Presentata alla fine del 1990 la Gilera 600 Nordwest fu un interessante variazione sul tema delle monocilindriche da enduro. Un tema che al periodo era molto ben visto: dalle essenziali repliche artigliate studiate per le competizioni o dalle entro fuoristrada dal look africano, si pass&ograve; in quegli anni alla definizione della moto da puro divertimento. Si trattava di interessanti &quot;ibridi&quot;, che prendevano linfa dalle precedenti On/off, ed erano moto in grado di offrire una ampia versatilit&agrave; d&#39;uso ed una sorprendente facilit&agrave; di guida. La Gilera 600 Nordwest, prendeva spunto dalla pi&ugrave; specializzata enduro 600 RC, della quale conservava l&#39;identica motorizzazione a quattro tempi&nbsp; ma opportunamente rivista per un utilizzo pi&ugrave; stradale. Quella monocilindrica Gilera si distingueva per un&#39;estetica aggressiva, con le linee di Luciano Marabese ben proporzionate e dall&#39;impatto visivo decisamente piacevole.  CUORE E GAMBE    Ad un cuore e telaio da off-road, abbinava delle sospensioni a lunga escursione con taratura e ruote da moto prettamente stradale. Questo cronsegnava un pacchetto decisamente stuzzicante sia per quel che riguarda la versatilit&agrave; che il divertimento.  A livello ciclistico la Nordwest 600 sfruttava un telaio in tubi di acciaio accoppiato ad mono posteriore con un&#39;escursione di 150 mm, e all&#39;avantreno ad una forcella a steli rovesciati da 40 mm con oltre 160 mm di corsa. L&#39;impianto frenante poggiava su dischi flottanti da 270 mm all&#39;anteriore e di 240 mm al posteriore, ed il tutto era completato da pneumatici stradali nelle misure di 120/ 60 anteriore e 160/60 posteriore con cerchi in lega da 17&rdquo; a tre razze cave.  Il motore era un mono quattro tempi da 558 cc con distribuzione a doppio albero e quattro valvole in testa; era dotato di contralbero di bilanciamento per le vibrazioni e la potenza massima dichiarata era di 53 cavalli a 7500 giri.&nbsp;  Purtroppo fu una moto probabilmente troppo avanti per quei tempi e non ebbe il successo sperato. Una rivincita la Nordwest&nbsp; se la gode oggigiorno, con gli esemplari di questa monocilindrica all&#39;avangardia ancora in circolazione e molto apprezzati.&nbsp;  Gira pagina per leggere il nostro test del 1991:  &nbsp;  NUOVA VIA  Le origini fuoristradistiche si possono riscontrare nell&#39;impostazione di guida. Si scoprono per&ograve; anche pedane piuttosto basse ed avanzate ed il compatto dimensionamento del manubrio. Nonostante l&#39;impiego di sospensioni a lunga escursione, l&#39;altezza da terra della sella &egrave; contenuta ed insieme all&#39;ottima raccordatura al serbatoio consente a piloti di qualsiasi taglia ampia libert&agrave; nei movimenti.  Pi&ugrave; che per la completa esposizione all&#39;aria, la qualit&agrave; del comfort &egrave; limitata dalla scarsa imbottitura della sella ancora pi&ugrave; rigida nella parte riservata al passeggero. Quest&#39;ultimo, infatti, finisce per trovarsi a sedere in parte sul parafango posteriore, mentre la collocazione bassa ed avanzata delle pedane invece risulta comoda.  AVANTRENO SENSIBILE    Altrettanto marcata &egrave; la rigidit&agrave; dell&#39;assetto, con particolare riferimento alla taratura dell&#39;ammortizzatore, avvertibile soprattutto sullo sconnesso. Allo stesso modo su fondi accidentati la Nordwest si &egrave; rivelata abbastanza sensibile di avantreno tanto che a velocit&agrave; medio elevate lo sterzo tende ad innescare oscillazioni che penalizzano la precisione direzionale. Nessun problema di questo tipo si riscontra su fondi pi&ugrave; regolari sui quali &egrave; possibile trarre grande soddisfazione nella guida di queste estrose mono. Da rimarcare sono l&#39;accentuata sensazione di maneggevolezza sui percorsi pi&ugrave; intricati e la duttilit&agrave; con cui la Nordwest esegue ogni comando.  Gli inserimenti in curva sono sempre pronti ed immediati, corrisposti da tanta sicurezza in appoggio sulle curve veloci e precisione nell&#39;entrare al primo colpo nella tre torri tirare con l&#39;inclinazione giusta.fantastica &egrave; la frenata, degna delle migliori sportive stradali. Il doppio disco all&#39;avantreno &egrave; modulabile e bilanciato, ben assecondata dal positivo comportamento della forcella, mentre la prontezza dell&#39;unit&agrave; posteriore sembra eccessiva e determina inevitabili bloccaggio della ruota motrice.  Seppure un po&#39; scorbutico in basso, il motore riprende anche il rapporto pi&ugrave; lungo in prossimit&agrave; dei 3000 giri per acquisire maggiore sostanza tra i 5000-6000 sino ad arrivare agli 8000 giri di intervento del limitatore senza evidenti difficolt&agrave;. La frizione &egrave; facilmente portata a generare strappi e da gonfiare sotto sforzo, il cambio &egrave; caratterizzato da una certa umidit&agrave;.    Gilera SP-02: micro-bolide senza compromessi 

<p>Arrivata nel 1991 questa innovativa monocilindrica non venne all&#39;epoca apprezzata. E fu un peccato: cuore da enduro e &quot;gambe&quot; da strada, propose un modo nuovo di andare in moto</p> 

Rewind, Gilera Nordwest 600: un mondo nuovo

Disegnata dallo studio Marabese, la monocilindrica di Arcore nel 1991 anticipò tempi e mode proponendo un concetto di moto "universale" adatta al divertimento quanto all'utilizzo quotidiano. Purtroppo incompresa al periodo oggi è moto apprezzatissima da chi ne conserva ancora un esemplare in buone condizioni

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Gilera Nordwest 600 FOTO