        Il fenomeno dei furti, a due e quattro ruote, &egrave; purtroppo in continuo aumento. Il 2021 ha fatto registrare numeri molto alti: su un totale di 104.372 furti di veicoli a motore, ben 26.707 erano moto e scooter (il 25,59%). In particolare, le &ldquo;sparizioni&rdquo; di mezzi a due ruote crescono, lo dicono i dati elaborati da LoJack Italia su numeri del Ministero dell&rsquo;Interno, e scendono le percentuali di ritrovamento (37%). In altre parole, circa due veicoli rubati su tre non sappiamo che fine facciano. I modelli pi&ugrave; rubati in Italia Ma quali sono i modelli pi&ugrave; rubati in Italia? La classifica, di anno in anno, su moto e scooter presi di mira dai ladri non cambia pi&ugrave; di tanto. Gli obiettivi sono, pi&ugrave; o meno, sempre gli stessi. Con l&rsquo;Honda SH saldo sul gradino pi&ugrave; alto podio: nel 2021 ne sono state rubate 5.196 unit&agrave; (circa il 20% del totale della categoria!). Al secondo posto troviamo il Piaggio Liberty, con 1.393 furti, e al terzo l&rsquo;Aprilia Scarabeo, rubato 1.236 volte. Seguono la Vespa Piaggio (1.067 unit&agrave; rubate), Piaggio Beverly (989) e Yamaha TMAX. Le regioni con pi&ugrave; furti E dopo i modelli &ldquo;preferiti&rdquo; dai ladri, passiamo alle zone in cui i furti avvengono pi&ugrave; spesso. Le differenze tra una regione e l&rsquo;altra sono importanti: la Campania &egrave; quella dove ne avvengono di pi&ugrave;, con una crescita del 14% rispetto al 2020. C&rsquo;&egrave; poi il Lazio&nbsp;con 4.868 furti di moto e scooter, mentre in&nbsp;Sicilia&nbsp;i mezzi rubati nel 2021 sono stati 3.833. Seguono la Lombardia, al quarto posto con 3.355 furti, al quinto la&nbsp;Toscana&nbsp;con 1.620 e al sesto la&nbsp;Liguria&nbsp;con 1.260. MANUTENZIONE MOTO: CONSIGLI PER L'INVERNO       

Crescono i numeri generali, in particolari quelli relativi alle due ruote. Il modello pi&ugrave; rubato &egrave; l&rsquo;Honda SH e la Campania la regione pi&ugrave; colpita

