Corsi guida moto: tutto quello che c’è da sapere

Corsi guida moto: tutto quello che c’è da sapere

Avete deciso di fare un corso di guida? Ottima idea! Ora però si tratta di trovare il corso giusto per voi, nella miriade di proposte di un settore non regolamentato. Intanto a livello Europeo si sta facendo largo una certificazione delle scuole

09.04.2021 ( Aggiornata il 09.04.2021 11:58 )

Corso guida sicura moto. Quattro parole digitate sul motore di ricerca, ed è venuto fuori il mondo delle scuole. Ce ne sono di tutti i tipi. Ci sono quelle delle case, quelle certificate dalla Federazione Motociclistica Italiana (FMI), quelle che operano nell’ambito di altri enti di promozione e quelle autonome. E il motociclista che vuole fare un corso, come sceglie la scuola giusta?

Già, perché l’insegnamento della guida sicura non è regolamentato, a differenza dei corsi per il conseguimento delle patenti di guida, riservati esclusivamente alle autoscuole. Per la guida sicura invece non esiste un titolo né un corso di abilitazione. Nonostante a livello europeo si sia provato a regolamentare tale attività.

Il boom dei corsi di guida in pista e su strada, con un forte aumento della domanda e dell’offerta risale all’inizio degli anni Duemila. In tanti allora si sono messi a insegnare la guida della moto. Facendolo in una maniera conforme alle loro corde. Abbiamo visto gente che insegnava ad andare forte, perché in quel tipo di guida ci sarebbe la base del controllo del veicolo; e gente che cercava di sensibilizzare i motociclisti sui pericoli. Qualcuno più bravo, qualcuno meno. Come sempre.

In Italia c’è competenza e ci sono buone scuole – dice Fabio Celin, di Dimensione Guida -, ma i titoli a volte non sono indicativi. La vera discriminante è la volontà e la disponibilità dell’istruttore a mettersi in discussione”.

Abbiamo scelto lui e questa sua frase, perché sintetizza perfettamente il nostro pensiero. Ci sono istruttori con titoli differenti, ma non sempre il potersi fregiare di un attestato è indice di sicura qualità. La realtà, nota a tutti quelli che insegnano, è che per essere un buon istruttore bisogna mettersi in gioco, ed essere pronti a imparare ogni giorno. E allora torniamo alla domanda di partenza: come si sceglie una buona scuola e un buon corso?


L’UE ha introdotto il concetto di Guida Sicura Avanzata

A mettere ordine in questo bailamme hanno provato quelli della Commissione Europea, una decina d’anni fa, con il programma di Guida Sicura Avanzata. Doveva essere un protocollo comunitario di sperimentazione della formazione continua dei guidatori, basato sull’idea che anche gli esperti hanno bisogno di periodici richiami formativi. Perché c’è un’evoluzione dei veicoli che muta le tecniche di guida, e perché tutti noi abbiamo la tendenza ad adagiarci su ciò che facciamo ogni giorno, dimenticando che su strada esistono anche gli imprevisti e le situazioni d’emergenza.

Sembrava che in capo a pochi anni sarebbe sbocciato un protocollo europeo definitivo; invece nel 2021 siamo ancora quasi all’anno zero.

In Italia la sperimentazione è stata gestita dal Ministero dei Trasporti, ma non ha portato i risultati sperati. La sensazione è che i guidatori dopo aver partecipato ai corsi abbiano si ridotto la loro incidentalità, ma abbiano anche aumentato il tasso di multe prese per violazioni del Codice della Strada. D’altra parte, ci sono diversi motociclisti che chiedono espressamente di velocizzarsi, quando vengono a fare i corsi; e chi gestisce una scuola gestisce un’attività commerciale, che ha bisogno di clienti.

A ogni modo, di guida sicura avanzata in Italia non si parla più, ed è rimasta la situazione di anarchia accennata in apertura.

