        Yamaha presenta la YZF-R1 Jonathan Rea Replica, una moto sportiva ispirata alla moto da corsa utilizzata dal celebre pilota Jonathan Rea nella stagione 2024 del campionato mondiale Superbike (WSBK). Il pilota britannico ha scritto la storia di questo campionato vincendo sei titoli WSBK consecutivi dal 2015 al 2020.  YAMAHA MT-09, COM'&Egrave; CAMBIATA Yamaha Jonathan Rea Replica R1: caratteristiche e prezzo La moto replica &egrave; un tributo alla carriera e al successo di Rea e offre agli appassionati la possibilit&agrave; di possedere una versione limitata della moto da corsa del pilota. La Jonathan Rea Replica R1 &egrave; dotata di una serie di accessori da corsa di alta qualit&agrave;, tra cui un sistema di scarico Akrapovic, cerchi in alluminio forgiato Marchesini, ammortizzatori Ohlins TTX e kit di cartucce per forcella NIX, oltre ad aggiornamenti opzionali come pinze freno Brembo GP4RX e rotori da corsa T-Drive. La moto sar&agrave; prodotta in soli 65 esemplari e il prezzo di vendita &egrave; di 29.995 sterline, circa 35.146 euro.&nbsp;&Egrave; importante ricordare che il 2024 segna anche l'ultimo anno in cui la Yamaha YZF-R1 sar&agrave; venduta come moto stradale in Europa. A partire dal model year 2025, la YZF-R1 sar&agrave; disponibile solo come moto da pista, seguendo il destino della YZF-R6.  PERCH&Eacute; YAMAHA ABBRACCIA LA FILOSOFIA DEL "LATO OSCURO"        

La "YZF-R1 Jonathan Rea Replica" sar&agrave; prodotta in soli 65 esemplari che saranno disponibili in tutto il mondo

Yamaha omaggia il suo pilota in SBK realizzando una livrea speciale

A volte il marketing &egrave; spietato. Dur&ograve; appena tre stagioni il regno della l&#39;attesissima Thundercat 600, arrivata a sostituire la precedente FZR, prima dell&#39;arrivo sul mercato della radicale YZF-R6.Il risultato fu che la Thundercat venne &quot;fagocitata&quot; non solo dalla sorella cattiva, ma anche perch&egrave; mal digerita in un periodo in cui le medie che stavano sfornando&nbsp;le varie Case puntavano l&#39;ago delle prestazioni verso il mondo (e la moda) delle race replica.  Dopo un primo anno interlocutorio, il pubblico a partire dal 1997 ha iniziato ad apprezzare largamente la media sportiva della Casa dei tre diapason. Un modello che a detta dei concessionari e altri addetti ai lavori aveva avuto un solo e unico difetto, quello di essere arrivato troppo tardi per contrastare meglio il successo di altre 600. In realt&agrave; qualche piccolo difetto era emerso, e Yamaha organizz&ograve; anche una campagna di richiamo per la Thundercat. Ma si trattava di piccoli nei che non hanno assolutamente inficiato la bont&agrave; e l&#39;ottima riuscita di questa moto, che infatti sta mantenendo buone quotazioni sul mercato dell&#39;usato.  LAMBRETTA CON MOTORE YAMAHA RD350: UN PARTICOLARE MISSILE DALL&#39;INGHILTERRA  Il richiamo e le pastiglie non originali  Il tutto con un&#39;ottima qualit&agrave; di materiali e assemblaggi. La campagna di richiamo prima accennata aveva voluto la sostituzione del monoammottizzatore, che aveva mostrato una taratura eccessivamente morbida per l&#39;utilizzo sportivo. Il nuovo elemento ammortizzante manteneva comunque un assetto abbastanza morbido della sospensione posteriore, ma era stata migliorata anche la robustezza dell&#39;ammortizzatore.  Un&#39;altra deficienza &egrave; emersa col tempo nelle Thundercat equipaggiate con pastiglie freno non originali. Per risparmiare qualcosa, molti clienti Yamaha hanno preferito acquistare pastiglie non originali, il cui impasto diverso e spesso pi&ugrave; duro ha poi costretto successivamente alla sostituzione dei dischi (in modo particolare quelli anteriori) per una precoce usura. Sempre per colpa dell&#39;utilizzo delle varie pastiglie non originali, sulle moto di alcune pistaioli si sono dovuti sostituire i dischi anteriori anche dopo solo 15.000 km: a causa di un surriscaldamento delle piste frenanti, i dischi dopo alcune prove in pista denunciavano evidenti deformazioni. Dalle informazioni raccolte presso varie concessionarie, l&#39;unica pastiglia non originale che era in grado di funzionare senza dare questi problemi era la Ferodo Racing, che era stata adottata anche da alcuni piloti impegnati nelle gare di Sport Production. I dischi freno delle Yamaha non sono mai stati famosi per una durata eccezionale, ma utilizzando pastiglie originali e con un impiego stradale sulla Thundercat non hanno mai presentato usure eccessive.  Ciclistica    La voluta messa a punto rispettosa di un buon comfort, ha spesso scontentato chi la Thundercat l&#39;ha interpretata per le sue doti corsaiole. Molto spesso la forcella veniva modificata cos&igrave;: olio pi&ugrave; viscoso (SAE 10 e d&#39;estate anche SAE 15) e molle precaricate con degli spessori se non addirittura sostituite con quelle pi&ugrave; dure dei vari kit Ohlins, WP, ecc. Anche la geometria di sterzo &egrave; stata spesso modificata facendo scorrere gli steli cromati nelle piastre di circa 10 mm, abbassando cos&igrave; l&#39;avantreno rendendo la moto pi&ugrave; maneggevole e rapida negli inserimenti di curva, a scapito di un po&#39; di stabilit&agrave;.  Struttura ottimale  Tutto il resto della meccanica si &egrave; sempre ben comportata, nonostante qualche iniziale timore per un motore che tutto sommato deriva ancora dal basamento impiegato nella vecchia FZR 600. Nonostante una pesante iniezione di cavalli e kilogrammetri, grazie a una testata tutta nuova e dalla termodinamica veramente efficace, la Thundercat non ha mai mostrato limiti strutturali e di robustezza nell&#39;imbiellaggio e nella meccanica. Segno che la scelta dei materiali e il dimensionamento di importanti organi interni come bielle, bronzine e alberi &egrave; stato eseguito efficacemente. Anche nelle numerose moto impegnate nelle competizioni per derivate di serie (ricordiamo le ottime prestazioni ottenute&nbsp;nel mondiale Supersport dalle velocissime Thundercat ufficiali di Guareschi e Meregalli) e nel campionato monomarca organizzato dalla Belgarda, la Thundercat si &egrave; ben presto ritagliata la fama di moto semplice e robusta.  Estetica&nbsp;    Verniciature ben realizzate, una strumentazione completa e ben impermeabilizzata, plastiche e sovrastrutture precise e ben fissate, completano un quadro estremamente positivo per chi &egrave; intenzionato all&#39;acquisto di una Yamaha usata. Anche perch&eacute; questa 600 &egrave; sicuramente &egrave; media cilindrata ospitale per pilota e passeggero, e soprattutto in nord Europa divenne presto una delle sport-tourer preferite da chi non vuole muoversi con moto eccessivamente pesanti e ingombranti.  Inoltre il voluminoso silenziatore dell&rsquo;impianto di scarico quattro-in-uno non impedisce il montaggio di uno dei tanti kit after-market prodotti.  YAMAHA E CNOS-FAP INSIEME PER IL NUOVO LABORATORIO AUTOMOTIVE 

