La banda del Campovolo: storia della Lombardini GP

La banda del Campovolo: storia della Lombardini GP

Un gruppo di amici costruivano moto da corsa per hobby, le provavano in un aeroporto privato e arrivarono al mondiale con Victor Palomo, campione della 750 GP e con il fratello di Johnny Cecotto

Dario Ballardini

16.03.2022 16:41

Mezz'ora per giocarsi il futuro. Riunione a Reggio Emilia nell’headquarter delle Officine Lombardini, colosso dei motori industriali e agricoli con numerose filiali all’estero, per illustrare a Rainero Lombardini in persona il progetto di una tre cilindri da Gran Premio. Ha voluto che fossero presenti tre dei suoi ingegneri ma hanno esperienza di diesel e quattro tempi industriali, non di motori a due tempi da corsa, e storcono il naso: non afferrano le spiegazioni di Ferruccio Franceschini e Romeo Bianchi, che il motore l’hanno disegnato.

I primi passi e i primi guai

Viene in aiuto il terzo uomo del gruppo, Dante Vezzani. Testuale: "Voi siete tre ingegneri che non capite un c@##o! Perché voi non siete in grado di capire e se non capite niente di motori da corsa a due tempi dovreste avere l’umiltà di ammetterlo. Invece siete delle teste di c@##o". Gelo. Non c’è molto da aggiungere, l’occasione per chiedere un finanziamento a Lombardini è bruciata. I tre escono con le orecchie basse, resta solo da fare rapporto a Franco Rovacchi, il presidente del Moto Club Reggiano che aveva procurato l’incontro. Invece arriva lui stesso in officina, dopo avere sentito il cavalier Lombardini al telefono: "Avete conquistato il capo. Ora è diventata una sfida".

Il Reparto Corse era nelle campagne di Reggio Emilia, lo avevano allestito in una ex stalla che avevano affittato proprio dalla famiglia Lombardini. Nel frattempo facevano correre la Yamaha 350 e Luigi Torelli. "Con ottimi risultati, perché ci qualificavamo sempre in prima o in seconda fila nelle gare nazionali di campionato senior, quattro o cinque all’anno. Facemmo anche la 200 Miglia di Imola 1975 in mezzo alle 750 e arrivammo primi della categoria 350. Fra quella e l’undicesimo posto nella Coppa Co.Ro.Vin che si correva tra le due manche prendemmo un milione e mezzo di premi, in lire". Allora erano soldi.

Ma i guai erano in arrivo perché un paio di settimane dopo, nella terza prova di campionato italiano a Imola, Torelli venne coinvolto nell’incidente costato la vita a Tommaso Piccirilli. Si infortunò e qualche tempo dopo smise di correre, mentre la moto andò pressoché distrutta. Dopo il ritiro di Torelli c’era anche da trovare un nuovo tester. Le modifiche venivano provate al Campovolo di Reggio Emilia, quello dove nel 2005 ci sarà il concerto del rocker Luciano Ligabue. È un aeroporto ex militare tuttora in funzione, il cavalier Lombardini vi teneva parcheggiato il suo aereo personale e agli uomini della squadra corse veniva permesso di provare le moto sulla pista. Solitamente il lunedì, quando l’aeroporto era chiuso e il nastro d’asfalto di due chilometri e mezzo era libero.

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