        Ci sono alcune novit&agrave; che interessano BMW North America: da quanto si apprende, avrebbe emesso un avviso di "stop alle vendite" a tutti i concessionari nordamericani, bloccando cos&igrave; la vendita delle moto a benzina, sia nuove che usate. La conferma &egrave; arrivata con una dichiarazione pubblicata da WebBikeWorld, che dicono sia stata inviata da BMW North America e che quindi riguarda i mercati USA e Canada: "BMW of North America si impegna a fornire ai propri clienti veicoli che soddisfino le loro aspettative. Per garantire che i nostri veicoli siano all'altezza dei pi&ugrave; alti standard industriali, BMW esegue continui test e valutazioni. A seguito di una recente analisi della qualit&agrave;, BMW sta adottando misure per valutare ulteriormente il materiale utilizzato in un componente del suo sistema di recupero vapori, che potrebbe non essere stato prodotto secondo le specifiche richieste.&rdquo; La situazione "Di conseguenza&rdquo;, dice, &ldquo;BMW of North America ha deciso di sospendere temporaneamente e volontariamente la vendita di tutti i modelli di moto BMW nuovi e usati presenti nell'inventario dei concessionari, ad eccezione del modello CE 04. Questo stop temporaneo alla vendita non &egrave; legato alla sicurezza e i proprietari di BMW possono continuare a guidare le loro moto come al solito". &Egrave; bene comunque precisare che lo stop non &egrave; legato a un problema di sicurezza, ci&ograve; significa che coloro che hanno acquistato un modello del marchio possono continuare ad usarlo in totale tranquillit&agrave;. BMW R 1300 GS: LA MAXI ENDURO DI MONACO PRONTA AL DEBUTTO        

Il problema potrebbe risiedere nelle emissioni, ma non riguarda sicuramente la sicurezza dei veicoli

BMW: temporaneo stop alle vendite di moto a benzina in USA e Canada

        Da quando &egrave; arrivata l&rsquo;ufficialit&agrave; dello stop alle auto endotermiche dal 2035, nei governi ci sono stati molti i dibattiti: dalla Germania, che vedeva Christian Linder assolutamente contrario e pronto a mettere un veto sulla decisione dell&rsquo;UE, si &egrave; passati poi al caso dell&rsquo;Italia che insieme ad altri 4 Paesi (Portogallo, Romania, Bulgaria e Slovacchia) aveva firmato un documento da portare al Consiglio Ambiente UE del 28 giugno 2022, con una richiesta di rinvio allo stop delle auto a benzina e diesel al 2040. Precedentemente l&rsquo;Unione Europea aveva presentato alla Commissione UE il pacchetto Fit for 55. Cosa prevede il pacchetto? In sostanza, ci&ograve; a cui si vuole puntare, &egrave; che gli Stati membri dell&rsquo;Unione Europea dovranno ridurre le emissioni di gas serra, entro il 2030, del 55%, per poi arrivare a delle attivit&agrave; climaticamente a emissioni zero nel 2050. Un aiuto al clima considerevole. Ma oltre a predisporre la regola, si &egrave; specificato anche come condurre i produttori al suo compimento. Questi, infatti, dovranno ridurre le emissioni di CO2 delle auto del 55%, mentre dei furgoni del 50%, entrambi con la scadenza fissata al 2030. Dopodich&eacute;, dopo 5 anni, bisogner&agrave; avere questa riduzione del 100%, come prevede il pacchetto. I dibattiti nei governi L&rsquo;Italia, insieme a Portogallo, Slovacchia, Romania e Bulgaria, dopo attenta riflessione, ha provato a intervenire sulla decisione, chiedendo una proroga al 2040. Questa proposta &egrave; nata dalla necessit&agrave; di avere pi&ugrave; tempo per poter realizzare ulteriori infrastrutture per i carburanti alternativi e incrementare la produzione di batterie. In Europa, &egrave; bene ricordarlo, c&rsquo;&egrave; un vero e proprio problema sulle colonnine che parrebbero essere al 50% solo in Germania e Olanda, mentre le restanti sarebbero sparse nel resto del continente. Un numero molto scarso se si vuole parlare di abolizione totale dei veicoli endotermici con solo l&rsquo;uso di quelli elettrici. La proposta per&ograve;, portata al Consiglio Ambiente UE, non &egrave; stata accettata. L&rsquo;Unione Europea intende perseguire, come stabilito, quel percorso gi&agrave; deciso e delineato, senza permettere a nessuno di intralciarle la strada verso un mondo all&rsquo;insegna del green. FIT FOR 55: EUROPA INCAPONITA SULL&rsquo;ADDIO AD AUTO E FURGONI A BENZINA       

