Sicurezza stradale: l'ACI chiede il sequestro delle e-bike truccate dei rider

La richiesta arriva da Pietro Meda, vicepresidente vicario di Automobile club Milano, durante il Forum dell'AutoMotive
Sicurezza stradale: l'ACI chiede il sequestro delle e-bike truccate dei rider

Alessandro VaiAlessandro Vai

17 ott 2025

Le e-bike guidate dai rider che consegnano a domicilio (quasi) qualsiasi tipo di bene sono diventate da qualche anno presenze costanti nelle strade delle grandi città italiane. Basta trascorrere qualche minuto in un'area metropolitana e osservare il traffico per accorgersi della loro presenza e della loro frequenza.

E basta un minimo di attenzione in più per capire che praticamente nessuna di queste e-bike si muove a 25 km/h, come prescritto dal Codice della Strada. Andare a 40, 50 o anche 60 km/h è invece la normalità, come sanno tutti gli scooteristi e i motociclisti che si sono visti affiancare (o anche superare) da un rider nel traffico.

La diffusione di queste e-bike che vanno come motorini è iniziata durante la pandemia e poi è proseguita in maniera massiccia, ma sembra che le istituzioni se ne siano accorte solo da poco.
Nello scorso mese di luglio, infatti, a Milano era scattata la prima operazione di controllo su questi mezzi, che aveva portato a 54 sequestri su 71 veicoli controllati, mentre ieri ne sono state sequestrate altre 31 nell'area urbana di Napoli.

Così il tema è tornato di attualità e ne ha parlato anche Pietro Meda, vicepresidente vicario di Automobile club Milano, durante il Forum dell'AutoMotive.

LE DICHIARAZIONI DI MEDA

"L'evoluzione della mobilità deve essere gestita in modo migliore. Diciamolo chiaramente: i rider circolano tutti con mezzi fuorilegge. Sono biciclette che biciclette non sono e che dovrebbero essere tutte confiscate. Se si confiscassero tutti questi mezzi, poi i milanesi si arrabbierebbero perché la pizza arriverà fredda ma in una città come Milano non è possibile che ognuno faccia quel che vuole. È un problema culturale: sin da piccoli si deve essere educati al rispetto del Codice della strada. In altre parole si devono creare le infrastrutture e la cultura urbanistica adeguata al momento che stiamo vivendo, così da abbassare le statistiche con cui invece oggi ci stiamo misurando" ha detto Meda.

LE VITTIME DELLA STRADA

I numeri a cui Meda si è riferito sono le 3.030 persone morte nel 2024 sulle strade italiane, di cui 830 motociclisti, 470 pedoni e 185 ciclisti. Sono cifre molto simili a quelle degli anni precedenti, con un miglioramento del 4,5% rispetto al 2019, quando le vittime erano state 3.173. Un po' poco rispetto all'obiettivo del 2030, ovvero quello di ridurre del 50% il numero di vittime e feriti gravi.

Tuttavia, bisogna sottolineare che nel 2024, i decessi riguardanti i conducenti di biciclette elettriche sono stati 20, mentre quelli di conducenti di biciclette tradizionali sono stati 165.

CONTROLLI E SANZIONI

Fermo restando che non va bene e non è sicuro che queste e-bike circolino liberamente senza regole e a velocità da ciclomotori, forse per diminuire questi numeri bisognerebbe intervenire su altri fattori, prima di tutto sui controlli stradali da parte delle Forze dell'ordine, che negli ultimi anni sono andati via via diminuendo, mentre è aumentata la quantità di telecamere di ogni tipo per comminare sanzioni, pecuniarie e non.

Le sanzioni stesse, alla fine dello scorso anno, in molti casi sono state inasprite, ma se proporzionalmente non aumentano i controlli stradali, è difficile applicarle.

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