        CboysTV &egrave; un sito dedicato agli amanti dell'adrenalina sulle due ruote in cui dei ragazzi non si accontentano di costruire motoslitte Harley-Davidson dall'aspetto pi&ugrave; folle mai visto ma si spingono oltre. Sembrava impossibile e invece... L'ultima impresa di CboysTV &egrave; stata quella di affrontare un lago ghiacciato a bordo di una Honda CRF250R con le lame di sega al posto delle ruote apputo. Come spesso accade con i loro progetti per&ograve;, la prima parte del video &egrave; solo una piccola parte di quello che hanno realizzato. Guardando il video, ci si potrebbe aspettare che la CRF non sopravviva sul ghiaccio, eppure, contro ogni previsione, la moto si dimostra agile e funzionante.&nbsp; Per chi segue CboysTV, non &egrave; una sorpresa che il prossimo passo naturale dopo il lago ghiacciato sia stato affrontare un sentiero sterrato: e se si pensava che le loro macchine a lama di sega avrebbero avuto difficolt&agrave; su questo terreno, ci si sbagliava di grosso. Sia l'ATV che la CRF hanno brillato, affrontando scivolate, salti e persino corse senza battere ciglio.  MOTOGP SUL GHIACCIO? PEDROSA SFIDA IL FREDDO SULLA RED BULL KTM RC1       

I ragazzi di CboysTV hanno affrontato il gelido ghiaccio sfrecciando con degli esemplari modificati in questo modo stravagante...e ce l'hanno fatta!

Honda CRF250R, lame da motosega al posto delle ruote?!

Avete mai sentito parlare degli ATC? L&#39;acronimo sta per &quot;All Terrain Cycle&quot; e fu coniato dalla Honda che immise sul mercato statunitense in grandi numeri il primo di questi strani mezzi, l&#39;UC90, poi evoluto in ATC con diverse versioni e cilindrate. Non erano altro che motociclette da fuoristrada dotate di larghissime ruote dal diametro ridotto ma dalla sezione ampia, adatte ad affrontare i terreni sabbiosi.  Tre ruote, zero sospensioni e gommazze  L&#39;altra particolarit&agrave; era che le ruote, da due sono diventate tre, grazie al forcellone collegato ad un asse posteriore rigido che permetteva al mezzo di avere pi&ugrave; trazione fra le dune ma impossibilitandolo a piegare. Chi ha iniziato a usare questi mezzi ha dunque imparato a guidare in maniera &quot;diversa&quot; con uno stile molto fisico che poi negli anni seguenti si &egrave; evoluto in quello che &egrave; il mondo dei quad, che di ruote ne hanno quattro.&nbsp;  Il primo &quot;quad a tre ruote&quot; in senso assoluto fu lo Sperry-Rand Tricart. Venne progettato nel 1967. Tricart non si guidava a cavalcioni ma ci si sedeva come su un kart. Nel 1968 Plessinger vendette i brevetti e i diritti di progettazione del Tricart alla New Holland che inizi&ograve; a produrli commercialmente.&nbsp;    &nbsp;  La diffusione e la moda grazie a Honda    Da qui nacque l&#39;interesse di Honda che introdusse il suo primo ATC nel 1970, l&#39;US90 (senza ammortizzatori), diventato in breve famoso grazie alle comparsate al cinema con James Bond e in TV con Magnum P.I. Nel 1973, Honda registr&ograve; dunque il marchio &quot;All Terrain Cycle&quot; (ATC), applicandolo a tutti i tre ruote da spiaggia realizzati da quel momento in poi.  La Casa giapponese svilupp&ograve; negli anni &#39;80 una sorta di monopolio sul mercato, grazie a brevetti efficaci sul design e sulla posizione del motore. Entro il 1980, altre aziende pagavano royalty brevettuali a Honda per entrare nel settore degli ATC con i propri modelli. Yamaha realizz&ograve; lo YZ125 Tri-Moto, Kawasaki fece altrettanto l&#39;anno successivo con il KLT200, mentre Suzuki produsse il suo primo modello, l&#39;ALT125, nel 1982.  Man mano che la popolarit&agrave; degli ATC aumentava, si sviluppavano anche soluzioni tecniche innovative e prestazioni pi&ugrave; elevate. La capacit&agrave; di andare dove la maggior parte degli altri veicoli non potevano presto li rese popolari tra i cacciatori statunitensi e canadesi, ma anche fra i bagnini delle spiagge di California e Florida. Comparvero anche competizioni off-road dedicate ai tre ruote e versioni stradali sportive come l&#39;ATC250R.    &nbsp;  All&#39;apice del successo, lo scandalo sicurezza    Una ulteriore rivoluzione arriv&ograve; nel 1982 con l&#39;Honda ATC200E Big Red, che grazie a portapacchi e sospensioni finalmente efficienti, divenne a tutti gli effetti il primo mezzo utilitario di questa tipologia e il primo vero capostipite dei quad da lavoro.&nbsp;  A met&agrave; degli anni &#39;80, per&ograve;, la popolarit&agrave; di questi mezzi ricreazionali cominci&ograve; a scricchiolare. Dopo numerose denunce arrivate alle Case costruttrici e una serie di inchieste giornalistiche, negli Stati Uniti si decise di catalogare gli incidenti mortali causati dai tre ruote e il risultato sconvolse un po&#39; tutti.&nbsp;  Nel 1987 il senior managing director of the Honda Motor Co fu portato in tribunale e non riusc&igrave; a trattenere le lacrime quando gli fu messa davanti una lista di 789 nomi di persone decedute a seguito di incidenti con gli ATC (non solo Honda), la met&agrave; dei quali bambini e minori.  Era usanza, in quegli anni, utilizzare questi mezzi in terreni privati e spesso lo si faceva con tutta la famiglia e senza protezioni. Il vero problema era l&#39;instabilit&agrave; causata dalla singola ruota anteriore che - specialmente in pendenza - rendeva il mezzo difficile da governare e molto facile da ribaltare. Considerando che un ATC pesava in media sui 160 kg, &egrave; semplice capire il numero di persone morte perch&egrave; schiacciate dal mezzo. In primis fu amentata la sensibilizzazione con corsi di guida, ma i continui incidenti portarono a breve a una sospensione della produzione.    &nbsp;  Troppo pericoloso, troppi morti  Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti viet&ograve; ufficialmente le vendite di ATC nel 1987, costringendo i produttori a sostenere una campagna sulla sicurezza da 100 milioni di dollari e il riacquisto di tutti i tricicli da spiaggia invenduti che i concessionari avevano ancora in stock.  Un articolo del New York Times del 1988 afferma che gli ATV sono stati la causa di quasi 1.000 morti e 300.000 feriti tra il 1983 e il 1988, e un articolo del Time Magazine dello stesso anno conferma che quasi 7.000 persone all&#39;anno venivano coinvolte in incidenti con questi mezzi. Il resto &egrave; storia, perch&egrave; il fenomeno si trasform&ograve; in quelli che oggi &egrave; il mondo dei quad con quattro ruote, pi&ugrave; stabili e molto meno pericolosi.    Esiste la moto perfetta e come potrebbe essere? 