L&rsquo;Italia aveva avanzato una proposta per prorogare il divieto insieme a Portogallo, Slovacchia, Romania e Bulgaria, venendo per&ograve; respinta

Stop veicoli endotermici, Europa: entro il 2030 riduzione del 55% (e niente proroghe)

        A seguito di numerose lamentele da parte dei residenti che lamentavano dell'eccessivo rumore causato dalle moto, gi&agrave; da tempo diversi paesi europei hanno deciso di bandire su determinate strade di montagna durante la stagione estiva l&rsquo;utilizzo di moto come misura di sicurezza e anti inquinamento acustico. Per questo, la Germania ha addirittura scelto di vietare le moto, anche quelle elettriche (si, avete letto bene), su alcuni tratti stradali montani.&nbsp; Tutto fa... moto Nella regione tedesca dell'Haut-Taunus, l'amministrazione locale ha deciso di avviare un esperimento che vieter&agrave; il traffico di motociclette sulle strade di montagna in tutti i fine settimana tra aprile e ottobre, pratica diventata comune gi&agrave; in Austria e in Svizzera. Il provvedimento specifica che secondo la legge tedesca (e non solo), per &ldquo;motocicletta&rdquo; si intende qualsiasi veicolo motorizzato a due ruote che possa viaggiare a una velocit&agrave; superiore a 45 km/h e con una cilindrata superiore a 50 cc. Nonostante questa definizione sia stata creata comunque ignorando le moto elettriche che non emettono quasi alcun rumore, il provvedimento recentemente attuato vieta anche l'utilizzo di quest&rsquo;ultime e le giudica al pari di quelle con classico monocilindrico o bicilindrico.&nbsp; C'&Egrave; DEL RUMORE IN CALIFORNIA: ARRIVANO I RADAR PER LE MOTO&nbsp;        

In una regione tedesca &egrave; stato annunciato il divieto di circolazione in tutti i fine settimana fino al prossimo ottobre

