Il celebre maestro della cucina ha scelto scrupolosamente i dettagli per la sua moto e il Centro Stile Ducati l'ha "customizzata": telaio interamente nero, serbatoio rosso fiammante, accessori in carbonio e scarico Ducati Performance 

Diavel 1260 S, la Ducati di Massimo Bottura - LE FOTO

Massimo Bottura non &egrave; solo lo chef di Osteria Francescana, ristorante modenese nominato nel 2016 e nel 2018 migliore al mondo da The World&rsquo;s 50 Best Restaurants. Massimo Bottura &egrave; anche un grande appassionato delle due ruote e, come ogni emiliano DOC, oltre ad avere nel DNA l&#39;amore viscerale per la sua terra, ha un debole per le Ducati e per il Made in Italy. Allo stesso modo in cui sceglie gli ingredienti per i suoi piatti, lo chef ha scelto la Casa di Borgo Panigale per farsi realizzare una moto custom, partendo dal nuovo Diavel 1260 S.    IL CENTRO STILE DUCATI ha realizzato cos&igrave; la moto personalizzata di Massimo Bottura, il quale ha scelto scrupolosamente ogni singolo dettaglio per la sua due ruote: la ricerca &egrave; stata meticolosa affinch&eacute; questo autentico gioiello rispecchiasse il temperamento vulcanico che caratterizza lo chef stellato. Il telaio &egrave; interamente nero, il serbatoio &egrave; di un color rosso fiammante sul quale campeggia la scritta &ldquo;Lady Day&rdquo;, una delle sue canzoni preferite, gli accessori sono in carbonio e lo scarico scelto &egrave; il Ducati Performance.  DETTAGLI UNICI - Non &egrave; tutto qui: per distinguersi dalle altre moto, al Diavel 1260 S di Massimo Bottura &egrave; stata aggiunta la sella su cui sopra &egrave; stata ricamata la firma dello chef. Inoltre, nel sottosella e nella targhetta brillano le tre stelle Michelin della sua cucina. Le prime foto di questa meraviglia su due ruote sono state scattate a Casa Maria Luigia, la nuova guest house aperta dallo Chef nella campagna modenese. 

Il patron dell&#39;Osteria Francescana, nominata miglior ristorante al mondo nel 2016 e nel 2018 da The World&rsquo;s 50 Best Restaurants, ha scelto meticolosamente i dettagli per la sua moto custom. Il Centro Stile Ducati ha realizzato un perfetto connubio fra design innovativo e carattere deciso

Massimo Bottura e Ducati: un Diavel 1260 S personale per lo chef

        La prossima edizione del Dolomiti Ride si svolger&agrave; dal 28 al 30 giugno a Campitello di Fassa, ma questo ve lo abbiamo gi&agrave; annunciato (leggi qui).  Adesso arrivano le prime anticipazioni sul programma e sui personaggi che saranno presenti all&rsquo;evento organizzato da Yamaha&nbsp;con l&rsquo;obiettivo di regalare intrattenimento, divertimento e live experience. I MOTORI - A rendere ancora pi&ugrave; esclusiva questa tre giorni,&nbsp;la presenza di diversi personaggi, come il pilota della Supebike&nbsp;Marco Melandri, il vincitore dell&rsquo;Africa Eco Race&nbsp;Alessandro Botturi,&nbsp;il campione di sci&nbsp;Giorgio Rocca&nbsp;e altri ospiti esclusivi. IL CAMPIONE DIGITALE &ndash; Si potr&agrave; sfidare il campione del mondo MotoGp eSport&nbsp;Lorenzo Daretti, che corre su Playstation, con due numeri: il 58, quello che lo sfortunato Simoncelli portava sulla sua moto. "E nel mio cuore e mai se ne andr&agrave;",&nbsp;ha detto in un&rsquo;intervista. E il 73, o meglio Trastevere73, il suo nickname, che poi l&rsquo;anno di nascita di suo padre e il suo primo account per consolle. MUSICA - Ad animare il palco ci saranno le performance live dei&nbsp;Painkillers&nbsp;e il Motori e musica&nbsp;i due ingredienti principali che metteranno in scena per la prima volta la filosofia&nbsp;Two Yamahas, One Passion&nbsp;che unisce le persone attraverso le emozioni. Un appuntamento pensato per celebrare sia gli amanti delle due ruote, senza distinzione di marchio, sia chi vuole vivere un momento di relax all&rsquo;aria aperta nello spettacolare teatro della&nbsp;Val di Fassa. Un evento che non mette confini d&rsquo;et&agrave;, adatto alle famiglie, alle coppie, quanto ai viaggiatori solitari o agli instancabili sognatori. Tutti potranno trovare la sfumatura adatta ai propri gusti per trascorrere una tre giorni al top. Al&nbsp;Dolomiti Ride Village&nbsp;ci si potr&agrave; cimentare con le proprie capacit&agrave; musicali all&rsquo;interno dei corsi di chitarra elettrica, batteria e canto della&nbsp;Yamaha Music School,&nbsp;con il supporto degli insegnanti qualificati di Yamaha Music; farsi coinvolgere dall&rsquo;animazione e dalle note di&nbsp;Virgin Radio con la presenza di DJ Ringo; scatenare il proprio animo rock sotto il main stage durante i concerti;&nbsp;gran finale il sabato affidato agli&nbsp;Harry&amp;B. E per chi vuole gustarsi le performance degli artisti, ci sar&agrave; un&rsquo;area food dedicata davanti al palco. TEST RIDE - Le emozioni continuano con la prova dell&rsquo;attesa&nbsp;T&eacute;n&eacute;r&eacute; 700&nbsp;e con tutta la gamma Yamaha. Qui programma e prenotazioni. &nbsp;  &nbsp; &nbsp; &nbsp;       

