        Quanto si parla di Cina ultimamente? I brand che arrivano dalla Muraglia sono di sicuro i protagonisti di questo periodo storico dell'automotive, e sembra che il trend dei nuovi marchi e prodotti orientali non voglia scemare... anzi, si arricchisce continuamente di nuovi protagonisti come Zonsen Cyclone, casa produttrice di moto che punta a produrre prodotti "premium" e che si sta facendo lentamente conoscere anche qui in Europa. Indice:  Non &egrave; una novit&agrave; assoluta Dalla Adventure alla sportiva Arriver&agrave; in Europa? Potenzialit&agrave; e problematiche (pag.2)   Non &egrave; una novit&agrave; assoluta In realt&agrave; nel nostro continente, o meglio in Italia, questo marchio gi&agrave; l'abbiamo visto. Zonsen &egrave; Zongshen, ovvero il partner di Piaggio che dal 2005 realizza i prodotti del brand di Pontedera per i mercati asiatici, e che ormai ha sviluppato una collaborazione cos&igrave; stretta da portare in occidente anche prodotti col marchio italiano prodotti in Cina.&nbsp; Questo gruppo industriale &egrave; decisamente importante in patria (fondato nel 1982, ha pi&ugrave; di 20.000 dipendenti), e ora punta all'affermazione del nuovo brand Cyclone con una gamma di moto che - nel contesto delle mille aziende produttrici del sud-est asiatico - si sta facendo notare anche dal mondo a due ruote di questo lato del mondo. Nello specifico, i prodotti che Cyclone sta confezionando sposano un gusto molto europeo e hanno dalla loro una serie di contenuti interessanti che potrebbero farlo diventare un nuovo player anche sul nostro mercato.  Dalla Adventure alla sportiva I ragazzi di Zonsen sono arrivati anche EICMA 2023 per la prima volta come produttori di moto e non come partner di Piaggio. Al pubblico milanese hanno mostrato l'avventurosa RX 650, una moto dichiaratamente sviluppata con la consulenza di uno studio di design italiano e dotata di motore sviluppato da Norton e nuovi sistemi elettronici come una connessione 4G che permette ad esempio l'avvio da remoto e l'accensione e sblocco tramite smartwatch. Nei giorni scorsi, invece, &egrave; stata svelata la sportiva RC700R, un modello carenato dotato del motore Honda quattro cilindri 650 della serie CB e CBR, ma aumentato di cilindrata, con un'estetica davvero interessante (che ricorda vagamente la CFMOTO 450SR) e con componentistica di buona qualit&agrave; (con l'opzione del monobraccio posteriore) che potrebbe renderla adatta anche al nostro listino.&nbsp; Nella lineup dei modelli che potrebbero avere attenzioni particolari anche in Italia c'&egrave; la crossover RX600, dall'estetica pi&ugrave; spigolosa ma che potrebbe fare concorrenza alle economiche del mercato attuale come Benelli TRK, Voge 525 e Kove 501.&nbsp;  &nbsp; Arriver&agrave; in Europa o no? EICMA 2023 &egrave; stato l'unico evento in cui Zonsen Cyclone &egrave; riuscita ad avvicinarsi al mercato italiano, per ora. La loro presenza era finalizzata per l'appunto al "farsi vedere" e magari stimolare l'interesse di qualche importatore interessato ai modelli e ai prodotti. Il progetto &egrave; interessante e in fase di sviluppo costante, in pi&ugrave; le partnership con produttori e studi di design europei potrebbero svolgere un ruolo di fondamentale importanza nel possibile arrivo di questo marchio.&nbsp; Detto ci&ograve;, l'arrivo futuro non &egrave; una cosa scontata, n&egrave; tantomeno facile. Il mercato si sta saturando di modelli e marchi, e nell'ultimo periodo stiamo assistendo a una pesante scrematura del mercato scooter elettrici, che per forza di cose non ha spazio per tutte le aziende che provano a trovare la loro strada in Europa. Le belle moto ci sono, il know how anche, e forse c'&egrave; pure il prodotto dal gusto ideale, ma ogni nuovo player cinese che vuole presentarsi al pubblico occidentale ora ha l'obbligo di stupire o con prodotti innovativi e tecnologicamente avanzati o con qualit&agrave; costruttiva incontestabile e forti relazioni con brand e importatori, cosa fondamentale per radicarsi in un tessuto commerciale molto selettivo come quello del Vecchio Continente. Una cosa &egrave; sicura, di queste moto continueremo a sentire parlare nel breve periodo!         

&Egrave; un colosso orientale che ha presentato da poco una sportiva gustosa, ma ha in listino anche modelli adventure dal gusto europeo. Arriver&agrave; presto?

Zonsen Cyclone: un nuovo brand cinese da tenere sott'occhio

        Ne abbiamo parlato prima nel 2022 e poi lo scorso anno, annunciando l'imminente messa sul mercato della K750, la sportiva cinese che promette di conquistare i cuori di molti appassionati anche in Europa grazie a un'estetica decisamente riuscita e una componentistica che si preannuncia davvero interessante e - sulla carta - superiore rispetto alla concorrenza diretta. Ma andiamo al sodo, perch&egrave; con l'inizio della produzione in Cina sono state rilasciate anche le specifiche tecniche. Jedi Motors K750 Pro: alluminio, monobraccio e freni di qualit&agrave;  Iniziamo dal motore, che sar&agrave; un bicilindrico parallelo (questo non ci stupisce molto) da 730cc per circa 70 CV di potenza nella versione standard e 82 CV a 8.500 giri e 70 Nm a 7.000 giri per la versione K750 Pro, ovvero quella pi&ugrave; spinta che ha tutte le carte in regola per sfondare sul mercato europeo contro Yamaha R7, Suzuki GSX-8R e Triumph Daytona 660. Questo motore &egrave; prodotto in Cina ma &egrave; stato sviluppato dalla Suter, i tecnici svizzeri gi&agrave; produttori di ottime moto da pista. In secondo luogo, arriva un telaio interamente in alluminio a geometria perimetrale, associato a un forcellone monobraccio che fa il verso ai prodotti occidentali pi&ugrave; raffinati. Nel segmento delle sportive medie nessun altra moto offre uno schema del genere. Le sospensioni sono Kayaba e sono regolabili, ma non sappiamo ancora se permetteranno un intervento completo o solo il precarico. Freni sono affidati a Brembo con pinze e pompa radiali, un tocco di lusso italiano che in questa categoria non sfigura affatto. Peso? 206 kg, siamo un pelo sopra la media del segmento. Estetica futuristica per la nuova Jedi Motors K750 Pro, ma con gusto europeo  La versione definitiva della K750 di Jedi Motors &egrave; stata leggermente rivista rispetto ai prototipi preserie, ma conserva le linee pulite e ispirate al futuro, bench&egrave; si riconoscano le ispirazioni che arrivano direttamente dalle moto italiane. L'andamento del cupolino e della parte alta delle carene ricordano di fatto la MV Agusta F3, ma non ne copiano palesemente lo stile. Jedi Motors K750 Pro: quanto costa Nel complesso &egrave; bella, innovativa ed equilibrata nelle forme, e siamo curiosi di sapere quando arriver&agrave; in Italia e a quale prezzo.Per ora sappiamo che in Cina ha debuttato con un listino a partire da 5.400 euro. Al momento l'azienda sta valutando l'ingresso in Italia discutendo con alcuni importatori, mentre &egrave; gi&agrave; presente in Francia dove ha stretto un accordo con Mash e in Turchia dove &egrave; un brand gi&agrave; ufficialmente importato. Occhi aperti, perch&egrave; potrebbe sconvolgere il rinato segmento delle sportive stradali medie!        