Furti moto in aumento: nel 2021 quasi 27mila in Italia

        Una, la Reggia di Caserta, non ha bisogno di presentazioni: semplicemente, uno dei palazzi nobiliari pi&ugrave; belli d'Europa. L&rsquo;altra, un casino di caccia chiamata "Casina Vanvitelliana" - costruita in posizione pittoresca su un'isoletta del lago Fusaro, nel comune di Bacoli, in provincia di Napoli - &egrave; meno nota, ma ugualmente meritevole di attenzione. Artefici di tanta bellezza sono gli architetti Luigi Vanvitelli, geniale capostipite dello stile Neoclassico, e il figlio Carlo, che ne segu&igrave; le orme. Il progetto della Reggia di Caserta fu affidato a Luigi Vanvitelli intorno alla met&agrave; del '700, ma anche il figlio Carlo partecip&ograve; alla sua "nascita" durante e dopo la morte del padre. Per volont&agrave; del re, Carlo III di Borbone, il "Palazzo Nuovo" non doveva essere inferiore a Versailles per magnificenza e opulenza. Sappiamo che il progetto iniziale prevedeva anche la presenza di un acquedotto che avrebbe dovuto alimentare il futuro opificio di San Leucio, ma i successori del sovrano ne trasformarono la destinazione d'uso alla lavorazione della seta, e non serv&igrave; pi&ugrave;.  La pianta della Reggia &egrave; di forma rettangolare con affaccio su quattro cortili. La presenza del portico, punto di fuga prospettico, garantisce il raccordo tra il Parco Reale e la cascata, creando un grande impatto scenografico. Ad arricchire la struttura non poteva mancare la tipica arte scenografica e decorativa del Settecento. Muovendosi al suo interno, ci si imbatte nello Scalone d&rsquo;onore, che conduce agli Appartamenti Reali e alla Cappella Palatina. Quest&rsquo;ultima presenta una planimetria simile a quella di Versailles. Il primo piano del Palazzo era destinato agli Appartamenti Reali dei Borbone, ricchi di bassorilievi, stucchi, affreschi e pavimenti a intarsio: l&rsquo;ala nord-est, in particolare, era destinata alla regina; mentre al re e al principe ereditario era dedicato il versante meridionale. Dal 1921, col passaggio della propriet&agrave; del Palazzo dalla famiglia Savoia al patrimonio dello Stato italiano, gli Appartamenti Reali ospitano il Museo della Reggia di Caserta. Passando all&rsquo;esterno, protagonista &egrave; il Parco Reale, che il Vanvitelli non riusc&igrave; a vedere come lo possiamo ammirare noi oggi, per il sopraggiungere della morte. Internamente al Parco fu realizzato il Giardino Inglese, ricco di sementi provenienti da localit&agrave; come Capri, Maiori, Vietri, Gaeta e tante altre. Da qui, infine, si pu&ograve; accedere alla Reale Tenuta di San Silvestro, che ospita un&rsquo;Oasi del WWF.  A Carlo III succedette il figlio Ferdinando IV, che - cultore dell&rsquo;arte come il padre - nel 1782 commission&ograve; al figlio di Luigi Vanvitelli, Carlo, la Casina Vanvitelliana a Bacoli. La struttura, che si erge su due piani, era un cosiddetto casino di caccia. La pittoresca struttura, al suo interno riccamente decorata in stile Liberty e circondata da vetrate, sorge al centro del lago Fusaro, ed &egrave; collegata alla terraferma tramite un lungo ponte di legno. La posizione particolare e l&rsquo;aspetto fiabesco, da sempre captano l&rsquo;attenzione di personaggi illustri, molti dei quali, nei secoli, vi hanno persino soggiornato: Mozart, Rossini, lo zar Nicola I, Vittorio Emanuele III, il Presidente della Repubblica Einaudi, e tanti altri.       

Due opere di diversa importanza, ma ugualmente affascinanti, sulle orme degli architetti Vanvitelli, immerse tra le province di Napoli e Caserta