Da 28 al 30 giugno appuntamento in Val di Fassa con la tre giorni targata Yamaha all&rsquo;insegna del buonumore. Ci saranno anche Ringo DJ e Lorenzo Daretti campione del mondo MotoGp eSport

Anche Melandri e Botturi al Dolomiti Ride

Una selezione delle immagini pi&ugrave; spettacolari del campione italiano pi&ugrave; famoso dei grandi rally raid sul deserto&nbsp;e vincitore dell&#39;Africa Eco Race 2019

Alessandro Botturi in azione - FOTO

Quando lo incontriamo, a pochi chilometri dalla sua Lumezzane (centro industriale lombardo di 22.000 anime immerso nella Val Trompia) ha appena finito un allenamento in bici di un centinaio di chilometri e una sessione di pesi in palestra. A 43 anni, Alessandro Botturi non ha nessuna intenzione di &quot;rallentare&quot; e appendere il casco al chiodo. Lo capiamo bene, poco dopo, davanti a una pizza ricca di carboidrati utili per la preparazione fisica, mentre ci racconta dei suoi ottimi risultati nelle gare di mountain bike e delle prossime sfide nel deserto in sella alla sua Yamaha. Di queste ultime, della differenza tra i raid in Africa e in America e degli ultimi successi (come la vittoria dell&#39; Africa Eco Race 2019), ne parliamo in un&#39;intervista pubblicata sul numero di aprile di InMoto in edicola in questi giorni.&nbsp; Quello che seguir&agrave; &egrave; uno spaccato del &quot;Bottu&quot; poco pilota e molto uomo. Il lato personale del campione. Uscito fuori, non a caso, durante una chiacchierata fatta intorno al tavolo di casa della mamma scomparsa da pochi mesi e alla quale Alessandro era fortemente legato. Una casa diventata negli anni il &quot;quartier generale&quot; del figlio-campione, piena zeppa di coppe, trofei e ricordi di una carriera importante.    - Come ti prepari fisicamente a rally come l&#39;Africa Eco Race o la Dakar? &quot;La preparazione &egrave; diversa rispetto all&#39;enduro. In quest&#39;ultima specialit&agrave; &egrave; necessario avere un feeling particolare con la moto perch&eacute; ti giochi il risultato in pochi secondi mentre nei rally devi riuscire soprattutto a capire il ritmo che puoi tenere per 400 km e 5 o 6 ore di guida. Devi avere resistenza ed essere al top fisicamente: io percorro 6000 km in mountain bike durante l&#39;anno, ma faccio anche palestra e un po&#39; di motorally. Se non sei abituato a queste gare, il primo anno ti frega la tensione, perch&eacute; passare da una speciale di 15 minuti a 6 ore di gara, mantenendo il corpo il pi&ugrave; rilassato possibile, non &egrave; facile. La gestione &egrave; fondamentale, non puoi partire a tutta perch&eacute; poi durante la seconda settimana rischi di calare fisicamente. In tanti cadono e si ritirano perch&eacute; il fisico ne risente e si abbassa anche il livello di concentrazione. Sei sempre in tiro e quando arriva la stanchezza non vedi i pericoli... e voli via&quot;.    - Sembra diverso anche l&#39;approccio umano, tra enduro e rally. &quot;Nel mondo dei rally c&#39;&egrave; tanta umanit&agrave;. Ho corso nell&#39;enduro fino al 2011 ed ero un&#39;altra persona: mi allenavo e correvo, il mio mondo ruotava tutto intorno a questi due aspetti e fare altro mi pesava molto. Da quando sono passato ai rally sono cambiato: dedico il mio tempo anche agli altri, per esempio alla mototerapia con i bambini del reparto di oncologia pediatrica gestito dal Dottor Porta, all&#39;ospedale di Brescia. Adesso sono contento, sereno e realizzato, mi piace stare in questo mondo perch&eacute; mi arricchisce, ha aperto il mio orizzonte e ha cambiato la mia mentalit&agrave;&quot;.&nbsp;  - Come passi il tempo, mentalmente, mentre fai allenamenti cos&igrave; lunghi? &quot;Esco parecchio in bici ma mi il mio obiettivo &egrave; dosare le forze, controllandomi per abituare la testa a gestire gli sforzi. Se devo affrontare una salita di 10 km, mi concentro sulle pedalate, circa 70 al minuto, e penso solo a quelle&quot;.    - E in gara, quando sei in moto per 6 ore al giorno, a cosa pensi? &quot;Se parti davanti, devi aprire il tracciato e non hai riferimenti, sei concentrato sempre e solo su quello. Devi guardare lontano e riuscire a disegnare mentalmente una linea il pi&ugrave; retta possibile, prima di affrontarla. Non puoi correggere sempre la traiettoria, andando a zig zag e non puoi agitarti. Se prendi un riferimento ti concentri su quello. Finito un pezzo impegnativo, magari hai 15 km di sterrato facile e allora si, inizio a pensare. Soprattutto al passato, a cosa ho fatto nella mia vita. Penso agli amici che non ci sono pi&ugrave; e ai momenti belli che abbiamo passato insieme&quot;.  - Non soffri di solitudine quando sei in mezzo al deserto? &quot;No, anzi. Provo un grande senso di libert&agrave;. Soffro molto il chiuso, in ascensore entro a fatica, sono claustrofobico. Nel deserto mi sento un leone, mi sento all&#39;interno del mio ambiente&quot;.&nbsp;    - Ti capita, nei momenti difficili o in quelli belli, di parlare con la tua Yamaha? &quot;No, mai. Alla fine &egrave; un mezzo che mi fa divertire ma non la umanizzo. Anche perch&eacute; durante la carriera mi &egrave; capitato di cambiare tante moto e non ho dato loro un&#39;anima. Mi piace molto prepararle, trovare la giusta posizione in sella, regolare la frenata e tutto ci&ograve; che mi permette di utilizzarle al meglio ma non mi affeziono mai&quot;.