Seguiamo il progetto da due anni e finalmente siamo arrivati alla versione definitiva: &egrave; bella, performante e con componentistica raffinata

Jedi Motors K750 Pro: quando arriva la sportiva cinese che promette scintille?

        Se la Benelli TRK 552 sar&agrave; un successo di pubblico come la 502 non ci &egrave; dato saperlo, al momento. Ma, stando a quanto circola sul web, le premesse sono buone. C&rsquo;&egrave; solo un problema: il modello, per adesso, &egrave; pensato solo per la Cina e risulta difficile fare ipotesi temporali di un suo arrivo in Italia. Ma, come si dice, la speranza &egrave; l&rsquo;ultima a morire. Le caratteristiche L&rsquo;idea di base da cui la Casa &egrave; partita per Benelli TRK 552 &egrave; stata quella di non discostarsi troppo dalla 502, un modello che ha fatto cos&igrave; tanto bene: una moto di sostanza, ma allo stesso tempo economicamente appetibile. E i numeri del mercato lo dimostrano. Quindi, dal punto di visto estetico, la linea &egrave; quella classica a cui siamo abituati, seppur con qualche tocco di novit&agrave;. Con tutta probabilit&agrave; ci saranno le due versioni, standard con anteriore da 19&rdquo; e X da 17&rdquo;. Anche il motore dovrebbe rimanere sulla potenza di 48 CV, per includere anche i possessori di patente A2 (come &egrave; stato fatto finora con la 502), ci sar&agrave; un probabile aumento di cilindrata per migliorare la coppia. Insomma, una serie di accorgimenti anche per rispettare le norme antinquinamento. Non ci resta che attendere per saperne di pi&ugrave; e soprattutto capire quando, e se, la 552 arriver&agrave; anche da noi. MUSEO OFFICINE BENELLI: I NUMERI SVELANO UN GRANDISSIMO SUCCESSO NEL 2023       

Dall&rsquo;altra parte del mondo, a quanto pare, gi&agrave; guidano l'erede della 502. E da noi? Presto sapremo (forse). Nel frattempo ecco cosa cambia e cosa resta

Benelli TRK 552 svelata in Cina. E in Italia?

        Dalla Cina arriva una e-bike elettrica pensata per la citt&agrave; a un prezzo davvero concorrenziale. Si stratta della DYU T1, e per acquistarla servono 849 euro. Quali sono le sue caratteristiche principali? Oltre al prezzo low cost, &egrave; leggerissima, appena 22 kg, infatti &egrave; realizzata in magnesio. Le caratteristiche  DYU T1 &egrave; una e-bike pieghevole, che si adatta, quindi, alla mobilit&agrave; urbana, essendo pensata per chiudersi quando si sale su un mezzo pubblico o si prendono le scale della metro (l&rsquo;ingombro &egrave; di&nbsp;85 x 48 x 78 cm). &Egrave; sorretta dal telaio pressofuso, privo di saldature, e nonostante il peso molto contenuto riesce a sostenerne oltre 5 volte tanto: pi&ugrave; di 120 kg. Arriva dalla Cina, e non &egrave; un caso, dato che qui il mercato delle e-bike (e in generale della mobilit&agrave; sostenibile) &egrave; pi&ugrave; fiorente che mai. DYU T1 &egrave; dotata di una batteria estraibile che permette un&rsquo;autonomia fino a 55 km, il motore, nel mozzo posteriore, &egrave; da 250 W e si ricarica in 6 ore e c&rsquo;&egrave; anche un sensore di coppia nella pedaliera che regola appunto la pedalata assistita, per renderla pi&ugrave; fluida. Il quadro della bici elettrica si completa con il cambio&nbsp;Shimano a 7 velocit&agrave;, freni a disco ad azionamento meccanico, ruote da 20&rdquo; e sella ammortizzata. DYU T1 &egrave; acquistabile online sul sito dell&rsquo;azienda e arriva anche in Italia. MOTO E BICICLETTE, &Egrave; BOOM DELL'USO DELLE DUE RUOTE NELLE CITT&Agrave; ITALIANE       

Arriva dalla Cina, ha un prezzo di 849 euro e pesa appena 22 kg.: vediamo le sue caratteristiche

DYU T1, e-bike low cost e in magnesio per la mobilità urbana

        Honda annuncia ufficialmente di voler realizzare in Cina una societ&agrave; che realizzer&agrave; solo moto di grossa cilindrata. La nuova realt&agrave; si chiamer&agrave;&nbsp;Honda Motorcycles Sales Co. Ltd. e avr&agrave; sede a Shanhgai, la quale sar&agrave; attiva a partire dal 1 aprile 2024. La decisione &egrave; stata presa per approfittare del recente e crescente interesse del Paese asiatico verso i modelli superiori ai 500 cc. Nuova societ&agrave; e nuovo motore Contemporaneamente all'inizio delle attivit&agrave; della Honda Motorcycles Sales Co. Ltd., la Casa giapponese lancer&agrave; anche il suo nuovo motore a quattro cilindri di cui ancora poco si conosce. In passato, una lamentela ricorrente riguardava la mancanza di innovazioni nei motori a 4 cilindri in linea soprattutto da parte dei costruttori giapponesi che avevano dominato il settore negli anni '80 e 2000 con questo propulsore. Eppure, EICMA 2023 ha mostrato che i motori a quattro cilindri non sono stati dimenticati, attraverso due importanti novit&agrave;: la Honda CB1000 Hornet e la Suzuki GSX-S1000GX. Nel caso del nuovo 4 cilindri, potrebbe essere un adattamento del modello 400 Four, modelli derivati dal 650 CB oppure una riscoperta dell'affascinante motore da 800 cc a V. HONDA CBR600RR, ECCO QUANTO COSTA       

