        Come fa un motociclista alle prime armi ad affinare la propria guida? Magari anche usando una moto da cross o una supermoto omologata per la strada. Come i modelli come quelli prodotti da Rieju che sta per presentare un'Enduro e una Supermoto.  KTM, 890 ADVENTURE R 2023: NUOVE STRADE PER CHI VUOLE OSARE Quasi identiche A differenza degli Stati Uniti, la maggior parte dei Paesi europei richiede ai giovani che si avvicinano per la prima volta a una moto con una cilindrata non superiore a 125 cubi e una potenza non superiore ai 15 cavalli. Rieju ha collaborato con il produttore italiano di motori Minarelli per fornire il propulsore della nuova gamma Marathon di dual-sport. La Marathon Pro &egrave; disponibile in due versioni, una Enduro e una Supermoto, ed &egrave; ideale sia per i principianti che per i piloti con pi&ugrave; esperienza alla ricerca di una moto leggera da portare in citt&agrave; e da usare in fuoristrada. Entrambe le versioni della Marathon 125 Pro hanno lo stesso telaio e sono equipaggiate dallo stesso monocilindrico con raffreddamento a liquido e quattro valvole, cilindrata di soli 125 cc e 15 CV di potenza. Anche la carrozzeria &egrave; la stessa, mentre l'unica cosa che le differenzia sono le ruote. L'Enduro infatti, &egrave; perfetta per il fuoristrada grazie alle ruote anteriori e posteriori da 21 e 18 pollici avvolte in gomma knobby. Le due versioni hanno anche lo stesso prezzo: 4.829 euro. DUCATI, UNA ROSSA ANCHE NEL CROSS? UN RITORNO DOPO PI&Ugrave; DI 40 ANNI        

Le moto sono equipaggiate con lo stesso motore, presentano lo stesso telaio,stessa categoria e stesso prezzo. L'unica cosa che le rende diverse tra loro sono le ruote

Rieju, Marathon per tutti i gusti: ecco la versione Pro e la Supermoto

        PRONTI, SI PARTE! Amanti del mototurismo, fate attenzione: il 23 settembre va in scena la quinta edizione della Transitalia Marathon, manifestazione non competitiva (&egrave; bene ricordarlo: vige il codice della strada durante tutto l&rsquo;evento) di mototurismo Adventouring. Un viaggio nel cuore dell&rsquo;Italia attraverso boschi, montagne, colline e una moltitudine di strade bianche, tutto nel rispetto dell&rsquo;ambiente: scopo dell&rsquo;evento infatti &egrave; la valorizzazione dei territori percorsi. Si attraversano paesi, si costeggiano laghi, si sosta nelle piazze per assaggiare i prodotti locali che possono cos&igrave; trovare una vetrina internazionale a chilometro zero.  SICUREZZA FIRST Sono attesi tantissimi partecipanti da tutto il mondo: affronteranno quattro tappe per un totale di circa 900 km. Si parte da Rimini il 25 settembre per arrivare a Sansepolcro (AR), il giorno seguente ci si sposta a Nocera Umbra (PG), poi ancora a Bolsena (VT) per arrivare al termine a Castiglion Fiorentino. Tutto l&rsquo;evento &egrave; improntato alla massima sicurezza dei partecipanti: il filone di moto &egrave; costantemente monitorato e numerose equipe mediche sono pronte a qualunque eventualit&agrave;. Gran parte del percorso &egrave; off-road: ecco perch&eacute; &egrave; richiesta un minimo di esperienza, soprattutto nel caso si partecipi con una delle moderne (ma anche pesanti) maxi-enduro.  SPONSOR DI SPESSORE Tra gli sponsor principali dell&rsquo;evento c&rsquo;&egrave; anche Continental, che oltre a supportare l&rsquo;organizzazione si occuper&agrave; di fornire un treno di penumatici nuovi all&rsquo;inizio dell&rsquo;evento (TKC 80, specifici per l&rsquo;utilizzo in fuoristrada) e uno alla fine, per garantire un sicuro rientro alle proprie sedi. Gli altri main sponsor sono Airoh, Garmin (che ha contribuito alla creazione del percorso), Tucano Urbano, MTR tour (official tour operator BMW Germania) e Cantina Zaccagnini. La promozione del territorio non &egrave; mai stata cos&igrave; attraente&hellip;        

Tutto pronto per la Transitalia Marathon 2019, manifestazione di mototurismo Adventouring non competitiva. I battenti aprono il 23 settembre a Rimini.

