Gli assicuratori: riforma del Bonus/Malus inderogabile

Gli assicuratori: riforma del Bonus/Malus inderogabile

Le tariffe che tornano a volare stanno aprendo la strada - finalmente! - a una profonda revisione del sistema assicurativo. A chiederla ora sono le stesse compagnie assicurative

28.12.2022 ( Aggiornata il 28.12.2022 10:45 )

La revisione della formula Bonus/Malus per l’assicurazione RCAuto è ormai inderogabile”. Ha aperto così il suo intervento Maria Bianca Farina, presidente dell’ANIA, l’Associazione Nazionale delle Imprese d’Assicurazione, tornando su un argomento di cui si parla da anni. Questa volta però abbiamo la sensazione che la macchina della riforma sia partita sul serio.

Siamo a Roma, nella sala conferenze della Banca d’Italia, dove l’Ivass, l’Istituto che vigila sulle assicurazioni, ha organizzato una giornata di studio proprio sulla revisione del meccanismo delle classi di merito nell’assicurazione di auto e moto. La rappresentante delle compagnie inizia tracciando un bilancio positivo di questi 30 anni di tariffe liberalizzate e collegate al sistema Bonus/Malus. Poi però, pur ammettendo che si è ridotta molto la differenza fra i premi delle polizze italiane e di quelle straniere, riconosce che le nostre tariffe medie rimangono più alte di quelle europee.

Un sistema assicurativo non più sostenibile

La sgradevole novità del 2022 è che, dopo anni di premi in calo, è partita una corsa ai rincari che sembra destinata a durare. Le tariffe assicurative stanno volando a livelli proibitivi. È questo che sta spingendo forte verso la riforma: la perdita della sostenibilità del sistema. La minaccia che in molti, troppi, non riusciranno più a pagare l’assicurazione per circolare. E le cause della situazione attuale secondo l’ANIA sarebbero molteplici.

Tanto per cominciare, l’Italia ha una maggiore frequenza di lesioni mediogravi. E da noi i sinistri gravi vengono pagati molto più che in altri paesi: in media 750mila euro, contro i 75mila della Spagna. “Non significa che dobbiamo per forza ridurre i nostri risarcimenti - dice la presidente Farina - ma dobbiamo sapere che se vogliamo rimborsi più giusti li dobbiamo pagare”.

Poi c’è il problema degli oneri fiscali, che nel nostro Paese sono più alti che altrove, pesando circa il 30% per ogni voce. E uno squilibrio generale che porta le 20 province più costose ad avere tariffe di oltre il 50% più care rispetto alle province meno costose.

È un’analisi precisa e impietosa quella tracciata dalla rappresentante delle compagnie assicurative: “oggi il sistema non è più in equilibrio. L’inflazione si sente forte, i premi si stanno impennando, la riforma è inderogabile”.

La presidente ANIA parla pacatamente, ma è un fiume in piena. Ci si aspettava un intervento di saluto, invece si è presentata con una relazione approfondita sui nodi della RCAuto (e moto). E continua.

Bisogna incidere sul costo totale dei sinistri, che dovremmo allineare ai benchmark europei. Si parte da lì. Il secondo tema poi è come ripartire il costo dei sinistri sulle regioni. Oggi la formula Bonus/Malus ha perso ogni valore. L’87% degli assicurati è in prima classe, e se si prendono le prime 2 classi ci troviamo quasi la totalità degli assicurati. Ecco perché serve una riforma strutturale dell’intero sistema”.

Va rafforzato anche il contrasto alle frodi. Sono meno che in passato, ma ancora troppe. Ed è inaccettabile. Dovremmo poi immettere sul mercato veicoli con sistemi di sicurezza all’avanguardia. Infine andrebbe rafforzata la lotta all’evasione assicurativa. Cosa fattibilissima con le tecnologie attuali”.

Cosa ci sia, secondo le assicurazioni, alla base di tanti problemi diviene chiaro quando la dott.ssa Farina fa esplicito riferimento alla Riforma Bersani, quella che ha istituito la cosiddetta RCAuto Familiare. “Siamo passati dal 49% di guidatori in prima classe di merito all’attuale 87%. Anche in Germania si condivide la classe, ma solo a parità di anni di guida”.

Gli obiettivi da raggiungere secondo l’ANIA

Sono quattro per le assicurazioni gli obiettivi da mettere al centro di questa azione di riforma della Bonus/Malus. Il primo, come detto, è la riduzione del costo dei sinistri, con un allineamento ai parametri europei. Il secondo è la definizione di un sistema di classi di merito maggiormente attento alla meritocrazia dei guidatori. Insomma, un sistema che tenga maggiormente in considerazione l’effettiva sinistrosità di ogni assicurato.

Il terzo punto è quello che la dott.ssa Farina ha chiamato rilancio del ruolo educativo del sistema. In pratica andrebbero esaltati i vantaggi economici per i guidatori virtuosi, penalizzando maggiormente i guidatori che causano incidenti. Infine bisognerebbe strutturare il tutto per garantire maggiore sostenibilità del sistema nel lungo periodo.


Come si fa tutto ciò? L’ANIA ha già in mente delle proposte, e ve ne parleremo a breve. Nel frattempo quello che possiamo anticipare è che l’attenzione sta andando verso i punti patente, la perdita dei quali in futuro potrebbe portare a un aumento del premio assicurativo. Un qualcosa che alcune compagnie già fanno: quante volte vi è capitato, stipulando una polizza, che vi chiedessero di garantire di avere almeno 20 punti patente?

Potrebbe funzionare? Forse non tanto, perché in Italia molte infrazioni pericolose spesso non vengono rilevate. La maggior parte dei punti patente vengono sottratti infatti per superamento dei limiti di velocità.


Il cambiamento sta galoppando, cambiano le abitudini delle persone, cambia il modo di vivere la mobilità. Oggi siamo chiamati pertanto a disegnare la riforma che sarà necessaria quando tutto ciò si concretizzerà”.


Ha concluso così la Presidente dell’ANIA il suo lungo e dettagliato intervento. E siamo convinti che questa sarà la volta buona per rimettere mano alle assicurazioni per auto e moto. Ecco perché torneremo a parlarvene a breve, con una serie di approfondimenti.

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