Avr&agrave; sede a Shanghai e sar&agrave; attiva a partire dal 1 aprile: insieme all'avvio della produzione verr&agrave; anche presentato un nuovo propulsore

Honda annuncia la creazione di una nuova società in Cina

        L&rsquo;avevamo gi&agrave; visto con la Ducasu, Casa cinese che aveva lanciato un modello dotato di un bicilindrico parallelo da 385 cc e una potenza di 25 CV con design e le linee che per&ograve; richiamavano chiaramente il marchio Ducati.Ora, questo episodio si sta ripetendo con la Modiwei 800 RR che, non &egrave; una Ducati Panigale ma... ci va molto (forse troppo) vicino: il design, i fanali, gli specchietti con indicatori di direzione integrati sono identici alla sportiva bolognese.  IN CINA ECCO LE "DUCASU", IL MARCHIO-COPIA DI DUCATI Caratteristiche Sorprendente &egrave; anche la fedele riproduzione del monoammortizzatore laterale Ohlins, con l'unica differenza nella carenatura, che richiama la Panigale V2. Per cosa si distingue la Modiwei 800 RR? Dal suo impianto di scarico personalizzato. Dal punto di vista meccanico, il motore &egrave; frutto della Honda CB 650 R a quattro cilindri noti, ma in questo caso cresce fino a raggiungere i 777 cc. Questa modifica permette di erogare una potenza massima di 117 CV e una coppia massima stimata di 83 Nm. La moto &egrave; equipaggiata con una strumentazione TFT e illuminazione a LED, oltre a un quick-shifter e controllo di trazione. Non mancano nemmeno le manopole riscaldabili. Per quanto riguarda il sistema frenante, troviamo un doppio disco da 320 mm con pinza a attacco radiale all'anteriore, dotato di ABS. La Modiwei 800 RR &egrave; gi&agrave; disponibile in Cina al prezzo equivalente di 4.800 euro.  DUCATI MULTISTRADA V4 RS, PROVA ESCLUSIVA: ED &Egrave; SUBITO MULTI-PISTA!       

Linee della bicilindrica 1299 e motore della CBR 650R. Dalla Cina arriva un mix delle grandi Case ma ad un prezzo nettamente inferiore

Modiwei 800 RR, una Panigale... con motore Honda

        In questa estate caldissima, fra un ghiacciolo e una birra fresca, le poche notizie veramente interessanti arrivano dal fronte cinese, dove le Case locali sono al lavoro su una serie di moto sportive e supersportive per aggredire il mercato mondiale con prodotti capaci di competere con gli Europei e i giapponesi. Quali sono gli scenari futuri e cosa possiamo aspettarci da questi nuovi prodotti? TOP5: QUANDO FUORI FA CALDO, STAI ATTENTO A QUESTI PROBLEMI QJ Motor e CFMoto in pole position  Sul fronte supersportive ad altissime prestazioni, i due colossi cinesi stanno preparando qualcosa di davvero esplosivo. QJ sta lavorando da diverso tempo a una serie di moto con propulsore MV Agusta che potrebbe portare per la prima volta a una moto estrema dotata di motore da pi&ugrave; di 200 CV. Ovviamente stiamo parlando del 4-in-linea della Brutale 1000RR (ex F4), che abbiamo gi&agrave; apprezzato con qualche foto spia... non sappiamo se queste saranno le linee della moto definitiva, ma lo scopriremo presto. Dal fronte CFMoto non arrivano foto ma conferme di un inedito motore V4 da oltre 200 CV in cantiere per una prossima serie supersportiva. In questo caso non sappiamo se il propulsore arriva da altri costruttori o se &egrave; un progetto made in CFMoto, ma con questa architettura tipica per le moto estreme sappiamo che l'azienda vorr&agrave; fare sul serio. L'impegno nello sport &egrave; chiaro: con gi&agrave; un piede in MotoGP e modelli di serie sempre pi&ugrave; sportivi ci sono le basi per vedere qualcosa di davvero competitivo. Sul mercato si affacciano anche le sportive meno estreme di Benelli - che potrebbe presentare a breve la QJ/Tornado 800 - e la nuova Benda LFR 700, due moto orientate al mondo delle stradali e della nuova categoria Supersport che potrebbero dire la loro sul mercato, sempre pi&ugrave; in cerca di sportivit&agrave; senza le caratteristiche estreme dei missili da oltre 200 CV.  Passa alla prossima pagina! &nbsp; Perch&egrave; queste sportive saranno importanti?  Bench&egrave; le carenate rappresentino una nicchia sul mercato, non sono affatto da trascurare nei piani di espansione delle case motociclistiche. Con questi prodotti si spinge l'immagine del marchio verso un'utenza sportiva e non sar&agrave; difficile vedere a breve il debutto nelle competizioni internazionali. Con una crescita cos&igrave; veloce, il debutto in MotoGP di un brand cinese nei prossimi anni &egrave; dato quasi per certo... bisogner&agrave; vedere se arriver&agrave; prima QJ o CF. In secondo luogo, il mondo delle supersportive cambier&agrave; gli equilibri anche nel duopolio delle due ruote Europa-Giappone. Con la concreta presenza delle case cinesi anche nello sport e nella massima espressione della tecnologia motociclistica, si concretizzer&agrave; un mercato con tre punti di riferimento che porter&agrave; a una rinnovata competizione soprattutto fra tutte le aziende asiatiche. I giapponesi riusciranno a contenere l'esplosione dei cinesi anche nel settore che fino a oggi hanno dominato, ovvero quello delle competizioni? L'arrivo di QJ e CF indebolir&agrave; ancora di pi&ugrave; le "big four" del Sol Levante o sar&agrave; lo stimolo per ricominciare a investire anche nelle gare?&nbsp;  Yamaha vuole sperimentare il motore a idrogeno       

Con le ultime notizie dalla Cina, abbiamo la conferma dell'arrivo di nuove carenate pi&ugrave; e meno estreme per competere con le europee. Cosa ci dobbiamo aspettare?