L'ammaliante Reggia di Caserta e la Casina Vanvitelliana

Forse qualcuno se lo sar&agrave; chiesto: possibile che, da Roma a Napoli (e viceversa), non esista un modo per divertirsi in moto, evitando 200 Km di noiosa autostrada? In effetti, se non si ha particolare fretta, un modo c&rsquo;&egrave;: 390 Km circa da godere lungo alcuni dei percorsi pi&ugrave; affascinanti tra Lazio, Abruzzo, Molise e Campania. Un itinerario perfezionato negli anni, fino a raggiungere il giusto equilibrio tra lunghezza, piacevolezza e tempo a disposizione.  DA ROMA A SORA: 140 KM CIRCA - Per comodit&agrave;, la descrizione del tragitto parte dalla Capitale, ma potr&agrave; essere percorso indifferentemente in entrambe le direzioni, con grande soddisfazione. Dal GRA (Grande Raccordo Anulare) si imbocca la SS5 Tiburtina (uscita 13) in direzione Tivoli. Questo primo tratto - un po&rsquo; noioso - servir&agrave; per scaldare le gomme e far fermentare la voglia di pieghe. Attraversando la cittadina di Tivoli, da cui si gode una splendida veduta su Roma, occorrer&agrave; prestare particolare attenzione nel proseguire sulla SS5 Tiburtina, seguendo le indicazioni per Avezzano, alla rotonda, appena oltre l&rsquo;ospedale. Subito dopo Tivoli, la SS5 cambia radicalmente faccia, proponendosi con un bel misto veloce, che diventa un vero spasso quando si giunge dalle parti di Arsoli.  SI PROSEGUE FINO A CARSOLI. Qui, dal centro abitato, occorre seguire le indicazioni, ben evidenziate, per i Colli di Monte Bove, semplicemente, una delle leggende curviformi pi&ugrave; elettrizzanti tra Lazio e Abruzzo. Al termine di questo bel passaggio a traffico zero, durante il quale si possono godere panorami emozionanti in un territorio selvaggio e remoto (attenzione agli animali allo stato brado, soprattutto durante le prime ore del giorno), si giunge soddisfatti a Tagliacozzo, splendida cittadina in territorio marsicano. Se non si ha fretta, si pu&ograve; dedicarle una sosta, alla scoperta dei suoi vicoli acciottolati e ricchi di storia. Altrimenti, si prosegue sulla Tiburtina in direzione Avezzano. Poco prima di raggiungere Scurcola Marsicana, si svolta a destra sulla SS579 in direzione Capistrello. Un tratto di strada piacevole da percorrere a qualsiasi andatura, in bilico tra la valle del Fucino e i monti sulla destra.  ARRIVATI A CAPISTRELLO, ADDOMINALI CONTRATTI E SI TORNA A BALLARE! Prestando molta attenzione a non imboccare la superstrada Avezzano-Sora,ci si infila sulla vecchia Strada Statale della Valle del Liri (SR82) che le corre affianco, raggomitolandosi in una miriade infinita di gustose curve, dal misto stretto a quelle pi&ugrave; veloci da afrontare in appoggio. Tutt&rsquo;attorno, paesini tranquilli e sonnolenti come Canistro, Civitella Rovereto e Morino, dove ogni cosa sembra aver preso le distanze dalla modernit&agrave;.  &nbsp;  DA SORA AD ALFEDENA: 75 KM CIRCA - Da Sora, si devono seguire le indicazioni per Opi-Forca d&rsquo;Acero che, dopo un primo tratto iniziale lungo la statale 666, porteranno sulla celebre SS509, universalmente nota a tutti i motociclisti col nome di &ldquo;strada di Forca D&rsquo;Acero&rdquo; (dall&rsquo;omonimo passo); sicuramente una delle vie d&rsquo;accesso pi&ugrave; suggestive al Parco Nazionale d&rsquo;Abruzzo, Lazio e Molise. Il nastro d&rsquo;asfalto si arrampica sulla montagna con fantastiche curve ad ampia carreggiata, caratterizzate da un gran bel grip, per la gioia dei piegatori incalliti. Ma come spesso accade, anche qui la scelta &egrave; ardua: guida d&rsquo;attacco o ritmi blandi per godersi i maestosi paesaggi tutt&rsquo;attorno? A voi la scelta.  