Per chi cerca un buon compromesso tra comfort e prestazioni, la media di Iwata risulta sempre ed ancora valida scelta

Usato, Yamaha YZF 600 R Thundercat: una buona media

Nonostante qualche difetto che ha portato Yamaha a richiamarlo, il modello Thundercat 600 ha saputo reggere il colpo R6 con la Casa giapponese che decise&nbsp;di continuarne la produzione, proprio per dare ai suoi appassionati l&#39;opportunit&agrave; di acquistare una moto sportiva ma pi&ugrave; versatile e confortevole della radicale YZF-R6.

Usato, Yamaha YZF 600 R Thundercat |FOTO

Nello scorso ottobre avevamo immaginato che potesse arrivare nel 2023, ma l&#39;anno in cui verr&agrave; tolto il velo alla YZF-R9 sar&agrave; con tutta probabilit&agrave; il 2024. In realt&agrave; ci si aspetta che il nuovo modello Yamaha verr&agrave; presentato ufficialmente ad EICMA di quest&#39;anno. Un anno non banale per Yamaha, dato che nel 1998 piomb&ograve; sul mercato la prima R1, modello iconico di Iwata e che con la R9 potrebbe rinverdire il segmento delle sportive oggi in affanno.&nbsp;  Uno modello &quot;scontato&quot;    La ipotetica YZF-R9 - diciamocelo - avrebbe vita facile per Iwata. Con una operazione simile a quella vista gi&agrave; con la R7 (che nasce dalla base della MT-07) si avrebbe una moto quasi pronta per debuttare sul mercato. E con prestazioni decisamente appetibili dagli smnettoni pi&ugrave; esperti, rispetto al pubblico a cui si rivolge la R7. &nbsp;L&#39;imminente arrivo del nuovo modello era stato previsto dopo il deposito del marchio R9 in diversi Paesi del mondo, sopratutto in Europa e in Asia.&nbsp;  Come si presume anche dal nome, la moto sar&agrave; basata sulla MT-09 con cui condivider&agrave; il motore, il CP3 da 890 cc, raffreddato a liquido, capace di erogare 117 cavalli (o forse qualcosa di pi&ugrave; nella nuova in arrivo), montato sul bel perimetrale tipo Deltabox della MT-09 e abbinato al forcellone con andamento asimmetrico a bracci differenziati. Ipotesi a parte, non ci sono ancora conferme su come sar&agrave; effettivamente la YZF-R9, ma la data del prossimo EICMA sembra ormai certa. Non resta che attendere novembre per esserne sicuri.  YAMAHA T&Eacute;N&Eacute;R&Eacute; 700, FASCINO RETR&Ograve; CON IL KIT DI UNIT GARAGE 

Il nuovo modello, basato sulla MT-09, sar&agrave; presentato con tutta probabilit&agrave; ad EICMA 2023 con, il crossplane 3 cilindri da 120 cavalli

Yamaha, il 2024 sar&agrave; l&#39;anno dell&#39;inedita YZF-R9

        La gamma Yamaha sta per arricchirsi di tanti nuovi modelli. Non si tratta di un'indiscrezione ma di una certezza, stando a vedere anche la quantit&agrave; di marchi registrati nel 2022 per la serie sportiva YZF-R (12 in tutto). Tra questi c'&egrave; la Yamaha YZF-R9, che sar&agrave; basata sulla MT-09 con motore a tre cilindri e che arriver&agrave; con tutta probabilit&agrave; nel 2023. YAMAHA MT-07 E MT-125 2023: NUDE E CONNESSE Come sar&agrave;? In realt&agrave; registrare i marchi non significa necessariamente che la Casa di Iwata stia progettando tutti i modelli che ha sottoscritto, poich&egrave; "brevettare" un nome significa diventarne quasi proprietario e quindi impedire ad altri di utilizzarlo. Comunque la legge giapponese sui marchi prevede che si possa chiedere la cancellazione di un marchio registrato se questo non &egrave; stato utilizzato per tre anni consecutivi. Si presume che Yamaha non utilizzer&agrave; solo uno dei nomi elencati nei prossimi anni. Per quanto riguarda il motore della Yamaha YZF-R9 si tratterebbe di una MT-09, equipaggiata con lo stesso tre cilindri da 890 cc che produce 119 CV a 10.000 giri/min e 93 Nm a 7.000 giri/min. Come per la R7, la tecnologia della MT-09 sar&agrave; probabilmente adottata in larga misura per la R9. L'aspetto sportivo &egrave; conferito dalla coda ridisegnata e soprattutto dalla carenatura dove dovrebbe spiccare il logo YZF-R9.&nbsp; YAMAHA YZF-R1 GYTR: VALENTINO IN PISTA CON LA SPECIALE VR46           

La moto sar&agrave; basata sulla MT-09 e sar&agrave; equipaggiata con un motore dalla potenza di 119 CV

Yamaha, tra i marchi registrati sbuca la YZF-R9: arriverà nel 2023?