&nbsp;  - C&#39;&egrave; stata una tua moto preferita? &quot;Mi piace da matti guidare ma non sono legato alla moto. Se devo fare una gita lunga, &egrave; indifferente per me salire su una Supert&eacute;n&eacute;r&eacute; o su una MT07. L&#39;importante &egrave; andare. Una delle ultime moto che ho guidato con gusto &egrave; stata la T&eacute;n&eacute;r&eacute; 700 perch&eacute; ho avuto la fortuna di provarla per molti chilometri all&#39;Hardalpitour. Non ho contribuito alla sua realizzazione ma in futuro mi piacerebbe dedicarmi allo sviluppo dei nuovi prodotti. Moto, abbigliamento o accessori che siano&quot;.    - Qual &egrave;, secondo te, il segreto del successo delle enduro stradali sul mercato? &quot;Sono per tutti. Con le limitazioni di velocit&agrave; del codice della strada, quelle strutturali e di comfort, perch&eacute; dovresti comprarti una supersportiva? Una on-off &egrave; una moto a 360 gradi e in molti possono permettersela: anche chi la sognava da ragazzo e adesso vuole iniziare a divertirsi a 40 anni. Sono perfette per gli sterrati facili, per andare in ufficio o per le gite con le mogli. Sono il il presente e sopratutto il futuro&quot;.  &nbsp;- A proposito del futuro, cosa pensi dell&#39;elettrico nel fuoristrada? &quot;Stiamo andando verso quella direzione anche in campo motociclistico, purtroppo. Dico cos&igrave; perch&eacute; io sono figlio dei 2 tempi: l&#39;Aprilia RX, la Tuareg... quanti ricordi! Compravo i getti, il carburatore maggiorato, la marmitta a espansione grazie ai soldi dei miei genitori, ai quali raccontavo la bugia che i vigili mi fermavano per dirmi che la mia, originale, era ormai usurata e da sostituire. Senza rumore e senza odorini, in futuro mi salir&agrave; una botta di malinconia&quot;.  - Prima di diventare pilota hai giocato a rugby ad alti livelli. Quanto ti sono serviti gli scontri in campo, nella tua carriera motociclistica? &quot;Le botte prese in passato mi hanno aiutato molto. Io ero abituato a darle e a prenderle sul campo e ma poi uscivo ed ero pronto per una birra da bere tutti insieme. Anche negli allenamenti, divisi in due squadre, capitava di alzare le mani con un compagno ma la cosa iniziava e finiva l&igrave;, in quel quadrato. Tanti miei avversari nelle moto non mi hanno capito, all&#39;inizio: se arrivavo primo o secondo, scherzavo indifferentemente con chi mi aveva preceduto e con chi mi era finito alle spalle: in molti pensavano che li prendessi in giro e a volte neanche mi guardavano. Ci ho messo un po&#39; a fargli capire che ero fatto cos&igrave;&quot;.&nbsp;    - Cosa ti ha insegnato, il rugby? &quot;A riderci su, sempre. Se ti va male una gara e quando finisci ci rimugini troppo sopra, non fa bene ne a te ne a chi ti sta intorno. Il rugby mi ha insegnato a staccare subito e a trovare sempre l&#39;aspetto positivo di ogni cosa che faccio, anche se si rivela negativa. Un esempio? Quando salivo su moto considerata &quot;scarsa&quot;, non mi facevo influenzare dalle parole di chi l&#39;aveva guidata prima o dei detrattori: per me era la migliore del mondo e cercavo di mettermela a posto e andare il pi&ugrave; forte possibile&quot;.&nbsp;  - A Lumezzane, patria del fuoristrada, ti considerano un idolo... &quot;Dopo oltre 20 anni di carriera tra enduro e rally, con i risultati che ho ottenuto, sono diventato un po&#39; un personaggio. Ma questa &egrave; terra di passione per le due ruote ed &egrave; stato molto facile entrare nel cuore della gente. Davanti casa mia passarono la Sei Giorni del 1997, il mondiale del 1990 e tante altre gare importanti. Io rimanevo ore a veder sfilare tutti quei campioni, con la mia bandierina ben stretta in mano. A 15 anni, i miei mi hanno regalato il primo motorino mentre a 16 ero il ragazzo pi&ugrave; felice del mondo con la mia YZ 125 rosa. A quei tempi, qui a Lumezzane, i giovani sognavano solo la moto da cross o da enduro. Tutti i miei amici ne avevano una e ognuno di noi comprava un modello di una Casa diversa: io avevo la Yamaha, Giorgio la Kawasaki, Mario la KTM, Flavio che abitava qui di fronte la Honda, Poldo la KTM... sono stati anni fantastici&quot;.    - Cosa ti &egrave; mancato, finora? &quot;Niente, sto avendo una carriera bellissima e sono riuscito a vincere e a salire sul podio in specialit&agrave; differenti e lontane l&#39;una dall&#39;altra. Anche grazie al fatto che quando finisce un capitolo, mi concentro solo ed esclusivamente su una nuova avventura. Tanti miei avversari che hanno vinto molto solo in una, poi non sono riusciti a replicare nelle altre e questo &egrave; un motivo di grande soddisfazione per me&quot;.  &nbsp;  BIOGRAFIA Nome: Alessandro Cognome: Botturi Data di nascita: 12/7/1975 Luogo di nascita: Brescia Famiglia: sposato con Loredana, padre di Giorgio e Daniele&nbsp; Prima gara disputata: 1992, Cerete (VR) Palmares: 9 titoli italiani enduro, 2 Sei Giorni a squadre, 2 Sardegna Rally, Africa Eco Race, Transanatolia, Merzouga, podi al Superenduro e Hell&#39;s Gate Hobby: moto e ciclismo Musica preferita: Jovanotti, Ligabue, Vasco Rossi Piatto preferito: lasagne Sogno: gi&agrave; realizzato, correre in moto da professionista 

