Alfeo &ldquo;Cocco&rdquo; Cargnelutti, classe 1944, &egrave; un eremita motociclista che vive con i propri ritmi e riesce a rimanere giovane nonostante l&rsquo;anagrafe: l&rsquo;ultima parte della sua incredibile avventura

In Moto Speciale "Cocco" #4 - LE FOTO

QUI le puntate precedenti.  Luned&igrave; 15 Ottobre alle 11,04 &egrave; arrivata una mail da Stefano Giacomuzzi, il giovane regista che si &egrave; attivato per rendere reale il sogno del nostro vecchio amico, Alfeo &ldquo;Cocco&rdquo; Carnelutti, e raccontare il suo viaggio dall&rsquo;Italia a Samarcanda, a 74 anni, su una Harley del &lsquo;39, in un film-documentario.  IL TESTO ERA TELEGRAFICO E RIPORTA QUANTO SEGUE: &ldquo;Arrivati a Samarcanda. 8.222 km, 37 giorni di viaggio. Cocco &egrave; molto stanco, male alle gambe ma tiene duro. Ci siamo fermati due notti, domani ci tocca ripartire con moto caricata sul furgone. 12 giorni almeno per tornare a casa&rdquo;.  IL CORONAMENTO DI UNA GRANDE IMPRESA, nata quasi per gioco e sostenuta da una miriade di amici del &ldquo;grande vecchio&rdquo;. Dalla mail traspare la fatica e la stanchezza di per aver fatto tutta quella strada - spesso devastata - su una specie di semi-chopper rigido; di averlo fatto a 74 anni, con il morbo di Crohn, e contando su un motore a valvole laterali del &lsquo;39 di cinque anni pi&ugrave; vecchio di lui. Ma appena siamo riusciti a parlarci al telefono ho sentito anche tutta la gioia e l&rsquo;entusiasmo per aver portato a termine l&rsquo;impresa.  STEFANO HA DETTO CHE ALLA FINE AVEVA RAGIONE IL COCCO affermando &ldquo;il mio Davidson non si ferma, semmai sar&ograve; io a dover trainare il vostro furgone&rdquo;. Infatti, il suo obsoleto motore rigenerato autonomamente nel paese abbandonato di Pozzis ha retto bene la prova, mentre si &egrave; fermata, a 80 km da Samarcanda, l&rsquo;auto dell&rsquo;amico armeno conosciuto lungo la strada e che ha deciso di seguirli. &ldquo;Niente di irreparabile, abbiamo solo ritardato la meta di un giorno &ndash; dice Stefano &ndash; la verit&agrave; &egrave; che sono stufo che Cocco abbia sempre ragione&rdquo;.  ORA NON RESTA CHE ASPETTARLI AL RITORNO, andremo a prenderli al confine Italiano con la Slovenia e li &ldquo;scorteremo&rdquo; fino al ritrovo abituale, per una grande festa e per farci raccontare il viaggio in prima persona.  QUI le puntate precedenti. 

InMoto Speciale &ldquo;Cocco&rdquo;: da Pozzis a Samarcanda con una Harley del &lsquo;39 (parte #4)

