Moto e design (parte 6), le Kawasaki che hanno lasciato il segno

Tra le meraviglie a due ruote che arrivano dal Sol Levante, Kawasaki ha avuto un ruolo fondamentale perchè è sempre stata la "sorella" giapponese che più ha osato con concetti e design. Ecco le moto dal design più iconico prodotte ad Akashi

Moto e design (parte 6), le Kawasaki che hanno lasciato il segno

Michele LallaiMichele Lallai

Pubblicato il 29 giugno 2021, 12:20

In Giappone ci sono 4 sorelle, si chiamano Honda, Yamaha, Suzuki e Kawasaki, e tutte hanno caratteristiche particolari e identitarie che creano fidelizzazione al marchio e le permettono di continuare a prosperare senza uccidersi a vicenda. Il ruolo di Kawasaki in questa fratellanza è senza dubbio quello della più eccentrica e sfacciata. Abbiamo scelto alcune delle moto che più rappresentano l'essenza del brand, con un design di rottura che in qualche modo è rimasto nei cuori degli appassionati, e guarda a caso si tratta quasi esclusivamente di moto sportive.

Kawasaki Mach III

La prima e vera icona mondiale della Kawasaki, bella per due precisi motivi: era un tre cilindri a 2 tempi, scelta tecnica a dir poco bizzarra, ed era verde, con una tonalità acida che non poteva passare di sicuro inosservata. Inoltre il copioso fumo azzurro accompagnato dal ronzio di un insetto arrabbiatissimo, le ha dato la fama che ancora oggi è riconosciuta e ha proiettato il brand nell'olimpo dei grandi costruttori di moto. L'estetica è semplice come quella di tutte le moto anni '70, ma l'equilibrio delle linee e l'interasse corto le davano un sapore tutto particolare. Non era così diversa dalle altre concorrenti, ma era impossibile non riconoscerla parcheggiata in mezzo a centinaia di altre moto. I due scarichi a destra e il singolo a sinistra sono una delle asimmetrie meglio riuscite della storia del motociclismo. 

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