Honda e Nissan: una fusione contro l'avanzata cinese

Honda e Nissan: una fusione contro l'avanzata cinese

Una conferenza stampa congiunta, per annunciare che le due aziende stanno lavorando a una fusione all’interno di una unica holding

27.12.2024 18:24

Il 23 dicembre scorso Honda e Nissan hanno annunciato di aver firmato un memorandum d’intesa (MOU), per “avviare discussioni e riflessioni sull’integrazione delle attività fra le due società, attraverso la costituzione di una holding congiunta”. Le due aziende vogliono fondersi, e la cosa era nell’aria da un po’. Già il 15 marzo scorso Honda e Nissan avevano firmato un MOU relativo a una partnership strategica per l'intelligenza e l'elettrificazione dei veicoli. Allora avevano dichiarato di voler accelerare i loro sforzi, verso il raggiungimento di una società a zero emissioni di anidride carbonica e a zero incidenti stradali.

Non è passato neanche un anno, e la crisi del settore automobilistico si è palesata con tutta la sua forza in questi ultimi mesi. E allora ecco questa mossa, che mira a contrastare la crisi, migliorando le economie di scala, e condividendo know-how, investimenti in ricerca e processi.

I colloqui andranno avanti, con la speranza di arrivare a un accordo definitivo nel giugno 2025. Ad aprile 2026 potrebbe poi esserci l’assemblea straordinaria degli azionisti, e ad agosto 2026 la quotazione in borsa della nuova holding, che controllerà al 100% sia Honda che Nissan.

I due marchi continueranno comunque a vivere autonomamente, sembra. Il comunicato rilasciato contiene però una frase importante: “È previsto che Honda nomini la maggioranza di tutti gli amministratori interni ed esterni della società a partecipazione congiunta. Il Presidente e l'Amministratore Delegato o il Presidente e l'Amministratore Delegato della holding congiunta saranno scelti tra gli amministratori nominati da Honda”. Insomma, la Honda sembrerebbe avere un ruolo preponderante; del resto la Nissan sta già affrontando un piano di risanamento. Nel gruppo potrebbe entrare anche la Mitsubishi, della quale la Nissan è azionista di maggioranza.

Le moto saranno interessate? Da una parte la Honda con le moto porterebbe in dote un asset fortemente in attivo, visto che è l’azienda leader mondiale delle due ruote. Dall’altra però, vista la situazione traballante del settore auto, qualcuno ha avanzato l’ipotesi che il ramo moto potrebbe essere scorporato; per metterlo al sicuro da scossoni.

Serve un’alleanza per battere i costruttori cinesi

Inutile girarci intorno, il problema dietro questa operazione è la crisi fortissima del settore auto. Lo dice senza mezzi termini Toshihiro Mibe, chief executive di Honda, in una dichiarazione rilanciata dalla BBC: “I colloqui sono iniziati perché crediamo di dover sviluppare capacità per combatterli - riferito ai costruttori cinesi -, comprese le attuali forze emergenti, entro il 2030. Altrimenti saremo battuti".

Il problema è la Cina. In tutti i sensi. È un problema il mercato interno, dove dal 2020 al 2024 i costruttori non cinesi sono crollati dal 64 al 37%. Ed è un problema la qualità tecnologica e l’aggressività commerciale delle nuove case che producono veicoli elettrici; Tesla (che non è cinese, ma produce in Cina) e BYD, oltre tutte le altre. Abbiamo tutti preso in giro Elon Musk, per scoprire che oggi fa numeri incredibili con le sue auto.

Tornano utili i dati di uno studio della società Marklines. Nel 2023 nel mondo, nella classifica relativa alle sole auto elettriche, il marchio di maggiore successo è stato quello della Tesla, con 1.749.200 pezzi immatricolati. Secondo posto per la BYD (1.452.100), quindi Volkswagen (731.900), GM (604.100) e Motor Geely (478.500). Più indietro troviamo la Nissan, 16a con 133.000 pezzi, la Toyota, 23a con 86.700 auto vendute, e la Honda, 28a con 19.000 pezzi.

E allora oggi si tratta di sopravvivere a questo futuro che ci “arriva addosso” con grande forza d’impatto. Perché è inevitabile che l’elettrico sia il futuro. Forse però ci si è adagiati sul fatto che sarebbero arrivate proroghe, e che le persone avrebbero continuato a prediligere il termico a lungo. Invece l’arrivo di nuovi modelli di auto elettriche prestazionali ed efficienti, e magari anche non eccessivamente costose (BYD), in poco tempo sta facendo vacillare molte certezze. E adesso tocca rincorrere.

Speriamo non succeda la stessa cosa anche nelle moto.

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