GIUNTI IN CIMA AL PASSO, sulla sinistra si trova un piacevole punto di ristoro di cui approfittare, ne vale la pena! Il valico segna inoltre il passaggio di confine tra Lazio e Abruzzo. Oltrepassata la Forca, iniziea la discesa in picchiata che, in 12 chilometri, conduce alla cittadina di Opi, con la strada che si infila, dapprima, nel fitto del bosco, per poi aprirsi in una serie di curve da collezione e tornanti veloci: le famose &ldquo;curve di Dio&rdquo;. Da non perdere la bella veduta di Opi dall&rsquo;alto, morbidamente adagiata nel bel mezzo di una verde vallata.    RAGGIUNTA OPI, si prosegue in direzione Villetta Barrea. Qui il consiglio &egrave; quello di una sosta panoramica per ammirare l&rsquo;omonimo lago (nato nel 1951 dallo sbarramento del fiume Sangro), oltre ad una breve deviazione verso Civitella Alfedena, per visitare la famosa colonia di lupi, che vive recintata in stato di semi-libert&agrave;. Ma la strada da fare &egrave; ancora tanta, quindi, lasciata Villetta Barrea si prosegue sulla curvosa strada in direzione Alfedena, circondati dalla maestosa natura del Parco. VSi prosegue sempre dritto, finch&eacute;, nel centro abitato di Alfedena, non ci si trova davanti a un incrocio (letteralmente un muro) con una doppia indicazione (sia a destra che a sinistra) per &ldquo;Napoli&rdquo;. Si svolta a destra pronti per un&rsquo;altra bella cavalcata curvosa, in un ambiente suggestivo e solitario: solo tu e il rombo della tua moto. La strada &egrave; quella bellissima della Valle del Volturno.  &nbsp;  DA ALFEDENA AL LAGO MATESE: 80 KM CIRCA - Si continua a guidare col sorriso stampato sotto al casco fino a che - dopo aver imboccato la SS158 - non si raggiunge Colli al Volturno. Qui, cedete pure alla tentazione: fermarsi in uno qualunque dei punti di ristoro del centro abitato, lungo la strada principale (ndA, negli anni ne ho &ldquo;testati&rdquo; 3 o 4, tutti notevoli, difficile consigliarne uno) e darsi da fare con le incredibili prelibatezze locali, che pescano nella tradizione abruzzese/molisana, &egrave; sempre un&rsquo;ottima idea.  DA COLLI AL VOLTURNO si prosegue, sempre sulla SS158, fino a Montaquila, per poi svoltare in direzione Isernia-Campobasso e, subito dopo, per Caserta, fino a raggiungere Capriati al Volturno, da cui inizia la suggestiva salita tutte curve fino a Letino - Gallo Matese: asfalto non sempre perfetto, ma panorami che ricompensano adeguatamente. Giunti a Gallo Matese, si costeggia il lago con le sue acque azzurre per poi - dopo aver attraversato Letino - ci si lancia sul nastro d&rsquo;asfalto che raggiunge le sponde del Matese, le cui acque si riflettono improvvise sulla visiera del casco, grazie ad una spettacolare veduta dall&rsquo;alto. Veduta, che si apre inattesa, dopo una lunga serie di curve e saliscendi. Consiglio: raggiungete le sponde, avventuratevi con la moto fino a lambirne le acque e lasciatevi scuotere dentro da una caleidoscopica ondata di colori.  DAL LAGO MATESE A NAPOLI: 90 KM CIRCA - L&rsquo;ultima parte &ldquo;curvosa&rdquo; dell&rsquo;itinerario prevede la bella discesa dal lago Matese a Piedimonte Matese, con scorci, pieghe e passaggi stretti, mentre guidi letteralmente &ldquo;aggrappato&rdquo; al costone della montagna, con vista a perdita d&rsquo;occhio sulla sterminata vallata sottostante. Solo un po&rsquo; di traffico, nel week-end, a rovinare la festa: difficili i sorpassi, vista la scarsezza di rettilinei e la carreggiata decisamente angusta. Giunti a Piedimonte Matese, inizia la parte defatigante del giro, che si conclude, con un arrivo in surplace, a Napoli, dopo essersi lasciati alle spalle l&rsquo;imponente veduta dell&rsquo;acquedotto Luigi Vanvitelli, nei pressi di Maddaloni. Giunti a lambire il Capoluogo partenopeo, prima di fermarti, una puntatina alle falde del Vesuvio permetter&agrave; di gustarsi un tramonto cos&igrave;&hellip;    &nbsp;  DA NON PERDERE LUNGO IL PERCORSO...  # Una passeggiata alla scoperta del centro storico di Tagliacozzo. Ovunque, a partire dalla centrale piazza dell&rsquo;obelisco, scorci deliziosi tra i gorgoglii e le cascatelle del fiume Imele. Camminando per i suoi vicoli, &egrave; possibile scoprire piccole grandi storie, come quella di Don Gaetano Tantalo che, durante la seconda guerra mondiale, sfid&ograve; le leggi razziali e non esit&ograve; ad offrirsi come ostaggio ai tedeschi per salvare gli abitanti di Villavallelonga (piccolo centro della Marsica), accusati di far parte della Resistenza. Una targa lo ricorda sulla parete della parrocchia di San Pietro Apostolo, dove rimase fino alla morte. Potete trovare il suo nome ai piedi di un albero sul &ldquo;Viale dei Giusti&rdquo; a Gerusalemme. Nella parte alta della cittadina, la Chiesa di Santa Maria del Soccorso (le cui origini si perdono nel profondo medioevo) offre uno spunto per una piacevole passeggiata. Di fianco al portone, una base di marmo accoglie una dedica di ringraziamento a Dante Alighieri (apposta in occasione dei 600 anni dalla morte): il sommo poeta, infatti, ha reso celebre la cittadina citandola in un verso della Divina Commedia (&ldquo;e l&agrave; da Tagliacozzo ove senz&rsquo;armi vinse il vecchio Alardo&rdquo; Inferno XXVIII).    # Il centro storico di Villetta Barrea, con la bella vista sul lago. Da non perdere una piccola deviazione alla vicina Civitella Alfedena dove, nei pressi della sede del Parco Nazionale d&rsquo;Abruzzo, Lazio e Molise, &egrave; possibile visitare la famosa colonia di lupi, che vive recintata in stato di semi-libert&agrave;.  # Per gli amanti delle escursioni, uno delle tante possibilit&agrave; di trekking offerte dal Parco Nazionale d&rsquo;Abruzzo, Lazio e Molise, come ad esempio quelli (anche facili) che partono dalla nota localit&agrave; &ldquo;Camosciara&rdquo;.  # A Gallo Matese, nei pressi dell&rsquo;omonimo lago Gallo, interessante il caratteristico centro storico con diversi punti panoramici sul territorio circostante.  # Il lago Matese &egrave; il lago di natura carsica pi&ugrave; alto d&rsquo;Italia. In posizione suggestiva, ai piedi del monte Miletto (2.050 metri) che si riflette sulle sue acque, offre panorami splendidi in ogni stagione dell&rsquo;anno. Grazie ad alcuni sentieri percorribili con ogni genere di moto, &egrave; possibile raggiungere le sue sponde selvagge in sella e godersi attimi di autentico piacere.  # Lungo la vorticosa discesa dal lago Matese verso Piedimonte Matese, una sosta a Castello Matese, per ammirare i resti delle mura megalitiche sannitiche e le torri del castelo di epoca normanna. Diverse botteghe offrono ottimi spunti per apprezzare la gastronomia locale.  # Parcheggiare la moto e gironzolare attorno al maestoso acquedotto Luigi Vanvitelli, nei pressi di Maddaloni, alla ricerca del punto di osservazione pi&ugrave; spettacolare su questa immensa opera architettonica  &nbsp;  LA MOTO DELL&rsquo;ITINERARIO   Modello storico di casa Honda, icona del turismo sportivo, VFR800F offre il classico appeal di una moto dalla marcata personalit&agrave;. Un mezzo che conquista subito, sin dai primi chilometri. Elemento caratterizzante, &egrave; il vivace motore VTEC, con 4 cilindri a V, da 782 cm3, ben supportato da una ciclistica solida e da un&rsquo;elettronica mai invasiva. Nell&rsquo;uso mototuristico, piacciono le doti di comfort (che rendono comoda la vita a bordo sia al pilota che al passeggero), la buona capacit&agrave; di carico (per essere una sport-touring) e il grande divertimento di guida lungo i percorsi pi&ugrave; curvosi ed eccitanti... proprio come una sportiva vera. Ma stupisce anche la facilit&agrave; con cui il VFR800F riesce a cavarsela in situazioni particolari, in cui occorre una buona facilit&agrave; di gestione.    Honda VFR800F &egrave; disponibile presso le concessionarie Honda nell&rsquo;ultima evoluzione Plus, con le valigie laterali e il parafango posteriore a filo ruota di serie, al prezzo di 13.290 euro.  (foto di Diego D&#39;Andrea) 