QUI le puntate precedenti.  Quando, due settimane prima della partenza, sono andato a casa del Cocco per vedere come proseguiva la preparazione della moto, ho visto accanto alla moto una cassa di legno. Dentro, c&rsquo;erano varie guarnizioni in carta, pi&ugrave; due guarnizioni di testa in rame, cavi, una dinamo, parti di carburatore, candele, viti, bulloni, lampadine, fusibili e vari attrezzi.  LA RUOTA ANTERIORE ERA SMONTATA, mi ha detto che stava cambiando i cuscinetti, dopo averlo gi&agrave; fatto al posteriore e aver anche cambiato la catena. &ldquo;Hai rimontato la ruota dietro senza cambiare il pneumatico?&rdquo; gli ho chiesto. &ldquo;Sei impazzito - la risposta &ndash; con questa gomma ci faccio ancora pi&ugrave; di 3000 Km, mi porter&ograve; dietro una nuova da cambiare per strada, ma non butto certo via questa&rdquo;.  QUESTO PER QUANTO RIGUARDA LA RUOTA POSTERIORE, naturalmente il maledetto vecchiaccio non ha neppure preso in considerazione di sostituire anche quella anteriore, sebbene per farmi star zitto avesse bofonchiato qualcosa di incomprensibile. Dopo quasi 6.000 km (ha retto moto pi&ugrave; delle mie pi&ugrave; ottimistiche previsioni) il vecchio pneumatico &ldquo;scolpito&rdquo; - cimelio degli anni &lsquo;70 &ndash; ha ceduto, esplodendo a seguito delle grosse buche che infestano le strade del Kazakhstan.    AL TELEFONO Stefano (il regista che segue Cocco nella sua impresa) mi ha detto che Cocco ha fatto un po&rsquo; di slalom prima di riuscire a fermarsi, ma non si &egrave; scomposto pi&ugrave; di tanto, nemmeno quando, guardando la sconfinata steppa kazaka, ha detto che non aveva caricato una gomma di scorta anteriore sul furgone. &ldquo;Abbiamo caricato la moto sul furgone &ndash; racconta Stefano &ndash; e ci siamo diretti verso Atyrau, la prima citt&agrave;, per cercare un nuovo pneumatico. Dopo aver visitato i cinque gommisti e l&rsquo;unico negozio di moto di Atyrau senza concludere nulla, ci siamo resi conto di non aver ancora visto in giro un&rsquo;altra moto in Kazakhstan&quot;.  &quot;AVREMMO DOVUTO ASPETTARE UNA SETTIMANA PER LA GOMMA NUOVA -&nbsp;ha proseguito a raccontare - cos&igrave; ci siamo messi a telefonare. Tramite Tigran, l&rsquo;amico conosciuto in Armenia, ci siamo messi in contatto con un suo amico motociclista di Mosca, che ci ha passato il contatto di un suo amico motociclista di Tashkent, la capitale Uzbeka. Questi ha chiamato l&rsquo;amico Sergei di Atyrau che ha sollecitato il suo amico gommista (uno dei 5 di Atyrau) ad aiutarci. Alla fine &egrave; riuscito a recuperare un pneumatico da 19&rdquo; in pessime condizioni. Era quasi mezzanotte quando abbiamo montato la gomma. Il gommista non ha voluto soldi e dopo una dormita noi siamo potuti ripartire. Al ritorno gli porteremo un souvenir da Samarcanda&rdquo;.  L&rsquo;AVVENTURA CONTINUA. A seguito di una perturbazione la temperatura &egrave; scesa da quasi 30 gradi a 5 gradi in una giornata, con venti forti di 70km/h. Cocco tiene duro. Dopo una giornata con strade ottime avevano pianificato altri 400 km in un giorno, ma appena ripartiti sono tornati alle stesse strade in pessime condizioni che avevano percorso entrando in Kazakhstan. Risultato: 80 km in un giorno.    CHIUDIAMO CON UN ANEDDOTO: dei kazakhi molto curiosi della moto di Cocco lo hanno invitato a dormire a casa loro. Dei ragazzini guardavano Stefano che faceva le foto e hanno chiesto &ldquo;Instagram?&rdquo; La risposta di Cocco: &ldquo; no, no, Kazakhstan&rdquo;.  QUI le puntate precedenti.&nbsp; 

Alfeo &ldquo;Cocco&rdquo; Cargnelutti, classe 1944, &egrave; un eremita motociclista che vive con i propri ritmi e riesce a rimanere giovane nonostante l&rsquo;anagrafe. Vi raccontiamo la sua incredibile avventura

