Eccone un'altra! Nella lunghissima lista di nuovi modelli che QJ Motor sta introducendo nel mercato europeo, arriva anche una nuovissima crossover con assetto stradale che per conquistare i motociclisti punta, ovviamente, sul rapporto qualità prezzo. Si chiama SRT 700 S e si inserisce nel segmento delle cilindrate medie, dove la scelta è ampia ma le dotazioni di serie non sempre sono all’altezza delle aspettative. Le abbiamo dato i voti nel nostro #sottoesame.
QJ Motor SRT 700 S: le foto della prova
È la novità di media cilindrata del brand cinese, che riprende ciclistica e meccanica conosciute per mischiarle con un'estetica aggressiva e una nuova dinamica di guida decisamente coinvolgente. Ovviamente dotazione e prezzo sono da lode
Guarda la galleryEsteticamente ha un muso "da insetto" che riprende il nuovo family feeling dei prodotti crossover QJ, con serbatoio pronunciato verso l'anteriore, plexiglass a tutta lunghezza e gruppo ottico verticale, ma il posteriore è ripreso pari-pari da SRT 800 e Benelli TRK 702. Nel complesso si tratta di un'estetica equilibrata, che vuole puntare su un certo "effetto wow" all'anteriore grazie ai due baffi a LED e il cupolino molto particolare nello stile. Piacerà e non piacerà, ne siamo sicuri, e forse la stretta parentela con la TRK gioca a suo sfavore perché nonostante sia più sfacciata e meno scontata nelle linee, mette a contrasto l'originalità del frontale con la sensazione di già visto del resto della motocicletta. Voto: 6,5
Con un motore bicilindrico in linea da 698 cc, la SRT 700 S dichiara una potenza di 70 cavalli e una coppia di 70 Nm, valori che al nostro banco prova si sono trasformati in 64,5 CV e 58,16 Nm. Il motore DOHC è accoppiato a una frizione con sistema anti-saltellamento e un cambio a sei marce privo di quickshift, così come mancano mappe motore e altre amenità elettroniche.
A livello di ciclistica, si distingue per il telaio a traliccio in comune con la TRK 702, unito ad una forcella Marzocchi rovesciata da 50 mm con 140 mm di escursione regolabile in estensione e precarico. Il mono ammortizzatore posteriore è a sua volta regolabile nel precarico e ha escursione di 154 mm. L'abbiamo indicata come "100% stradale" perché le ruote sono in lega da 17 pollici con sezione 160 al posteriore, mentre i freni sono Brembo con doppio disco anteriore da 320 mm e un singolo posteriore da 260 mm.
Andiamo avanti con le dotazioni, che sono il suo forte: strumentazione TFT da 7 pollici con connettività Bluetooth e mirroring, che permette di visualizzare tutte le informazioni necessarie compresa temperatura e pressione degli pneumatici. Le manopole e la sella sono riscaldabili, i blocchetti retroilluminati, il parabrezza è regolabile (in modo strano dall'esterno), le pedane hanno inserti ammortizzati in gomma removibili e c'è una buona quantità di protezioni laterali che assieme al trittico di borse rigide di serie e al cavalletto centrale faranno gola al motociclista che vuole intraprendere viaggi più lunghi. È una moto semplice nel complesso ma con una dotazione di serie che non lascia spazio a cataloghi accessori, ha già tutto. Voto: 9
L'ergonomia è invece uno degli elementi che più farà discutere della SRT 700 S: la sella posizionata a 795 mm da terra è ben accessibile anche per i piloti di statura media, ma la triangolazione risulta molto "incassata" nel corpo moto e il manubrio è parecchio rialzato rispetto alla seduta. Per i più alti l'angolo di piega delle ginocchia è accentuato e le pedane sono piuttosto avanzate, ok per la guida rilassata ma non il massimo se si va con piglio sportivo. Voto: 6,5
Non ci allontaniamo troppo da quella che è la dinamica della Benelli TRK 702, ma qui è come se il lato sportivo venga esaltato per rendere la guida armonica e fluida. Scende in piega con progressività, mantiene la traiettoria con sicurezza e si rialza con decisione appena impuntiamo il gas, il tutto con una grande fluidità d'erogazione grazie ad un cambio a rapporti ravvicinati e comando morbidissimo, tarato apposta per mantenere il motore fra i bassi e medi regimi. L'interasse piuttosto lungo di 1.510 mm e il peso o.d.m. dichiarato di 238 kg (che nei nostri rilevamenti è addirittura inferiore, 233,8 kg) non sono elementi di disturbo anche nel misto più stretto, e la gommatura con il 160 al posteriore permette una discreta rapidità nei cambi di direzione.
Le uniche due pecche che abbiamo segnato sul taccuino riguardano un anteriore un po' difficile da percepire e tendente al sottosterzo quando si guida a ritmi elevati, e un ABS che spesso e volentieri entra in anticipo soprattutto al posteriore Nel complesso una moto equilibrata e decisamente più matura delle altre versioni con stessa meccanica e telaio. Voto: 8
Nella stesura del Sottoesame l'abbiamo chiaramente palesato. Una dotazione di serie di questo tipo, con un prezzo di 7.250 euro (ora in promozione a 6.390 euro) e una dinamica di guida finalmente soddisfacente, non possono che far salire il voto di questa sezione in altissimo. L'unica pecca che non le permette di prendere 10 è un'estetica non troppo originale e un po' particolare che potrebbe fermare alcuni utenti dall'acquisto. Per questo il voto è 9
È chiaro che negli anni i cinesi di QJ hanno saputo affinare i vari elementi che rendevano il progetto un po' "grezzo" eliminando l'on-off, regolarizzando la curva di coppia e lavorando sul setting delle sospensioni per dare piacere e facilità. Il risultato è questa SRT 700 S, massima espressione di un concetto che ha già i suoi anni sulle spalle ma che finalmente ha raggiunto la maturità. La dotazione di serie superiore alla concorrenza ad un prezzo popolare sarà ancora una volta la chiave delle vendite di un modello che arriva dall'altro lato della Muraglia, ma c'è da dire che, finalmente, si inizia a parlare di piacere di guida reale e di bontà ciclistica con gli stessi criteri che si utilizzano per le europee e le giapponesi.
Voto finale: 8
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