Era la scorsa estate quando, restituendo una moto in prova, il concessionario ci raccont&ograve; che presentando i modelli pi&ugrave; raffinati del suo showroom, inevitabilmente la prima domanda che facevano i potenziali clienti era se il display TFT della strumentazione si connettesse con il telefono. E che funzioni avesse. Da l&igrave; siamo finiti a parlare dell&rsquo;evoluzione delle strumentazioni, che oggi propongono tantissime informazioni, ma che non sono immediate da leggere, come lo erano invece una volta i classici due quadranti analogici.  Tornati in redazione abbiamo fatto un giro d&rsquo;opinione con i colleghi del centro prove, convenendo che alcuni cockpit odierni offrono troppe info, e non sono facili da consultare. Fra i meno intuitivi c&rsquo;&egrave; il display dell&rsquo;Honda Africa Twin, che ha un sacco di icone e la particolarit&agrave; di essere touch; ovviamente solo a moto ferma. In movimento su usa il blocchetto sul manubrio, ma anche quello &egrave; ricco di comandi, e si finisce per spostare lo sguardo dalla strada, per guardare quello che si combina con il dito.  Quando la strumentazione distrae  Dal punto di vista della facilit&agrave; di gestione, forse le pi&ugrave; fruibili sono le BMW, che hanno una rotellina da utilizzare, con modalit&agrave; simile a un trackpad; o a un mouse, se preferite.  A parte la complicazione, anche le strumentazioni arretrate verso il serbatoio non sono facilmente leggibili. Perch&eacute; costringono a spostare lo sguardo molto in gi&ugrave;, rispetto alla strada. Succede, ad esempio, con le KTM Duke 790 e 890; ma anche con molte altre naked &ldquo;corte&rdquo;; e con la sportivissima Honda CBR1000RR.  Di base poi c&rsquo;&egrave; il discorso dell&rsquo;eccesso di informazioni fornite al pilota. Parliamo di navigatori? Alcune case rendono disponibile il navigatore cartografico, quello con la mappa stradale a vista. Lo fanno ad esempio la Ducati sulla nuova Multistrada V4 e la Honda sull&rsquo;Africa Twin. Qualcun altro, come la Triumph, opta invece per la navigazione turn-by-turn, che mostra solo le svolte al guidatore, per non distrarlo. La stessa Triumph ha per&ograve; su alcune sue strumentazioni un&rsquo;opzione originale, che consiste nella possibilit&agrave; di comandare dal blocchetto sul manubrio la Gopro, a partire dalle Hero 5 e Session 5 in poi.  Navigatore, numero del chiamante, notifica dei messaggi ricevuti. In qualche caso c&rsquo;&egrave; la possibilit&agrave; di leggere i messaggi, che qualcuno offre &ndash; e non sempre a ruote ferme -, le email e altre info come l&rsquo;angolo di piega che appare quando si esce dalla curva.  Tutto questo non sar&agrave; troppo? Non ci spinger&agrave; a stare sempre con un occhio sul cruscotto?  E non vi sembri un discorso banale, perch&eacute; una volta ai piloti venivano nascosti con del nastro i settori della strumentazione dove apparivano informazioni inutili. Nelle gare per moto di serie ad esempio si nascondeva l&rsquo;indicazione della velocit&agrave;, per non tentare il pilota di andare a guardare a quanto facesse una determinata curva.  &nbsp;  Strumentazioni sempre pi&ugrave; complete e complesse, richiedono blocchetti dei comandi altrettanto complessi (in basso), che a loro volta impegnano l&#39;attenzione per essere utilizzati.    &nbsp;  &nbsp;  Un componente sul quale si investe e si fa ricerca  &ldquo;La strumentazione &egrave; la cosa che pi&ugrave; di tutto rimane sotto lo sguardo dell&rsquo;utente &ndash; ci hanno detto in Ducati -, quindi oltre a essere funzionale deve avere una grafica accattivante&rdquo;.  E cos&igrave; scopriamo che il cockpit &egrave; molto considerato dalle case, perch&eacute; i clienti lo guardano molto. Si cerca allora di farlo bello, ricco d&rsquo;informazioni e funzioni, magari anche di facile lettura.  In Honda ad esempio ci hanno detto che: &ldquo;la parte grafica e il layout generale sono disegnati dal nostro R&amp;D, mentre i componenti interni sono del fornitore. Significa 1-2 persone interne dedicate a questo compito, a eccezione dei designer&rdquo;. E ovviamente c&rsquo;&egrave; la parte dello sviluppo. &ldquo;I test per strumentazioni hanno un capitolato specifico e ce ne sono molteplici. Alcuni vengono eseguiti sullo strumento, e vanno dalla tavola vibrante a diverse prove elettriche. Altri si fanno con il veicolo completo, e servono a scongiurare possibili errori e a mettere a punto la migliore visibilit&agrave;&rdquo;.  Anche l&rsquo;Harley Davidson ha un proprio sistema di infotainment, il Boom!TM Box GTS, nello sviluppo del quale la casa di Milwaukee ha messo al primo posto la facilit&agrave; d&rsquo;uso e la personalizzazione. &ldquo;La nostra filosofia &ndash; ci dicono dall&rsquo;ufficio stampa della casa americana - considera il piacere di guida fondamentale. Tra le varie opzioni c&rsquo;&egrave; la scelta del colore dello sfondo, diverse opzioni per il puntatore, fra le quali anche una Street Glide al posto della classica freccia azzurra. Soprattutto, con il navigatore offriamo differenti opzioni di percorso: oltre alle scelte consuete del tragitto pi&ugrave; breve, di quello pi&ugrave; veloce, con o senza pedaggi, nel nostro navigatore sono presenti le opzioni &lsquo;pi&ugrave; panoramico&rsquo; e &lsquo;con pi&ugrave; curve&rsquo;&rdquo;.  