Germania, no al rumore: ma in montagna vietate anche le moto elettriche

L&rsquo;Unione Europea ha lanciato la sua proposta: stop a tutti i motori termici entro il 2035. Uno scossone al mondo delle due e delle quattro ruote, che spaventa pi&ugrave; settori e costringe ai ripari.  Auto s&igrave;. E le moto?  L&rsquo;UE ha gi&agrave; degli obiettivi precisi per la lotta all&rsquo;inquinamento: ridurre le emissioni di Co2 del 55% entro il 2030 e ampliare la rete di ricarica per i veicoli elettrici fino a 3,5 milioni entro il 2030. La nuova proposta risulta pi&ugrave; rigida come tempistiche, ma ci sono dei &ldquo;ma&rdquo;. Il primo &egrave; che nel testo si parla di &ldquo;autovetture&rdquo;, quindi resta il dubbio che le moto e gli scooter non siano interessati. Inoltre, ad essere vietata dal 2035 sar&agrave; la vendita di motori termici, non la circolazione di veicoli gi&agrave; esistenti.  DALL&#39;EDITORIALE DI IN Moto DI AGOSTO    Il 2040 sembrerebbe essere l&#39;anno cruciale per la transizione green. Da quel momento in poi le case costruttrici non potranno pi&ugrave; vendere veicoli diesel o benzina. E le moto? Difficile dirlo, di certo c&#39;&egrave; che anche per noi cambieranno molte cose...  &ldquo;Ci sono Paesi come quelli del Nord Europa che hanno fissato il limite al 2030. Altri al 2040. (&hellip;) Noi presto decideremo, ma direi che il 2040 &egrave; una data limite&rdquo;. Secondo le parole del ministro della Infrastrutture e Mobilit&agrave; sostenibile Enrico Giovannini, la mobilit&agrave; tradizionale ha una dead line. Appunto il 2040. Dopo l&#39;elettrico diventer&agrave; un must e l&#39;odore della benzina solo un ricordo considerato il divieto che entrer&agrave; in vigore di vendere veicoli a combustione interna. Il discorso, ovviamente, riguarda il mondo del trasporto in generale, in primis le automobili. Ma nel settore della mobilit&agrave; rientrano ovviamente anche le motociclette. Che accadr&agrave; alle due ruote all&#39;approssimarsi della fatidica data? Come si preparer&agrave; il mercato e come gestir&agrave; la conversione dei veicoli nei prossimi 10-15 anni?  Le questioni sul tavolo sono molteplici anche perch&eacute; il mutamento di abitudini in termini di mobilit&agrave; si inserisce in un contesto molto pi&ugrave; ampio che tiene sempre pi&ugrave; in considerazione un futuro sostenibile per il pianeta, a zero emissioni. Il problema quindi non &egrave; pi&ugrave; la mobilit&agrave; elettrica, ma tutta la filiera energetica. La batteria (applicata alla mobilit&agrave; su due o&nbsp; quattro ruote) non &egrave; la soluzione a tutti i mali se per realizzarla, per riciclarla o per smaltirla, si impiega una quantit&agrave; di energia non commisurata. La rincorsa della mobilit&agrave; sostenibile sar&agrave; lunga e tortuosa e passa dall&#39;ammodernamento delle infrastrutture per la ricarica e per i bilanci delle aziende costruttrici che avranno il loro bel problema nel calibrare spese e profitti.  Gli analisti, le grandi aziende si stanno interrogando su questo futuro, che non &egrave; poi tanto lontano (nazioni come la Norvegia o la Danimarca hanno fissato lo stop a benzina e diesel gi&agrave; a partire dal 2030). Analizzare la mobilit&agrave; di domani solo con l&#39;occhio critico e spietato del diktat &ldquo;emissioni zero&rdquo; rischia di creare uno scollamento tra aziende e clienti, tra prodotto e utente finale. Esiste una componente filosofica in questa analisi, quella che prende in considerazione l&#39;aspetto ludico ed emozionale di un oggetto (il veicolo) che certamente deve essere rispettoso dell&#39;ambiente ma che deve d&#39;altro canto regalare quel qualcosa in pi&ugrave; decisivo per l&#39;acquisto, come tengono a sottolineare i vertici Toyota, la pi&ugrave; grane casa costruttrice del mondo. Una considerazione che vale soprattutto nel settore delle motociclette dove l&#39;acquisto &egrave; quasi sempre finalizzato al divertimento e frutto di una emozione pi&ugrave; che a un ragionamento freddo e razionale.  QUALE STRADA?    Ecco quindi la sfida nella sfida che riguarda principalmente il settore delle due ruote. Come affrontare i cambiamenti che sono all&#39;orizzonte? Quali strade percorrere? Che tipo di prodotto immaginare per il futuro? Non &egrave; un segreto che il mondo delle due ruote sia fondamentalmente conservativo sotto certi punti di vista. E le infrastrutture non aiutano visto che secondo uno studio dell&#39;ACEA (l&#39;associazione Europea dei costruttori) il 70% delle colonnine di ricarica &egrave; concentrato in appena tre nazioni... E l&#39;Italia &ndash; com&#39;&egrave; facile intuire - non &egrave; tra queste.  Sar&agrave; un periodo complicato per l&#39;evoluzione del settore delle due ruote; le aziende, o meglio, alcune di esse, stanno gi&agrave; lavorando sul futuro. Ma la percezione &egrave; che quello che si sta facendo non basti. Il cambiamento in arrivo &egrave; epocale. Servono scelte radicali e coraggiose. Le idee di oggi plasmeranno il mondo di domani.  Jorge Lorenzo, Michele Pirro e Dario Marchetti inaugurano il nuovo store Super Soco a Misano 

Nella proposta si parla di autovetture ma la via all&#39;elettrificazione coinvolge tutti i settori, anche le due ruote. Se alcuni Marchi sono gi&agrave; pronti, altri hanno parecchia strada da fare

