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Nuovo Dpcm, al minimo gli spostamenti: la moto resta mezzo sicuro

Un inizio settimana non facile, questo. Dopo la notizia del nuovo Dpcm firmato il 24 ottobre dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, le misure per prevenire la diffusione del Covid-19 nel nostro Paese si sono fatte più stringenti, scatenando naturali proteste da parte delle categorie lavorative coinvolte. Ma cosa succede per gli spostamenti? Il Premier non ha voluto utilizzare la parola “coprifuoco” (che tuttavia resta attivo in alcune regioni come la Lombardia dalle 23 alle 5, il Lazio dalle 24 alle 5, la Campania dalle 23 alle 5 e da oggi 26 ottobre il Piemonte dalle 23 alle 5) ma raccomanda di spostarsi solo per necessità. Come sono coinvolti i motociclisti?

Gli spostamenti

Per tentare di bloccare l’avanzata del Coronavirus, il Premier Conte ha chiesto agli italiani di limitare al minimo gli spostamenti: lavoro (ma chi può, meglio smart working), scuola, motivi di salute o estrema necessità ovviamente; non invitare persone a casa, uscire per fare acquisti è possibile ma sempre rispettando le misure di sicurezza. Insomma, muoversi con parsimonia. Nessuna autocertificazione, per il momento, nessun divieto specifico. Questo significa che la moto non deve rimanere in garage, ma va utilizzata quando necessario, sfruttandone la straordinaria dote di “mezzo anti contagio”. Le due ruote, lo abbiamo ripetuto tante volte ma in molti sono d’accordo con noi, sono un mezzo privilegiato per spostarsi, soprattutto in questi tempi difficili. La moto permette di rimanere isolati e mantiene il distanziamento. E la mascherina? Non ci sono novità in merito, perciò non è obbligatorio indossarla sotto il casco (integrale), salvo che non si porti con sé un non convivente.

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