Quali sono allora le funzioni pi&ugrave; gradite dalla clientela? &ldquo;Sicuramente la gestione del telefono, la playlist musicale, sia via telefono che attraverso la porta USB, il touch screen che funziona anche con i guanti, il navigatore e il sistema Apple CarPlay, che duplica lo schermo del telefono sul display della moto&rdquo;.  &nbsp;    &nbsp;  &nbsp;  Display sempre pi&ugrave; ampi e... arriva l&#39;e-call  Tutto meno che guidare concentrati, si potrebbe dire! La Bosch &egrave; una delle aziende leader nello sviluppo di strumentazioni intelligenti da moto. Sono moltissime le case alle quali forniscono display, da Ducati a KTM, passando per BMW.  Ci siamo trovati a parlarne con l&rsquo;ingegner Stefano Chianese, System Product Manager Bosch Two-Wheeler &amp; Powersports, che ci ha raccontato quanto sia strategico questo settore, anche dal punto di vista degli investimenti delle case. Cos&igrave; gli abbiamo chiesto se ci siano degli studi anche per limitare il potere distraente dei cockpit.  &ldquo;Si, ci sono studi naturalistici a riguardo. E altri studi ci sono sui font dei caratteri da usare, sulle loro dimensioni, sul dove posizionare determinate informazioni nel cruscotto e sui colori da usare. Ma le case hanno i loro vincoli. Molte ad esempio hanno un colore legato alla loro identit&agrave;&rdquo;.  Insomma, le case non sempre tengono in considerazione ci&ograve; che &egrave; noto a livello accademico. Ma cosa ci riserva il futuro?  &ldquo;Di sicuro una crescita delle dimensioni di alcune strumentazioni. Sulla BMW R1250RT c&rsquo;&egrave; un nostro display da 10,2&rdquo;. Poi si lavora molto sul settore VtX, il veicolo che dialoga con infrastrutture o altri veicoli. Nelle auto abbiamo gi&agrave; un cloud di nostra propriet&agrave;. Ed abbiamo altre tecnologie pure nelle moto: l&rsquo;ABS cornering o la frenata predittiva. Adesso ne arrivano anche di nuove. Due anni fa abbiamo mostrato alla Ducati l&rsquo;utilit&agrave; del Laser, che gi&agrave; avevamo, e ora sono adottare dalla Multistrada V4, insieme a diverse novit&agrave; tecnologiche che ci proiettano nel futuro. Sicuramente un orientamento forte &egrave; verso il &lsquo;surround sensing&rsquo;, il veicolo che tiene sotto controllo ci&ograve; che succede intorno a lui&rdquo;.  Si diffonder&agrave; anche l&rsquo;e-call?  &ldquo;Nelle auto nuove &egrave; gi&agrave; d&rsquo;obbligo. Nelle moto non &egrave; ancora neanche normata, &egrave; un&rsquo;area grigia. E c&rsquo;&egrave; il problema dei falsi crash. BMW ha usato la medesima tecnologia che ha nelle auto. Noi abbiamo la nostra piattaforma inerziale e un algoritmo di crash detection. Si pensa di usare il comando dell&rsquo;interfono per cancellare la chiamata d&rsquo;emergenza nei casi in cui parte una chiamata per errore&rdquo;.  &nbsp;    Le strumentazioni moderne sono veri e propri sistemi computerizzati che connettono moto, pilota, smartphone e... cloud    Per la BMW R1250RT la Bosch produce il suo Split Screen da 10,25&quot;  Rivoluzione Split Screen  La Bosch ha recentemente presentato lo Split screen, un display TFT da 10,25 pollici con funzionalit&agrave; di divisione schermo liberamente programmabile. Si tratta di un equipaggiamento che potr&agrave; essere adottato con le opportune personalizzazioni da tutte le case motociclistiche.  La nuova strumentazione &egrave; in grado di visualizzare simultaneamente i dati relativi al veicolo e i contenuti delle app da uno smartphone, funzionalit&agrave; finora riservata solo alle automobili.  Il nuovo display TFT da 10,25 pollici debutta quest&#39;anno sulle moto BMW. Le nuove dimensioni consentono di vedere a colpo d&#39;occhio tutte le informazioni importanti, senza distrarre il motociclista. Gli utenti decidono quali contenuti visualizzare sullo schermo, controllando il tutto tramite il blocchetto sul manubrio. I contenuti di un&#39;app per smartphone, per esempio, vengono adattati automaticamente con l&rsquo;App dedicata mySPIN, per mostrare le informazioni rilevanti. La divisione dello schermo consente di continuare a visualizzare i dati fondamentali come la velocit&agrave; e gli avvisi.  Honda, l&#39;Africa Twin si aggiorna: arriva la compatibilit&agrave; Android Auto  Honda RoadSync: la App per gestire il telefono dalla moto 

<p>Sulle moto moderne i display TFT hanno soppiantato le classiche strumentazioni, arrivando a proporre veri e propri tablet, con tanto di touch screen e connettivit&agrave; con lo smartphone. Un pieno d&rsquo;informazioni e d&rsquo;interattivit&agrave; che rischia di distrarci dalla guida</p> 

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Strumentazione ed evoluzione: motociclista, occhio a dove guardi!