Sul numero di aprile di InMoto, in edicola in questi giorni, abbiamo chiesto al campione fuoristrada il suo punto di vista esperto e privilegiato sui grandi raid africani e americani, attraverso un&#39;intervista incentrata sullo sport. Di seguito, invece, il lato pi&ugrave; personale di uno dei simboli del nostro motociclismo degli ultimi 20 anni

Alessandro Botturi, l&#39;intervista &quot;umana&quot;

        Alessandro Botturi ha portato sul gradino pi&agrave; alto del podio dell&rsquo;Africa Eco Race il nuovo brand di Tucano Urbano dedicato ai professionisti e agli appassionati dell&rsquo;adventouring. &nbsp;&ldquo;Siamo molto felici che la storia di T.ur si apra con un successo in un grande rally africano. Con il &lsquo;Bottu&rsquo; si &egrave; creato da subito un grande feeling&rdquo;, ha commentato Diego Sgorbati CEO di Tucano Urbano. &ldquo;Crediamo che anche il nostro equipaggiamento abbia contribuito a dargli la sicurezza, la versatilit&agrave; e il confort necessari per affrontare gare cos&igrave; lunghe e impegnative&rdquo;. L&rsquo;EQUIPAGGIAMENTO &ndash; Fornito dell&rsquo;abbigliamento e i guanti T.ur, il pilota ufficiale&nbsp;Yamaha ha imposto fin dalla prima tappa il proprio ritmo al rally africano disputato sulle tracce della storica e massacrante Parigi-Dakar. La gamma completa dell&rsquo;abbigliamento e degli accessori T.ur sar&agrave; esposta al Motor Bike Expo, in programma a Veronafiere dal 17 al 20 gennaio. La manifestazione veronese sar&agrave; anche un&rsquo;occasione per festeggiare la vittoria del pilota di Lumezzane: per i suoi tifosi l&rsquo;appuntamento &egrave; sabato pomeriggio dalle ore 15.30 allo stand T.ur, (Pad. 6, stand 18S).  La prossima sfida di Alessandro Botturi, invece, sar&agrave; il Campionato Italiano Motorally.&nbsp;       

Il campione bresciano si &egrave; aggiudicato l'estenuante competizione africana e festegger&agrave; la vittoria al Motor Bike Expo insieme al nuovo brand di Tucano Urbano

T.ur trionfa all’Eco Race con Botturi

        E T.ur, il nuovo brand di Tucano Urbano dedicato all&rsquo;adventouring sar&agrave; al fianco di Alessandro Botturi per le stagioni 2019 e 2020. Si prospettano due anni di dure prove, in cui Botturi avr&agrave; modo di indossare l&rsquo;abbigliamento T.ur in gara e nel dopogara e di supportare il reparto Ricerca&amp;Sviluppo nella sua costante progettazione di prodotti sempre pi&ugrave; all&rsquo;insegna della qualit&agrave;, dello stile e della passione.&nbsp;&nbsp; Il sodalizio tra T.ur e Botturi prender&agrave; il via, in sella a una Yamaha WR450 F, il 30 dicembre, con l'undicesima edizione dell&rsquo;Africa Eco Race, che quest'anno promette di essere ricordata come la pi&ugrave; dura di sempre, con piste inedite e molti chilometri fuoripista.&nbsp; &ldquo;Sono molto contento di entrare a far parte della famiglia Tucano Urbano con il nuovo marchio T.ur, un marchio che far&agrave; parlare molto nel mondo dell&rsquo;adventouring&rdquo;, &egrave; il commento di Alessandro Botturi. &ldquo;Ho molta stima e rispetto per Diego Sgorbati, per i suoi collaboratori e per tutto quello che hanno costruito in pochi anni. Tanto pi&ugrave; che T.ur &egrave; un marchio italiano e di questo sono veramente fiero&rdquo;. PASSIONE E COMPETENZA - &ldquo;Siamo onorati che un pilota con l&rsquo;esperienza e le capacit&agrave; di Botturi abbia sposato il progetto T.ur.&rdquo;, ha detto Diego Sgorbati, Ceo di Tucano Urbano. &ldquo;Alessandro &egrave; un pilota la cui passione per la moto non si esaurisce nelle gare, ma &egrave; quella genuina di un vero motociclista. Inoltre, ha da subito dimostrato grande competenza tecnica sul prodotto; quindi con lui entra nella squadra T.ur un tester di altissimo livello che potr&agrave; fornire preziose indicazioni per lo sviluppo dei nuovi prodotti&rdquo;. IL MARCHIO - T.ur &egrave; un marchio di abbigliamento e accessori moto sviluppato per accompagnare i motociclisti pi&ugrave; esigenti nei viaggi e nelle avventure su due ruote. Nato dall&rsquo;esperienza ventennale di Tucano Urbano, T.ur mette a disposizione dei viaggiatori prodotti altamente specializzati, puntando su qualit&agrave;, confort termico ed ergonomico, e protezione certificata CE. &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp;       