Emozioni da pista. Dopo aver lasciato tutti a bocca aperta&nbsp;nel 1997 con l&#39;arrivo della YZF-R1, ai saloni autunnali del 1998 Yamaha presenta la YZF-R6. Una 600&nbsp;supersportiva che, come&nbsp;la sorella maggiore tra le 1000, scombussol&ograve;&nbsp;il segmento&nbsp;di appartenenza. Una moto senza compromesssi, nata per offrire il meglio in pista ed&nbsp;che&nbsp;anche su strada&nbsp;garantiva badilate di divertimento, seppure meno fruibile di concorrenti come Honda CBR 600 F o Kawasaki ZX-6R.  Moto che dalla sua proponeva tante novit&agrave; e che, di l&igrave; a poco tempo, divenne riferimento per una nuova generazione di medie sportive e che, di fatto e dati i numeri di vendita sul mercato (diede il&nbsp;&quot;La&quot; ad un vero&nbsp;boom di immatricolazioni per le medie sportive), diede vita poi al campionato Mondiale SS600 nato proprio per consentire, come avvenne per la SBK, ai numerosi appassionati di vedere in pista quelli&nbsp;che erano mezzi da corsa regolarmente targati.    YAMAHA YZF-R6: CHE MOTORE!  La YZF-R6 del 1999 offriva spunti notevolissimi. Dalle forme, aggressive e taglienti, all&#39;inedito telaio Deltabox II in alluminio con parti fuse unite a parti stampate, al motore con cilindri in blocco con il basamento e cambio Tri-Axis (ad alberi sovrapposti) era accreditato di una potenza di 101 CV alla ruota (120 CV dichiarati) ad un regime stratosferico per il periodo: 13.000 giri/min ma con allungo fino ai 15.500!&nbsp;    La moto era compattissima, con dimensioni quasi da 250 GP e questo grazie al grande lavoro fatto per contenere gli ingombri longitudinali che consegnavano un interasse contenuto in 1.380 mm. Il peso a secco dichiarato era di 169 Kg che diventavano 189 in ordine di marcia.  Gira pagina per leggere&nbsp;la nostra prova in sella alla Yamaha YZF-R6 del 1999:  &nbsp;  EMOZIONI A TUTTA MANETTA  Si rimane letteralmente stregati dalla R6 per l&#39;immediata impressione di leggerezza, di facilit&agrave; ed in virt&ugrave; dell&#39;ottimo feeling che si riesce ad instaurare anche dopo aver percorso pochi metri. Nel confronto con la sorella maggiore, la R1, vince senza dubbio in virt&ugrave; del migliore equilibrio meccanico/ ciclistico, mai cos&igrave; &ldquo;impiccata&rdquo; o messa alla frusta dalla minore potenza del motore, dall&#39;erogazione meno brutale. Andando a spasso con l&rsquo;R6 sembra proprio di avere tra le mani un bel giocattolino, maneggevole e pronto ai voleri del pilota, mai troppo &ldquo;ballerina&rdquo; di avantreno oppure sullo sconnesso se non nelle marce basse quando capita di assestare violente manate sul comando dell&rsquo;acceleratore che determinano inevitabili alleggerimenti dello sterzo.    Quest&#39;ultimo rimane sempre ben piantato sull&rsquo;asfalto, come su di un binario, pure alla massima velocit&agrave; e sui veloci curvoni autostradali, ma &egrave; dall&#39;impiego in pista, l&#39;uso per cui &egrave; stata principalmente concepita, che si traggono le massime soddisfazioni sotto il profilo dinamico sebbene per rendere al meglio richieda un particolare stile di guida. Primo fra tutti spostare, caricare quanto pi&ugrave; si pu&ograve; il peso del corpo in avanti con le braccia larghe e per quanto possibile evitare in quella guida spigolosa, scoordinata che finisce solo per creare scompensi nell&#39;assetto che penalizzano le ottime doti di inserimento, la velocit&agrave; di percorrenza ed in uscita di curva.  Anche nella guida al limite raramente l&#39;assetto si scompone se non sullo sconnesso (dove tutt&#39;al pi&ugrave; possono verificarsi lievi ondeggiamenti innescati dalla consistente dose di potenza che si scarica sulla ruota posteriore in accelerazione) ma riesce a mantenere discretamente bene la traiettoria soprattutto se si tiene bene in tiro con il comando del gas. A fare il resto ci pensano l&#39;esuberante temperamento del motore da 10.000 giri in su, il discreto grip fornito dalle Bridgestone BT56 di primo equipaggiamento propense ad assicurare il necessario appoggio alle massime inclinazioni in virt&ugrave; delle esagerate possibilit&agrave; di piega prima di toccare l&#39;asfalto anche solo con i piolini posti a corredo delle pedane. Solo sui fondi infidi e con temperature ambientali rigide non riescono a trasmettere troppo feeling impedendo di aprire con decisione in uscita di curva, anche se le eventuali perdite di aderenza del posteriore avvengono in modo assolutamente graduale.  Sinceramente ci aspettavamo tutt&#39;altre performance dall&#39;impianto frenante, instancabile e potente, ma troppo brusco nella prima fase al punto che nelle pinzate energiche l&#39;avantreno affonda vistosamente quasi a voler sollevare da terra la ruota motrice.  CHE MOTORE!  Unitamente alle doti di ciclistica, la R6 pu&ograve; vantare anche un elevatissimo rendimento del propulsore, vero punto di riferimento della categoria, che all&#39;occorrenza sa essere comunque civile. Al minimo quasi non lo si sente funzionare, mentre alza lire dei giri offre una tonalit&agrave; di scarico corposa, secca e metallica come quella di un due tempi quando si viaggia con l&rsquo;ago del contagiri vicino alla zona rossa. Un gran bel &ldquo;peperino&rdquo; che non disdegna di funzionare regolarmente gi&agrave; sui 1.000 giri in sesta (!), di riprendere in modo fluido dai 4-5.000 giri e corposo superati i 6.000 giri.    Ma dopo gli 8.000 giri che si instaura una gustosa progressione mentre per l&#39;uso in pista il range di utilizzo ideale del quadricilindrico Yamaha si estende dai 10.000 giri al 14.000-14.500 giri con buone doti di allungo e la possibilit&agrave; di spingersi (senza per&ograve; reali vantaggi) oltre 15.000 giri all&#39;intervento del limitatore.  LA YZF-R6 ALLA PROVA DEI NUMERI  Dalla consueta prova al banco ci &egrave; stato possibile rilevare il pi&ugrave; alto valore di potenza massima per la categoria delle 600 supersport stradali: ben 101,05 CV a 13.000 giri &ldquo;veri&rdquo; alla ruota, ma &egrave; interessante notare l&#39;estrema regolarit&agrave; della curva di potenza (a parte qualche lieve instabilit&agrave; fra i 3.500 e i 4.000 giri) con un balzo netto in prossimit&agrave; dei 9.000 giri dove si passa dai quasi 61 CV ad oltre 68,9 CV mentre dai 12.700 al 13.300 giri si &egrave; sempre oltre i 100 CV effettivi.    Un vero portento: non ci si deve stupire pi&ugrave; di tanto se il nuovo quattro cilindri di Iwata si comporta davvero bene sotto il profilo delle prestazioni. La media dei vari passaggi in velocit&agrave; di punta ci ha fatto rilevare quasi 261 km/h effettivi sempre facilmente raggiungibili (in poco pi&ugrave; di 1300 metri) con il contagiri &ldquo;inchiodato&rdquo; sui 14.500 giri. Cosa dire poi dei riscontri cronometrici ottenuti in accelerazione dove, solo per le difficolt&agrave; riscontrate nel tenere attaccata all&#39;asfalto la ruota anteriore, non siamo riusciti a scendere sotto i 3&rdquo; nella variazione da 0 a 100 km/h mentre ai 400 e 1000 metri la R6 si scatena fermando il cronometro rispettivamente sui 10&rdquo;74 e 20&rdquo; netti. Tutto sommato non si difende nemmeno male in ripresa anche se la mancanza di sostanza nell&#39;erogazione prima dei 6.000 giri finisce per condizionare i rilievi cronometrici nella classica prova dai 50 km/h in sesta. Comunque i 14&rdquo;1 ed i 24&rdquo;6 richiesti per transitare ai 400 e 1000 metri le consentono di avere la meglio sulla illustre rivale (la nuovissima Honda CBR 600 F in versione &rsquo;99).  Yamaha 750 Genesis: razza da corsa 