Tragli anni &#39;70 e &#39;80 negli Stati Uniti &egrave; scoppiata la moda delle moto pensate per andare sulla sabbia e su qualsiasi altro terreno. Peccato che, oltre ad essere divertenti, erano anche tremendamente pericolose&nbsp;

Gli ATC a tre ruote: da moto da spiaggia a macchine letali

Moto da citt&agrave; o moto da off-road? La scelta &egrave; piuttosto complicata per tutti quelli che amano entrambe le tipologie, ma se ci fosse un modello ideale per entrambi gli scenari sarebbe ancora meglio. Per quest KTM ha deciso di mettere mano alla sua 390 Adventure per renderla perfetta sia tra le vie cittadine che per sentieri pi&ugrave; complicati, senza per&ograve; snobbare le gite fuori porta.    KTM, SI PUNTA SU NUOVA PIATTAFORMA 690: ADDIO NUOVE 490?  Novit&agrave;&nbsp;della 390 Adventure  Mette sul piatto leggerezza, agilit&agrave;, giusta potenza e consumi ridotti. Per il&nbsp; 2023 la KTM 390 Adventure si arricchisce di robuste e leggere ruote a raggi in alluminio anodizzato nero, da 19&rdquo; all&rsquo;anteriore e 17&rdquo; al posteriore e si rif&agrave; il look con diverse nuove colorazioni. Equipaggiata con un motore da 44 CV e 37 Nm di coppia, gode di una notevole componente tecnologica: comando dell&rsquo;acceleratore Ride by Wire, Traction Control, Cornerign ABS, modalit&agrave; OFFROAD e relativo ABS OFFROAD. Il tutto viene gestito dal pilota tramite un&rsquo;intuitiva pulsantiera ennegata nel blocchetto manubrio di sinistra, combinata ad un display TFT a colori da 5&rdquo;.  Prezzo e disponibilit&agrave;  La KTM 390 Adventure sar&agrave; disponibile presso la rete dei Concessionari KTM a partire dal mese di febbraio nelle colorazioni Black/Orange e Blue/Orange per la versione con ruote in lega pressofuse (prezzo: 7.450 euro) e nella colorazione Orange per la versione con cerchi a raggi (prezzo 7.950 euro).  KTM E LE NUOVE SPORTIVE: SI LAVORA SU RC 990, RC 390 E RC 125  &nbsp; 

