Erano gli anni &#39;80, decennio di enormi cambiamenti sociali che ha portato al consumismo scatenato e alla visione di un futuro fatto di benessere e grande crescita. Nascevano nuovi modi di intendere la mobilit&agrave; e si vedevano sempre pi&ugrave; motociclette sulle strade, tanto che Honda decise di creare la Pacific Coast 800 una moto unica nel suo genere utilizzando principi tecnici e costruttivi presi dal mondo auto e rivisti per stare fra due sole ruote.  Rewind, Kawasaki ZZR 1100: la superdotata  VESTITO AVVOLGENTE    Da subito si capisce che questa moto &egrave; fuori dagli standard, anche per lo sguardo allenato del motociclista del 2020. La carena che avvolge tutto il perimetro della moto &egrave; figlia del concetto di &ldquo;ermetismo&rdquo; di quegli anni, ma portato all&#39;estremo con quasi tutta la ruota posteriore coperta e quella anteriore carenata fino a coprire il disco e la pinza. Lo scopo di un design cos&igrave; radicale non era solo estetico, ma garantiva la massima protezione aerodinamica possibile per l&#39;epoca e isolava dal rumore meccanico rendendo la moto particolarmente silenziosa e confortevole.  Dopotutto il centro stile Honda USA che ha disegnato questa moto (su specifiche richieste del mercato statunitense) ha definito la PC800 la &ldquo;moto dei colletti bianchi&rdquo;, ovvero degli uomini in carriera in giacca e cravatta dell&#39;economia galoppante di fine millennio.  Sempre parlando dei concetti automobilistici applicati, notiamo che la colorazione bitono divide la parte inferiore da quella superiore proprio come le auto, mentre dalla sella si apprezza una strumentazione completa, grande e ben leggibile racchiusa in un quadro che richiama il cruscotto della Honda Accord dell&#39;epoca. Anche le plastiche che circondano la strumentazione e che ricoprono il manubrio hanno un effetto goffrato tipico degli interni delle auto.  TOP TOURER  Da turistica supercomoda, la PC800 ha anche spazio di carico, e per questo &egrave; stata dotata di un vero e proprio bagagliaio, che si pu&ograve; definire l&#39;elemento pi&ugrave; distintivo in assoluto di questo modello: la parte sottostante alla sella del passeggero, infatti, si separa dalla base in un unico pezzo aprendo tutta la parte posteriore come se fosse il baule di una berlina, un effetto scenico da 10 e lode e una effettiva comodit&agrave; in pi&ugrave;, che ha portato a condizionare tutto il design posteriore costringendo a sistemare la parte ottica (anche questa enorme e ispirata ai fari delle Honda a quattro ruote) ad un posizionamento molto basso. L&#39;effetto &quot;wow&quot; &egrave; assicurato e pure questa ennesima conversione automobilistica al tempo giudicata da molti troppo radicale, ha un senso ben definito e un&#39;armonia unica che ha ben retto al peso degli anni.&nbsp;    Ma la tecnica? Pi&ugrave; motociclistica di quanto possiamo immaginare: il motore &egrave; il bicilindrico a V di scuola XLV Africa Twin che gi&agrave; conosciamo bene, inserito in un telaio in traliccio di tubi di acciaio e abbinato a una forcella di tipo tradizionale all&#39;anteriore e un doppio braccio posteriore con trasmissione cardanica e ammortizzatore a doppia molla. Un pacchetto dinamico sufficiente per gestire i 62 CV di potenza massima, che garantivano prestazioni per niente esaltanti penalizzate anche dal peso di 262 kg, unica nota dolente della scheda tecnica.  Rewind, Honda VTR SP-2: la rivincita di Tokyo  Gira pagina e leggi la prova su InMoto del 1990:  &nbsp;  Sul numero 201 del 1990 di InMoto scrivevamo in merito alle doti dinamiche:  &ldquo;Le dimensioni tutt&#39;altro che contenute della PC 800 lasciano un po&#39; scettici sulla sua reale facilit&agrave; di guida. Nel misto-stretto, invece, la padronanza di questo mezzo non conosce limitazioni di sorta, lo sterzo risponde in modo diligente ai comandi impartiti dal pilota con l&#39;avantreno che rimane ben saldato al suolo in ogni circostanza. Col salire della velocit&agrave;. A fianco di un&#39;elevata precisione direzionale, aumenta sensibilmente l&#39;inerzia che non consente fulminee correzioni di inclinazione o traiettoria.    Sullo sconnesso comunque, la taratura &ldquo;controllata&rdquo; delle sospensioni non porta mai ad incappare in vistosi ondeggiamenti ed oscillazioni tali da costringere a rallentare l&#39;andatura. Anche il peso, evidentemente collocato in modo equilibrato, non pone limitazioni di sorta mentre sui veloci curvoni guidati non &egrave; raro riscontrare nel comportamento della Pacific Coast una certa tendenza dell&#39;avantreno ad allargare se si eccede con la velocit&agrave;. Le ottime possibilit&agrave; di inclinazione (rare in macchine di questo tipo) sono assecondate da coperture dotate di discreto grip mentre nelle improvvise variazioni di velocit&agrave; si deve lavorare con pi&ugrave; determinazione di manubrio negli inserimenti in curva&rdquo;.  Ma...che senso ha una moto che si crede un&#39;auto?  Probabilmente lo scopo del marketing USA era quello di offrire mobilit&agrave; su due ruote anche a chi &egrave; da sempre stato affezionato alle quattro, offrendo un prodotto che potesse far sentire a proprio agio con chicche tecniche e di comfort che unissero i due mondi. Il prezzo di circa 14 milioni di lire nel mercato italiano non era affatto basso, anzi era pure caruccia, e per questo non si &egrave; mai trattato di un progetto dedicato alle masse, ma pi&ugrave; che altro a quegli uomini in carriera che amano girare in citt&agrave; in maniera comoda con lo smoking e fare qualche gita fuori in totale relax. Proprio quei &ldquo;colletti bianchi&rdquo; a cui si riferisce il centro stile americano.     La Pacific Coast 800 &egrave; rimasta in produzione dal 1989 al 1998 con una media di vendite di 1.400 unit&agrave; all&#39;anno, non un successo planetario ma nemmeno il pi&ugrave; umiliante dei fallimenti. In Italia ne abbiamo viste comunque pochissime, non era proprio la moto adatta ai mercati mediterranei ma &egrave; stata comunque un&#39;icona di quegli anni anche da noi. Ora si trova usata in buone condizioni a cifre fra i 3.000 e i 4.500 euro, ma se state pensando di mettervene una in garage non esitate troppo, i prezzi delle youngtimer come lei stanno salendo in modo vertiginoso!  Ricomprare la moto gi&aacute; avuta? Pensateci bene 