Arrivata sul mercato alla fine degli anni &#39;90, la 600&nbsp;di Iwata, come la R1 tra le maxi, port&ograve; scompiglio nella categoria delle Supersport. Grazie alla affilata ciclistica e&nbsp;al&nbsp;motore rabbioso agli alti regimi

Rewind, Yamaha YZF-R6 &#39;99: la media senza mezze misure

        Non ha mai percorso un chilometro ed &egrave; uno dei soli 500 esemplari prodotti per celebrare il 50esimo anniversario di Yamaha.&nbsp;Questa YZF-R1 &egrave; un vero e proprio pezzo da collezione, sia per il numero limitato ma anche perch&eacute; sulla carenatura anteriore spicca un particolare interessante, la firma di Wayne Rainey, tre volte campione del mondo con la Casa di Iwata. La moto sar&agrave; all&rsquo;asta su Iconic Motorbike Auctions fino al 28 luglio.&nbsp;  YAMAHA, COLLABORAZIONE CON I CARABINIERI: ARRIVANO 35 TRACER 9 Dettagli Cosa rende cos&igrave; particolare questa Yamaha? Diversamente rispetto ad una classica R1, gli esemplari creati per l&rsquo;anniversario presentano una combinazione 50th Anniversary" giallo, nero e bianco in omaggio a Kenni Roberts. Adotta&nbsp;sospensioni Ohlins, frizione antisalellamento e cerchi in alluminio forgiato Marchesini. Le sospensioni sono affidate a forcella da 43 mm e monoammortizzatore regolabile. La pronta frenata invece &egrave; resa possibile da doppi rotori da 320 mm all'anteriore e da un singolo disco da 220 mm al posteriore. Il motore &egrave; il 4 in linea 20 valvole da&nbsp;174CV a 12.500 giri/min, per una coppia di 107 Nm a 10,500 giri/min.&nbsp; RARA YAMAHA R1 DEL 2001 "LE" VENDUTA A 20.000 EURO       

La moto &egrave; stata acquistata ma mai utilizzata dai vecchi proprietari che ora hanno deciso di vendere la moto al miglior offerente

Yamaha, all’asta una YZF-R1 firmata da Wayne Rainey

        Vento di novit&agrave; - se cos&igrave; possiamo chiamarla - in casa Yamaha. In un recente elenco dei veicoli approvati dalla FIM &egrave; presente una nuova dicitura:&nbsp;una W di fianco alla sigla YZF-R1, per una moto esclusivamente da pista, e sarebbe&nbsp;in arrivo per il 2023. L'elenco pubblicato dai colleghi americani di Motorcycle.com, che include soprattutto moto da cross, enduro, cross country e trial, &egrave; ora sotto la lente di ingrandimento. Il perch&egrave; &egrave; presto detto: un nome come R1, con tutto il carico di gloria che poggia sulle capaci spalle, potrebbe restare in catalogo ma non pi&ugrave; omologato per circolare su strada. A ben vedere una naturale evoluzione per una maxi-sportiva odierna, ormai davvero fuori portata per la normale circolazione sulla strade di ogni giorno. YAMAHA METTE SUL PIATTO 95 MILIONI PER IL SOSTEGNO DELL&rsquo;AMBIENTE&nbsp; Tutto porta... alla pista  Secondo i documenti, quella che viene indicata con la sigla YZF1000W sarebbe una nuova versione, dedicata all'utilizzo in pista con il confermato motore a quattro cilindri in linea da 998cc. Inoltre, secondo recenti rumors, potrebbe essere dotata dotata di un cambio di tipo seamless. La voce circola da qualche stagione e, pur scettici sull'effettiva messa in pratica di un sistema cos&igrave; complesso e costoso per una moto di serie, non ci sentiamo di escludere l'arrivo di questa tecnologia considerando il know-how di Iwata. In altri documenti, il modello R6 Race (gi&agrave; in listino) &egrave; segnalato proprio con il codice YZF600W (dove la "W" sta per variante esclusiva per i circuiti). Oggi le moto sportive di categoria 1.000 fanno pi&ugrave; fatica ad essere apprezzate, ed un aggiornamento, dopo quasi 8 stagioni di onorato servizio per l'attuale R1 (campione in carica in SBK, lo ricordiamo), rischia di mandare in tilt il gi&agrave; poco "democratico" prezzo di listino. Ed &egrave; anche per questo che non appare fuori luogo pensare che Yamaha abbia realizzato questo nuovo progetto esclusivamente per la pista, dove la voce "budget" pur importante &egrave; per&ograve; meno sensibile al momento dell'acquisto. Per adesso non si hanno ulteriori dettagli, ma diremmo che in vista di Intermot a ottobre potrebbe gi&agrave; trapelare qualcosa di pi&ugrave; interessante.  YAMAHA YZF-R125: ANCORA PI&Ugrave; GRINTA COL PACCHETTO SPORT&nbsp;       

Dopo 8 stagioni di onorato servizio dovrebbe arrivare un upgrade per la SBK di Iwata che come per la sorella di 600 cc potrebbe essere in versione solo pista

Yamaha, come la R6 anche la R1 molla la strada: versione Race per il 2023?

        Chi vuole cavalcare una moto sportiva ma ha appena iniziato ad avvicinarsi al mondo del motociclismo deve &ldquo;accontentarsi&rdquo; di iniziare con un motore di cilindrata non superiore a 125. Per questo Yamaha ha deciso di venire incontro ai gusti dei nuovi giovani centauri con lo Sport Pack, il kit ora disponibile in tutta Europa per la YZF-R 125.&nbsp; La stessa, ma pi&ugrave; sportiva Con l&rsquo;aggiunta dei nuovi accessori, la YZF-R125 sembra davvero pronta a correre sul circuito. Il parabrezza viene cos&igrave; rialzato per migliorare l&rsquo;aerodinamica della moto, assicurando un&rsquo;estrema protezione dal vento. Il pacchetto comprende anche nuovi adesivi per le ruote, indicatori di direzione, una guarnizione per serbatoio in carbon look e un porta targa dal design ultra sportivo. Chiaramente, il modello che si rif&agrave; il look mantiene le caratteristiche tecniche del modello "standard". I cerchi in lega rimangono da 17 pollici con sottili pneumatici. La frenata &egrave; affidata a un disco anteriore da 292 mm, mentre quello posteriore 220 mmm. Il motore dotato di sistema VVA per la fasatura eroga 14,5 cavalli, mentre il cambio &egrave; a 6 rapporti con frizione antisaltellamento.  REWIND, YAMAHA TZR 125 R: LA PICCOLA MAXI&nbsp;       