L&#39;azienda austriaca aggiorna la piccola crossover per renderla pi&ugrave; a suo agio anche in off-road

KTM, tutte le novit&agrave; della 390 Adventure per il 2023

L&#39;azienda ausrtiaca trasforma la 390 Adventure, pensata per la vita cittadina, in un modello pi&ugrave; da off-road. Le novit&agrave; del 2023 sono le ruote a raggi in alluminio anodizzato nero, da 19&rdquo; all&rsquo;anteriore e 17&rdquo; al posteriore e le diverse colorazioni.

KTM 390 Adventure 2023 le foto

        Arriva in concessionaria a febbraio 2023, nel colore nero con dettagli in bronzo. Nel frattempo, il nuovo Niken GT di Yamaha fa capolino a EICMA 2022 per mostrare le novit&agrave; del suo motore da 890 cc e quelle in materia di connettivit&agrave; e navigazione.  Design e bauli laterali In Niken GT 2023 &egrave; stata ridisegnata la presa di aspirazione e il filtro dell'aria (scarico omologato secondo le normative Euro 5), e le due ruote anteriori montano pneumatici radiali da 15". La sospensione posteriore ha un nuovo levereggio in alluminio, 236 grammi meno pesante del precedente in acciaio. Il telaio, ridisegnato per adattarsi alla configurazione del nuovo motore, &egrave; caratterizzato da un gruppo trave principale in acciaio. Riprogettata, e pi&ugrave; confortevole, anche la sella. Il cupolino offre una regolazione manuale di 70 mm. In dotazione i bauli laterali rigidi da 30 litri per lato. Il nuovo motore da 890 cc Punto forte di Niken GT 2023 &egrave;, come accennato, il nuovo motore Yamaha CP3 da 890 cc, gi&agrave; in uso su Tracer 9 e MT-09: 3 cilindri in linea, 12 valvole, 890 cc, 11,5: 1 compressione e un diametro x corsa di 78,0 x 62,1 mm. La maggiore accelerazione da fermo, la miglior facilit&agrave; d'uso e un controllo pi&ugrave; efficiente ai regimi pi&ugrave; bassi sono i vantaggi derivati dall'architettura del propulsore. Connettivit&agrave; e navigazione Debutta la nuova strumentazione TFT da 7" ad alta luminosit&agrave; con display a colori e la possibilit&agrave; di scegliere tra tre diversi temi, ognuno dei quali progettato per adattarsi ai diversi scenari di guida e alle preferenze personali del pilota. Il tema STREET presenta un layout sobrio, il tema SPORT ha un aspetto pi&ugrave; dinamico e sportivo e il tema TOUR&nbsp;offre informazioni facili da leggere sui principali dati.Nuovo Niken GT &egrave; inoltre dotato di una Communication Control Unit che permette al pilota di collegare il proprio smartphone alla moto utilizzando l'app MyRide di Yamaha. Una volta effettuato il collegamento tramite USB (presente una presa da 12 volt sotto la sella), Wi-Fi o Bluetooth, il pilota pu&ograve; visualizzare le informazioni sulle chiamate in arrivo, sulle e-mail e sui messaggi tramite la strumentazione. Inoltre, utilizzando un auricolare collegato tramite Bluetooth, piloti e passeggeri possono anche sentire la musica e rispondere alle chiamate.La navigazione &egrave; gestibile tramite l'app Garmin Motorize, che consente al pilota di scegliere tra percorsi diversi, come il pi&ugrave; veloce, il pi&ugrave; corto, l'autostrada e altro ancora, e le istruzioni vocali curva dopo curva tramite auricolari possono essere inviate a un dispositivo auricolare Bluetooth connesso. I dati della mappa vengono scaricati sullo smartphone e quindi il pilota della Niken GT pu&ograve; comunque accedere alla navigazione anche quando il segnale di campo dello smartphone non &egrave; presente, come ad esempio in alcune zone montuose. &Egrave; disponibile anche la PhotoReal Junction View di Garmin, che viene automaticamente mostrata in un formato a schermo diviso quando ci si avvicina a un incrocio, fornendo informazioni sulla corsia migliore da utilizzare per la prossima uscita. YAMAHA TRACER 7 E TRACER 7 GT 2023: ECCO LE NOVIT&Agrave;       