Il nuovo brand di Tucano Urbano dedicato all'adventouring accompagner&agrave; il campione di enduro per le prossime due stagioni, a partire dalla prossima Africa Eco Race

T.ur con Alessandro Botturi

        Da quando il progetto T7 &egrave; stato rivelato, ha suscitato attenzione e curiosit&agrave;, anche di piloti.&nbsp; Per questo Yamaha ha creato T&eacute;n&eacute;r&eacute; 700 World Raid, un prototipo che viene utilizzato per sviluppare le specifiche definitive dl modello di serie. E cosa c&rsquo;&egrave; di meglio che un viaggio intorno al mondo per saggiare le capacit&agrave; di una moto adventure? E&rsquo; nato cos&igrave; il World Raid Tour, con team di piloti Yamaha che sta affrontando numerosi palcoscenici, permettendo ai fan Yamaha di Nord e Sud America, Australia, Africa ed Europa di vedere, provare e sentire come va il nuovo prototipo. IN ITALIA C&rsquo;E&rsquo; BOTTURI - Ora il T&eacute;n&eacute;r&eacute; 700 World Raid 2018&nbsp;si prepara ad arrivare in Italia in occasione della manifestazione HAT &ldquo;Hardalpitour&rdquo;, un evento del quale Yamaha &egrave; sponsor per il terzo anno consecutivo e che vede coinvolti anche piloti di livello internazionale che s&rsquo;impegneranno su tracciati sterrati e strade rocciose delle Alpi italiane (leggi qui).&nbsp; Per la tappa italiana la T&eacute;n&eacute;r&eacute; 700 World Raid sar&agrave; guidata da&nbsp;Alessandro Botturi&nbsp;insieme a&nbsp;Ottavio Missoni e Manuel Lucchese&nbsp;in sella alla&nbsp;Yamaha Super T&eacute;n&eacute;r&eacute; 1200. Inoltre&nbsp;il Motoclub T&eacute;n&eacute;r&eacute; Italia,&nbsp;ufficiale Yamaha, schierer&agrave; i propri team sia nella Classic che nella versione Extreme.       

Dal 7 al 9 settembre, durante la HAT Hardalpitour, appuntamento con l'evento internazionale Yamaha, nato per mettere alla prova il prototipo della sua nuova moto adventure

Botturi guiderà il Ténéré 700 World Raid

Il Sardegna Legend Rally &egrave; un evento di navigazione pura in fuoristrada: una grande scuola propedeutica alla partecipazione ad un &quot;vero&quot; rally. Il percorso e i road book sono elaborati dagli stessi responsabili del percorso del Sardegna Rally Race.  Del Mondiale, il &quot;Legend&quot; ha lo stesso DNA, ma un minor coefficiente di difficolt&agrave;. Programmato sulla distanza di 3 tappe, il Sardegna Legend Rally &egrave; un evento &ldquo;Crossover&rdquo;: manifestazione non competitiva, da vivere dunque in un&rsquo;atmosfera pi&ugrave; rilassata rispetto a quella del Sardegna Rally Race. Ai bivacchi si sostituiscono gli ormai famosi punti di ristoro e la &ldquo;premiazione&rdquo; &egrave; una grande festa finale con barbecue. I partecipanti ammessi sono non pi&ugrave; di 120-150 seconda dei tracciati.  Tre giorni alla scoperta della Sardegna nascosta, tanti chilometri e tante ore in moto, sui percorsi tracciati con cura certosina dallo staff di Bike Village, capitanata da Antonello Chiara.  Chilometri di piste che prendono forma dai disegni del road-book. E&rsquo; il sogno di ogni appassionato di fuoristrada e di rally, ma da dodici anni &egrave; una realt&agrave; alla portata dei 150 fortunati che dal 13 al 15 ottobre saranno al via del &ldquo;Sardegna Legend Rally&rdquo;.  IL MEETING POINT - La base della dodicesima edizione sar&agrave; il collaudato Hotel Saraceno di Arbatax, struttura affacciata su uno dei panorami pi&ugrave; belli dell&rsquo;isola. Da qui partiranno e arriveranno le tre tappe del rally non competitivo, nello spirito creato e affinato negli anni che ha portato il Legend ad essere un appuntamento per gli appassionati. Chilometri e chilometri da affrontare ogni giorno: il Legend non &egrave; una passeggiata, ma fortunatamente ogni giornata &egrave; inframezzata dall&rsquo;immancabile punto di ristoro, la m&egrave;ta pi&ugrave; ambita della tappa, per gustare le specialit&agrave; della gastronomia sarda.  BOTTURI IN CATTEDRA - Non poteva mancare all&rsquo;edizione 2017 il vincitore del Sardegna Rally Race dello scorso giugno, Alessandro Botturi, che al Legend non penser&agrave; solo ad affinare la sua preparazione per la prossima Dakar. Il bresciano sar&agrave; infatti a disposizione dei partecipanti per un corso di navigazione nei tre giorni del Legend. Un&rsquo;occasione unica per carpire qualche segreto da un grande campione e per migliorare le proprie doti di lettura ed interpretazione del road book.  CARLOS CHECA - Il grande campione spagnolo sar&agrave; presente al Sardegna Legend Rally. Checa ama molto quest&rsquo;isola, ha corso anche la gara Mondiale nelle sue varie &ldquo;scorribande&rdquo; fuoristradistiche e ormai &egrave; un &ldquo;vecchio&rdquo; amico di Bike Village e dei suoi eventi.  ASSISTENZA - Goldentyre fornir&agrave; il servizio di assistenza pneumatici.  Qui maggiori informazioni. 