Transitalia Marathon 2019, tutto pronto!

&ldquo;Tanti mesi di lavoro sono stati premiati dall&rsquo;ennesimo successo del Transitalia Marathon&rdquo; dichiara soddisfatto il patron del Transitalia Marathon Mirco Urbinati. &ldquo;E&rsquo; sempre sorprendente vedere, nei convulsi minuti delle iscrizioni, &lsquo;accendersi&rsquo; centinaia di ingressi da tutto il mondo a riprova del successo di un format collaudato, eppure in continua evoluzione&rdquo;.  I quattro giorni di viaggio e gli oltre 1200, avventurosi chilometri di percorso non hanno spaventato i 350 partecipanti che in pochi minuti hanno occupato tutte le caselle disponibili per l&rsquo;iscrizione alla Transitalia Marathon 2019, al via il 23 settembre.&nbsp;Resta ancora aperta l&rsquo;iscrizione per la lista di attesa. Gli iscritti alla lista di attesa faranno conto sulle defezioni per entrare nel gruppo dei partecipanti, cos&igrave; come avvenuto negli anni precedenti.  LE NOVITA&rsquo; - &ldquo;Sar&agrave; un&rsquo;edizione che romper&agrave; tutti gli schemi&rdquo;, ha detto Mirco Urbinati. &ldquo;La prima, grande novit&agrave; sar&agrave; la durata: in pratica il Transitalia Marathon regaler&agrave; un&rsquo;intera settimana di svago, amicizia e soprattutto sterrati ai suoi partecipanti. Il village, in edizione maxi, aprir&agrave; i battenti sin da luned&igrave; per accogliere quanti volessero godere due giorni di relax nella regina dell&rsquo;Adriatico. La partenza sar&agrave; anticipata a mercoled&igrave; 25 settembre perch&eacute; - altra &lsquo;rivoluzione&rsquo; - le tappe saranno quattro al posto delle tradizionali tre. In cifre, saranno pi&ugrave; di mille chilometri di percorso,&nbsp;di cui 700 fuori dall&rsquo;asfalto. Una navigazione che si annuncia particolarmente impegnativa per quanti si affideranno al classico &lsquo;road-book&rsquo; cartaceo.   &ldquo;Nuovo anche il tracciato: il Transitalia Marathon esplorer&agrave; nuove regioni spingendosi pi&ugrave; a ovest di quanto non abbia mai fatto, con tappe di 250-300 chilometri giornalieri e permetter&agrave; di attraversare e conoscere splendide localit&agrave; inedite per questo evento&rdquo;, conclude Urbinati.  L&rsquo;arrivo &egrave; fissato a Castiglion Fiorentino, nel cuore della Toscana, sabato 28 settembre. La citt&agrave; natale di Fabrizio Meoni ospiter&agrave; tutti i partecipanti e gli addetti ai lavori dove avranno luogo i festeggiamenti.  Qui maggiori informazioni. 

Nella prima giornata di iscrizioni, 350 piloti hanno &quot;bruciato&quot; nel giro di pochi minuti i posti disponibili per la maratona che prender&agrave; il via il 23 settembre

