BMW M 1000 RR: le opinioni di InMoto "fuori dai denti"

Sulla M 1000 RR, la scelta di sospensioni regolabili solo manualmente lascia perplessi: con l’elettronica moderna, le semi-attive renderebbero la guida in pista più godibile per tutti

16.09.2025 ( Aggiornata il 16.09.2025 09:35 )

Nel corso della giornata di prova a Cremona abbiamo avuto modo di testare anche le versioni allestite da Alpha Racing, partner ufficiale di BMW per lo sviluppo di componenti racing. Per l’occasione siamo saliti in sella alla SBK ma anche alla Superstock della factory tedesca. E lì si è aperto un mondo.

Inutile dire che, per un amatore che frequenta i circuiti, una Superstock rappresenta probabilmente il massimo raggiungibile: prestazioni estreme ma ancora gestibili. In sella è una goduria, più padroni della situazione rispetto alla SBK ufficiale.
Questo, però, ha sollevato in noi una questione: su moto pensate per l’uso in pista, un setting messo a punto da tecnici esperti come quelli tedeschi può fare la differenza tra divertirsi, migliorare i tempi sul giro o, al contrario, uscire frustrati dalla pista perché magari si è “incasinato” tutto.

Alla luce di questo, per quanto sia una scelta voluta e coerente con l’approccio racing, ci lascia perplessi l’utilizzo di sospensioni regolabili solo manualmente sulla M 1000 RR standard. Oggi che l’elettronica è in grado di fare vere magie, offrire sospensioni semi-attive – anche considerando il prezzo elevato della moto – potrebbe renderla più fruibile e godibile, senza intaccarne il carattere affilato.

Poi se la si usa in gara... quello è un altro discorso.

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