In Moto Speciale &ldquo;Cocco&rdquo;: da Pozzis a Samarcanda con una Harley del &lsquo;39 (parte #3)

Alfeo &ldquo;Cocco&rdquo; Cargnelutti, classe 1944, &egrave; un eremita motociclista che vive con i propri ritmi e riesce a rimanere giovane nonostante l&rsquo;anagrafe. Vi raccontiamo la sua incredibile avventura: la partenza e la moto del viaggio

In Moto Speciale "Cocco" #2 - LE FOTO

QUI le puntate precedenti  Lo avevo comunicato gi&agrave; da tempo a Stefano Giacomuzzi (il regista ventiduenne che documenter&agrave; l&rsquo;impresa): il giorno della partenza io e altri vecchi amici avremmo accompagnato Cocco fino al confine con la Slovenia. Non ci interessava essere inseriti nel documentario, noi avremmo fatto comunque quel tratto di strada con lui.  LASCIATA POZZIS, inevitabile una sosta-rinfresco in piazza a Gemona (UD). Oltre un centinaio le persone presenti. La partenza da Pozzis era prevista per le 8,45 dell&rsquo;8 Settembre, ma alle 8,10 Cocco era gi&agrave; col casco in testa e Stefano ci ha pregato di trattenerlo, per rispettare la tabella di marcia. Non &egrave; che il Cocco fosse nervoso, semplicemente voleva essere sicuro di arrivare a Krsko per vedere il Mondiale di Speedway, che iniziava alle 19.00&hellip; per lui il rinfresco era solo una perdita di tempo (giusto per dare l&rsquo;idea di quanto a quest&rsquo;uomo interessi apparire).    TRA GLI AMICI, AD ATTENDERLO, c&rsquo;era anche Mauro, un altro irriducibile che, seppure affetto da Sla, non si sarebbe perso la partenza per nulla al mondo. Cocco non lo vedeva da oltre un anno, &egrave; corso subito ad abbracciarlo, piangendo. Al momento della partenza un saluto a tutti in friulano: &ldquo;Godetevi la salute, i soldi non contano, se vi avanzano soldi accendeteci il fuoco la mattina. So che gli amici mi accompagneranno fino al confine italiano, ma ci salutiamo ora, io non mi fermo, devo vedere la gara di Speedway&rdquo;.  DEVO DIRE, CHE IN QUARANT&rsquo;ANNI NON &Egrave; CAMBIATO DI UNA VIRGOLA. Eravamo una quarantina dietro di lui, ma non avendo montato gli specchietti sulla moto, per quanto ne sapeva, poteva benissimo essere solo, non si &egrave; mai guardato indietro. Solo a Tarvisio, sbagliando strada e facendo inversione, ci ha visti. Non si &egrave; scomposto: &ldquo;Mandi, Mandi (saluto friulano) vado, io vado, devo andare&rdquo;. Non &egrave; cambiato di una virgola, il Cocco. Alle 16,30 era gi&agrave; a bordo pista, a Krsko, per vedere la partenza del Mondiale di Speedway.    LA MOTO   Cocco ama le moto inglesi e le vecchie Harley-Davidson. Ci ha lavorato sopra tutta la vita, l&rsquo;unica giapponese che apprezza &egrave; il datato XS 650 della Yamaha &ldquo;E&rsquo; ben costruito e robusto, lo usavano anche nel sidecar cross e lo maggioravano fino a 1000 cm&sup3;.  HA VARIE MOTO, perlopi&ugrave; autocostruite su vecchie meccaniche dopoguerra. Quella con cui &egrave; partito per l&rsquo;avventura che lo condurr&agrave; a Samarcanda &egrave; una Harley del 1939, o meglio, il motore &egrave; di una Harley-Davidson 1200 a valvole laterali del &lsquo;39. Il propulsore - ovviamente - &egrave; stato rifatto dal nostro amico, che ha anche sostituito il cambio originale a tre marce con uno di BSA a quattro marce con comando a pedale. Inoltre ha spostato sul manubrio il comando della frizione che originariamente era comandata a pedale, montato un carburatore pi&ugrave; recente e una trasmissione primaria a cinghia.    &ldquo;I FLATHEAD DELLA HARLEY - ci tiene a sottolineare - sono semplici e affidabili, non si fermano, e se si fermano li pu&ograve; riparare anche un bambino. Io ho fiducia sulle spalle possenti di questo vecchio motore, &egrave; pi&ugrave; probabile che si rompa il furgone e che io lo debba trainare con la moto&rdquo;.  IL TELAIO RIGIDO L&rsquo;HA COSTRUITO DA S&Eacute; IN STILE CHOPPER, la forcella lievemente allungata &egrave; una vecchia Girder di derivazione inglese, che ha ceduto poco dopo Istanbul, tappa superata qualche giorno fa. Il Cocco non si &egrave; perso d&rsquo;animo, ha smontato il pezzo, &egrave; andato da un fabbro e ha eseguito la riparazione da solo: &ldquo;questi qui al seguito, con quelle manine l&igrave;, sanno solo di computer&rdquo; ha detto poi rimontando il tutto prima di riprendere la strada.  SIAMO IN CONTATTO CON STEFANO GIACOMUZZI che sta documentando il viaggio, ogni 3 o 4 giorni ci aggiorner&agrave; con foto inedite e aneddoti di viaggio. Non ci resta che aspettare i prossimi sviluppi... rimanete connessi.  QUI le puntate precedenti. 

