L'adventouring fa diventare la moto uno strumento con cui andare alla caccia di nuovi panorami, stando a stretto contatto con la natura. È un altro modo di fare mototurismo, anche se serve più consapevolezza: di noi, dei luoghi che attraversiamo e di chi ci sta intorno
La moda motociclistica del momento si chiama adventouring. Il concetto è molto semplice: salire in sella alla propria moto, tendenzialmente una on-off con cui si va a lavoro ogni giorno, per esplorare luoghi seguendo sentieri sterrati (e consentiti) immersi nella natura. È un modo completamente diverso di guidare e vivere le due ruote, rispetto a quello di chi usa le enduro specialistiche cercando la prestazione, la competizione o il limite da superare (che sia una salita impervia tipo di tipo hard o una pietraia “seigiornistica”).
Questo non vuol dire che chi fa adventouring non venga rapito dalla voglia di diventare un Mario Rinaldi o un Andrea Verona della domenica, quando vede una strada bianca ampia e invitante. Vuol dire però che nella maggior parte dei casi, all’adrenalina di quel tipo si associa anche il gusto di fermarsi per scattare una foto al panorama appena scoperto, di scambiare due chiacchiere con l’amico-compagno di avventure sulla bellezza del ruscello appena attraversato. O semplicemente di rimanere in silenzio ad ascoltare il canto delle cicale. Per poi visitare il centro storico del paesino di turno o fermarsi a mangiare in trattoria. Se vogliamo, è una sorta di mototurismo “slow”, che prevede l’utilizzo della moto come strumento per scoprire nuovi luoghi (spesso e volentieri senza allontanarsi troppo da casa), in cui l’asfalto non riesce ad arrivare. Oppure per raggiungere luoghi conosciuti ma percorrendo sentieri mai battuti prima. È un modo di guidare bellissimo, che consente di sfruttare al 100% la nostra moto “da tutti i giorni”: BMW GS, Africa Twin, Ténéré o le medio-piccole cinesi che stanno rivoluzionando il mercato. Un modo di guidare che ci permette di evadere dalla città e di stare a contatto con la natura. Esigenza sempre più concreta in questi anni post-Covid, durante i quali siamo tornati ad innamorarci del turismo in montagna, del verde dei boschi e dei sentieri. Da seguire a piedi, in bicicletta o in moto.
Comparativa, le moto Adventouring: chi è la regina? Il VIDEO
A proposito di moto e di tracce, è chiaro che l’adventouring porta con sé delle regole da rispettare. Regole scritte ma soprattutto dettate dal buon senso. A differenza di chi fa trekking e di chi utilizza una mountain bike, dobbiamo sempre ricordarci che guidiamo un mezzo più rumoroso, più veloce. E certamente più inquinante. Quando facciamo adventouring, il rispetto dei luoghi che attraversiamo, degli animali e di chi ci sta intorno deve essere sempre in cima ai nostri pensieri. Il diritto di emozionarci ammirando un lago dalla cima di una collina, o di condividere un selfie sui nostri social in tenuta “enduristica”, passa soprattutto da questa consapevolezza. Buona lettura!
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