Appuntamento dal 13 al 15 ottobre con la dodicesima edizione del rally per amatori. Alessandro Botturi in cattedra per un corso di navigazione, e c&#39;&egrave; anche Carlos Checa

Sardegna Legend Rally

        &Egrave; giunta alla sua ottava edizione la Hardalpitour, maratona su due ruote non competitiva con percorsi on/off divenuta, negli anni, tappa fissa per tutti gli amanti dell'Adventouring. L&rsquo;appuntamento &egrave; dal 9 all&rsquo;11 settembre, sulle Alpi Occidentali, per un fine settimana di sfide estreme. Yamaha, in qualit&agrave; di main partner, schiera un proprio team ufficiale capitanato dal bresciano Alex Botturi del Team Yamaha Factory Racing. Numerosi motociclisti provenienti da tutta Europa in sella a mezzi mono/bicilindrici dallo spirito Adventure con peso superiore ai 150 kg. A guidarli saranno la passione per il turismo in moto estremo, al di fuori di ogni obiettivo agonistico, e l&rsquo;impegnativa maratona di guida, con ride diurni e notturni tra strade asfaltate e terreni sterrati. La Casa di Iwata, confermando ancora una volta la propria vocazione per il mondo delle due ruote Adventure, schierer&agrave; nella categoria Classic (550 km circa di cui 60% su sterrato) un proprio team ufficiale guidato dal dakariano Botturi su XT1200Z Super T&eacute;n&eacute;r&eacute;. Al suo fianco saranno presenti il giornalista ed ex pilota off-road Roberto Ungaro, pure lui in sella all&rsquo;iconica bicilindrica, e Filippo Bassoli, amministratore delegato di Deus Ex Machina Italy e grande appassionato d&rsquo;enduro, che utilizzer&agrave; uno dei tre esemplari esistenti dello storico enduro a trazione integrale TT600R. Sar&agrave; presente anche il Club Ufficiale Yamaha T&eacute;n&eacute;r&eacute; Italia con un proprio team di appassionati.  Si partir&agrave; da Garessio, in provincia di Cuneo, con arrivo al Sestriere, in provincia di Torino, dove sar&agrave; possibile visitare gli HAT Village e condividere la propria passione per l&rsquo;Adventouring targato tre diapason. www.yamaha-motor.it       

In programma dal 9 all'11 settembre la "Hat", maratona a due ruote non competitiva sulle Alpi Occidentali dedicata al mondo dell'Adventouring

Hardalpitour: c’è anche Botturi

Ad EICMA protagonisti e ricercati per selfie e autografi di rito Alessandro Botturi e il duo Alex Lowes&nbsp;/ Sylvain Guintoli&nbsp;del nuovo &ldquo;Pata Yamaha Official World SBK Team&rdquo;&nbsp;impegnati nel 2016 nel Mondiale Superbike.  Il 2016 segna infatti il ritorno ufficiale della Casa di Iwata nella competizione pi&ugrave; importante per le derivate di serie con la nuova e rivoluzionaria YZF-R1, direttamente sviluppata dalla tecnologia MotoGP di Yamaha, che quest&rsquo;anno ha gi&agrave; mostrato tutto il suo potenziale trionfando, tra gli altri, nel Campionato BSB e nella leggendaria 8 Ore di Suzuka.  (Nella foto in evidenza: EICMA: Guintoli e Lowes nello stant Yamaha)    &nbsp;

A EICMA, allo stand Yamaha c'erano Botturi, Lowes e Guintoli. Presentati i nuovi programmi della stagione

