<p>Rifugio dei pirati, riserva degli aironi, bottarga Slow Food e una Panoramica da urlo. L&rsquo;Argentario in moto &egrave; sempre super, in tutte le stagioni</p> 

Argentario off-season, le foto

Anche se l&rsquo;inverno &egrave; praticamente qui, andiamo alla scoperta di un &ldquo;isolotto del tesoro&rdquo;, suggestiva &ldquo;tortuga&rdquo; dove anticamente incrociavano i pirati e dove oggi nidificano gli aironi. E, moto a parte, ci si pu&ograve; fare trekking, biking, camping, scuba, pesca, si gioca a golf e ci si rilassa davanti ad un ottimo piatto con bottarga locale, presidio Slow Food. Una piccola avventura turistica ai confini tra Lazio e Toscana, in un posto sufficientemente lontano delle autostrade per evitare il traffico pi&ugrave; nevrotico, in grado di mettere d&rsquo;accordo un po&rsquo; tutti i biker, on, off, on-off e anche gli scooteristi pi&ugrave; disimpegnati. Chiave di volta: la SP65. Ma non quella della Futa, mitica strada degli smanettoni tosco-emiliani; c&rsquo;&egrave; infatti anche una SP65 grossetana, ufficialmente denominata &ldquo;Panoramica di Porto Santo Stefano&rdquo;. Che assieme ad un piccolo network di provinciali collegate, permette di scoprire, divertendoci, la nostra &ldquo;tortuga&rdquo;, uno degli angoli costieri pi&ugrave; emozionanti dell&rsquo;Italia centrale.  IL MONTE ARGENTARIO &egrave; un sorta di Laguna Blu che tiene imbrigliato a s&eacute;, con due sottili lingue di terra (pi&ugrave; uno scenografico ponte-passerella) un promontorio dalle coste dirute, interamente percorribile nel suo perimetro. Dentro, tante le cose da godere e perfino qualche chilometro di sterrato per cambiare passo. La partenza &egrave; dalla SS1 Aurelia, approcciabile da Grosseto o da Civitavecchia, in base alla provenienza. Si punta il navigatore sul km 146,400, quindi si svolta seguendo l&rsquo;indicazione per Orbetello (SP161 ex SS440). Il Comune &egrave; ben assediato dalle acque al centro della sua laguna, con palmizi, fortificazioni, mura etrusche, un duomo gotico ed un suggestivo mulino del &lsquo;500 che affiora a pelo d&rsquo;acqua. Residuo di un sistema diffusissimo ai tempi della pirateria.  LA SS440 continua poi attraverso l&rsquo;ardita diga fatta costruire da Leopoldo II che si slancia oltre la laguna verso il profilo massiccio del Monte Argentario. Dove la Panoramica corre pi&ugrave; o meno alta sul mare, tra boschi, borghi, spazi selvaggi, baie azzurrissime e scorci di grande suggestione. Dominano le marine e i resti di molte antiche torri senesi e spagnole. Un forte spagnolo del XVI secolo (con interessante Museo di Maestri d&rsquo;Ascia e ricostruzione di una nave romana carica d&rsquo;anfore) si visita per esempio a Porto Santo Stefano, centro base per ogni attivit&agrave; in zona e punto di partenza dei traghetti per la vicina Isola del Giglio. Per gli interessati c&rsquo;&egrave; anche un Acquario Mediterraneo in 17 vasche, tra cui sette panoramiche (www.acquarioargentario.org).    PORTO ERCOLE, dall&rsquo;altro lato del promontorio, sempre sulla Panoramica, &egrave; dominato invece da tre fortezze, tra cui l&rsquo;aggressivo Forte Stella (con vista mozzafiato dai camminamenti) e la medievale Rocca aldobrandesca. Tornando verso Orbetello, s&rsquo;incontra ora la riserva naturale protetta del Tombolo di Feniglia; fettuccia di pineta costeggiata da una lunga spiaggia lagunare che collega l&#39;Argentario alla terra ferma. Non percorribile per&ograve; in moto. &Egrave; invece transitabile l&rsquo;altro Tombolo, quello della Giannella (SP36), terminante nell&rsquo;oasi Wwf di Albinia. Oltre l&rsquo;abitato di Ansedonia, si visitano infine le rovine dell&#39;antica citt&agrave; romana di Cosa, del III sec. a.C. (museo archelogico aperto dalle 9 alle 14, tel. 0564.881421). In tutto, fanno appena 80 km. Da ridere. 

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