Verso la fine degli anni &#39;80 Honda sforn&ograve; una moto capace di unire il mondo delle due e delle quattro ruote con una proposta innovativa e ancora oggi ricca di fascino

Rewind, Honda Pacific Coast 800: la moto in smoking

Erano gli anni &#39;80, decennio di enormi cambiamenti sociali che ha portato al consumismo scatenato e alla visione di un futuro fatto di benessere e grande crescita. Nascevano nuovi modi di intendere la mobilit&agrave; e si vedevano sempre pi&ugrave; motociclette sulle strade, tanto che Honda decise di creare la Pacific Coast 800 una moto unica nel suo genere utilizzando principi tecnici e costruttivi presi dal mondo auto e rivisti per stare fra due sole ruote

Rewind, Honda Pacific Coast 800 FOTO

Sono tante le moto che non hanno lasciato il segno che meritavano. Chi prima, chi dopo, molte Case costruttrici hanno tentato una via alternativa, un passo avanti che non &egrave; stato colto dal grande pubblico. Spesso lontane dal gusto in voga, a volte troppo avveniristiche, le moto &quot;incomprese&quot; sono davvero una schiera ben nutrita. Gli anni &#39;90 e 2000 sono ricchi di ottimi spunti.  Uno dei grandi classici tra le cosidette &quot;incomprese&quot; &egrave; l&#39;Aprilia Mot&ograve; 6.5, monocilindrica stradale dal design semplice e avveniristico, nata dalla matita di Philippe Starck. Il monocilindrico Rotax garantiva prestazioni discrete,&nbsp;ma la linea originale, ed eccezionalmente tondeggiante, non trov&ograve; i favori del pubblico. Ma oggi provate ad acquistarne una: le quotazioni non saranno da capogiro, ma sono in costante salita. Bella rivincita per l&#39;intelligente monocilindrica di Noale.    &nbsp;  BMW R 1200 C    Se la Mot&ograve; 6.5 peccava di avanguardismo, la stessa cosa non si pu&ograve; dire certo della BMW R 1200 C, prima proposta &quot;cruiser&quot; della Casa dell&#39;elica. Fu prodotta dal 1997 al 2006 (anche in versione da 850 cm3 in un periodo di tempo pi&ugrave; breve, dal 1997 al 2000) in un ragguardevole numero di esemplari, circa 40.000. In Italia non ebbe tuttavia una grande successo, principalmente a causa della sua linea troppo &quot;classica&quot; e di caratteristiche poco in sintonia con la filosofia BMW. Le numerose versioni approntate differenziavano la moto per dettagli estetici e destinati a migliorare il comfort di guida e la dotazione.  Equipaggiata con il boxer da 1.170 cm3 e una potenza di&nbsp;61 CV&nbsp;la R 1200 C offriva per&ograve; un grande comfort di marcia e ottime doti di guida grazie alla ciclistica equilibrata e al baricentro basso. Sul mercato dell&#39;usato l&#39;offerta &egrave; limitata e i prezzi salati: per un esemplare in buone condizioni si possono spendere anche 8.000 Euro. Sicuramente, cos&igrave; come la Mot&ograve;, questa bicilindrica tedesca avr&agrave; di che rifarsi nel prossimo futuro grazie al mercato collezionistico e al suo aspetto classico e immortale.