Servirebbe un intervento del Ministero dei Trasporti

Forse chi oggi dovrebbe fare qualcosa per venire incontro agli utenti dovrebbe essere il Ministero dei Trasporti. Un ente al di sopra delle parti, che potrebbe ripartire dando vita a un tavolo con tutti, ma proprio tutti, gli attori di questo settore. Non ci sono figli e figliastri, ma solo tanti professionisti che lavorano. Più o meno bene, magari. Con più o meno dotazioni tecniche, magari. Ma sicuramente ci sono molti tecnici che potrebbero portare un grosso contributo d’esperienza. E mettendo tutti assieme, si potrebbe finalmente mettere a punto un programma didattico comune. Che potrebbe essere anche un laboratorio in continuo divenire. Perché chiunque lavora in questo settore cresce continuamente, grazie alle situazioni che vengono a crearsi con gli allievi, e all’esperienza che si acquisisce giorno per giorno.

Il Ministero dei Trasporti potrebbe poi porre delle condizioni d’accesso minime, che non fossero escludenti nella certificazione delle scuole. E solo un ente pubblico può avere vedute tanto larghe da escludere intenti corporativistici o monopolistici.

Per ora però non sembra esserci interesse in questa direzione, e dal Ministero la posizione che ci è stata espressa parla piuttosto della necessità di lavorare e concentrarsi di più su corsi diversi, meno dedicati alle tecniche di guida e più all’aspetto psicologico e della consapevolezza del rischio.

Nel nostro piccolo diremmo che sono importanti entrambi gli aspetti, ma rimane l’esigenza che il Ministero dei Trasporti prenda in mano la questione. Certo, si tratta di una decisione politica, che può essere presa solo da chi governa e che non può avere un iter rapido. Ma noi il sasso lo buttiamo. E restiamo disponibili a dare il nostro contributo.


Intanto in Europa si muove l’industria della moto

L’Associazione Europea dei Costruttori di Moto (Acem) e il German Road Safety Council (DVR), un ente voluto dal Governo tedesco per affrontare il tema dell’incidentalità stradale, hanno messo a punto una certificazione delle scuole di guida europee, fatta dai tecnici del DVR.

Il Motorcycle Training Quality Label – ci racconta al telefono Veneta Vassileva, che in Acem coordina le attività legate alla sicurezza stradale -, è un’iniziativa volontaria che si rivolge alle scuole, che possono fare richiesta del Label. Abbiamo lanciato questa iniziativa insieme al DVR e successivamente è stata sposata anche dalla Federazione Motociclistica Internazionale".

"Per ora siamo riusciti a certificare 30 programmi in Europa, con scuole di Austria, Belgio, Germania, Francia, Spagna, Olanda e Svezia. Al momento ci sono in valutazione altri corsi in Grecia, Cipro, Portogallo e anche Italia, con la Federazione Motociclistica Italiana che ha fatto richiesta del Label”.

Come funziona la certificazione?

Il Label è relativo alla qualità del programma didattico. Quindi il primo passo che una scuola deve compiere è spedire tutto il materiale disponibile, dai contenuti del corso, sia teorico che pratico, alla formazione degli istruttori, passando per le schede di valutazione dei partecipanti. La prima fase è dunque quella di far avere al DVR tutte le informazioni disponibili, in modo che una commissione indipendente di esperti possa fare una prima valutazione. Superato questo step, un gruppo di esperti va a seguire di persona i corsi della scuola. Se anche questo secondo passaggio è positivo, la scuola ottiene il Label”.

E a questo punto?

Il Label ha una durata di 4 anni, e ogni anno due esaminatori tornano a seguire i corsi della scuola, per controllare che il livello qualitativo sia mantenuto nel tempo. Dopo 4 anni la scuola deve rinnovare il Label e i tecnici tornano a esaminare più approfonditamente il suo operato”.

Quanto costa il tutto?

Circa 6mila euro. Soldi che vanno al DVR, che non è un’organizzazione governativa, quindi non ha risorse economiche alle quali attingere per svolgere questo tipo di attività. Acem e FIM però sponsorizzano in parte questa iniziativa. Quindi copriamo il 100% delle spese del label per almeno 5 certificazioni l’anno”.