Posti esauriti alla Transitalia Marathon 2019

La quarta edizione del Transitalia Marathon &egrave; gi&agrave; in preparazione: si svolger&agrave; dal 25 al 29 settembre con Partenza da Rimini e le iscrizioni si apriranno il 3 febbraio alle ore 13. Un appuntamento da tenere d&rsquo;occhio se si ha intenzione di prendere il via all&rsquo;evento, perch&eacute; lo scorso anno il numero massimo di partecipanti fu raggiunto in soli 14 minuti. Un piccolo privilegio lo avranno gli iscritti al Moto Club Strade Bianche in Moto: per loro le iscrizioni si apriranno un&rsquo;ora prima.  Il Mototurismo Adventouring &ndash; Il Transitalia Marathon &egrave; un evento iscritto al Calendario Turismo Adventouring della Federmoto, come spiega lo stesso presidente Giovanni Copioli.  &quot;Transitalia Marathon &egrave; una bellissima manifestazione turistica riconosciuta dalla FMI gi&agrave; alla sua prima edizione svoltasi nel 2015. La FMI, innovatrice e comunque attenta a qualsiasi nuova espressione del motociclismo, con il suo un nuovo settore denominato Mototurismo Adventouring ha raccolto le esigenze di tutti coloro che fanno della motocicletta un mezzo per esplorare nuove forme di viaggio e di avventura&rdquo;, ha detto il presidente della Federazione Motociclistica Italiana, che poi ha approfondito sulla specialit&agrave; dell&rsquo;Adventouring.  &ldquo;Una nuova forma di turismo che, rispetto al mototurismo classico, d&agrave; la possibilit&agrave; ai partecipanti di vivere le emozioni che si possono provare esplorando dei percorsi articolati anche su strade bianche e che mettono i partecipanti a stretto contatto non solo con la cultura, l&#39;arte e la storia del nostro Paese ma anche con le bellezze della natura che l&#39;Italia offre in tutte le sue molteplici forme. Panorami bellissimi e scorci naturali che si possono ammirare solo percorrendo strade che spesso non sono battute da chi non conosce questo tipo di percorsi.   &ldquo;Il Mototurismo Adventouring, attraverso manifestazioni come il Transitalia Marathon, d&agrave; quindi la possibilit&agrave; di affrontare questi percorsi su strade prevalentemente a fondo naturale nel pieno rispetto del territorio e dell&#39;ambiente.&quot;  PROGRAMMA &ndash; L&rsquo;organizzatore del Transitalia Marathon, Mirco Urbinati, ha annunciato i tratti salienti per l&rsquo;edizione di quest&rsquo;anno: inizio delle operazioni preliminari a Rimini il 25 settembre con allestimento del Village e verifiche e registrazioni dei partecipanti.  L&rsquo;indomani ancora operazioni preliminari e festa al Village con la presentazione dei partecipanti, parco chiuso, briefing e cena.  Il 27 settembre la partenza dal lungomare di Rimini con la prima tappa e poi via via fino al 29 settembre con traguardo, a Pescara, nella cornice del Porto Olimpico. &ldquo;Il percorso &egrave; completamente nuovo&rdquo;, spiega Urbinati, &ldquo;e quindi inedito con navigazione a road book e a tratti molto tecnica. La tappa pi&ugrave; lunga sar&agrave; proprio l&rsquo;ultima, la terza cio&egrave;, con partenza al levar del sole e ben due regioni da attraversare, Umbria ed Abruzzo. Una tappa impegnativa che si snoder&agrave; in altura e con lunghi tratti in off road&rdquo;.  Proprio il fuoristrada sar&agrave; la caratteristica della quarta edizione del Transitalia Marathon perch&eacute; la &ldquo;personalit&agrave;&rdquo; dell&rsquo;evento si preannuncia prettamente rallistica. 

La quarta edizione si svolger&agrave; dal 25 al 29 settembre con partenza da Rimini e traguardo a Pescara, con un numero limitato di partecipanti

