Nel nostro viaggio attraverso le catteristiche pi&ugrave; sensuali dei marchi motociclistici ci siamo imbattuti in nomi italiani, americani e giapponesi, con il settimo capitolo torniamo nel paese del Sol Levante per citare un altro brand che dell&#39;identit&agrave; sportiva ha fatto una vera e propria bandiera, Yamaha. Il suo modo di essere sexy? Senza dubbio &egrave; legato alle performance e a una filosofia motociclistica unica che ha reso tanti motociclisti dei veri &quot;Yamahisti&quot; fedeli al brand.  La storia in pista  Il blasone di questo nome mette le radici nei circuiti pi&ugrave; importanti del mondo e si lega a doppio nodo a nomi leggendari del motociclismo come Giacomo Agostini, Kenny Roberts, Wayne Rainey, Eddie Lawson, Max Biaggi, Valentino Rossi e Jorge Lorenzo. Chi sceglie Yamaha lo fa sognando questi nomi, immaginandosi al comando di una gara del Motomondiale e provando la sensazione di essere in sella a un oggetto fatto di tecnologia derivata direttamente dalle corse.&nbsp;  Ovviamente le moto che guidiamo su strada non hanno nulla a che vedere con le GP, ma le capacit&agrave; dell&#39;azienda nel produrre moto emozionanti e capaci di farci sentire piloti, non si pu&ograve; discutere. C&#39;&egrave; chi &egrave; cresciuto guardando le vittorie in blu (o in livrea Marlboro) degli anni &#39;80 e &#39;90 e chi ha scoperto i tre Diapason grazie a Valentino Rossi, ma rimane sempre un profondo legame fra chi ama il marchio Yamaha e chi ama le gare, anche se alla fine si sceglie un TMax.&nbsp;    &nbsp;  Una sola lettera: R  Saremo tutti d&#39;accordo sul fatto che la serie R sia in tutto e per tutto la bandiera del brand e uno dei filoni motociclistici pi&ugrave; di successo della storia delle due ruote. Quando nel 1998 usc&igrave; sul mercato la prima R1 fu una vera rivoluzione, con quelle linee futuristiche e quel motore 4-in-linea da 1000cc, mentre il mondo delle superbike ancora correva con motori 750.&nbsp;  Alcuni motociclisti vennero folgorati da quel missile, che divenne capostipite di una dinastia che ancora oggi fa scorrere brividi di piacere lungo la schiena. Prima le 5 valvole, poi 4, poi il motore big bang e infine la serie R dei nostri giorni, unica sia per estetica che per scelte meccaniche. La R7 con il motore CP2 e la futura R9 con motore CP3 saranno pure derivate da moto poco racing, ma con quei colori e quella R sulla carena diventano irresistibili.    &nbsp;  Parliamo del TMax  Il TMax pu&ograve; essere un buon motivo per considerare Yamaha &quot;sexy&quot;? Assolutamente si, perch&egrave; quello che questo maxiscooter ha combinato sul nostro mercato &egrave; qualcosa di unico e irripetibile che ha a che fare con la moda e con l&#39;immagine, ma anche con una sostanza unica e una passione che per alcuni &egrave; diventata amore per il prodotto.&nbsp;  Non stiamo parlando di uno scooterone nel senso stretto del termine, ma di un mezzo che fa categoria a s&egrave;. Parecchi hanno provato a copiare la sua formula ma nessuno &egrave; riuscito a replicare quell&#39;equilibrio unico fra elementi che rende il TMax una moto travestita da scooter.&nbsp;  E questa &egrave; poi l&#39;essenza di Yamaha, un marchio che in certi contesti e in certi periodi &egrave; riuscita a dominare su tutti gli altri per innovazione, tecnologia ed estetica. Questa capacit&agrave; di tirare fuori di tanto in tanto mezzi iconici rivoluzionando il mercato ha stregato molti appassionati che si sono legati al marchio in modo indissolubile.    Tre motivi che rendono le moto sexy: da parte 1 a parte 6 

<p>Tra le giapponesi, la Casa di Iwata ha trovato uno spazietto nel cuore degli appassionati pi&ugrave; sportivi, realizzando alcune delle moto pi&ugrave; belle della storia. Cosa rende queste moto semplicemente irresistibili?</p> 

