Rewind, Ducati Streetfighter 1098: la "bruciasemafori"

Rewind, Ducati Streetfighter 1098: la "bruciasemafori"

Presentata nel 2009 la "mamma" della attuale V4 sfruttava la ciclistica della 1198 ed il motore Testastretta ad L da 155 CV

28.03.2020 12:35

Il design della Streetfighter 1098 non lasciava dubbi, era anche lei cattiva anche da ferma. Il fanale basso e appuntito che ricordava nello stile il cupolino della 1098, il serbatoio benzina posto più avanti possibile per lasciare spazio di movimento al pilota, il codino alto ed il puntale in tinta. Sono concetti di design che, al netto delle alette aerodinamiche, ritroviamo anche sull'ultima Streetfighter V4, la novità 2020 di Ducati tra le naked sportive che trae linfa dalla Panigale V4.

La Streetfighter 1098, come la sua discendente diretta, anche aveva dalla sua una base tecnica che arrivava direttamente dalla famiglia delle SBK bolognesi. Al periodo la base era quella della 1198, da cui ereditava il telaio a traliccio in acciaio, il forcellone monobraccio ed il motore Testastretta con potenza di 150 CV ma rivisto nella erogazione per rendere al meglio su strada.

Per lei la parole "sportiva" ed "elegante", sembravano coniate ad hoc, donando un mix da far prendere la testa a tanti smanettoni.

Su InMoto, al termine del test in pista, il nostro tester Franco Zenatello scriveva:


In movimento si ha immediatamente a sensazione di guidare una moto molto maneggevole e rapida nelle risposte. Nelle prime marce inserite ci si aspetta che l'avantreno non riesca a stare attaccato al suolo, invece, con grande sorpresa, la ruota anteriore rimane lì dove deve stare, a meno che non la si comandi perentoriamentead alzarsi. Inserendo le marce il motore sale progressivamente senza quella “botta” di potenza che attenderesti da una moto di questo genere, e in un attimo si è già in sesta marcia a oltre 160 km/h con il motore che sbadiglia. Aumentando il ritmo in circuito, si avverte una grande stabilità soprattutto nei tratti veloci, dove ci si può lanciare letteralmente in curva senza timore. In ingresso l’anteriore è tipicamente solido, certo non come la 1198, ma trasmette comunque molta sicurezza.

AVANTRENO SENSIBILE

Scende in piega con una buona velocità, ma con una certa tendenza ad allargare in uscita, e nella guida al limite non digerisce molto l’utilizzo del freno anteriore in fase di inserimento: meglio frenare in anticipo, mollare la leva con la moto ancora dritta ed entrare con motore in decelerazione. Una volta a centro si può iniziare a dare gas, così facendo non si scompone minimamente l’assetto, e si riesce a guidarla sulla linea prescelta con una buona armonia.
La tendenza ad allargare è probabilmente dovuta a un angolo di sterzo piuttosto “aperto”, mentre la sensibilità
dell’avantreno in inserimento di curva, può essere la conseguenza dell’anteriore piuttosto caricato dal forcellone
lungo (ripartizione dei pesi: 49 % posteriore, 51% anteriore).

A SUO AGIO SU STRADA ED IN PISTA: VERSATILE

Non dobbiamo dimenticare che questa è una moto pensata principalmente per l’utilizzo stradale, e di conseguenza studiata per offrire il massimo delle prestazioni in quella condizione. Infatti se guidata con uno stile “meno estremo” si riesce ad apprezzare appieno il lavoro svolto dai tecnici bolognesi per conferirle un carattere “ciclistico” adatto a tutte le situazioni. La Streetfighter è a suo agio per strada e in pista con ottima versatilità. Un pregio, di inestimabile valore, è l’adozione del DTC, ovvero il traction control. Grazie a questo sistema si riesce ad uscire dalle curve con una rapidità impressionante: arrivati alla corda non rimane che spalancare il gas, nel vero senso della parola. Il motore sembra non spingere e nelle accelerazioni più violente si avverte un leggerissimo limitatore di giri, tutto questo mentre sei ancora piegato con l’acceleratore aperto e la moto che schizza fuori dalla curva.

Rewind, Ducati Streetfighter 1098 FOTO

Rewind, Ducati Streetfighter 1098 FOTO

Presentata nel 2009 la "mamma" della attuale V4 sfruttava la ciclistica della 1198 ed un motore Testastretta ad L da 155 CV. (di William Toscani)

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POTENZA SOTTO CONTROLLO

Il motore ha un’ottima erogazione, spinge forte ma con linearità, senza picchi di potenza. A circa 6.500 giri si dispone già di circa 100 CV che a 7.000 diventano 120, giusto per capire la progressione di questo bicilindrico. La potenza massima arriva a 9.500 giri con 155 CV, una gran quantità di potenza per una nuda, ma vi possiamo assicurare che sono molto gestibili grazie a una curva di coppia decisamente lineare. Infine l’impianto frenante anteriore Brembo, è potente, forse troppo per questa moto. L’attacco è violento e il morso impressionante, occorre usarlo con un solo dito e moderare la forza per non incorrere in bloccaggi della ruota anteriore.

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