Rivoluzione supersportive: arrivano le cinesi

        Se le moto ancora faticano in termini di vendite, gli scooter elettrici se la cavano meglio (sebbene siano ancora in netta maggioranza le due ruote con motore tradizionale). Numeri a parte, &egrave; un dato di fatto che di scooter a batterie se ne siano visti di ogni tipo, puntando soprattutto a quel pubblico abituato a spostarsi in citt&agrave; col proprio mezzo. Le caratteristiche Parecchi scooter elettrici arrivano dalla Cina, e non fa eccezione il nuovo modello della giovane Sarkcyber: HC 200 Ursa, gi&agrave; lanciato anche sul mercato europeo. L&rsquo;azienda &egrave; nata infatti del 2021, ma la breve vita non deve ingannare. Il team, infatti, &egrave; composto ex specialisti del reparto motociclistico Honda. Non proprio i primi arrivati, dunque. HC 200 Ursa &egrave; uno scooter dal design moderno e pulito, decisamente minimal, e ben equipaggiato. &Egrave; dotato di un display digitale che fornisce al pilota tutte le informazioni sul viaggio e sullo stato di carica e che pu&ograve; essere facilmente connesso con lo smartphone, di chiave keyless e luci a Led. Il motore si trova sul mozzo delle ruota posteriore e ha una potenza massima di circa 5 CV, per le brevi accelerazioni, e nominale di 2,5 kW (circa 3,5 CV). C&rsquo;&egrave; poi una batteria da 60V, con una singola carica si possono percorrere circa 75 km a una velocit&agrave; media di 45 km/h. Per una ricarica completa servono tre ore. La velocit&agrave; massima, invece, &egrave; di 70 km/h. Sarkcyber HC 200 Ursa ha ruote da 14&rdquo; sia all&rsquo;anteriore che al posteriore ed &egrave; dotato di un sistema frenante combinato (CBS) per ottimizzare la sicurezza e il controllo del mezzo durante la frenata. Troviamo poi forcelle telescopiche nella parte anteriore e ammortizzatori regolabili nel precarico nella parte posteriore. Il prezzo per il mercato europeo &egrave; di 4.390 euro. PFMOTO, DALLA CINA LA NUOVA STARSHIP 6: MEDIA GT DAL LOOK PREMIUM       

Nata nel 2021, l&rsquo;azienda ha gi&agrave; lanciato sul mercato europeo il suo modello, pensato principalmente per alla citt&agrave;

Sarkcyber HC 200 Ursa, dalla Cina un nuovo scooter elettrico

A primo impatto, il nome MV Cagiva pu&ograve; sembrare una crasi dei ben pi&ugrave; noti MV Agusta e Cagiva. In realt&agrave; si tratta di un nuovo marchio che arriva dalla Cina, che nella primavera 2023 ha lanciato sul mercato il suo primo modello, il Crazy Weekend 150 ADV, e presto ci sar&agrave; il debutto della sportiva, la MV Cagiva KJW 700.    I modelli  Diamo prima una rapida occhiata ai modello. Lo scooter Crazy Weekend 150 ADV si ispira chiaramente agli scooter ADV 150 di Honda. Questo 150 (a cui probabilmente seguiranno quelli da 250cc, 300cc&hellip;) &egrave; spinto da un monocilindrico a quattro tempi da 16,5 CV e ha una velocit&agrave; massima di 120 km/h. Non mancano componenti moderne, dal display a colori con connessione allo smartphone alla dashcam (telecamera frontale). In Cina &egrave; gi&agrave; disponibile a poco meno di 2.000 euro.  Per quanto riguarda la sportiva carenata, la KJW 700, MV Cagiva &egrave; al lavoro, anche se non si sa molto. Il candidato pi&ugrave; probabile per il motore sembra il bicilindrico in linea di QJMotor con 73 CV (54 kW), ma le informazioni si fermano qui.    I legami tra le aziende  Quello che ovviamente suona strano &egrave; il nome scelto per il Marchio, che inevitabilmente richiama le due Case italiane. La scelta non risulta affatto chiara, ma alcuni legami ci sono. A fare da collante c&rsquo;&egrave; QJMotor (da cui arrivano i motori), di propriet&agrave; del pi&ugrave; importante produttore cinese di moto, il gruppo Qianjiang, che a sua volta collabora con MV Agusta dal 2020. Se questa partnership coinvolga anche il nuovo MV Cagiva, al momento, non ci &egrave; dato sapere. Ma il nome continua ancora a suonarci davvero molto strano&hellip;  QJ MOTOR SRK 800RR, PRIMA IMMAGINE DELLA NUOVA SPORTIVA 4 CILINDRI 

Appena nato, ha gi&agrave; lanciato sul mercato il suo scooter ed &egrave; al lavoro su una sportiva. Ma cosa rappresenta questo nome?

MV Cagiva, una storia italiana? No, un (discutibile) marchio dalla Cina

        Nel 2021, il Marchio cinese AW (che fa parte del gruppo Hangzhou Weite) ha fatto il suo debutto nel proprio Paese con la supersportiva AW 500 R. E fin qui nulla di strano. La moto, presentata a una fiera di settore, non &egrave; per&ograve; mai arrivata sul mercato. Due anni dopo, cio&egrave; oggi, l&rsquo;azienda presenta il suo secondo modello, la variante caf&eacute; racer: l&rsquo;AW 500 N &egrave; spinta, come molto altre due ruote cinesi, dal bicilindrico in linea raffreddato ad acqua di Loncin, sviluppato sulla base della Honda 500, da 494 cc e 50 CV. La vedremo in Europa? Molti dei modelli di esportazione europea Loncin a marchio Voge sono calibrati su 48 CV, per rientrare nella categoria A2, quindi &egrave; ipotizzabile che anche in questo caso venga fatto lo stesso discorso. Ancora nulla su prezzi e date La variante caf&eacute; racer presenta fari rotondi e ruote a raggi, e ha un peso in ordine di marcia di 186 kg (ma ancora non si sa nulla sulla capacit&agrave; del serbatoio). Il peso contenuto &egrave; dato dall&rsquo;utilizzo dell&rsquo;alluminio per il telaio, con forcellone a due bracci. Troviamo poi una forcella telescopica a steli rovesciati regolabile con freni a doppio disco e pinze radiali a quattro pistoncini, ammortizzatore regolabile con leve di collegamento e il sistema di scarico 2 in 1 e terminale in carbonio. Poche informazioni sul display, che dalle foto circolate in rete sembra essere a colori e probabilmente dotato di connettivit&agrave; Bluetooth. Non si sa proprio niente, invece, su dati specifici, prezzi ed eventuali date di lancio sul mercato. Visto com&rsquo;&egrave; andata con l&rsquo;AW 500 R, si spera che per la sorella caf&eacute; racer i tempi siano un po&rsquo; pi&ugrave; veloci. QUANTO COSTA UNA MOTO AL CHILO? IN MEDIA, QUANTO UNA FIORENTINA       

Nel 2021 &egrave; stata presentata la supersportiva AW 500 R, che per ora non ha mai raggiunto il mercato. Adesso &egrave; la volta della sorella: le cose andranno meglio?