UE, stop ai motori tradizionali dal 2035: appuntamento al buio per le moto

        Niente pu&ograve; essere travolgente quanto la passione per i motori, per le moto. Chi ama le due ruote questo lo sa benissimo. Lo sa altrettanto bene anche Francesca Gasperi, amante delle due ruote da sempre, pilota non professionista di moto-rally, tester Kawasaki dal 2006, tutor di giovani donne pilota e anche tester per le pagine di Moto Sprint e In Moto, che ora prover&agrave; anche a coronare il sogno di una vita: quello di correre la Dakar, madre di tutti i rally! Turismo: ecco i migliori eventi Adventouring del 2021 Verso la Dakar 2022 Prima per&ograve;, per prepararsi alla traversata in Arabia Saudita prevista per gennaio 2022, dal 12 al 16 maggio 2021 Francesca Gasperi parteciper&agrave; all&rsquo;Andalucia Rally, una gara necessaria a qualificarsi, al Transanatolia Rally Raid (13-21 agosto 2021) e al Marocco Training (ottobre 2021). Tutti eventi che la biker affronter&agrave; sotto il moto di &ldquo;Never Stop Dreaming&rdquo;. S&igrave;, perch&eacute; per Francesca la Dakar &egrave; il sogno di una vita intera: "Se &egrave; il tuo sogno, devi crederci, sempre! - ha spiegato - Per questo la mia Dakar sar&agrave; un inno all&rsquo;idea di &ldquo;Never Stop Dreaming&rdquo;, un messaggio di cui mi faccio testimonial e che intendo portare, in particolare, alle donne di ogni et&agrave; [&hellip;]. Sar&agrave; un percorso lungo e insidioso [&hellip;] ma sono felice di poter portare un messaggio di incoraggiamento; vorrei che chi mi guarda affrontare il rally possa pensare &ldquo;Se ce la fa lei, posso farcela anch&rsquo;io!&rdquo;. Mototerapia, un gesto importante Eppure, un&rsquo;impresa titanica, anche molto pi&ugrave; imponente della Dakar, Francesca l&rsquo;ha gi&agrave; fatta assieme a Maurizio Gerini e ad un altro campione di generosit&agrave; ed energia quale Vanni Oddera, campione di motocross freestyle. Con loro, infatti, ha portato avanti la mototerapia per bambini e ragazzi disabili, autistici o con gravi patologie, mentre con Simone Zignoli e al team de &ldquo;Le Iene&rdquo; ha raccontato &ldquo;L&rsquo;incredibile viaggio di Marika&rdquo;. "Marika in sole due settimane mi ha dato tantissimo, e con lei probabilmente ho capito il vero significato della frase Never Stop Dreaming, e quindi dedico anche a lei questa mia nuova avventura". In Bocca al lupo, Francesca! Yamaha T&eacute;n&eacute;r&eacute; Challenge: si parte, con InMoto in gara       

Alla Dakar c&rsquo;&egrave; gi&agrave; stata nel 2019, come fotografa, al seguito di Nicola Dutto, pilota paraplegico e suo amico da anni, ma ora ha deciso di affrontare la sfida in prima persona sotto il grido di &ldquo;Never Stop Dreaming&rdquo;

Storie, Francesca Gasperi: alla Dakar per coronare un sogno

Le giacche invernali, best seller delle scorse stagioni, tornano alla ribalta con nuovi fitting, tessuti ricercati e dettagli ancor pi&ugrave; rifiniti. Ecco quindi la Urbis 5G, la pi&ugrave; iconica delle giacche Tucano Urbano ormai giunta alla quinta generazione; il New Ficus, che prende il taglio &ldquo;car coat&rdquo; ma conserva il gilet interno staccabile e utilizzabile separatamente; Plusmatico, piumino impermeabile a camere termosaldate realizzato in un elegante tessuto wool-touch.&nbsp;  NOVITA&#39; - Tre capi nuovi sono invece il Newmatico, giacca stretch imbottita dal look casual; il Green Park, parka stile Mod in edizione limitata che riprende in chiave moderna tutti gli stilemi pi&ugrave; amati dai giovani della Swinging London; e infine, Bibip, giacca motociclistica sportiva dal taglio corto, veloce come il roadrunner da cui prende il nome.  I GUANTI &ndash; Sempre per viaggiare con le mani calde e protette, Tucano amplia la sua gamma guanti con una serie di proposte per coprire le svariate esigenza sia di stile sia di funzionalit&agrave;. Dal doppio guanto super termico Tetris pensato per tenere le mani al caldo, anche una volta scesi dalla moto, alla coppia stilosa Steve e Silvya in pelle a losanghe, passando per il pi&ugrave; funzionale Password, disponibile anche nelle versioni Lady e Kid.  A sottolineare la costruzione tecnica e gli standard di sicurezza della gamma Tucano Urbano, tutte le novit&agrave; autunno/inverno 2017-&#39;18 sono marchiate dal pittogramma dell&rsquo;omologazione moto CE. 

Il brand lombardo lancia una collezione dedicata a chi usa le due ruote tutto l&#39;anno. Le anticipazioni: giacche e guanti per l&#39;inverno

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Tucano “Never Stop Riding”