C’è molta risposta da parte delle scuole?

All’inizio è stato difficile, ora, mano a mano che sempre più scuole aderiscono, il Label diviene sempre più apprezzato, e aumentano le domande d’adesione. Tra l’altro abbiamo avuto il supporto ufficiale dell’European Transport Safety Council (ETSC) e della Commissione Europea, con la precedente commissaria ai Trasporti, Violeta Bulc, che fece un video dedicato al Label. E abbiamo vinto il Road Safety Charter Award”.

C’è un’evoluzione in questo vostro progetto?

Stiamo pensando a una sorta di competizione virtuosa fra le scuole di guida, con dei punteggi. Un sistema che invogli le scuole con i punteggi più bassi a raggiungere quelle con i punteggi maggiori. Stiamo cercando anche di convincere i paesi che hanno un’offerta limitata di corsi a investire per aumentare tale offerta. E ovviamente vogliamo che se ne parli, che si faccia capire l’importanza della formazione post patente ai guidatori, così che facciano i corsi. L’obiettivo finale ovviamente è la sicurezza”.

La Formazione offerta dalla FMI

Ci muoviamo in un ambiente poco informato. Un istruttore dovrebbe almeno conoscere i meccanismi elementari e basilari di apprendimento del cervello. Perché è ciò su cui si lavora quotidianamente”.

È questa la frase che abbiamo scelto dalla lunga chiacchierata che abbiamo fatto con Raffaele Prisco, Coordinatore della Direzione Tecnica FMI, laureato in Scienze del Movimento Umano e in Economia e Management dello Sport, docente universitario.

La Federmoto si occupa da tempo di sicurezza stradale, e offre una sua formazione a istruttori e tecnici. “Abbiamo differenti gradi della piramide dell’insegnamento. Il primo livello è quello dell’istruttore di tecniche motociclistiche e fuoristrada (IGM e IGF), che prevede una formazione abbastanza breve, due giorni più alcune giornate di affiancamento. Salendo nella piramide la formazione diviene più severa. L’istruttore di tecniche di guida stradali fa un percorso più complesso: 5 giornate di formazione, fra teoria e pratica. Poi ci sono i tecnici, quelli che possono insegnare anche ai licenziati, agli agonisti, e per loro il percorso è più lungo e articolato. E ci sono per loro anche delle condizioni d’accesso”.

Per quanto riguarda gli istruttori, i corsi sono gestiti direttamente dalla Federazione, con interventi esterni per materie come psicologia, alimentazione o genitorialità. Per i tecnici ci avvaliamo della scuola dello sport del CONI, sia per le strutture che per i docenti. Integrando ovviamente con i nostri referenti esperti delle varie discipline”.

In tutto, quante persone avete nel vostro organico?

“Gli istruttori sono oltre 200, fra asfalto e fuoristrada. Gli istruttori di tecniche stradali sono circa 25. Per quanto riguarda i tecnici poco meno di 200 unità, nei vari livelli e nelle varie discipline”.

Anche per le scuole c’è un percorso per la certificazione?

Certo. La procedura prevede che ci vengano forniti programmi e modalità di esecuzione. Poi ovviamente i nostri tecnici visitano e valutano. Anche con periodici nuovi controlli. E qualche volta abbiamo tolto o sospeso delle certificazioni”.


Dicono le scuole

Per fare questa inchiesta abbiamo sentito molte scuole. Riportare qui le chiacchierate e le mail intercorse sarebbe impossibile. Abbiamo però scelto un qualcosa che ci ha colpito per ognuna delle scuole sentite. Perché spesso in risposte spontanee come quelle che abbiamo collezionato, è emerso molto dell’anima di chi la gestisce.