La pi&ugrave; piccola moto sportiva della gamma rinnova il suo design mantenendo comunque le stesse caratteristiche necessarie per chi &egrave; ancora alle prime armi

Yamaha YZF-R125: ancora più grinta col pacchetto Sport

        Una stagione speciale per Yamaha che prima ha centrato il successo in MotoGP con Fabio Quartararo e poi in SBK con Toprak Razgatlioglu. Per celebrare quest&rsquo;ultimo trionfo, Yamaha&nbsp;Motor Europe e&nbsp;Crescent&nbsp;(Pata Yamaha Brixx WorldSBK Team) hanno presentato l&rsquo;edizione limitata della R1 campione del Mondo con Razgatlioglu. Un modello esclusivo e prodotto in appena 21 esemplari e costruito dal&nbsp;Crescent Racing Pro Shop grazie alla grande esperienza maturata negli ultimi sei anni di gestione del progetto Yamaha WorldSBK. Le caratteristiche  Ma com&rsquo;&egrave; fatta la R1 Replica per Toprak Razgatlioglu? 20 CV in pi&ugrave; rispetto al modello di serie, per arrivare a 205 CV. Ci sono poi, in dotazione, lo scarico Akrapovic&nbsp;WorldSBK, la centralina ECU da gara di&nbsp;GYTR, sospensioni&nbsp;Ohlins, freni da gara&nbsp;Brembo, la piastra superiore della forcella factory e cerchi&nbsp;Marchesini&nbsp;forgiati. Per un totale di 175 kg (in ordine di marcia), 26 in meno del modello di serie. Per quanto riguarda colorazione e sponsor sono gli stessi della moto ufficiale del pilota turco. Compreso nell&rsquo;acquisto anche un Pass Hospitality VIP per due persone a un evento del WorldSBK 2022 a scelta come ospite VIP del team, con una visita ai box e l'opportunit&agrave; di trascorrere del tempo con Razgatl?o?lu; un allestimento personalizzato e giornata di allenamento per pilota individuale con James Hillier O Niall Mackenzie (solo su circuito nel Regno Unito, allestimento all'estero e allenamento su prenotazione); un pezzo autografato dell'equipaggiamento personale utilizzato da Razgatl?o?lu durante il WorldSBK 2021. E il prezzo? 39.500 sterline, ovvero quasi 46.500 euro.  YAMAHA R1 GYTR VR46 TRIBUTE 2022, L'OMAGGIO A VALENTINO ROSSI       

Per celebrare la vittoria del pilota turco del Campionato del Mondo SBK, arriva una limited edition realizzata da Yamaha&nbsp;Motor Europe e&nbsp;Crescent

Yamaha YZF-R1, 21 esemplari per la replica dedicata a Toprak Razgatlioglu

        Dopo le sorelle R1, R3 ed R6, anche la YZF-R7 si prepara alla pista con il kit GYTR. La media di Iwata si trasforma con un telaio pi&ugrave; rigido, sospensioni migliorate e modifiche al motore che la rendono pi&ugrave; accurata della MT-07 in gara in MotoAmerica.  Il kit GYTR Il kit Genuine Yamaha Technology Racing arriva anche sulla R7 con: ammortizzatore posteriore Ohlins, cartucce della forcella Ohlins, scarico Akrapovic e clip-on GYTR. Nella versione da corsa la carrozzeria &egrave; intrigante, soprattutto per l&rsquo;eliminazione del faro anteriore e della presa d&rsquo;aria: il frontale della R7 &egrave; liscio come l&rsquo;olio.&nbsp; Aprilia FV2: la storia contemporanea &egrave; iniziata con lei       

La Casa di Iwata mette a disposizione componenti da corsa Genuine Yamaha Tech Racing con scarico Akrapovic, parti Ohlins e una carrozzeria rivista per essere pi&ugrave; aerodinamica

Yamaha, anche la YZF-R7 scende in pista con il kit GYTR

Anche per la nuova media arriva il kit racing con ammortizzatore posteriore Ohlins, cartucce della forcella anteriore Ohlins, scarico Akrapovic e clip-on GYTR

Yamaha YZF-R7, il kit GYTR da corsa

        Ricevere e &ldquo;scartare&rdquo; una Yamaha &egrave; sempre una bella sorpresa, specialmente se la moto in questione &egrave; una Petronas Yamaha SRT YZR-M1 replica, la serie limitata (50 unit&agrave;) che omaggia la moto da gara realizzata da Yamaha Motor Europe&nbsp;e&nbsp;Yamaha Austria Racing Team GYTR Pro Shop. Nel video che circola su YouTube, con protagonista oltre alla due ruote anche i meccanici dell&rsquo;officina di una concessionaria, si pu&ograve; osservare tutta l&rsquo;operazione: dall&rsquo;arrivo all&rsquo;interno della cassa, al momento dell&rsquo;unboxing e fino all&rsquo;assemblaggio dei vari elementi della moto.  Qualche dettaglio sulla replica  Esclusiva come non mai, la replica &egrave; risultato di un mix tra estetica e componenti aggiuntivi, dove ogni dettaglio &egrave; stato studiato per avvicinarla alla moto da corsa. Per il colore &egrave; intervenuta la stessa azienda che si occupa della livrea per il modello della MotoGP, ma ci sono anche alcune novit&agrave;, come la nuova&nbsp;carenatura e inedite alette in fibra di carbonio, la&nbsp;forcella anteriore Ohlins FRGT,&nbsp;il monoammortizzatore Ohlins TTX&nbsp;e l&rsquo;ammortizzatore di sterzo. Troviamo anche l'ultimo sistema di cambio rapido posteriore GYTR, pedane da corsa, nuova centralina ECU e comando gas rapido. Freni Brembo (come&nbsp; le pinze GP4-RX e i dischi T-Drive), cerchi in lega Marchesini (di alluminio, a sette razze) e gomme da gara Michelin. MV Agusta F4 Claudio, un gioiello da scartare VIDEO       

Tutti i passaggi, dall&rsquo;arrivo nella cassa all&rsquo;assemblaggio dei vari elementi, all&rsquo;interno di un&rsquo;officina di una concessionaria che ha ricevuto l&rsquo;esclusiva moto