In Moto Speciale &ldquo;Cocco&rdquo;: da Pozzis a Samarcanda con una Harley del &lsquo;39 (parte #2)&nbsp;

Alfeo &ldquo;Cocco&rdquo; Cargnelutti, classe 1944, &egrave; un eremita motociclista che vive con i propri ritmi e riesce a rimanere giovane nonostante l&rsquo;anagrafe. Ma soprattutto, un uomo dalla storia incredibile impegnato un&rsquo;impresa incredibile. Ve la raccontiamo su InMoto...

In Moto Speciale “Cocco” #1 - LE FOTO

Cocco &egrave; il prototipo del Biker friulano. Siamo amici dai primi anni &lsquo;70 e, per me come per innumerevoli altri ragazzi di allora, &egrave; stato una specie di fratello maggiore su cui contare. Persona semplice e solare ha avuto una vita nettamente al di fuori degli schemi. Lavoratore in Francia e in Libia negli anni &lsquo;60, da sempre appassionato di moto e meccanico autodidatta, ha iniziato a costruire Chopper nei primissimi anni &lsquo;70 usando come base vecchi monocilindrici italiani e inglesi, oltre a residuati bellici americani. Negli anni &lsquo;80 gareggiava con i Sidecar Cross, prima con una Triumph Bonneville, poi con una Norton Commando. Ha avuto quattro figli con due donne diverse, ha conosciuto la malattia, l&rsquo;ospedale e il carcere. Non beve alcolici e disprezza le droghe. Nel 1983 ha deciso che la vita, cos&igrave; come l&rsquo;aveva impostata fino ad allora, non andava pi&ugrave; bene: ha lasciato la compagna di allora, ha venduto la villetta che si era costruito da solo dopo il terremoto del &lsquo;76 e si &egrave; trasferito a Pozzis, un paesino di montagna abbandonato, che ricordava da quando, bambino, andava a caccia con suo padre.  AUTODIDATTA DA SEMPRE, ha caricato poche cose sulla sua ex moto da corsa (una Commando da Sidecar Cross), si &egrave; arrangiato in una delle vecchie case abbandonate e si &egrave; messo ad allevare capre. La voce dell&rsquo;eremita di Pozzis si &egrave; sparsa in fretta nei paesi limitrofi, cos&igrave; un giorno arriv&ograve; anche il proprietario della casa, ma vedendo che Cocco aveva rifatto la tettoia e sistemato le mura e il tetto cadente, gli concesse di viverci e anni dopo gliela vendette. La gente di citt&agrave; saliva a vedere l&rsquo;eremita e ad acquistare i suoi formaggi. Lui intanto continuava a dilettarsi con le moto, a ospitare gli amici motociclisti che andavano a trovarlo e ad organizzare il &ldquo;Cocco Meeting&rdquo;, un raduno irrinunciabile per i vecchi amici.  