AW 500 N, chissà se vedremo mai questa semicarenata dalla Cina

        Voge rif&agrave; il look alla sua Trofeo 300AC, con il minimo sforzo e massima resa, a quanto sembra. La modifica, infatti, riguarda piccoli ritocchi estetici che trasformano il modello in una variante caf&eacute; racer che &egrave; stata mostrata a un recente evento in Cina, e gi&agrave; disponibile per il mercato cinese. Adesso viene da chiedersi se questa inedita variante arriver&agrave; anche in Italia, dove la Trofeo 300AC &egrave; piuttosto apprezzata dai motociclisti della Penisola. Le modifiche  Ma di che modifiche si tratta? Voge ha introdotto una nuova mascherina anteriore, oltre a una copertura (in tinta) della parte posteriore della sella. Ci sono poi due nuove colorazioni, rosso/bianco e blu/bianco, e specchietti retrovisori cromati bar end. Si fanno largo anche un nuovo terminale di scarico e un portatarga. E ancora, al posto del manubrio troviamo due semimanubri che cambiano inevitabilmente la posizione di guida. Dalle immagini, non sembra che ci sia altro, compresa la ciclistica che resta invariata rispetto al modello di base. Il peso dichiarato &egrave; di 159 kg, che non &egrave; affatto una cattiva notizia per chi &egrave; alla ricerca di una moto facile da manovrare. Il motore dovrebbe essere sempre il monocilindrico a quattro valvole, quattro tempi, raffreddato a liquido, che eroga 25,9 CV (19 kW) a 8.500 giri/min, e con cambio a sei marce. Vedremo questa versione che da noi? Probabile, forse con un prezzo leggermente pi&ugrave; alto degli attuali 3.890 euro a cui &egrave; pronta la Trofeo 300AC base.  VOGE BRIVIDO 125R: ECCO LA PICCOLA NAKED PER I GIOVANI RIDER       

La naked viene presentata in una variante inedita, con pochi ritocchi estetici. Adesso c&rsquo;&egrave; da capire se arriver&agrave; anche da noi

Voge Trofeo 300AC, versione café racer per la Cina: la vedremo in Italia?

Il mercato cinese sta sfornando sempre pi&ugrave; modelli che, in qualche modo, catturano l&rsquo;attenzione. Come quelli di Vinto Motor, nuovo Marchio appartenente al gruppo industriale Chongqing Sokon. Se per il momento, i pochi esemplari in produzione, sono realizzati solo per il mercato interno, Vinto GS 525 (attuale modello di punta) potrebbe arrivare anche fuori dai confini nazionali. E quindi vediamo cosa aspettarci. Di certo, un cambio nome. Sappiamo bene che GS equivale a BMW e alle sue enduro, e un&rsquo;altra enduro non potrebbe fare il suo ingresso sul mercato europeo con questa denominazione.  Com&rsquo;&egrave; fatta    A spingere GS 525 c&rsquo;&egrave; un bicilindrico in linea, con raffreddamento a liquido, iniezione Bosch e 4 valvole per cilindro (prodotto da Loncin, tra l&rsquo;altro partner cinese di BMW, e basato su quello di Honda CB 500). Per questo modello la potenza massima &egrave; circa 54 CV, cos&igrave; dichiarano da Vinto, a 8.500 giri/min, e la velocit&agrave; pu&ograve; superare i 170 km/h. Si potrebbe anche pensare, in ottica di una possibile esportazione, alla riduzione a 48 CV, per chi possiede la patente A2.  Il tutto &egrave; sorretto da un telaio a ponte in acciaio con telaio posteriore tubolare imbullonato.&nbsp;Anteriormente troviamo ruota da 19&rdquo; e forcella telescopica a steli rovesciati regolabile, al posteriore un forcellone monobraccio in alluminio con mono&nbsp;regolabile, in combinazione con una trasmissione finale a catena.&nbsp;L&rsquo;ABS a due canali controlla sia il freno a doppio disco anteriore (300 mm) che il freno a disco posteriore (240 mm). Da Vinto fanno sapere che la moto ha un peso di circa 205 kg (con i 21 litri che pu&ograve; contenere il serbatoio), l&rsquo;autonomia &egrave; di oltre 500 km e il consumo dovrebbe stare tra 3,5 e meno di 4 litri per 100 km.  Equipaggiamento    Non mancano parabrezza regolabile e sella per due persone. La dotazione, dicono sempre dall&rsquo;azienda cinese, &egrave; &ldquo;premium&rdquo;: molle regolabili, cupolino regolabile, impianto di scarico in acciaio inox, manubrio tubolare in alluminio, pedane con prolunghe in alluminio forgiato, luci a Led, presa Usb.&nbsp;Il motociclista pu&ograve; godere dell&rsquo;ampio display a colori, con diagonale da 7&rdquo;, controllo automatico della luminosit&agrave;, registrazione e analisi dei dati di guida e anche possibilit&agrave; di connetterlo al proprio smartphone.  Tutto questo al prezzo di 35.980 yuan, cio&egrave; intorno ai 4.900 euro.  PONTE CINA-EUROPA: L&#39;INTRECCIO DEGLI AFFARI CON L&#39;ORIENTE 

Non sappiamo se la vedremo in Europa (e di certo non con questo nome): bicilindrico in linea da 54 CV, forcellone monobraccio e ricca dotazione