ACI Sara (Vallelunga o Lainate), Renato Leporelli.Abbiamo una sola tipologia di corso di guida sicura moto/scooter. La didattica tendenzialmente è la stessa, cambia il mezzo per le prove pratiche. Tuttavia negli anni abbiamo sviluppato corsi su misura su progetti specifici sulla sicurezza stradale su mezzi a 2 ruote rivolte ai giovani”.

La nostra filosofia è incentrata sulla sicurezza e mai sulla prestazione. L’obiettivo è trasmettere ai partecipanti la cognizione dei rischi connessi con l’uso dei motoveicoli, anche in funzione degli inevitabili limiti fisici, comportamentali e strutturali di conducenti, mezzi e strade. Il focus è incentrato sui seguenti punti: sviluppare la percezione del rischio e la cultura della prevenzione, sottolineare l'importanza del fattore umano, potenziare il controllo delle reazioni istintive, esercitarsi nella gestione delle situazioni di emergenza, approfondire la conoscenza su uso e limiti dei sistemi di sicurezza dei veicoli, incrementare le buone pratiche di guida”.

BikerX, Andrea Toumaniantz.Vogliamo trasmettere la cultura dell’essere motociclista, in primis insegnando a gestire il mezzo a due ruote, poi dando importanti nozioni di sicurezza e insegnando anche come scegliere e utilizzare l’abbigliamento tecnico”.

I corsi si svolgono durante i week-end su una o due giornate, presso la sede di Reggio Emilia, un’area attrezzata unica in Italia, dove oltre agli esercizi per gli esami patente, è riprodotto un ambiente stradale su un’area di 50.000 metri quadrati”.

Abbiamo un alto numero di donne partecipanti, il genere più propenso ad affrontare didatticamente la moto fin dai primi passi”.

Dimensione Guida, Fabio Celin.Lavoriamo solo in pista, cosa che a volte viene equivocata. La pista non è per andare forte. L’impianto chiuso è l’unico ambiente veramente protetto dove si possa fare didattica, dove si possano simulare in sicurezza le situazioni che si creano nella guida su strada. Non si può insegnare su strade aperte, secondo noi. E troppo spesso si cade anche nell’equivoco di credere che un buon pilota debba necessariamente essere pure un buon istruttore. Sono due cose diverse. Tra l’altro la tecnica di guida probabilmente è l’ultima delle cose da insegnare. Lavorando in Svizzera abbiamo studiato e messo a punto una didattica che si occupa molto di psicologia e di fisiologia”.

Ducati Riding Experience, Nicola Antonelli.In 3 parole gli obiettivi delle Academy sono questi: Consapevolezza, Performance e Sicurezza. In tutti i corsi le moto sono fornite da Ducati e sono sempre gli ultimi modelli”.

I clienti sono davvero eterogenei, abbiamo chiunque, dalla star del cinema al padre di famiglia che ricompra la moto dopo anni di inattività”.

Recentemente al DRE Road ci siamo trovati un partecipanti ottantenne, era una giornata più calda del solito, ma lui aveva una grinta davvero invidiabile. Alla consegna degli attestati, il resto del gruppo di partecipanti gli ha regalato un applauso pazzesco al punto da commuoverlo. Il DRE è fatto anche di questo”.

GuidarePilotare, Ingrid Sthor.Per noi ‘La sicurezza è un equilibrio Mentale’. Perché coniuga esigenze interne della persona con la situazione esterna nella quale si trova a viaggiare”.

Questo obiettivo si realizza solo attraverso un’esperienza pratica che permetta di valutare i pericoli a tutte le velocità e in diverse condizioni di aderenza, per aumentare la consapevolezza che guidare è sempre una attività complessa che richiede tutta la nostra attenzione. Infatti guidiamo ogni veicolo con i nostri sensi, con il nostro pensiero e, in casi di emergenza, anche con le nostre reazioni emotive. Queste emozioni possono diventare un elemento di pericolo alla guida, specie in situazioni dove si reagisce in base all’istinto. Allora il miglior modo per controllare le nostre emozioni sarà offrirgli l’occasione di manifestarsi, per conoscere le nostre reazioni sotto stress”.