Transitalia Marathon: sempre pi&ugrave; rally

        Il debutto &egrave; fissato su un palcoscenico d&rsquo;eccezione del mondo Custom: il Motor Bike Expo,&nbsp;in programma a Verona dal 18 al 21 gennaio: stiamo parlando del nuovo Metzeler ME 888 Marathon &nbsp;Ultra Orangewall, pneumatico limited edition&nbsp;con fianchi color arancione, realizzato per offrire maggiori possibilit&agrave; di personalizzazione della moto, mantenendo al contempo le prestazioni della versione standard del prodotto. In Casa Metzeler dichiarano infatti che il nuovo pneumatico &egrave; stato progettato per offrire maneggevolezza e stabilit&agrave;, un&rsquo;ottimale resa chilometrica mantenendo anche ottime prestazioni sul bagnato. &nbsp; Per raggiungere questi obiettivi i progettisti hanno lavorato su tutti gli elementi che determinano le caratteristiche dei pneumatici. La versione Orangewall amplia ulteriormente la vasta gamma del brand Metzeler per moto Custom e Cruiser che oltre alla versione standard prevede anche quelle Whitewall, Extra Size anteriori e XXL. Mescola - I materiali utilizzati per le mescole del battistrada offrono specifiche prestazioni:  I polimeri trasmettono resistenza all'abrasione, fornendo cos&igrave; il livello di chilometraggio desiderato La giusta quantit&agrave; di silica promette l&rsquo;aderenza chimica su superfici bagnate Il processo di miscelazione &egrave; stato studiato per rendere costante la resistenza all'abrasione per tutto il ciclo di vita del pneumatico Uso del Carbon Black per massimizzare il grip sull&rsquo;asciutto in trazione, frenata e sterzata  Struttura - La carcassa &egrave; stata sviluppata con l&rsquo;obiettivo di offrire un&rsquo;elevata resa chilometrica Disegno battistrada - Il disegno &egrave; stato progettato per ottenere unalto livello di uniformit&agrave; di usura su tutto il battistrada. Un maggiore livello di uniformit&agrave; di usura consente al pneumatico di fornire prestazioni costanti per tutta la sua durata, aumentando il chilometraggio complessivo e la durata del pneumatico al massimo della sua efficacia. L&rsquo;EDIZIONE LIMITATA - ME 888 Marathon Ultra Orangewall mantiene le stesse prestazioni della versione standard e nasce per offrire un&rsquo;ulteriore possibilit&agrave; di personalizzazione della propria moto attraverso una particolare colorazione dei pneumatici. Questa combinazione di colori sar&agrave; disponibile dalla primavera 2018 nelle seguenti misure:  100/90 - 19 M/C TL 57H&nbsp; all&rsquo;anteriore 150/80 B16 M/C TL 77H al posteriore  Come per la versione Whitewall, anche la versione Orangewall deve la sua colorazione ad un processo produttivo specifico progettato ad hoc. Il nuovo pneumatico Metzeler sar&agrave; in mostra in occasione del Motor Bike Expo 2018 presso lo stand Metzeler (Padiglione 2, stand 12L) che tra le diverse sorprese e novit&agrave; vedr&agrave; esposta anche una moto preparata da Mr. Martini. Inoltre, in collaborazione con Mr. Martini, il brand di pneumatici tedesco per festeggiare il nuovo pneumatico ME 888 Marathon Ultra Orangewall, organizza per venerd&igrave; 19 gennaio nel locale Special, in via Tombetta 39/B a Verona, la serata &ldquo;Orangewall Party&rdquo; aperta al pubblico. Appuntamento a partire dalle ore 19:00.       

Si chiama ME 888 Marathon Ultra Orangewall: in edizione limitata, &egrave; dedicato a chi ama personalizzare la propria moto in tutto

Metzeler per le custom al Motor Bike Expo

Per promuovere l&rsquo;Africa Twin, la Honda France decise di portare alla Parigi-Dakar del 1989 una versione molto speciale della moto di serie...

