Benelli, Morini, QJ, CFMOTO e Kove: i pro e contro delle moto cinesi
All’iniziale diffidenza verso i prodotti cinesi si vanno via via sostituendo numeri di vendita sempre più importanti. I prezzi bassi non sono sempre sinonimo di scarsa qualità
Andrea Toumaniantz
19 set 2024 (Aggiornato il 20 set 2024 alle 12:21)
È normale guardare con sospetto, o perlomeno con curiosa circospezione, un nuovo arrivato che non conosciamo bene e di cui magari abbiamo solo sentito parlare. A causa anche di un riflesso incondizionato, figlio dell’economia, che scatta automaticamente in presenza di un prezzo molto basso, che associamo ad una scarsa qualità del prodotto. Questi sono i motivi principali dell’iniziale diffidenza verso i marchi orientali non giapponesi. Attenzione, però, perchè la regola del “chi disprezza compra” ha velocemente preso il sopravvento.
Vediamo nel dettaglio qualche significativo esempio di modelli che abbiamo guidato e imparato a conoscere. A livello generale, tenendo sempre ben presenti i prezzi di vendita notevolmente inferiori alla media, non abbiamo nulla da ridire sulla qualità dei materiali e sull’affidabilità dei componenti. Occasionalmente questi ultimi hanno evidenziato qualche difetto di troppo, come un interruttore stampella laterale andato in corto sotto la pioggia, con la moto non più in grado di accendersi; oppure un cambio bloccato in seconda marcia, risolto dopo ripetuti calci sulla leva.
A parte questi isolati eventi, che non spostano i nostri giudizi, quello a cui quasi tutte devono ancora arrivare è una raffinata gestione elettronica, soprattutto delle mappe motore, e il contenimento dei pesi, grossa bestia nera per tutte le Case (tranne una).
Indice:
- Benelli (pag.2)
- Moto Morini (pag.3)
- QJ Motor (pag.4)
- Kove (pag.5)
- CFMOTO (pag.6)
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