Una &quot;GS&quot; a meno di 5.000 euro? Vinto GS 525, nuova enduro dalla Cina

        L'automotive sta vivendo un periodo di profondo cambiamento con la nascita di gruppi industriali enormi, capaci di raccogliere al proprio interno la maggior parte di brand automobilistici del mercato. In cima alla lista ci sono senza dubbio il Gruppo Volkswagen e Stellantis, che raccolgono praticamente tutti i produttori di auto europei. Nel mondo moto questo modo di fare industria si sta lentamente allargando e in cima alla lista c'&egrave; il Pierer Group, che con KTM sta avviando un processo di acquisizione di molti marchi tra cui Husqvarna, Gas Gas e in ultimo MV Agusta, alla quale partecipa al 25% e ne cura la distribuzione negli Stati Uniti.&nbsp; Fra auto e moto, per&ograve;, c'&egrave; da marcare una importante differenza: se nel mondo delle quattro ruote la Cina &egrave; principalmente proprietaria dei suoi gruppi automobilistici e punta a fare concorrenza ai brand occidentali, nell'universo delle due ruote i gruppi industriali portano a stretti legami con grosse aziende della Muraglia, che iniziano a diventare parte fondamentale delle collaborazioni industriali per la produzione delle moto che compriamo e guidiamo tutti i giorni. KTM-CFMoto-Bajaj-Morini-QJMotors-MV Agusta-Benelli  Iniziamo da uno dei pi&ugrave; complessi intrecci di aziende e forniture che abbiamo sotto gli occhi in questo periodo, in parte suggeriti da Cycle World in un articolo dedicato. KTM &egrave; un brand che - come detto - fa da madre a un gruppo industriale tutto europeo, ma in realt&agrave; &egrave; a sua volta parte di un altro "triangolo" fra due enormi aziende asiatiche: l'indiana Bajaj e la cinese CFMoto. Con la prima holding ha un rapporto di collaborazione dal 2007 e produce in India i modelli di cilindrata ridotta (da 125 a 390), mentre la partnership con CFMoto si concentra sui motori di media-grossa cilindrata che vanno poi ad equipaggiare anche modelli del brand cinese come 800MT e 800NK. CFMoto, per&ograve;, non ha un'esclusiva con Pierer Group, e per esempio fornisce il bicilindrico parallelo 650 che monta la Moto Morini Seiemmezzo. Morini che, comunque, &egrave; posseduta al 100% dall'azienda cinese Zhongneng dal 2008 e che produce (motore compreso) la X-Cape 650. Curiosit&agrave;: la Zhongneng ha ancora in ballo una causa con il Tribunale di Torino per aver copiato la Vespa. QJMotors &egrave; un altro colosso cinese che, come sappiamo, &egrave; proprietaria del marchio Benelli, Keeway, Benda e altre realt&agrave; minori. Fa parte del gigante industriale Geely (Volvo, Polestar, Lotus e Lynk&amp;Co.) e di recente l'abbiamo visto impegnato a realizzare un prototipo di supersportiva con motore e ciclistica della MV Agusta Brutale 1000. Ma MV non era in accordi con KTM e quindi con CFMoto? Non dimentichiamoci che MV Agusta produrr&agrave; la Lucky Explorer 5.5 su base QJ SRT/Benelli TRK e che - quindi - al momento rende possibile all'azienda varesina di stare con un piede in due scarpe.  &nbsp; Piaggio/Zongshen e BMW/Loncin/Voge &nbsp;Il Gruppo Piaggio e la sua partnership con Zongshen ha radici ben strutturate nel passato, ma &egrave; solo ultimamente che la collaborazione sta portando alla nascita di nuove moto di grossa cilindrata pensate per il mercato cinese con tecnologia Aprilia. Si parla della Shiver 900, che potr&agrave; rinascere in Cina costruita su concessione dalle fabbriche Zongshen e forse marchiata Gilera, come primo passo della rinascita del marchio italiano. In cina viene prodotta anche la Aprilia GPR 250, piccola carenata che non esiste in Italia, e quel motore andr&agrave; anche a finire sulla prossima Malaguti Drakon 250, che anch'essa &egrave; prodotta in cina per il KSR Group, sino-austriaci. BMW &egrave; da circa 20 anni che fa affari con Loncin, un produttore cinese che ha iniziato prima con il montaggio dei motori Rotax delle serie 650 GS e poi finendo a diventare un colosso proprietario del marchio Voge, che a sua volta &egrave; entrato nel mercato europeo e nel 2023 far&agrave; debuttare la Valico 900DS con lo stesso motore della BMW F850GS e un telaio molto simile.  Dettaglio curioso che riguarda ancora MV Agusta: nel 2020 aveva siglato un accordo di distribuzione in Cina con Loncin e quindi una partnership commerciale a lungo termine per lo sviluppo di modelli per il mercato globale, saltata ovviamente nel 2021 per i numerosi cambi di programma. Nel frattempo si delineano altre joint-venture da oltreoceano e dall'estremo oriente: Harley-Davidson produrr&agrave; dei modelli 500 realizzati da Zhejiang Jisheng Motor Vehicle e le Big-Four giapponesi hanno parte della produzione dei loro scooter per il commuting di massa asiatico proprio in Cina con le aziende Qingqi (Suzuki) e Jianshe (Yamaha).&nbsp; Pensavate fosse meno complicato? Anche noi, ma questo scenario non pu&ograve; far altro che diventare ancora pi&ugrave; intrecciato nel futuro prossimo.  Kove: un nuovo marchio cinese che nasce dalla passione        

Da oltre 20 anni i principali marchi motociclistici europei hanno accordi commerciali con aziende cinesi e oggi le connessioni fra occidente e oriente sono tantissime e molto complesse. Facciamo chiarezza