Yamaha YZF-R1 Petronas Replica: unboxing davvero esclusivo VIDEO

La nuova Yamaha YZF-R7 per il 2022 non &egrave; solo una voce, come vi avevamo gi&agrave; raccontato. Quello che non sappiamo &egrave; come sar&agrave; sviluppata interamente la nuova R7. Un indizio sul motore, per&ograve;, ci arriva dalla documentazione rilasciata agli organi USA, dove si legge che&nbsp;le emissioni sono le stesse della MT-07. E questo pu&ograve; quasi sicuramente darci la conferma che il motore resti quello montato sulla naked: un&nbsp;CP2 690 cc&nbsp;con&nbsp;potenza massima di 73,4 CV/54 kW a 9000 giri/min&nbsp;e gi&agrave; omologato&nbsp;Euro 5. Ma la &quot;R7&quot; (o come si chiamer&agrave;)&nbsp;non sembra l&rsquo;unica novit&agrave; in cantiere per Yamaha.  Rewind, Yamaha YZF-R6 &#39;99: la media senza mezze misure  Domande depositate    Come anticipato dai colleghi di Motorcycle.com, la Casa di Iwata ha depositato nuove domande in Giappone per diversi modelli, suggerendo una gamma completa di YZF dalla R1 alla R9 ( quest&#39;utliam dotata di&nbsp;motore CP3), ma anche YZF-R15, YZF-R20 e YZF-R25.&nbsp;Alcuni sono modelli gi&agrave; esistenti, altri invece - come R2, R4, R5, R8 e R9 - fanno pensare a esemplari inediti in arrivo, qualcuno dirottato sulla piazza asiatica. La certezza, naturalmente, non c&rsquo;&egrave;: presentare una domanda per un modello non significa che il progetto vada in porto, ma &egrave; comunque una dichiarazione significativa da parte della Casa di Iwata sul voler intraprendere questa strada e voler utilizzare (almeno) alcuni di questi nomi per i suoi modelli futuri.  Ci sono per&ograve; anche altre considerazioni da fare: ha senso voler intraprendere un progetto di un&rsquo;intera gamma di sportive ad alte prestazioni quando il mercato sta andando verso una direzione differente? E poi, non si rischia che con una cos&igrave; ampia scelta, i modelli siano molto simili tra loro? Domande alle quali al momento non abbiamo una risposta, ma a darcela sar&agrave; il tempo. Con un po&rsquo; di pazienza.  Rewind, Yamaha YZF-R1 04-06: grinta da vendere 

La Casa di Iwata ha depositato in Giappone domande per diversi modelli, dalla R1 alla R9, ma anche R15, R20 e R25. Che sia in cantiere un progetto sulla sportive?

Yamaha, una nuova famiglia di sportive in arrivo?

Svolta estrema. Forte dei successi commerciali che ne avevano decretato l&rsquo;ascesa sull&rsquo;Olimpo delle maxi sportive pi&ugrave; affascinanti di sempre, a met&agrave; anni 2000 la YZF-R1, arriv&ograve; alla sua terza generazione.&nbsp;Una svolta a quel periodo figlia della decisa accelerata di tutte le Case, in primis Suzuki con la strabordante GSX-R 1000, regina tra la sportive ad alte prestazioni, verso maggiori specializzazione e prestazioni.  NUOVA ERA PER LA R1    La R1, apprezzata sportiva stradale, venne fortemente rivista in virt&ugrave; di un utilizzo che ora puntava maggiormente verso i cordoli dei circuiti. Non pi&ugrave; un &quot;cavallo imbizzarrito&quot;, linee suadenti, motore potenziato e telaio che vedeva nuovi cardini tecnici.  Il quattro cilindri in linea 20 valvole vide alzata&nbsp;notevolmente l&rsquo;asticella delle prestazioni che ora si attestava sui 172 CV dichiarati a 12.500 giri/min contro i 152 CV a 10.500 giri/min della versione precedente. Un aumento notevole ma che cost&ograve; alla R1 la proverbiale erogazione ai regimi medio bassi, con un andamento &ldquo;vuoto&rdquo; fin quasi alla soglia dei 6000 giri/min.  Il telaio mut&ograve;&nbsp;filosofia costruttiva,&nbsp;con il motore ora non pi&ugrave; elemento stressato della struttura, con&nbsp;rigidezza che aument&ograve; del 200%. Al prezzo di un lieve peggioramento della maneggevolezza, l&rsquo;efficacia di quel telaio port&ograve; la R1&nbsp;a migliorare le sue doti dinamiche, in special modo in pista.    Quelli furono gli anni del cambio regolamentare in SBK. Non pi&ugrave; 750 per la 4 cilindri ma via libera alle 1000 cc. La R1 con in sella Noryuki Haga, nella stagione 2005, centr&ograve; il terzo posto in campionato.  Efficace in pista, meno su strada,&nbsp;la R1 cambi&ograve; pelle, in nome delle super prestazioni. Un cambio sottolineato da una linea (con protagonista il frontale ed il nuovo scarico sdoppiato sottosella). Nelle due stagioni che precedettero l&rsquo;arrivo del motore a 16 valvole si vide anche la versione SP dedicata ai circuiti e realizzata in 500 esemplari, contraddistinta da tanti particolari di pregio. Su tutti i cerchi in alluminio forgiati Marchesini,&nbsp;le sospensioni&nbsp;Ohlins oltre ad una frizione con anti-saltellamento. Con la potenza che crebbe di 3 CV portando il dato dichiarato a 175 CV.    Gira pagina per scoprire come ne parlavamo nel corso del nostro test su InMoto del 2004  &nbsp;  MENO STRESS TANTO SPRINT IN PI&ugrave;    Ma, senza dubbio, l&rsquo;aspetto pi&ugrave; gratificante riguarda ci&ograve; che la nuova maxi ipersportiva &egrave; in grado di offrire dal punto di vista dinamico. Ovvero la facilit&agrave; ed il limitato impegno richiesti alle andature rilassate, sui percorsi ricchi di curve, dove grazie alle ottime caratteristiche di maneggevolezza l&rsquo;impegno richiesto risulta davvero limitato. Iniziando a forzare con l&rsquo;acceleratore, la &ldquo;musica&rdquo; non cambia anche se bisogna mettere in bilancio una maggiore reattivit&agrave; dell&rsquo;avantreno che comunque non peggiora pi&ugrave; di tanto la precisione di guida, pure in presenza di eventuali sconnessioni dell&rsquo;asfalto.  Cos&igrave;, con l&rsquo;R1 ora potrete togliervi lo sfizio di fiondarvi in curva oppure di danzare nei repentini cambi di inclinazione, bene assecondati dal rigore e dalla precisione con cui questa moto mostra di tenere senza sbavature la traiettoria impostata. E se capita di esagerare, di farsi prendere un po&rsquo; troppo la mano (destra) dall&rsquo;acceleratore? In questi casi anche con innestati i rapporti lunghi, assieme a copiose scariche di adrenalina, sentirete lo sterzo alleggerirsi ed il pneumatico anteriore &ldquo;pelare&rdquo; in continuazione l&rsquo;asfalto sotto quella inesauribile, prorompente spinta che si sprigiona dal potentissimo propulsore quadricilindrico a venti valvole Yamaha.  MATURAZIONE    Diversamente dalla prima versione l&rsquo;attuale R1, avvicinandosi al limite, non &egrave; pi&ugrave; cos&igrave; ostica da condurre, il classico cavallo imbizzarrito impossibile da domare anche per i piloti pi&ugrave; esperti. &Egrave; maturata tanto, si &egrave; evoluta nella giusta direzione e grazie anche all&rsquo;adozione (per la prima volta) dell&rsquo;ammortizzatore di sterzo le eventuali sbacchettate vengono nella stragrande maggioranza dei casi digerite o smorzate senza troppa difficolt&agrave;. Globalmente si rimane soddisfatti In qualsiasi caso per&ograve; si pu&ograve; sempre fare affidamento sul fantastico rendimento dell&rsquo;impianto frenante che vede la generosa coppia di dischi all&rsquo;avantreno sfoderare tanta potenza e progressione di intervento, come pure abbondante modulabilit&agrave;. Il tutto debitamente gestito dalla pompa radiale che, a prezzo di un limitato sforzo per la trazione, sopporta bene gli sforzi prolungati senza denunciare cedimenti.  CHE MOTORE!    Il nuovo quadricilindrico Yamaha &egrave; caratterizzato da una cupa, gasante tonalit&agrave; allo scarico, che emerge prepo- tentemente ad ogni colpo di acceleratore, cui corrisponde tanta potenza e grinta. Rispetto alla versione precedente sembra migliorato sotto tutti i punti di vista, pur non risultando un portento ai bassi regimi. Gira gi&agrave; con una discreta regolarit&agrave; a partire dai 2-3000 giri, ma senza impressionare; per sentire un significativo impulso nell&rsquo;erogazione bisogna aspettare i 5000 giri. Oltre questa soglia il tiro si irrobustisce di colpo intensificando verso i 7-8000 giri dove si avverte distintamente quella inesauribile spinta che porta l&rsquo;ago del contagiri ben oltre i 14.000 indicati dallo strumento. In quest&rsquo;ultima fase conviene dosare con progressione l&rsquo;apertura dell&rsquo;acceleratore, per cercare di tenere quanto pi&ugrave; possibile la ruota anteriore attaccata all&rsquo;asfalto.  La frizione si &egrave; rivelata all&rsquo;altezza della situazione (a dire il vero non guasterebbe la presenza del sistema antisaltellamento...) e i tecnici hanno anche debitamente migliorato il cambio, in termini di spaziatura e sotto il profilo della funzionalit&agrave;. Cos&igrave;, ad ogni cambio di marcia, &egrave; veramente contenuta la caduta di giri, e un bel passo avanti &egrave; stato fatto sotto il profilo della rapidit&agrave; e precisione degli innesti sotto sforzo.    Rewind, Bimota 500 V Due: una GP mancata 