Bagno di folla per il team Yamaha

Il Merzouga parte il 10 ottobre con i team ufficiali KTM e Yamaha, ma anche tanti amatori&#8236;.  Partiranno da tutta Europa anche i mezzi per il Marocco. Il rally ideato da Edo Mossi si &egrave; fatto&nbsp; internazionale: ben 25 nazioni rappresentate ed oltre 130 concorrenti al via.  Alessandro Botturi, Xavier Richard De Soultrait e Adrien Van Beveren saranno i portacolori del team Yamaha Racing. Per il &ldquo;Bottu&rdquo;, si tratta di un ritorno, mentre sono al debutto al MR i francesi Van Beveren, lo specialista delle corse su sabbia dal Touquet all&rsquo;Enduro del Verano, e De Soultrait.  Il Team Yamaha punta a giocare da protagonista oltre a sfruttare al meglio le piste subsahariane per lo shakedown della nuovissima Yamaha WR 450 F.  &ldquo;Il Merzouga &egrave; una gara molto navigata che privilegia la navigazione rispetto alla velocit&agrave;&rdquo;, ha detto Alessandro Botturi. &ldquo;Considerato per&ograve; l&rsquo;alto livello degli iscritti, quest&rsquo;anno sar&agrave; importante anche essere veloci. Correremo con la moto 2016. Sono sicuro che il MR sar&agrave; un importante test anche in preparazione della Dakar&rdquo;.  Il team KTM ufficiale schiera Sam Sunderland, vincitore del Merzouga Rally 2013, Matthias Walkner, il tre volte campione del mondo di Motocross che ha stupito tutti alla Dakar 2015 vincendo una tappa al debutto, Laia Sanz, la pluricampionessa che non ha bisogno di presentazioni, e il 4 volte campione del mondo enduro Antoine Meo. Laia si &egrave; distinta lo scorso anno vincendo una tappa e anche quest&rsquo;anno e al via tra i favoriti.  &ldquo;Il Merzouga &egrave; stato il primo Rally che ho vinto&rdquo;, ha detto Sam Sunderland. &ldquo;E&rsquo; un buon test di endurance per noi piloti, la moto e il team. E&rsquo; una gara tecnica e arrivando dall&rsquo;Oil Libia, che privilegia pistoni veloci adatti anche alle macchine e ai camion, la navigazione all&rsquo;inizio pu&ograve; essere difficile. Occorre fare un cambio di mentalit&agrave; e cercare le piccole piste e i sentieri non battuti. Correre due gare quasi attaccate &egrave; ottimo per fare chilometri ed esperienza in vista della Dakar&rdquo;.  &#8234;&ldquo;Il Merzouga &egrave; tra i rally pi&ugrave; belli che abbia mai fatto e sono contenta di tornare&rdquo;, ha detto Laia Sanz. &rdquo;I paesaggi sono bellissimi e la gara &egrave; incentrata sulla navigazione. Mi piacerebbe che tutti i rally fossero come questo! E&rsquo; anche un ottimo allenamento per la Dakar. Lo scorso anno ho vinto una tappa e potevo finire sul podio. Questa volta sar&agrave; pi&ugrave; complicato perch&eacute; il livello degli iscritti &egrave; molto alto, ma mi aspetto comunque una bellissima gara!"  Tra i protagonisti Armand Monleon (KTM), cresciuto alla scuola di Marc Coma, Stefan Svitko (5&deg; alla Dakar 2015), Olivier Pain (10&deg; alla Dakar e passato a KTM con il team Nomade Racing), lo spagnolo Txomin Arana (Yamaha, 16&deg; Dakar 2015) e il ceco Ondrej Klimciv (20&deg; alla Dakar 2015 su KTM).&#8236;  Il team Himoinsa Racing si presenta con uno squadrone tutto spagnolo con Gerard Farres, Rosa Romero e Antonio Gimeno. Tra i piloti del Team Orlen, debutta al Merzouga il giovane Jakub Piatek, mentre dal Guatemala arriva Francisco Arredondo, pilota esperto che pu&ograve; vantare gi&agrave; ben 10 Dakar.&#8236;  Fra i partecipanti Carlos Checa al debutto in un rally africano. Protagonista del Mondiale 500 e MotoGP e Campione del Mondo Superbike nel 2011, il pilota spagnolo si confronter&agrave; con la navigazione e il deserto in sella alla Beta del team Dirt Racing.  &ldquo;Cosa mi piace dei rally?&rdquo;, ha detto Carlos Checa. &ldquo;La sensazione di libert&agrave; e soprattutto la variet&agrave; del percorso. Non c&rsquo;&egrave; una curva uguale all&rsquo;altra, questo &egrave; cos&igrave; diverso dall&rsquo;approccio che abbiamo noi piloti di velocit&agrave; abituati a inanellare giri su giri nei circuiti e cercare sempre il limite. I rally invece sono gare di durata e devi avere sempre un buon margine. Tutto &egrave; ancora nuovo per me. Nei rally inizi veramente a divertirti quando riesci ad anticipare la prossima nota del road book. Non mi pongo obiettivi di risultato, voglio divertirmi e godermi il deserto e l&rsquo;avventura&rdquo;.  A tenere alto il tricolore saranno Dany Philippaerts, terzo lo scorso anno al debutto al Merzouga con la Beta del team Boano, Francesco Tarricone, pilota esperto con al suo attivo sette Dakar (dal 1999 al 2004 e 2006), Luca Viglio, al debutto al Merzouga.&#8236;  (Nella foto in evidenza:&nbsp; Sam Sunderland)          &nbsp;  &nbsp;

Parte il 10 ottobre con i team ufficiali KTM e Yamaha, ma anche tanti amatori&#8236;. C'&egrave; anche Laia Sanz.

