Incidenti in moto e risarcimento, quanto influisce la velocità?

Incidenti in moto e risarcimento, quanto influisce la velocità?

In caso di sinistro, è uno degli aspetti da prendere in considerazione. Analizziamo come questa variabile influenza la valutazione dei danni e sull’attribuzione della colpa

Redazione - @InMoto_it

22.03.2023 17:01

Un lettore ci scrive

Ho avuto un incidente in moto riportando danni fisici e nonostante io ritenga di aver rispettato le norme del Codice della Strada e di aver ragione, mi hanno proposto un risarcimento ridotto sostenendo che andassi veloce e dunque che avessi contribuito all’incidente. Cosa ne pensa? Grazie. Marco

Risarcimento ridotto: L'avvocato risponde

Grazie a te Marco per la domanda che mi permette di toccare, se pur in questa sede sinteticamente, un tema molto ostico per noi motociclisti ossia quello della supposta concorsualità nella determinazione dell’evento (sinistro stradale) per velocità “non commisurata allo stato dei luoghi. Ebbene, su questo tema dobbiamo muoverci tra luoghi comuni e norme di legge. Luoghi comuni che vedono nel motociclista lo scapestrato che come tale figuriamoci se non va veloce. Le norme di legge, ci si riferisce in particolare all’art. 141 Codice della Strada che nei suoi ben 11 commi prevede una serie di situazioni di fatto il cui conducente “deve regolare la velocità” anche al di sotto dei limiti posti in loco in ragioni di particolari situazioni di fatto, ad esempio “...nei tratti di strada a visibilità limitata, nelle curve, in prossimità delle intersezioni e delle scuole o di altri luoghi frequentati da fanciulli indicati dagli appositi segnali, nelle forti discese, nei passaggi stretti o ingombrati, nelle ore notturne... ecc.”. Le previsioni ed ipotesi della norma in commento, sono talmente estese da essere in astratto applicabili a pressoché “tutte” le situazioni di fatto, con il rischio che sia sempre contestabile la sussistenza di una velocità non commisurata allo stato dei luoghi lasciando di fatto all’interprete un’ampia discrezionalità anche in assenza di contestazioni da parte dell’autorità intervenuta.

Con il motociclista, il cui arresto del veicolo non è garantito dalla stabilità data dalle 4 ruote, la logica rischia di essere sempre la stessa: “se è caduto evidentemente non andava a velocità commisurata, infatti se avesse tenuto una velocità minore avrebbe potuto evitare l’evento”. Quando e viceversa, arrestare la marcia di un’auto a 45 km/h è una cosa, di una moto (magari viaggiando in due e carichi) è tutt’altra. Non posso negare che spesso è una vera e propria battaglia, che si deve avere voglia di combattere a suon di perizie e ricostruzioni fattuali effettuate su elementi oggettivi (esempio: posizione statica dei veicoli post urto, tracce di frenate se ci sono, segni di scarrocciamento sul manto stradale, esame dei veicoli e dei danni arrecati... ecc.).

L’abitudine di molti di noi di viaggiare con una telecamera che possa inquadrare anche il contachilometri, potrebbe essere un utile strumento atto a facilitare ricostruzioni favorevoli. Sarebbe interessante approfondire l’argomento parlando dell’art. 2054 del Codice Civile e dei criteri di determinazione delle percentuali di concorso di colpa. Magari in futuro... Buon viaggio Marco.

 

A cura dello studio legale Avv. Giacinto Bocchino
Per qualsiasi domanda, curiosita?, chiarimento scrivete a posta@inmoto.it o bocchino@bclex.com

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