A met&agrave; anni 2000 la sportiva di Iwata sub&igrave; una prima radicale svolta trasformandosi in un mezzo decisamente efficace in pista. Motore e telaio rivisto, e linee da infarto per la R1 che debutt&ograve; in SBK

Rewind, Yamaha YZF-R1 04-06: grinta da vendere

        C&rsquo;&egrave; un discreto movimento in quel West Yorkshire, nell&rsquo;Inghilterra del Nord. Qui, a Shipley, ha sede Craigs Honda, uno dei pi&ugrave; grandi rivenditori di moto nuove e usate del Paese, che proprio adesso ha due interessanti esemplari in vendita: una Yamaha FZR 750 R OW01 del 1989 e una Yamaha YZF-R7 OW02 del 1999. Yamaha FZR 750 R OW01 del 1989  La Yamaha FZR 750 R OW01 del 1989 ha percorso circa 22.700 km e viene fornita con tutta la documentazione completa, tagliando, chiavi e revisione da effettuare prima della vendita. Un esemplare, questo, piuttosto difficile da trovare dato che con questa omologazione ne sono state realizzate solo 500 unit&agrave;. Il prezzo, infatti, non &egrave; a buon mercato: 24.995 sterline, ovvero poco pi&ugrave; di 29.000 euro. La consegna pu&ograve; essere effettuata in tutta la nazione. Yamaha YZF-R7 OW02 del 1999  Il secondo esemplare in vendita presso Craigs Honda &egrave; una Yamaha YZF-R7 OW 02 del 1999. Non possiamo definirla usata, perch&eacute; la moto non ha percorso alcun chilometro. Si tratta di un modello&nbsp;che la Casa di Iwata ha realizzato in sole 500 unit&agrave;, proprio come l&rsquo;altra collega in vendita. Era stata, infatti, progettata sostanzialmente per competere nel Campionato del Mondo Superbike e nelle gare endurance della 8 Ore di Suzuka. La R7, inoltre, &egrave; dotata di sospensioni &Ouml;hlins, valvole e bielle in titanio e un telaio Deltabox II. Il peso a secco &egrave; di 189 kg. La consegna pu&ograve; arrivare in tutto il mondo, ma naturalmente visto l&rsquo;ottimo stato e l&rsquo;esclusivit&agrave; della moto, il prezzo &egrave; decisamente importante: 59.995 sterline, cio&egrave; quasi 70.000 euro. Rewind, Yamaha FZR 1000 Ex-Up '91: regina di cuori       

La coppia si trova presso uno dei pi&ugrave; grandi rivenditori di moto nuove e usate dell&rsquo;Inghilterra: entrambe in ottimo stato, la OW-01 &egrave; del 1989 e la YZF-R7 del &rsquo;99 (e zero chilometri)

Yamaha FZR 750 R e YZF-R7: due miti in vendita

        Gli appassionati di Dragon Ball sanno bene che Goku e compagni hanno fatto davvero di tutto, tra avventure, combattimenti ed epiche battaglie, ma raramente hanno avuto a che fare col mondo dei motori se non in qualche sporadico caso, poco rilevante ai fini della trama. Eppure, in una delle copertine disegnate dal maestro Akira Toriyama per il manga, si vede Goku in sella a una moto. Partendo proprio da questo disegno, un fan di Dragon Ball e appassionato di due ruote ha realizzato una custom. My Goku jumpsuit inspired R1 "Kid Goku" from r/dbz    Livrea arancione e blu Il fan ha condiviso la sua opera su Reddit e non sono mancati i commenti di stupore, ammirazione e anche invidia per l&rsquo;originale creazione. Ma in che modo? Partendo dalla base di una Yamaha YZF-R1, il customizer di ispirazione dragonballiana ha personalizzato la livrea secondo i colori della tuta da combattimento del famoso Super Saiyan, arancione con dettagli blu. Il motore, la ciclistica e tutto il resto sono dunque rimasti invariati, ma l&rsquo;anima di questa &ldquo;nuova&rdquo; moto &egrave; palesemente manga e riporta in auge un cartone animato che, nonostante gli anni, in realt&agrave; non &egrave; mai passato di moda. Design da Moto-Manga? Ecco dove tutto &egrave; (forse) cominciato       