Un itinerario lungo percorsi adrenalinici e territori affascinanti, per collegare i due capoluoghi senza mai mettere le ruote in autostrada

In moto da Roma a Napoli, solo curve!

Anche quest'anno &egrave; arrivato il periodo dei temutissimi e sovraffollati raduni invernali. Freddo,&nbsp;neve e gelo polare vi aspettano ai vari Elefanten e Agnellotreffen.  Per quelli a cui per&ograve; non importa nulla raccontare di notti insonni, trasferte da incubo e scomodit&agrave; varie esiste un'alternativa da ormai 16 anni.  27, 28 Febbraio e 1 Marzo nella&nbsp;splendida cornice e invidiabile clima della Penisola Sorrentina e Amalfitana avr&agrave;, come sempre, luogo il Furbinentreffen: non dimenticate le date &nbsp;perch&eacute; in questi giorni potrete tranquillamente partecipare a un motoraduno che come divertimento e passione non ha nulla da invidiare agli altri e in pi&ugrave; non disdegna qualche comodit&agrave;.  Pernottamento in albergo, percorsi eno-gastronomici, specialit&agrave; del territorio, cacce al tesoro motociclistiche e bellezze locali... Questi alcuni degli ingredienti del Furbinen.  La notte del&nbsp;31 dicembre, come da tradizione, partiranno le iscrizioni: quindi preparatevi perch&eacute; chi "primo arriva meglio alloggia!".  Per le prenotazioni e le informazioni sul programma visitate il sito: www.furbinentreffen.it.  &nbsp;  Giulia Cassinelli  [gallery ids="15677,15678,15679,15680"]

La Penisola Sorrentina sar&agrave; teatro anche quest'anno del Furbinentreffen: il motoraduno invernale per chi oltre al divertimento non disdegna la comodit&agrave;

Furbinentreffen 2015

Da oltre dieci anni la Penisola Sorrentina &egrave; meta invernale del Furbinentreffen, raduno alternativo al pi&ugrave; celebre ma pi&ugrave; gelido Elefantentreffen. Quest&rsquo;anno si svolger&agrave; dal 24 al 26 febbraio (www.furbinentreffen.it). Ottima occasione per dare un&rsquo;occhiata in zona. L&rsquo;attacco alla celebratissima Costiera Amalfitana (SS163) avviene da Salerno (A30 o A3). Dopo il Duomo col suo Museo, il castello normanno di Arechi, l&rsquo;acquedotto medievale, la pittoresca via Mercanti e la passeggiata sul bellissimo lungomare, si comincia salendo le prime pendici dei Monti Lattari con uno dei panorami pi&ugrave; suggestivi sulla citt&agrave; ed il suo golfo. A Vietri sul Mare, famosa per le ceramiche, parte l&rsquo;avventura. La carreggiata si stringe e spesso si trasforma in budello appeso agli scogli, con vedute sempre spettacolari e grandi emozioni. Si procede senza stress velocistici, per altro impossibili, toccando Maiori, poi Minori, Atrani - uno dei borghi pi&ugrave; fotogenici di tutta la costiera - e infine Amalfi. Prima di Atrani immancabile la deviazione per Ravello (5 km a monte, SS373), &ldquo;balcone&rdquo; della Costiera. Non si manchi di visitare il Duomo, l&rsquo;orto botanico di villa Cimbrone (www.villacimbrone.com) e gli splendidi giardini pensili di Villa Rufolo, originari dell&rsquo;XI secolo (www.villarufolo.it). Ad Amalfi, invece, immancabili il Duomo, il Museo degli Arsenali dell&rsquo;antica Repubblica Marinara, il Chiostro Paradiso, il Museo della Carta. Superato pi&ugrave; avanti il Capo di Praiano, si giunge in vista di una cascata di case colorate che scende fino al mare: Positano. Capitale della moda costiera. Ci si spinga fino agli scogli della Torre Saracena, dove la leggenda vuole cantassero le sirene di Ulisse. Dieci km avanti sulla statale, giriamo quindi a sinistra al bivio della SS145 che prende a salire il rilievo interno, raggiungendo S.Agata dei due Golfi, spartiacque del Promontorio. Sul crinale si gode la vista delle due costiere e dei due Golfi, di Napoli e di Salerno, in un unico colpo d&rsquo;occhio. Sul versante del Golfo di Napoli, si scivola in poche curve a Sorrento, coi suoi mille scorci intriganti. Da S.Agata &egrave; infine possibile raggiungere con la provinciale 291, e poi a piedi, il punto panoramico estremo della Costiera: Punta Campanella, dichiarato parco marino (www.puntacampanella.org). Ma attenzione, la strada &egrave; stretta!  