Tre motivi che rendono le moto sexy: (parte 7) le Yamaha

Nel nostro viaggio fra le comunit&agrave; motociclistiche che seguono i vari marchi, la tappa degli appassionati di Yamaha &egrave; un po&#39; particolare, perch&egrave; si tratta di persone fedeli al marchio pur avendo tante differenze all&#39;interno dello stesso contesto. Essere Yamahista &egrave; quindi un concetto non molto specifico, perch&egrave; all&#39;interno del mondo di Iwata possiamo chiaramente identificare tre correnti di pensiero differenti: gli &quot;R-isti&quot;, gli &quot;MT-isti&quot; e i mototuristi.  Aprilia, Yamaha, KTM: la nuova battaglia delle medie da 21&quot;  Gli R-isti: sportivi senza compromessi  i  Che sia R6 o R1, il Yamahista con la tuta &egrave; un fedele della serie R sopra ogni cosa. Venera il mondo delle supersportive nato nel 1998 con la prima R1 e pochi anni dopo con la prima R6 in modo religioso, e sa che la sua prossima moto sar&agrave; un&#39;altra della serie. Ci sono quelli che aspettano con ansia il modello successivo, e quelli che vanno a scavare nel passato cercando gli usati e collezionando Model Year. Dai 5 valvole alle ultime R1M, passando per le versioni a 4 valvole e per i &quot;Big Bang&quot;, non c&#39;&egrave; modo di scostare un appassionato di R dalla sua fissazione. E&#39; per questo che nel mondo Yamahista c&#39;&egrave; questa nicchia di irriducibili intutati dall&#39;animo pistaiolo, una sottocategoria fra le pi&ugrave; affezionate e genuine che il panorama motociclistico ha avuto negli ultimi 20 anni.  Gli MT-isti: la nuova generazione    Questa potremmo definirla la categoria pi&ugrave; giovane del mondo Yamaha: un popolo che fin dall&#39;avvento della prima MT-09 ha sposato il concetto della moto a 3 cilindri in salsa giapponese apprezzando la forte identit&agrave; di questi modelli e accettandola proprio come stile di vita. Chi ama i motori CP3 (e anche i CP2, che fanno parte della stessa filosofia) sa di avere alle spalle una comunit&agrave; nutrita che organizza incontri ed eventi, e che si fa sentire molto forte in rete dove &egrave; facile trovare persone con cui scambiare pareri e idee sulle MT e le Tracer. Non a caso, Yamaha sta lavorando molto sulla comunicazione di questa serie di moto, proprio perch&egrave; vede che la comunit&agrave; stessa attorno al prodotto ha una forza incredibile, che molti altri brand si sognano.&nbsp;  I Mototuristi: sotto il segno della FJR  Ultima nicchia del mondo Yamaha &egrave; senza dubbio quella degli FJRisti, i pi&ugrave; &quot;anzianotti&quot; del mondo dei tre diapason, ma anche uno zoccolo duro che non da mai segni di cedimento. Questa compagnia di viaggiatori ha trovato la compagna ideale nella FJR, modello che da 20 anni (con la 1300 e molti di pi&ugrave; con le versioni precedenti) ha unito quegli amanti delle Gran Turismo che hanno un animo ribelle e alternativo e che non vogliono identificarsi nelle classiche e banali BMW o Honda Goldwing.&nbsp;  Ma come sappiamo, Yamaha non &egrave; fatta solo di questi tre modelli, e pu&ograve; vantare tanti altri tipi di motociclisti fedeli che scelgono - magari - i modelli off-road della serie T&eacute;n&eacute;r&eacute; e Super T&eacute;n&eacute;r&eacute; o chi ha un debole per i custom dell&#39;epopea Drag Star. Sta di fatto che il marchio &egrave; visto da tutti gli Yamahisti come molto vicino all&#39;utente finale, se ne riconoscono le qualit&agrave; intrinseche e c&#39;&egrave; sempre una grande fiducia nel prodotto e nella storia di un marchio che ha sempre cercato di eccelere in quei progetti che poi hanno creato il mito Yamaha, come piccoli mattoni colorati che assieme costruiscono un muro solido e robusto.    Cosa significa essere &quot;Guzzisti&quot;? 

<p>I fan di Iwata sono un popolo davvero particolare, perch&egrave; all&#39;interno di questa definizione possiamo identificare altre sottocategorie che fanno comunit&agrave; a s&egrave; e che rappresentano diverse generazioni di appassionati dei &quot;tre diapason&quot;</p> 

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Tre motivi che rendono le moto sexy: (parte 7) le Yamaha

Cosa vuol dire essere "Yamahista"?