Ponte Cina-Europa: l'intreccio degli affari con l'oriente

        Dalla Cina arrivano alcune novit&agrave; inerenti a due modelli diversi di moto che stanno per sbarcare sul mercato. Si tratta della Jiajue CN 800 Zhen dall'aspetto che si rif&agrave; molto alla Neo Sports Caf&eacute; CB650R, e della Jiajue CNR 800 Rui con il carattere pi&ugrave; sportivo. A vederli, per&ograve;, questi due esemplari ricordano un po' troppo la naked Honda per la retr&ograve; e la Honda CBR650R per la supersportiva, anche se rispetto a queste ultime sono dotate di un motore di cubarura maggiore.&nbsp; Caratteristiche del motore Jiajue  Il motore &egrave; stato realizzato da Wuyi Weisenke Power Technology, ed &egrave; un 4 cilindri in linea dall'aspetto moderno. Ci sono delle immagini provenienti dal brevetto che mostrano alcune sue peculiarit&agrave;. Nonostante la Wuyi Weisenke Power Technology affermi di aver prodotto il propulsore raffreddato a liquido in totale autonomia &egrave; evidente che non sia proprio cos&igrave; considerata la disposizione delle unit&agrave; ausiliarie e l'alloggiamento. Il 4 cilindri DOHC con iniezione di carburante sembra erogare 117 CV da 796 cc di cilindrata, con una coppia massima di 93 Nm a 9.500 giri/min. PREZZI ABBORDABILI Il telaio poggia su ammortizzatori e forcelle KYB, mentre i freni sono azionati da pinze Nissin. Sono presenti anche l'ABS, uno schermo strumentazione TFT e luci a LED. Il prezzo di entrambe le moto potrebbe essere tra 4.000 e 5.500 euro. Non si sa se questi due modelli approderanno sul mercato europeo, ma se cos&igrave; dovesse essere potrebbero essere venduti a meno di 7.000 euro. COSA ACCADR&Agrave; NEL SEGMENTO CROSSOVER NEL 2023?       

Una &egrave; retr&ograve;, l'altra &egrave; supersportiva. La prima cosa che le accomuna &egrave; che entrambe clonano le Honda da 650cc

Dalla Cina i cloni delle Honda CBR650R e CB650R

In Francia vogliono ridurre drasticamente il numero di incentivi per l&#39;acquisto di veicoli elettrici, poich&eacute; in caso contrario tutti i finanziamenti andrebbero a favore della Cina. Pi&ugrave; precisamente, la commissione finanze del Senato francese ha approvato un emendamento al bilancio per il 2023 con il quale riduce di 500 milioni di euro gli incentivi per l&#39;acquisto di veicoli elettrici. Il Senato sottolinea infatti l&#39;assenza di una filiera francese, o almeno europea, in questo specifico settore, ampiamente dominato dai costruttori cinesi.  Troppi soldi ai cinesi, priorit&agrave; all&#39;industria locale  In origine, lo Stato francese aveva stanziato 1,3 miliardi di euro per i cosiddetti Ecobonus 2023, il 30% in pi&ugrave; rispetto al 2022: il Senato ha evidenziato come gran parte di questi soldi sarebbero finiti nelle tasche dei marchi cinesi, e ha cos&igrave; preferito difendere l&#39;industria locale con un provvedimento netto: come accennato, sono stati eliminati 500 milioni dalla cifra iniziale.  Il Governo deve ancora pronunciarsi  Il governo francese per&ograve; non si &egrave; ancora espresso in maniera favorevole al provvedimento. &quot;L&#39;elettrificazione del parco circolante &egrave; una priorit&agrave; che non pu&ograve; essere sospesa&quot;, ha affermato il Ministro della Transizione Ecologica transalpino, Christophe B&eacute;chu. Staremo a vedere come evolver&agrave; la situazione.  LE ASSOCIAZIONI FRANCESI FFMC E FFM SCRIVONO UNA LETTERA CONTRO IL CONTROLLO TECNICO 

I senatori transalpini intendono ridurre di 500 milioni di euro gli incentivi destinati all&#39;acquisto di veicoli a zero emissioni per difendere l&#39;industria locale dai costruttori asiatici

Francia, il Senato punta a ridurre gli Ecobonus: &quot;Basta finanziare la Cina&quot;

Nello scorso aprile, Benelli aveva omologato per la Cina la TRK 702. Il modello, del quale erano circolate immagini non ufficiali alle quali sono stati aggiunti in seguito dettagli, hanno reso pi&ugrave; completa l&#39;immagine di questa moto che sembra destinata solo al mercato asiatico.    Caratteristiche tecniche  Tra tutte le enduro attualmente esistenti, c&#39;&egrave; da dire che la TRK 702 si prende meritatamente un posto tra le migliori del segmento e i motivi sono diversi. Il suo bicilindrico di 693 cc ha una potenza dichiarata di 76 CV a 8.500 giri/min e 68 Nm a 6.250 giri/min&nbsp;e con autonomia massima, grazie al serbatoio da 20 litri,&nbsp;di 500 km con un solo pieno di carburante. Altri punti di forza di questa moto sono relativi al comfort: la sella non &egrave; alta (82&nbsp;cm da terra) per cui chiunque, anche i meno alti, possono riuscire ad appoggiare i piedi a terra, ma si pu&ograve; chiedere anche una versione pi&ugrave; &quot;bassa&quot;. I freni sono&nbsp;Brembo&nbsp;abbinati all&#39;ABS&nbsp;Bosch, la navigazione sul display &egrave; possibile grazie al collegamento allo smartphone, mentre le manopole e la sella del pilota sono riscaldabili per i viaggi invernali. Presente ancheuna una telecamera frontale.  La distanza del manubrio &egrave; regolabile, mentre la sella promette di essere comoda grazie alla generosa imbottitura. La Benelli TRK 702 &egrave; venduta nelle concessionarie cinesi al prezzo di 6.800 euro (equivalenti)&nbsp;per la versione con ruote in lega a razze da 17 pollici, e di&nbsp;7.400 euro&nbsp;per la versione con ruote a raggi e avantreno da 19 pollici. Il design della 702 (simile a quello della gi&agrave; nota 800) potrebbe rappresentare il prossimo upgrade della 502? Staremo a vedere...  BENELLI WEEK 2022: A PESARO L&#39;OMAGGIO A JARNO SAARINEN 

La crossover &egrave; equipaggiata con motore da 76 CV che la rende ideale anche per chi &egrave; alle prime armi. Tra i pregi anche i consumi ridotti, con 500 km percorribili con un solo pieno di carburante

Benelli, pronta la TRK 702... ma solo in Cina

La Benelli TRK 702 era stata nell'aprile scorso omologata per il mercato cinese e ora è pronta per entrare sul mercato del Sol Levante. Il suo bicilindrico ha una potenza dichiarata di 48 CV grazie alla quale anche i neopatentati possono mettersi alla guida. I consumi sono estremamente ridotti: con un solo pieno di carburnte si possono percorrere fino a 500 km. Comoda e dotata di diversi comfort, presenta sella e manopole riscaldate, telecamera frontale e collegamento attraverso lo smartphone per la navigazione. Il prezzo di vendita è  6.800 euro per la versione con ruote in lega a razze da 17 pollici, e di 7.400 euro per la versione con ruote a raggi e avantreno da 19 pollici.

