Torna un nome storico per una moto fresca, brillante e dal giusto rapporto qualità/prezzo. Avrà meritato la lode?
Non molte moto possono vantare una storia di successo come lei, né suscitano un simile sentimento negli appassionati: la Hornet, per molti, è stata la prima, vera compagna di scorribande. Tantissimi motociclisti sono cresciuti in sua compagnia, dalla patente fino alle sparate domenicali, senza dimenticarsi il solito tragitto casa-ufficio, che la Hornet è sempre stata felice di percorrere. Oggi però i tempi sono molto cambiati da quegli anni. Oggi si fanno economie di scala ed è per questo che, se un’azienda progetta un nuovo motore, deve poterlo utilizzare su diversi veicoli, anche molto differenti tra loro. Questo (ma non è il solo) è uno dei motivi per cui la nuova Honda CB750 Hornet è equipaggiata con un bicilindrico parallelo (lo stesso della nuovissima Transalp); ma ridurla a questa scelta tecnica sarebbe piuttosto riduttivo. L’abbiamo provata in un percorso ricco di curve ed ecco come se l’è cavata alla prova del nostro #SottoEsame.
Disegnata completamente in Italia, secondo i designer la nuova Honda CB750 Hornet dovrebbe incontrare i gusti dei più giovani. Che probabilmente non coglieranno la citazione al mitico “calabrone” tra le linee taglienti del serbatoio (questa era l’intenzione), ma potrebbero apprezzare le sue forme pacifiche e moderne. E dal nostro punto di vista, questo forse è anche un po’ il suo limite: per una moto che si propone (anche) come mezzo di divertimento, e non solo di spostamento, si poteva azzardare qualcosina in più. Anche a livello di colorazioni. VOTO 6,5
Se il design potrà far discutere, il pacchetto meccanico ed elettronico convincerà anche i più scettici. Cuore di tutto il progetto è il nuovo motore, un bicilindrico parallelo frontemarcia, 755 cc con distribuzione monoalbero e due contralberi di bilanciamento, è capace di ben 92 CV e 75 Nm di coppia massima. È assistito da un’elettronica completa, che comprende acceleratore Throttle By Wire, controllo di trazione (funziona anche da anti-wheeling), mappe motore e freno motore, tutto regolabile attraverso 4 Riding Mode visualizzabili sulla strumentazione TFT a colori di 5 pollici. Il telaio è un diamante in tubi di acciaio (il telaietto è saldato), stesso materiale utilizzato per il forcellone (scatolato). Le sospensioni sono fornite da Showa e prevedono forcella a steli rovesciati non regolabile e mono con leveraggio Pro-Link. Il peso dichiarato è di soli 190 kg col pieno e optional c’è il quickshifter bidirezionale. VOTO 8
Parlare di praticità su una naked è un po’ un ossimoro, però la Honda Hornet si difende bene. Non ha spazio di stiva, ovviamente, ma è piuttosto confortevole. Non ha un’impostazione estrema: il busto rimane abbastanza eretto, il manubrio è stretto e ricurvo verso il pilota, la sella è a soli 795 mm (un po’ pochi per chi supera il metro e ottanta: avremmo gradito una sella rialzata, anche optional). Il raggio di sterzo è notevole e complice l’avantreno molto leggero, in città diventa un vero giocattolo. Ottimo, soprattutto per chi sta muovendo i primi passi. VOTO 8,5
Non capita spesso di trovare una differenza così grande tra ciò che l’aspetto lascia immaginare e ciò che invece è la guida reale. Per essere chiari: non giudicatela dal suo aspetto un po’ anonimo. Perché sarà pure una Honda, facile e intuitiva da subito (“sembra di guidarla da sempre” è già stato detto?), ma questo bicilindrico parallelo è un tipo tutto pepe. Ai bassi e medi sa essere regolare, ma al tempo stesso spinge di gusto. È aiutato anche da una rapportatura piuttosto corta, soprattutto nelle prime marce. Poi però la festa non finisce. Se infatti ci si spinge oltre i 5-6.000 giri (dove c’è un piccolo flesso), si scopre un allungo insistente, deciso, che non fa rimpiangere frazionamenti maggiori. Altro che bicilindrico senza carattere! A un motore così pimpante, gli ingegneri Honda volevano abbinare una ciclistica altrettanto brillante, ed è ciò che hanno fatto. L’agilità è sicuramente il suo punto di forza. Richiede pochissimo tempo e sforzo per cambiare direzione (il peso contenuto e il pneumatico posteriore da 160 sono probabilmente i due elementi essenziali) e alla corda ci arriva alla svelta, senza richiedere correzioni. Le sospensioni non sono sportive, nel senso che non sono sostenute, ma riescono comunque a offrire un certo rigore direzionale. Meglio di qualche concorrente, mettiamola così. Eccellenti i freni, modulabili e molto potenti, solo buono invece il quickshifter (preciso ma non molto rapido). Una moto pimpante, facile e immediata, che non richiede periodi di adattamento e che in cambio offre una guida brillante e piuttosto competente. VOTO 9
Anche sul prezzo, Honda non ha sbagliato: si parte da 7.990 euro, una cifra più che ragionevole se pensiamo al livello delle prestazioni offerte. Perché se il design potrà non piacere a tutti, sulla validità della meccanica non si discute. VOTO 8,5
Honda CB750 Hornet, LE FOTO DELLA PROVA
Honda rispolvera dall’armadio un nome storico, Hornet, per proporre al pubblico una moto fresca, brillante e dal giusto rapporto qualità/prezzo. Ecco le foto della prova
Guarda la galleryHonda si gioca molto, con il nome Hornet. È vero che le nuove generazioni, probabilmente, nemmeno sanno di cosa si parla, ma i non-più-così-giovani cresciuti con la prima, fedelissima Hornet sono molto esigenti. Ma state tranquilli: anche se non più 4-in-linea, la nuova Hornet è la perfetta erede di quella che era un tempo. Una moto facile, abbastanza economica e veloce come il vento. VOTO FINALE 8,1
Link copiato