

La sportiva 125 arrivata sul mercato alla fine del 1991 era la copia in scala della YZR 500 di Wayne Rainey: aggressiva nelle forme, raffinata nei contenuti con un monumentale, e surdimensionato, telaio Deltabox in alluminio grande protagonista. Era equipaggiata con un motore Minarelli e vantava un appeal degno della blasonata famiglia FZR con la quale condivideva forcella da 41 mm (!!), freni Brembo con disco anteriore da 320 mm, e anche la strumentazione derivava dalle sorelle maggiori come la FZR Ex-Up. Insomma era un prodotto di notevole tecnica e qualità (seppur pagasse una eccessiva rigidezza delle sovrastrutture che tendevano a creparsi). L'anno successivo venne affiancata dalla evocativa versione Red Rocket (con colorazione Marlboro) e per i pruriti più corsaioli arrivò anche la versione SP, con in dote mirate modifiche (come diverso scarico e forcella puriregolabile) necessarie per correre nel Campionato SP.

LE PRESTAZIONI DELLA YAMAHA TZR 125 R

Per la TZR 125 R al periodo del test su InMoto rilevammo al banco una potenza di 32,71 CV a 11.300 giri/min per una coppia massima di 2,07 Kgm alla ruota a 11.300 giri/min. Il peso effettivo era di 130 Kg mentre la velocità massima rilevata fermava l'ago a 174,6 Km/h, recordo al periodo; merito del motore ma anche di una rapportatura lunga.

Gira pagina per leggere la nostra prova del 1991:

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