Benelli TRK 702 arriva nelle concessionarie cinesi

        Lo scorso aprile, Benelli ha omologato per la Cina la sua TRK 702, di cui sono circolate immagini non ufficiali e a cui si sono finalmente aggiunti altri dettagli che vanno ad arricchire il quadro generale del nuovo modello che, con tutta probabilit&agrave;, potrebbe essere destinato al solo mercato cinese presentandosi come rivale diretta, tra gli altri, della Yamaha T&eacute;n&eacute;r&eacute; 700. E chiss&agrave; se mai la vedremo in Europa&hellip; Quello che sappiamo finora Premesso che gi&agrave; dalla sua omologazione, sappiamo che TRK 702 combina un telaio simile a quello della TRK 502 (alias la moto pi&ugrave; venduta in Italia negli ultimi due anni), a traliccio di tubi di acciaio ma con forcellone in lega di alluminio, forcella a steli rovesciati e mono posteriore centrale. Per quanto riguarda il motore, si tratta di un bicilindrico parallelo da 693 cc che gi&agrave; troviamo su alcuni modelli QJMotor e che &egrave; quasi identico a quello della CFMoto 700CL-X . Secondo i documenti, eroga&nbsp;75 CV di potenza e il peso a secco &egrave; di 220 kg. La novit&agrave;  Se questo &egrave; quanto emerso finora, dai nuovi disegni in circolazione escono dettagli interessanti, in particolare la presenza di due telecamere, una frontale e una posteriore. Una tecnologia che non &egrave; nuova a Benelli, considerato che si trova sulla 1200 GT, presentata in Cina nel 2020. Sulla TRK 702, la fotocamera anteriore si trova sotto il faro, mentre quella posteriore &egrave; montata sopra la luce targa. Le telecamere, ovvero dash-cam, dovrebbero avere come funzione quella di inviare immagini dal vivo al display TFT della moto, oppure di registrarle per poi essere scaricate e visualizzate in un secondo momento. In generale, l&rsquo;obiettivo &egrave; raccogliere immagini/prove in caso di incidente. Probabilmente non vedremo la TRK 702 in Europa, ma scommettiamo che vedremo invece le telecamere sulla nuova TRK 800? BENELLI, IL MARCHIO PI&Ugrave; VENDUTO IN ITALIA: "RISULTATO STORICO"       

Il modello dovrebbe essere quasi pronto per il debutto e nel frattempo circolano nuove immagini e informazioni: come le due dash cam integrate

Benelli TRK 702 con telecamere di serie (ma è solo per la Cina)

Gli scooter di media cubatura, diventati una valida alternativa per chi ha bisogno di comodit&agrave; ma ha voglia di avere a che fare con le prestazioni pi&ugrave; &quot;robbuste&quot;, si stanno facendo strada nel mercato, in particolar modo in Europa e Asia. Proprio perch&eacute; riescono a incastrare facilit&agrave; d&rsquo;uso e potenza, tutte le Case motociclistiche hanno almeno un modello di nella gamma 250cc-350cc. In casa Aprilia arriva una novit&agrave; proprio riguardo questa categoria: l&rsquo;SR Max250 HPE, presentato in Cina. Il modello sembra avere una base tecnica simile a quella degli altri scooter Aprilia, prodotta per&ograve; per essere pi&ugrave; efficiente e comoda per le lunghe percorrenze. Capiamo com&rsquo;&egrave; fatto.  SR Max250: come si presenta  Vanta un&nbsp;monocilindrico da&igrave;i 244 cc, raffreddato a liquido e a iniezione, e pu&ograve; erogare 25 CV di potenza e 21 Nm di coppia massima. In termini di stile, l&rsquo;SR Max250 &egrave; dotato di una carenatura sportiva, ampio parabrezza e sella abbastanza grande per poter ospitare comodamente due persone. Presenta un display TFT a colori da sette pollici, con due modalit&agrave; di guida, ossia Eco e Sport, e sistema di controllo della trazione. I freni (sia anteriori che posteriori) hanno l&rsquo;ABS; le sospensioni invece si appoggiano a una forcella telescopica, con due ammortizzatori a gas posteriori. La Casa di Noale ha lanciato attualmente l&#39;SR Max250 solo in Cina, con un prezzo che dovrebbe equivalere a circa 3.800 euro.  TOP 5: LE APRILIA 125 SPORTIVE CHE HANNO FATTO LA STORIA 

&Egrave; dotato di un propulsore monocilindrico da 244 cc ed eroga 25 CV di potenza. Attualmente disponibile solo in Asia

Aprilia: in Cina arriva il nuovo scooter SR Max250

        Sono passati due anni da quando la cinese Wuyi Weisenke svilupp&ograve; un motore da 800 cc a quattro cilindri di cui non si conosceva la destinazione, nonostante fosse verosimile il suo utilizzo motociclistico. Adesso per&ograve; alcune immagini di brevetto, pubblicate su Motorrad ci rivelano su quale moto verr&agrave; equipaggiato.  La Cina guarda al Giappone Non solo il motore in questione presenta notevoli somiglianze con quello della Honda CB650R, ma lo stesso veicolo a cui &egrave; destinato sembra avere molto altro in comune con la naked dell'Ala. Sempre secondo la testata tedesca, il costruttore sar&agrave; verosimilmente Viselike o Jiajue e il motore utilizzato avr&agrave; una potenza di 117 cavalli. Quest&rsquo;ultimo sar&agrave; uno dei pi&ugrave; grandi motori prodotti in Cina con pi&ugrave; di due cilindri. Ci&ograve; attesta la sempre maggiore quotazione che sta assumendo la tigre asiatica sul mercato internazionale, entrando in competizione con le ben pi&ugrave; rinomate Case costruttrici giapponesi e occidentali. I marchi cinesi emergenti stanno puntando sulle motorizzazioni plurifrazionate per farsi strada, la stessa strada battuta dai giapponesi a cavallo fra gli anni Sessanta e Settanta. Una strategia in seguito abbandonata per la necessit&agrave; di semplificazione produttiva e nella ricerca della polivalenza d'uso.   Gaokin Flame 500, la naked cinese parente della Crossfire       

La Wuyi Wesenke si presenta con una forte connotazione Honda CB650R e propone il pi&ugrave; grosso motore, con pi&ugrave; di due cilindri, realizzato nel Paese asiatico

50 risultati per 'cina'