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Yamaha, aerodinamica attiva sulla prossima R1?

L'aerodinamica attiva è ampiamente diffusa nel mondo dell'auto da almeno dieci anni, sostanzialmente perché chiudere le prese d'aria quando non è necessario un raffreddamento supplementare pulisce il flusso d'aria e migliora l'efficienza. In tempi in cui consumi e autonomia sono un argomento centrale delle quattro ruote, anche l'aerodinamica è fondamentale e le prese d'aria attive contribuiscono a migliorare il Cx. Tuttavia, questo tema sta diventando importante anche nelle due ruote, come dimostra la domanda di brevetto presentata da Yamaha partendo da una R1, che segue i brevetti già depositati da BMW, sempre sull'aerodinamica attiva.

L'idea del brevetto Yamaha è di non bloccare l'aria che entra nel radiatore, ma di usare una carenatura laterale avvolgente (molto più estesa dell'attuale) che include condotti di scarico variabili per far fuoriuscire l'aria calda una volta passata attraverso il radiatore. Quando i condotti di scarico sono chiusi, l'aria all'interno della carenatura ristagna e quella che entra dal radiatore viene spinta intorno ai lati della carenatura.
In questo modo si ottengono due vantaggi:

  • impedire all'aria di passare attraverso il radiatore, riducendo la resistenza al vento, e
  • non creare turbolenza nelle zone posteriori-laterali della moto.

Ovviamente le prese d'aria vengono chiuse solo quando non necessarie.

DUE VERSIONI DEL SISTEMA

Yamaha ha fatto richiesta di brevetto per due versioni diverse di questo sistema: una con un'unica e ampia presa d'aria a palette variabili su ciascun lato della carenatura, l'altra con una coppia di prese d'aria su ciascun lato, ognuna con palette variabili, per offrire un potenziale di raffreddamento ancora maggiore e un maggiore controllo sul flusso d'aria. Le prese d'aria attive hanno due alette mobili al loro interno, azionate da un motore passo-passo collegato a un sistema di trasmissione a cinghia che le ruota nella posizione desiderata, come indicato dal computer di bordo della moto.

TEMPERATURA ED EFFICIENZA

Il sistema di controllo usa diversi dati per decidere la posizione corretta delle alette, tra cui la temperatura del motore e quella dell'aria esterna, la posizione dell'acceleratore, la velocità del veicolo e la temperatura del catalizzatore. A questo proposito, i condotti variabili possono essere usati sia per portare il catalizzatore alla temperatura di esercizio più velocemente, sia per mantenercela, diminuendo le emissioni. Per quanto riguarda la temperatura del motore, le alette si aprono o si chiudono in relazione alla temperatura del liquido di raffreddamento, a quella dell'aria esterna e alla velocità.

PRESTAZIONI E RAFFREDDAMENTO

Infine, il raffreddamento può essere temporaneamente compromesso anche per massimizzare le prestazioni, per esempio per ottenere la massima accelerazione. In conclusione, le prese d'aria variabili potrebbero essere molto utili per migliorare sia le prestazioni che le emissioni. Ricordiamo che la R1 non è più in vendita come moto stradale in Europa a causa delle normative sulle emissioni, quindi questa potrebbe essere una soluzione per riuscire a omologarla, senza rinunciare alle performance.