Prova Husqvarna Vitpilen 701, fuori dagli schemi

Prova Husqvarna Vitpilen 701, fuori dagli schemi

L'estetica è il pezzo forte ma la parte tecnica è standard elevatissimi e la guida è una gran bella sorpresa. L'utente tipo? Un anticonformista. È già in commercio a 10.350 euro

Alessandro Bettini

13.06.2018 ( Aggiornata il 14.06.2018 07:33 )

I MANUBRI, APPARENTEMENTE BASSI, in realtà non sono così estremi da penalizzare il comfort. Bene anche alla voce vibrazioni (tenendo sempre conto che si tratta di un monocilindrico) ed è sorprendente la poca propensione a trasmettere calore, anche se la prova si è svolta con temperature di circa 15°.

MENO ENTUSIASMANTE è la protezione aerodinamica: oltre i 100 km/h la pressione dell’aria comincia a farsi sentire, ma d’altronde si tratta pur sempre di una nuda. Anche le sospensioni sono piuttosto toniche come taratura e quindi poco inclini all’asfalto rovinato. Si tratta comunque di unità ampiamente regolabili per cui un minimo di personalizzazione è possibile. Una volta in movimento si apprezza fin dai primi metri il senso di estrema leggerezza. I 157 kg dichiarati a secco sono realistici e l’agilità percepita non va a discapito di precisione e stabilità.

LA MOTO È AGILE alle basse andature e nei cambi di direzione vien da sé che non ci siano particolari controindicazioni anche nel traffico intenso, dove tra l’altro si apprezza un angolo di sterzata più che sufficiente alle manovre più anguste.

LA VITPILEN OFFRE IL MEGLIO NEI PERCORSI EXTRAURBANI da 60-80 km/h. In questi frangenti precisione e agilità si fondono creando uno strumento efficace e soprattutto divertente. Equilibrata nell’affrontare tutte le fasi della curva, si esprime al meglio se guidata con piglio deciso. Le sospensioni, infatti, per lavorare in armonia necessitano di un certo carico che la guida da diporto non sempre permette. Quindi decisi su gas e freno, con la sicurezza di poter osare senza problemi anche con l’angolo di piega.

IL PROPULSORE, dal canto suo, è davvero esuberante nonostante una rapportatura finale esageratamente lunga. Si regolarizza a 4.000 giri e in successione sfodera un primo impulso di coppia dai 4.500 ai 6.000 giri seguito da un ulteriore impulso di potenza oltre i 7.000 giri che porta di slancio fino ai 9.000 giri. Le prestazioni ci sono tutte, specie con i rapporti intermedi e volendo giocare (una volta disattivato il traction control) i monoruota riescono con una facilità disarmante.

QUANDO INVECE È IL MOMENTO DI FRENARE si riscontra una certa carenza di mordente ai bassi carichi dell’anteriore. Agendo con maggior forza invece, l’impianto si esprime al meglio garantendo la corretta potenza frenante, il tutto ben assecondato dall’impianto ABS. Altrettanto efficace è il cambio con funzione easy shift (permette di inserire e scalare senza l’utilizzo della frizione) preciso e silenzioso a patto di dare gas quando si inserisce e non agire sul acceleratore quando si scala.

IN CONCLUSIONE la Vitpilen non è di certo solo una moto “da bar”. I crismi per far divertire chi è alla guida ci sono tutti e bastano due belle curve per rendersene conto. Nonostante le sovrastrutture ridotte al minimo, la Vitpilen garantisce comfort ed ergonomia a piloti di qualsiasi altezza e stazza.

Indietro

2 di 2

  • Link copiato

Commenti

InMoto in abbonamento