I nostri istruttori affinano le proprie capacità psicologiche attraverso un training permanente sulla comunicazione e sulla psicologia, oltre alla formazione con tecnici BMW tedeschi, in modo da creare con l’allievo una relazione comunicativa di ascolto, favorendo così la tendenza a porre domande, piuttosto che dare solo istruzioni”.

GSSS, Carlo Cianferoni.Siamo partiti per gioco nel 2000 con la guida Curve e Tornanti, che in varie edizioni ha venduto oltre 45mila copie. Poi siamo finiti a fare il GSSS e abbiamo sviluppato il nostro metodo di insegnamento e di guida dinamica sicura su strada. Dal 2008 siamo anche Motoclub. Il MotoClub Curve&Tornanti – GSSS è nato per promuovere il metodo e la scuola e per difendere e valorizzare la storia del motociclismo, inclusa quella senza bandiera a scacchi all’arrivo, sempre fatta di autentica passione per le due ruote”.

Motoskills.it, Riccardo Matesic.Ebbene si, proprio io che ho scritto l’articolo, da molti anni faccio corsi di guida di differenti tipologie. Nei miei corsi, che calibro sulle esigenze e sul livello degli allievi, lavoro prevalentemente su due cose. Cerco di dare agli allievi una buona conoscenza del mezzo a due ruote e della sua dinamica. Dal punto di vista delle tecniche di guida, c’è un passaggio obbligato per alcuni esercizi basilari, che servono a dare la corretta impostazione di guida. Quindi si va su esercizi più complessi, fino alla gestione delle situazioni d’emergenza. Il secondo aspetto sul quale si lavora è la consapevolezza del rischio, le accortezze da prendere per ridurre al massimo le possibili situazioni di pericolo e la capacità di prevedere e gestire il più possibile tutti i rischi”.

Riding School, Luca Pedersoli.Il nostro corso di Guida Sicura ha come obiettivo principale quello di trasmettere delle conoscenze tecniche e pratiche che aumentino la consapevolezza delle proprie capacità e del motociclo. Si tratta di creare le basi, per costruire degli automatismi che siano efficaci nel quotidiano uso della moto e che risultino utili ed efficaci in un ottica di sicurezza”.

Probabilmente la consapevolezza dell'utilità di un corso di Guida Sicura sta facendo breccia anche sulle categorie di motociclisti solitamente un po’ riluttanti, come i motociclisti esperti e i chopperisti. Di una cosa però siamo sicuri: quando uno il corso lo prova, alla fine capisce che non si finisce mai di imparare. E questa vuole essere la nostra filosofia”.

Saferide. Andrea Veggetti e Davide Perruchini, i due artefici della scuola, oltre al corso One-Day Mangiatornanti, propongono la formula dei Tour Didattici, in Italia e all’estero. Turismo e corso di guida, con una formula diversa, spalmata su più giorni. Il calendario del sito è già ricco di date, con l’assicurazione Covid: in caso di cancellazione per intervenute limitazioni alla mobilità, gli eventi saranno riprogrammati su altre date.

Saferider, Claudio Angeletti.Lavoriamo per aumentare per aumentare la coscienza dei pericoli che circondano il motociclista - certa gente non vede quello che ha intorno, non lo insegna nessuno - e per accrescere il controllo della moto in tutte le circostanze della guida e in particolare nelle situazioni di potenziale pericolo. Il risultato è una guida più rilassata, sicura ed efficace. E sì, anche più veloce: il guadagno in termini di controllo è tale, che gli allievi si ritrovano spontaneamente a gestire velocità superiori, pur con una sicurezza nettamente superiore a prima”.

Ci piacerebbe avere più smanettoni intutati, sono quelli che avrebbero più bisogno di corsi di guida sicura su strada, ma pensano di essere tutti bravissimi e immortali, e preferiscono le viti in ergal o gli scarichi Yoshimura a un corso, e poi combinano disastri tragici”.

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