Un fan del manga ha personalizzato la livrea della propria moto con i colori della tuta di Goku, arancione e dettagli blu

Yamaha YZF-R1 si trasforma nella moto di Dragon Ball

27 anni fa, il circuito dell&#39;Estoril &egrave; stato teatro della finale della stagione SBK dove Fabrizio Pirovano, pilota in sella alla Yamaha YZF 750 R, ha conquistato la sua decima e ultima vittoria WorldSBK, sotto una pioggia battente e una molto combattuta Gara 1. Per l&#39;occasione, una speciale moto &#39;Piro&#39; Replica scender&agrave; in pista domenica prossima per un giro di tributo.  Yamaha YZF-R1 &quot;Petronas&quot;: anche la R1 mette le ali  YZF-R1 &quot;PIRO REPLICA&quot;: COLORI STORICI  La Piro Replica, su base Yamaha R1 2020, &egrave; stata creata da Yamaha Motor Europe ed &egrave; impreziosita dai famosi colori bianco e rosa della #5 Yamaha YZF 750 SP, sulla quale Pirovano ha cavalcato fino alla vittoria al Circuito Estoril nel 1993.&nbsp;L&#39;ex campione del mondo di Grand Prix e corridore della&nbsp;SBK, Alessandro Gramigni, amico personale di Fabrizio, guider&agrave; la #5 R1 su un giro di parata in occasione di Gara 2&nbsp;SBK.    ALL&#39;ASTA PER LA RICERCA CONTRO IL CANCRO  Dopo la gara, la&nbsp;R1 &#39;Piro&nbsp;Replica&#39; sar&agrave; messa all&#39;asta online e tutto il &nbsp;ricavato andr&agrave;&nbsp;all&rsquo;ente benefico per per&nbsp;la&nbsp;ricerca&nbsp;sul&nbsp;cancro,&nbsp;Fondazione&nbsp;Oncologia&nbsp;Niguarda&nbsp;Onlus, che la famiglia Pirovano sostiene dalla scomparsa di Fabrizio.&nbsp;Originario di&nbsp;Biassono,&nbsp;in Lombardia,&nbsp;Fabrizio &egrave;&nbsp;stato un prolifico&nbsp;podio&nbsp;nei primi anni della SBK ed &egrave; arrivato secondo nel primo campionato del 1988 con la Yamaha.&nbsp;    Con nove vittorie conquistate nella SBK, la decima e ultima vittoria arriva all&#39;ultimo round della stagione 1993 della&nbsp;SBK a Estoril. Con la pista&nbsp;ancora umida per una doccia precedente, l&#39;allora 33enne, che si era qualificato terzo e a met&agrave; della prima fila, &egrave; sceso nelle prime battute, ma ha lottato fino alla lotta a quattro per il comando nei giri successivi.  Yamaha YZF-R1 YART, dieci esemplari Replica 8 Ore di Suzuka 

In occasione dell&#39;ultimo round del Mondiale SBK la Casa di Iwata rende omaggio all&#39;indimenticato &quot;Piro&quot; con una R1 con grafiche della YZF 750 con cui corse. La moto andr&agrave; all&#39;asta ed il ricavato devoluto alla ricerca contro il cancro

Yamaha R1 &quot;Piro Replica&quot;: all&#39;Estoril la moto tributo a Fabrizio Pirovano

        Yamaha Motor Europe e Yamaha Austria Racing Team GYTR Pro Shop hanno realizzato una replica in edizione limitata (50 unit&agrave;) della Petronas Yamaha SRT YZR-M1, un omaggio speciale alla moto attualmente guidata dai piloti Quartararo e Morbidelli. Il lavoro fatto &egrave; un mix tra estetica e componenti aggiuntivi: ogni dettaglio &egrave; stato studiato per avvicinare la replica YZF-R1 alla moto da corsa, a partire dalla colorazione, affidata alla stessa azienda che si occupa della livrea per il modello della MotoGP. Un aspetto che conferisce alla moto garanzia di autenticit&agrave;. Componenti aggiuntivi  Parlavamo di componenti aggiuntivi. La replica YZF-R1 presenta nuove carenatura e inedite alette in fibra di carbonio, ma &egrave; anche dotata di forcella anteriore Ohlins FRGT, monoammortizzatore Ohlins TTX e ammortizzatore di sterzo. Non solo. Troviamo anche l'ultimo sistema di cambio rapido posteriore GYTR, per velocizzare la sostituzione dello pneumatico, ma anche pedane da corsa, nuova centralina ECU e comando gas rapido. I freni portano la firma di Brembo, compresi le pinze GP4-RX e i dischi T-Drive, mentre i cerchi in lega di alluminio, a sette razze, sono forniti da Marchesini e le gomme da gara sono Michelin. Coloro che acquisteranno la replica YZF-R1, riceveranno anche una casco KYT, una maglia Petronas Yamaha SRT e un pass VIP per una gara a scelta della MotoGP. Il prezzo? Tutto compreso, 46.000 euro. Honda CBR600RR: debutta in Giappone la nuova sportiva da 120 CV       

YME e YART Pro Shop presentano l&rsquo;edizione limitata ispirata alla M1 guidata da Quartararo e Morbidelli

Yamaha YZF-R1 "Petronas": anche la R1 mette le ali

Per chi aspettava con ansia e trepidazione la&nbsp;8 Ore&nbsp;di Suzuka rester&agrave; purtroppo deluso. La gara inizialmente programmata per il 12 luglio &egrave; slittata al 1&deg; novembre, andando di fatto a chiudere il mondiale Endurance 2019-2020. Gara a parte, la notizia interessante adesso &egrave; un&rsquo;altra. il team YART di Mandy Kainz, col supporto di Yamaha, sar&agrave; presente e riguardo la moto che scender&agrave; in pista, dotata di una speciale livrea dedicata proprio alla gara di Suzuka, ci sono delle interessanti novit&agrave;.  Limited edition    Il team YART ha deciso di realizzarne dieci esemplari replica per gli appassionati, come si pu&ograve; leggere sulla loro pagina Facebook: &ldquo;YART &egrave; orgogliosa di presenta la Suzuka 8 Ore 2020 Replica YART-R1 per il tuo trackday. Niente di pi&ugrave; simile alla nostra moto da gara&rdquo;. Dieci esemplari al prezzo di 39.999 euro dotati di impianto di scarico completo Akrapovic, kit elettronico, kit sospensioni, pinze freno Brembo Stylema, ruote forgiate, pedane arretrate e nuovi comandi al manubrio. Per ordinarla basta scrivere all&rsquo;indirizzo mail office@yart7.com.    &nbsp;  Yamaha R6, la replica di YART per il 20&deg; anniversario FOTO 

Il team che partecipa al mondiale Endurance ha deciso di produrre una limited edition per gli appassionati della moto che scender&agrave; in pista. Prezzo 39.999 euro

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