Honda Africa Twin Marathon, le foto

Dell&rsquo;epopea delle Dakar africane si ricorda ormai quasi tutto, cos&igrave; come dei piloti e delle moto che ne animarono quelle edizioni, ma ci sono tante piccole grandi storie che, per varie ragioni, sono rimaste un po&rsquo; in second&rsquo;ordine e spesso non sono arrivate al grande pubblico. Io stesso, che pure seguivo le telecronache e gi&agrave; dall&rsquo;86, giravo per sterrati con una Yamaha XT 550, e poi con una Honda Dominator, ricordavo di aver visto delle Honda Africa Twin preparate per affrontare i deserti, con serbatoi supplementari e quant&rsquo;altro, ma davo per scontato che si trattasse di preparazioni artigianali, nel migliore dei casi pregevoli opere di Boano, pilota e preparatore delle Africa Twin, o &ldquo;African Queens&rdquo;.  COS&Igrave;, QUANDO NELL&rsquo;AGOSTO 2008 MI IMBATTEI, sfogliando le pagine del forum di Africa Twin Triveneto, nella segnalazione di un modello particolare di Africa Twin chiamato Marathon, cascai un po&rsquo; dalle nuvole. Il link portava a un&rsquo;asta sul web che era per&ograve; ormai in scadenza, ma mi salvai la pagina e la moto non venne aggiudicata. Seguirono frenetiche ricerche, scoprendo qualche informazione in francese su una operazione messa in piedi da Honda France per la 11&deg; edizione della Paris-Dakar, quella dell&rsquo;89.  IN EFFETTI, un po&rsquo; come marketing per promuovere la nuovissima Africa Twin 650, presentata a fine &rsquo;87 al Salone di Parigi, ma anche per sopperire in qualche modo al ritiro delle Honda NXR ufficiali dai Rally (dopo 4 vittorie alla Dakar), in occasione della edizione &rsquo;89 la Honda France, tramite il direttore Jean Louis Guillot, lanci&ograve; nell&rsquo;autunno &rsquo;88 l&rsquo;operazione &ldquo;50 Africa Twin a Dakar&rdquo;. Venne fatta una prima selezione tra 150 candidati e ne vennero scelti 50 a cui furono affidati altrettanti esemplari di Africa Twin 650 particolarmente curate per correre nella categoria &ldquo;Marathon&rdquo;, aperta per l&rsquo;appunto a moto derivate dalla serie e adattate alla gara seguendo un apposito regolamento. Nel frattempo venne preparata la moto, una Africa Twin RD03 650 gi&agrave; quasi definitiva che fece un&rsquo;ottima figura al Pharaons Rallye 1988 nelle mani di Joel Daures (che aveva corso l&rsquo;ultima Dakar con la NXR).  49 MOTO PARTIRONO QUINDI PER L&rsquo;UNDICESIMA DAKAR; l&rsquo;alsaziano Heintz vide infatti la sua partecipazione annullata qualche giorno prima della partenza, quando moto ed equipaggiamento Honda France erano gi&agrave; stati acquistati, perch&eacute; le autorit&agrave; libiche non accettarono il suo ingresso nel Paese in quanto appartenente all&rsquo;esercito francese. Tra i partenti anche una giovanissima crossista francese, Maryline Lacombe, ma anche un italiano (Roberto Boano) e alcuni piloti di altre nazionalit&agrave; (Spagna, Inghilterra, Senegal).  I NUMERI DI SERIE DI TELAIO E MOTORE di queste 50 moto (in realt&agrave; sembra 4-5 di pi&ugrave;) cominciavano per 5 come sulle RD03 standard, ma venne utilizzato un apposito range di numeri all&rsquo;interno della produzione di serie, e questo permette con una certa sicurezza di identificarle a posteriori. Normalmente per la Dakar un certo numero di parti della moto venivano punzonate e numerate con lo stesso numero di gara del pilota, per evitare che venissero impiegati ricambi non autorizzati, ma a fine gara, quelle in cattive condizioni una volta rientrate in Francia, vennero disassemblate e vendute come RD03 di serie. Altre invece furono acquistate dai piloti che vi avevano corso, infine diverse rimasero in Africa. L&rsquo;operazione ebbe un certo successo: 18 Africa Twin conclusero la gara e Patrice Toussaint (16&deg; assoluto) e Patrick Sireyjol (appena dietro di lui) finirono ai primi due posti della classe Marathon, con il nostro Roberto Boano 4&deg; di categoria.  &nbsp;  L&rsquo;ANNO SEGUENTE, per la 12a edizione della Dakar, furono quindi allestite altre 50 moto, leggermente diverse dalla serie precedente, contrassegnate da numeri di telaio e motori differenti che iniziano per 6. Una ventina di esemplari vennero consegnati in Francia mentre gli altri vennero destinati ad altri Paesi, almeno 3 in Spagna. Solo una quindicina di queste moto raggiunse l&rsquo;Italia, a met&agrave; novembre &lsquo;89 e quindi, per molti possibili piloti, troppo tardi per iscriversi al rally. Almeno una venne comunque portata in gara all&rsquo;ultimo momento da Ermanno Bonacini (49&deg; assoluto alla Dakar &rsquo;89 con una Yamaha) che per&ograve; corse poche tappe per poi incappare in una grave caduta che lo costrinse a un ricovero immediato in ospedale e a lasciare il mezzo in Libia (visto per l&rsquo;ultima volta al posto di polizia di Sebha non molti anni fa da alcuni turisti!). Lo spagnolo Antonio &ldquo;Toni&rdquo; Boluda, si comport&ograve; benissimo, risultando 18&deg; assoluto nella Dakar &rsquo;90 e vincitore della categoria Marathon. Andrea Mazzali corse il Rally dei Faraoni del &lsquo;90 con una di queste moto, affidatagli direttamente da Carlo Fiorani, allora in Honda Italia (e oggi in Honda Racing Corporation).    NEL &lsquo;90 FURONO COSTRUITI ANCHE POCHISSIMI ESEMPLARI (sembra solo 8) di &ldquo;Marathon 750&rdquo; che per&ograve; durante la Dakar &lsquo;91 furono &ldquo;risistemate&rdquo; nella classe Silhouette, perch&eacute; avevano un unico disco freno anteriore anzich&eacute; due! Ottima per&ograve; la prestazione di Boluda e Boano, rispettivamente 10&deg; e 11&deg; nell&rsquo;assoluta e alle spalle del nostro Luigino Medardo tra le Silhouette! Nella 13a Dakar corsero ancora alcune RD03 Marathon, tra cui quella ex-Mazzali, affidata da Fiorani a Bonacini, ripresosi dall&rsquo;incidente dell&rsquo;anno prima grazie anche alle cure del Dott. Costa, quelle dei nostri motorallisti Paolo Paladini e Fabio Nassi (che le acquistarono dai francesi in scatola di montaggio!) e un&rsquo;altra dozzina, di cui purtroppo solo quella di Sireyjol arriv&ograve; fino alla fine. Altre Africa Twin Marathon furono in gara nella Paris-Le Cap del &lsquo;92, due 650 condotte con poca fortuna dal nostro Alberto Morelli e dal francese Paul Rivet. Vi furono partecipazioni anche in altri Rally come Pharaons (due tredicesimi posti per Piroud e Saravesi nell&rsquo;89 e &rsquo;94), Baja Qatar (Boano secondo assoluto), Atlas, Tunisia, Baja Aragon e Sardegna in particolare, anche se non di tutte abbiamo finora trovato una documentazione certa.  DI MOLTE MARATHON, a parte quelle che per certo sono rimaste in Africa, mancano purtroppo notizie. Al momento, con l&rsquo;aiuto dell&rsquo;amico francese C&eacute;dric Mann, ne abbiamo &ldquo;contattate&rdquo; una quarantina (18 prime serie, 19 seconde serie e tre 750) a cui vanno aggiunte un paio fotografate in giro in Nord Africa e almeno 3 o 4 in Italia i cui proprietari non si sono ancora fatti vivi! Tornando al famoso annuncio che scaten&ograve; il tutto: alla fine riuscii a contattare l&rsquo;autore dello stesso, in realt&agrave; un amico del legittimo proprietario, e dopo numerosi scambi di e-mail, foto e telefonate decisi di tentare la sorte, scendendo in Sicilia in aereo, e dopo aver visto il mezzo... me ne tornai a casa in sella!  Per saperne di pi&ugrave; sulla Africa Twin Marathon, consigliamo una visita al sito dedicato: www.nightwings.org/Marathon/Marathon-home.html 