&nbsp;  &nbsp;  DUCATI ST3    Chi non ricorda la sport touring della Casa di Borgo Panigale? Condivideva le linee delle ST2 ed ST4, ma&nbsp;era&nbsp;dotata di un inedito propulsore a 3 valvole con raffreddamento a liquido, strettamente derivato dal Desmodue. La moto fu prodotta dal 2004 al 2007&nbsp; in un limitati numero di esemplari. Un flop? Non proprio, ma il successo fu scarso. Quali furono i motivi? Principalmente la ST3 andava a completare una gamma sufficientemente ampia e gi&agrave; coperta dalle &quot;sorelle&quot; a 2 e 4 valvole.  Le prestazioni erano considerevoli: il &quot;Desmotre&quot; veniva infatti accreditato di ben 107 cavalli mentre l&#39;ottima ciclistica offriva grande supporto nella guida sportiva e un buon comfort di marcia, assicurato anche dal buon riparo aerodinamico offerto dall&#39;abbondante carenatura. Una moto moderna, veloce e sicura, grazie all&#39;impianto ABS, che si pu&ograve; comprare oggi a prezzi &quot;da saldo&quot;. Non sono infatti pochi gli esemplari in buone condizioni proposti a prezzi inferiori ai 3.000 Euro.  &nbsp;  Honda Pacific Coast    La proposta della Casa dell&#39;Ala dorata a dire il vero, ebbe un buon riscontro commerciale ma, viste le sue eccellenti doti e il design moderno ma equilibrato, avrebbe senz&#39;altro meritato pi&ugrave; attenzione da parte del pubblico. Sul mercato dell&#39;usato le quotazioni sono alte ed &egrave; difficile mettersi in garage un esemplare ben conservato spendendo meno di 4.000 Euro. Il futuro di questa Honda &egrave; per&ograve; roseo perch&eacute; il propulsore bicilindrico a V da 800 cm3 e tre valvole per cilindro garantisce discrete prestazioni ed una grande facilit&agrave; di guida, caratteristiche pi&ugrave; che valide ancora oggi.  &nbsp;  Yamaha GTS 1000    &nbsp;L&#39;innovativa tourer di Iwata&nbsp;ebbe invece poca fortuna in Italia. La linea tondeggiante e modernissima sembra non sentire il peso degli anni ma la sua innovativa e complicata ciclistica ne limit&ograve; la diffusione. Sul fronte motoristico il quattro cilindri in linea di derivazione FZR 1000&nbsp;non aveva nulla da invidiare alla concorrenza pi&ugrave; agguerrita. L&#39;iniezione elettronica e la considerevole potenza dichiarata, 100 cavalli, erano allora un validissimo biglietto da visita.  Fu invece il telaio&nbsp;&quot;omega frame&quot; e il particolare avantreno con forcellone monobraccio a stupire, e forse impaurire, i motociclisti pi&ugrave; tradizionalisti. L&#39;ABS, di serie sin dalla prima versione del 1993, e il piacevolissimo comportamento della ciclistica la rendono una moto pi&ugrave; che usabile ancora oggi. Le quotazioni sono appetibili, specialmente per chi ha intenzione di aspettare la sicura rivalutazione della moto. Se ne trovano infatti ottimi esemplari proposti a poco pi&ugrave; di 3.000 Euro.&nbsp;  E secondo voi, quali sono state le moto &quot;incomprese&quot; del passato? Fatecelo sapere sulla nostra pagina Facebook. 

Alcune proponevano soluzioni ardite e design coraggioso e probabilmente per questo non conobbero i grandi favori del pubblico

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Rewind, Honda Pacific Coast 800: la moto in smoking

Rewind, Honda Pacific Coast 800 FOTO

Moto del passato: le grandi incomprese