Ho comprato la moto per un sogno personale. Un giorno quando sarò molto vecchia e non potrò più camminare, lei sarà nel mio garage dei ricordi come un trofeo della mia giovinezza. Ho incontrato persone che condividevano il mio stesso spirito e dalle quali ho imparato sempre qualcosa. Mi sono ritrovata bagnata fradicia sotto un ponte ad aspettare che passasse la tempesta.
Ho avuto freddo fin dentro le ossa maledicendo lo spazio dal collo da cui entrava lo spiffero. Ho avuto caldo fino a sciogliermi, ma non ho ceduto al levarmi la giacca da moto. Ho avuto paura. Tanta, tantissima paura, qualche volta fino alle lacrime. Ho riso fortissimo dentro il casco, la mia risata a rimbombarmi nelle orecchie. Ho parlato mille volte con me stessa, ho cantato e gridato di gioia, qualche volta fino alle lacrime. Siamo cadute e ci siamo rialzate. Ci siamo fatte male. Abbiamo visto posti meravigliosi e vissuto esperienze indimenticabili. Ho fatto qualche curva di cui vado fiera, molte in cui mi sono spaventata, altre che mi sono costate una gran fatica. Molte volte ci siamo fermate a guardare paesaggi da imprimere nei ricordi. Molte volte avrei voluto fare una foto, moltissime sono stata felice di tenere l’immagine tutta per me. Ho parlato con perfetti sconosciuti di cose indimenticabili come un tramonto e qualche volta ho dimenticato le persone che vedevo tutti i giorni. Sono uscita con i miei demoni aggrappati alle spalle e sono tornata a casa con un senso di pace assoluto. Ho sempre pensato a quanto fosse pericoloso sapendo che il coraggio non è andare fortissimo, ma andare avanti anche provando paura. Ogni volta che sono salita sulla mia moto e l’ho accesa, ho pensato a quanto fosse meraviglioso.
Ho portato amici in vacanza e amori sul sellino. Mi sono riempita di orgoglio, risate, avventure da raccontare la sera, sguardi di ammirazione, abbracci di affetto e contatti d’amore. Non sono riuscita a spiegare a chi non capiva, ma ho imparato a comunicare con i gesti dei motociclisti. Ho speso soldi che non avevo, ho rinunciato a tante cose, ma ogni rinuncia e stata perfetta per quel momento, per quel viaggio, per quel sogno di moto. Sono cresciuta con la consapevolezza che ogni momento sulla mia moto fosse speciale, e quando ho deciso che era arrivato il momento di smettere l’ho fatto con la tristezza per aver lasciato un’amica vera ma con la certezza che fosse la scelta migliore. Ho aspettato che i miei figli crescessero ma insieme a loro è cresciuta anche la paura di farmi male e lasciarli, e quando sono salita sulla moto di un’amica ho sentito una nostalgia difficile da domare, un dolore sordo impossibile da spegnere, un tremore interno vicino al batticuore.
Sono convinta che l’essere motociclisti sia uno stato della mente e del cuore che ti restano dentro per sempre. E con questa convinzione guardo questi oggetti stupendi su cui tornare ad andare un giorno, anche solo in sogno.
Link copiato