&#8234;Merzouga Rally al via

Yamaha presente alla Hardalpitour con un team ufficiale. Alla guida anche Alex Botturi Ad inizio settembre (dal 4 al 7) partir&agrave; la settima edizione dell'Hardalpitour, la manifestazione pensata dall'associazione Over2000Riders dedicata agli appassionati delle moto da fuoristrada con la vocazione per le lunghe distanze.&nbsp;  Gli iscritti sono gi&agrave; numerosi e provenienti da tutta Europa. Il regolamento limita la partecipazione a mono e bicilindriche adventure (con peso superiore ai 145kg).  Il ritrovo &egrave; previsto a Garessio (Cuneo) per percorrere una maratona motociclistica lunga fino a 36 ore. Il percorso prevede infatti guida diurna e notturna e 800 km fra strade asfaltate e non. Tre gli itinerari possibili  Classic (550km circa di cui 70% su sterrato)  Light (550 km di cui 60% su percorsi asfaltati e 40% su sterrato)   Extreme (800km di cui ben l&rsquo;85% su sterrato) da effettuare in team da tre piloti dotati di GPS, con l&rsquo;obiettivo comune di terminare il percorso nel tempo previsto.   La Casa dei tre diapason sar&agrave; in gara con un proprio team ufficiale che vedr&agrave; la presenza, tra i tre piloti, di Alex Botturi rider di Yamaha Factory Racing.  Yamaha&nbsp;sar&agrave; inoltre presente con&ldquo;The Spirit of Adventure Yamaha&rdquo;: una ricca due giorni dedicata ai possessori di uno dei modelli della gamma Adventure tre diapason. Il programma speciale pensato dal brand giapponese all&rsquo;interno dell&rsquo;impegnativa e originale &ldquo;Hat&rdquo; (cosi soprannominata dai partecipanti) dar&agrave; infatti la possibilit&agrave; a tutti gli appassionati di enduro tre diapason con la voglia di turismo, di vivere un fine settimana indimenticabile tra tour guidati e corsi di guida in fuoristrada. Il costo di iscrizione dellospeciale pacchetto &egrave; di &euro; 180,00 ed include pernottamento, pasti, assicurazione EuropAssistance, e una T-Shirt ricordo.  Programma &lsquo;The Spirit Of Adventure Yamaha&rsquo;:  - venerd&igrave; 4/9: tour guidato di 80km attraverso i suggestivi percorsi delle Alpi Occidentali; corso di guida in fuoristrada (per chi ha mezzi pi&ugrave; pesanti di 180kg) in sicurezza grazie all&rsquo;assistenza di una guida-istruttore della Over2000riders; serata di intrattenimento Hardalpinight;  - sabato 5/9: tour guidato di 130km diviso tra strade asfaltate e tracciati in fuoristrada attraversando parte del percorso ufficiale Hardalpitour.  Presso l&rsquo;HardalpiCamp, centro nevralgico della manifestazione e punto di partenza dei diversi tour situato a Garessio (CU), Yamaha avr&agrave; un intero spazio dedicato ai propri colori.

Ad inizio Settembre partir&agrave; l'Hardalpitour, la cavalcata di 36 ore che attraversa le Alpi. Yamaha sar&agrave; presente in forma ufficiale, con attivit&agrave; apposta ed una squadra capitanata da Botturi

Yamaha presente ufficialmente all'HardAlpiTour

Yamaha ha presentato la nuova WR450F Rally che correr&agrave; alla Dakar 2015 guidata anche dal pilota bresciano Alessandro Botturi.  Si tratta di una monocilindrica ispirata alla YZ450F dotata, come quest'ultima, di cilindro inclinato all'indietro.  La vera novit&agrave; per&ograve; sta nell'inedito serbatoio posteriore a singola cella da 35 litri realizzato in fibra di carbonio. Si tratta di un notevole passo avanti in quanto la moto dello scorso anno era equipaggiata con ben cinque serbatoi separati, ovviamente ognuno fornito di pompe e connettori.  L'aver concentrato tutto in un unico elemento ha permesso, oltre ad ovvi benefici&nbsp;in termini di semplicit&agrave;, di contenere il peso (inferiore di circa 10 kg rispetto alla moto precedente).  Questa soluzione porta notevoli vantaggi anche nel set-up delle sospensioni, meno soggette a variazioni di assetto dovute ad un consumo di carburante non omogeneamente distribuito.  La ciclistica della WR &egrave; anch'essa del tutto&nbsp;nuova: le sospensioni&nbsp;sono Kayaba, appositamente realizzate, il forcellone &egrave; pi&ugrave; lungo e i link sono&nbsp;inediti cos&igrave; come le geometrie dell'avantreno.  La WR450F Rally 2015 &egrave; ora pi&ugrave; stabile sul veloce e contestualmente pi&ugrave; maneggevole sui terreni tecnici, che quest'anno non mancheranno.  Anche l'elettronica ha subito importanti aggiornamenti: il sistema ad iniezione elettronica incorpora il controllo di trazione che oltre a ridurre la fatica dei pilota permette di ottimizzare i consumi sia di carburante che di pneumatici.  La bellissima e affilata carenatura &egrave; ora&nbsp;pi&ugrave; aerodinamicamente efficiente e ha permesso di migliorare le performances velocistiche della moto.  Secondo i tecnici la velocit&agrave; massima &egrave; superiore del 10% rispetto a quella raggiungibile con la&nbsp;precedente versione.  Gustatevi la gallery... (clicca qui)  &nbsp;  Giulia Cassinelli  &nbsp;    &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;

Ecco l'inedita WR450F Rally con la quale Yamaha tenter&agrave; di conquistare la Dakar: tante le novit&agrave;

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