Moto, ieri e oggi: quelle moderne hanno perso carattere?
Così perfette, così veloci, così sicure, ma c'è qualcosa che le moto di nuova generazione stanno perdendo: la capacità di stupirci con una personalità forte, in un'epoca dove un po' tutte si assomigliano
Michele Lallai
Pubblicato il 21 marzo 2022, 10:03 (Aggiornato il 21 marzo 2022, 10:11)
Cosa abbiamo perso per strada?
C'è però il problema dell'omologazione. L'elettronica spesso e volentieri viene fornita da un singolo produttore a più player, e il risultato è un appiattimento delle differenze anche fra mezzi di marchi diversi che sono in concorrenza diretta. E pure quando il fornitore cambia, il risutato sul mezzo è comunque molto simile se non identico perchè fondamentalmente la tecnologia è quella. Nelle auto questo è così evidente che ormai comprare una Polo, una Clio o una Yaris è solo una questione di dettagli come materiali usati per gli interni e gusto estetico.
Anche nelle moto succede, e c'è un'omologazione di fondo che rende le differenze sempre meno accentuate, benchè non completamente annullate come fra le 4 ruote. Per motivi di economicità, affidabilità e piattaforme - per esempio - vediamo il mercato pieno di bicilindrici paralleli che sono molto simili tra di loro e quando anche le ciclistiche combaciano (vedi segmento crossover da 19", ad esempio) sta diventando sempre più difficile distinguere punti di forza così evidenti da far propendere per una o per l'altra, e anche qui diventa una semplice scelta di ergonomia ed estetica in un contesto in cui nessuna fa schifo e nessuna eccelle sulle altre. E' una fortuna che in un mezzo da 200 kg di media, le caratteristiche di telaio e interasse possano ancora garantire differenze dinamiche che non annullino completamente il gap fra diversi prodotti, perchè nelle auto ormai la parte tecnica ciclistica è diventata quasi totalmente ininfluente.
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