Aosta, la porta d'ingresso delle Alpi

Alla scoperta delle bellezze culturali del capoluogo aostano, ripercorrendo le tracce di Augusta Praetoria, baluardo dell'Impero romano

Aosta, la porta d'ingresso delle Alpi

29 giu 2020

Discreta e austera, troppo spesso trascurata in favore delle più ambite località in quota, poli d’attrazione tanto per gli sport invernali quanto per le escursioni estive, Aosta è un museo a cielo aperto, con molte tracce del passato che rimandano agli splendori di Augusta Praetoria, la città fondata dai Romani nel I secolo a.C., baluardo dell’Impero al di qua delle Alpi.

Provenendo dalla bassa valle, si incontra per primo, perfettamente conservato e tuttora utilizzato per il transito, il ponte in pietra dalla tipica arcata a schiena d’asino costruito in età augustea sopra l’antico corso del torrente Buthier (oggi deviato). Siamo a un passo dalla grande piazza dominata dall’imponente Arco di Augusto, costruito per celebrare la nascita della città, largo più di 8 metri e fiancheggiato da pilastri ornati da semicolonne e capitelli corinzi. Da qui si prosegue in via Sant’Anselmo, l’antico Decumano Massimo, fino all’imponente Porta Pretoria. Vero e proprio ingresso monumentale alla città romana, era dotata di tre aperture ancor oggi visibili: quella centrale per i carri e quelle laterali per i pedoni. Sul lato meridionale il terreno è stato scavato fino a raggiungere il presunto livello del suolo in epoca romana (circa due metri al di sotto quello attuale) mentre sulla facciata orientale restano alcune delle lastre di marmo che la rivestivano.

Appena usciti dalla Porta Praetoria si svolta subito a destra per raggiungere il Teatro romano (il vicino Anfiteatro è oggi incluso nel Convento di Santa Caterina, ma è comunque visitabile col permesso delle Suore di San Giuseppe che vi risiedono). Del grandioso complesso resta la facciata meridionale, alta ben 22 metri con tre ordini di finestre, e si individuano tutt’oggi le gradinate a emiciclo che ospitavano gli spettatori (cavea), l’orchestra e il muro di scena. Poteva contenere tre o quattromila spettatori, ma con la caduta dell’Impero romano si perse ogni memoria della sua funzione originaria e i suoi resti furono riconosciuti come tali solo molti secoli più tardi e definitivamente messi in luce negli anni Trenta del secolo scorso.

Uscendo dall’area del teatro sul lato ovest, si prosegue in direzione di piazza Giovanni XXIII, più nota come piazza della Cattedrale, che in epoca romana rappresentava la zona sacra del foro cittadino, con una terrazza sopraelevata occupata da due templi gemelli di cui sono ancora in parte visibili i resti. Affascinante e misteriosa la visita al sottostante Criptoportico forense, tra i monumenti sotterranei romani meglio conservati al mondo. Articolato corridoio seminterrato a doppia navata, in origine sovrastato da un colonnato marmoreo, si suppone sia stato una sorta di luogo cerniera tra l’area sacra e la vera e propria pubblica piazza. Imboccando via Forum ci si dirige quindi verso piazza Roncas, dove merita una visita il MAR, il Museo Archeologico Regionale, costruito sui resti di una torre dell’antica cinta muraria di Augusta Praetoria, ancora visibili nel sottosuolo.

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