Per promuovere l&rsquo;Africa Twin, la Honda France decise di portare alla Parigi-Dakar del 1989 una versione molto speciale della moto di serie. Questa la sua storia

Honda Africa Twin Marathon, nel nome del deserto

Niente di grave, per fortuna, per il pilota italiano. Ma la delusione &egrave; tanta. Anche perch&eacute; gi&agrave; lo scorso anno la sua Dakar era finita prima del tempo, alla seconda tappa infatti un'avaria aveva fermato la gara&nbsp;dello sfortunato italiano.  Ancora un&nbsp;"banale" guasto meccanico interrompe l'avventura del fortissimo Alessandro Botturi. Undicesimo nella classifica generale, era il primo degli italiani&nbsp;in gara oltre che il migliore delle Yamaha.  La fine dei giochi: durante la seconda parte della tappa Marathon (l'ottava del rally) ecco che il bresciano deve fare i conti con un brutto imprevisto, la rottura del motore della sua Yamaha. Non c'&egrave; pi&ugrave; nulla da fare per quest'anno, e il sogno si infrange con il ritiro del "Bottu".  Problemi anche per il compagno di squadra Michael Medge.  Una tappa estenuante, davvero "dakariana": 805 km (Uyuni-Iquique) tra lande desolate, freddo e pioggia. Due giorni intensissimi&nbsp;e una notte passata senza il sostegno dei team, stanno mettendo&nbsp;a dura&nbsp;prova tutti i partecipanti.  &nbsp;  Giulia Cassinelli      

Due giorni durissimi quelli della tappa Marathon: motore rotto per il pi&ugrave; forte degli italiani, Alessandro Botturi 

Dakar: Botturi &egrave; fuori!

