La motocicletta è uno strumento pericoloso, eppure preferiamo correre il rischio pur di vivere la nostra passione. In questo apparente paradosso c'è la ricetta della felicità e della vitalità, confermata da evoluzione, psicologia e... filosofia taoista
Se la psicologia non dovesse bastare, ci aiuta anche la spiritualità, che mette radici nel passato dell'umanità ben prima che la scienza studiasse i nostri comportamenti. La filosofia taoista, nata in Cina più di 3000 anni fa, ha da sempre messo l'accento sui dualismi che contraddistinguono gli esseri umani: se non esistesse la paura, non saremmo capaci di identificare nemmeno la sicurezza, dato che può esistere solo in funzione di un suo opposto, che il nostro cervello e la nostra anima mettono costantemente a contrasto. La vita dell'uomo è un continuo altalenare fra gioia e dolore, luce e buio, amore e odio, forza e debolezza.
E così il motociclista riesce a trovare il punto di equilibrio fra paura e sicurezza, fra ansia e divertimento, portando tutto ad un piano di naturalezza e gioia di vivere che solo gli opposti in armonia fra loro possono garantire. Il Tao è il simbolo alla base di questo pensiero, e riassume perfettamente questo concetto: il nero è negativo, il bianco è il positivo, si dividono in parti uguali e si mischiano assieme, nel bianco vive il nero e nel nero vive il bianco, è l'equilibrio cosmico che manda avanti il mondo. Il taoista usa la meditazione come aiuto per mantenere l'equilibrio fra gli elementi.
Inconsciamente i motociclisti tengono questo bilanciamento costante dentro di loro ogni qual volta salgono sulla moto e ne traggono tutti i benefici di divertimento, passione e armonia con il mondo. Non a caso alcuni psicologi definiscono l'effetto del guidare la moto come "meditazione attiva".
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