NEGLI ANNI &lsquo;90 &Egrave; STATO PROTAGONISTA DI UN GRAVE FATTO DI SANGUE, seguito da lunghi anni di carcere. Scontata la pena &egrave; tornato nella sua valle tra i monti, ha scritto di s&eacute; stesso e altri hanno scritto di lui. Ed ora eccolo pronto a coronare il sogno di una vita: un viaggio a Samarcanda - luogo per lui leggendario &ndash; portandosi appresso i suoi 73 anni e guidando una H-D Flathead di 5 anni pi&ugrave; vecchia di lui.  &ldquo;Inseguire i sogni &egrave; un imperativo a cui non si pu&ograve; rinunciare, altrimenti si rischia di concludere la propria vita senza avere mai vissuto. Non mi preoccupa il fatto di farcela o no, viagger&ograve; con i miei tempi, riparer&ograve; quello che si romper&agrave;, e se schiatter&ograve; lungo il viaggio ne sar&agrave; valsa la pena. Basta una fossa a lato della strada per riposare nella terra; ma mi piacerebbe che la moto rimanesse in qualche museo lungo il tragitto, a testimoniare il viaggio intrapreso e a segnalare fin dove siamo arrivati, nonostante gli anni sulle mie spalle e sul suo albero motore&rdquo;.  IL PROGETTO HA PRESO FORMA&nbsp;grazie all&rsquo;interessamento di Stefano Giacomuzzi, un giovane regista di documentari poco pi&ugrave; che ventenne che &egrave; riuscito a trovare il modo di assecondare il Cocco nella sua impresa e a trovare qualche sostegno per girare un film su questa avventura decisamente non convenzionale.    VIDEO E AGGIORNAMENTI sono visibili sul sito www.pozzis.racing e, nella zona &ldquo;un pieno per Cocco&rdquo; era anche possibile sostenere il progetto con piccoli contributi. &ldquo;Era&rdquo;, perch&eacute; si dovevano racimolare almeno 3.000 Euro per sostenere l&rsquo;impresa, ma in due mesi circa ne sono stati raccolti oltre 15.000, il quintuplo della somma ipotizzata. Un segno indiscutibile di quanto, nonostante tutto, questo grande &ldquo;vecchio&rdquo; sia benvoluto e rappresenti, tutt&rsquo;ora, un punto di riferimento e di riflessione.  NELLA PROSSIMA PUNTATA, vi racconteremo tanti aneddoti sul momento della partenza da Pozzis e vi sveleremo qualcosa in pi&ugrave; sulla Harley-Davidson del &lsquo;39 con cui Cocco sta vivendo la sua impresa. Rimanete connessi ma intanto&hellip; un consiglio spassionato, non perdete il video in basso.   

7 risultati per 'Cocco'

In Moto Speciale "Cocco" #4 - LE FOTO

InMoto Speciale “Cocco”: da Pozzis a Samarcanda con una Harley del ‘39 (parte #4)

In Moto Speciale “Cocco”: da Pozzis a Samarcanda con una Harley del ‘39 (parte #3)

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In Moto Speciale “Cocco”: da Pozzis a Samarcanda con una Harley del ‘39 (parte #2)

In Moto Speciale “Cocco” #1 - LE FOTO

In Moto Speciale “Cocco”: da Pozzis a Samarcanda con una Harley del ‘39 #1