Come tutti sapranno siamo ormai alle porte della Dakar.  L'emozionante rally&nbsp;ideato dal pilota Thierry Sabine (che si era perso nel deserto durante un altro raid, la Abidjan-Nizza) ha inizio nel lontano 1979 e da allora non ha "quasi" mai smesso di tenere viva l'attenzione del pubblico&nbsp;di tutto il mondo. Prima si correva nei territori africani, oggi, a causa dell'instabilit&agrave; politico-sociale della zona,&nbsp;&nbsp;la cornice &egrave; cambiata:&nbsp;teatro delle "eroiche" gesta sono gli immensi spazi sudamericani&nbsp;. Il succo per&ograve; &egrave; sempre lo stesso: avventura, adrenalina e competizione.  Oltre ai piloti, alle incredibili e a volte terribili vicende accadute e ai suggestivi e remoti paesaggi esplorati, sono state le moto le grandi protagoniste. Mezzi potenti e performanti che dovevano e devono affrontare migliaia di chilometri in condizioni estreme e percorsi tremendamente impegnativi. Obbiettivo&nbsp;ultimo la vittoria, certo ma anche solamente arrivare era ed &egrave; ancora&nbsp;un arduo&nbsp;traguardo.  Alcune di queste moto hanno segnato profondamente&nbsp;la storia della Dakar&nbsp;e l'immaginario collettivo dando vita a versioni commerciali di&nbsp;grandissimo successo.  Ecco quelle che secondo noi hanno maggiormente colpito nel segno (1979-2002).  Yamaha XT 500: ebbe un successo straordinario durante le prime edizioni del rally in configurazione praticamente standard (a parte serbatoi maggiorati e portapacchi). Vinse moltissimo: anche &nbsp;Cyril Neveau la port&ograve; sul gradino pi&ugrave; alto del podio nel '79 e nel 1980.  BMW R 100 GS: l'arrivo della bicilindrica tedesca segn&ograve; la fine dell'egemonia della Casa dei tre diapason. Vinse nel 1983 con Auriol e nel 1984 e '85 con Gaston Rahier.  Honda NXR 750: il grandissimo successo della Africa Twin inizia con questa&nbsp;bicilindrica da competizione arriv&ograve;&nbsp;sui due gradini pi&ugrave; alti del podio (nel 1986) con Cyril Neveu e Gilles Lalay. Fu solo la prima di quattro vittorie consecutive per l'amatissima Honda.  Suzuki DR-Z 800: fu portata in gara anche dal fortissimo Rahier nella Paris-Dakar del 1988 ma non riusc&igrave; ad andare oltre la 9&deg; posizione assoluta. L'enorme monocilindrico giapponese ebbe per&ograve; un grande successo commerciale proprio per le sue incredibili prestazioni e "misure" (la DR Big venne prodotta fino al 1997 senza particolari modifiche).  Gilera RC 600: la Casa di Arcore con questa moto torna ad essere grande nelle competizioni.&nbsp;La versione ufficiale ottenne&nbsp;numerose vittorie di tappa e vinse nelle categorie Silhouette e Marathon. Dalla versione da 600 cm3 nascer&agrave; il prototipo RC 750 R.  Cagiva Elefant: motore derivato dalla Ducati 900SS, livrea Lucky Explorer e piloti italiani: Orioli e De Petri. Il 1990 &egrave; l'anno della svolta per la Casa italiana. La Elefant, avvantaggiata anche dall'assenza&nbsp;di&nbsp;Honda in forma ufficiale, riusc&igrave;&nbsp;a guadagnare gli allori africani.  Yamaha YZE 750-850 T: nel 1991 Yamaha decise di dare una svolta introducendo&nbsp;il bicilindrico con la&nbsp;sua Super T&eacute;ner&eacute; da competizione. Fu la scelta giusta: la YZE si rivel&ograve; regina della competizione guidata da&nbsp;St&eacute;phane Peterhansel nel '91 e per i due anni successivi.  BMW F 650&nbsp;RR: la monocilindrica tedesca, accreditata di 75 cavalli ed allestita assieme a Touratech, venne portata al successo da Richard Sainct per due edizioni consecutive: 1999 e 2000.  KTM 950: dopo l'entusiasmante debutto al Rally dei Faraoni nel 2001, la bicilindrica austriaca viene portata al trionfo dal fortissimo pilota italiano Fabrizio Meoni che ne cur&ograve; anche lo sviluppo. Lo sfortunato pilota fiorentino mor&igrave;&nbsp;pochi anni dopo, nel 2005, durante quello che avrebbe dovuto essere il suo ultimo raid per complicazioni dovute ad una terribile caduta.  Nella gallery potete ammirare queste&nbsp;moto e le loro evoluzioni&nbsp;in allestimento Dakar.  &nbsp;  Giulia Cassinelli    &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;

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