Il tre ruote della Casa di Iwata si gode i vantaggi del tre cilindri gi&agrave; in uso su Tracer 9 e MT-09 e migliora la connettivit&agrave;. In dotazione i bauli laterali rigidi da 30 litri per lato

Eicma 2022, Yamaha Niken GT 2023: motore da 890 cc e vocazione turistica

Il punto forte della nuova versione del tre ruote di Iwata è il nuovo motore CP3 da 890 cc, già in uso su Tracer 9 e MT-09: 3 cilindri in linea, 12 valvole, 890 cc, 11,5: 1 compressione e un diametro x corsa di 78,0 x 62,1 mm. La maggiore accelerazione da fermo, la miglior facilità d'uso e un controllo più efficiente ai regimi più bassi sono i vantaggi derivati dall'architettura del propulsore. Niken GT 2023 migliora anche dal punto di vista della connettività - debutta il quadro strumenti TFT da 7" -, mentre la navigazione è gestibile tramite l'app Garmin Motorize

Yamaha Niken GT 2023

        Sono ormai diversi anni che Yamaha &egrave; al lavoro sul Tritown, una sorta di monopattino elettrico, ma a tre ruote, omologato per uso stradale. Nel tempo lo abbiamo visto in diverse versioni: pur essendo un concept, infatti, il Tritown &egrave; stato rinnovato varie volte, ma non si &egrave; mai sentito parlare di una variante definitiva, pronta per la strada. Ci&ograve; potrebbe finalmente diventare realt&agrave;, ipotesi confermata anche dagli obiettivi che Yamaha ha annunciato all&rsquo;inizio del 2022 e che includono la volont&agrave; di spingersi verso &ldquo;nuove aree di mercato della mobilit&agrave;&rdquo;, con chiaro riferimento alla mobilit&agrave; urbana elettrica. L&rsquo;ultima versione del Tritown La nuova versione del Tritown, pi&ugrave; che a un monopattino, si avvicina quasi a uno scooter: &egrave; diventata infatti pi&ugrave; robusta rispetto a quanto visto nel 2017 con la prima proposta. &Egrave; stata poi aggiornata e dotata di luci, targa e indicatori di direzione. Come l&rsquo;originale, &egrave; stato mantenuto il motore elettrico sul mozzo all'interno della ruota posteriore mentre i pacchi batteria intercambiabili sono nella parte principale del telaio, tra le gambe del pilota. A proposito del telaio, sia questo che l'avantreno inclinabile sono stati ridisegnati alle maggiori prestazioni previste. Dicevamo di un aspetto pi&ugrave; massiccio, e infatti il nuovo design ora incorpora parafanghi anteriore e posteriore e un nuovo faro anteriore sul frontale. Sembra anche che Yamaha abbia aggiunto una sorta di sospensione posteriore, con movimenti della carrozzeria per consentire alla ruota di dietro e al suo parafango di muoversi su e gi&ugrave;.&nbsp; Tutti elementi, come l&rsquo;aggiunta del supporto per la targa, che suggeriscono un utilizzo ben diverso dal monopattino e prestazioni differenti, che ci spingono a non classificare il nuovo Tritown nella categoria di monopattini ed e-bike. MONOPATTINI, ATTENZIONE ALLE NUOVE REGOLE: ECCO COSA DICE IL DECRETO       

Presentato per la prima volta nel 2017, &egrave; molto pi&ugrave; robusto di un monopattino e punta a prestazioni maggiori

Yamaha Tritown, tre ruote elettrico che si guida in piedi presto su strada

L&rsquo;obbligo di verifica tecnica nel 2023 per i veicoli a due ruote e tre ruote (ma anche per i quadricili) motorizzati &egrave; stato abolito in Francia dopo la dura lotta dei motociclisti. Secondo il Decreto n&deg; 2022-1044 del 25 luglio 2022. Adesso &egrave; allo studio un&rsquo;alternativa che sia altrettanto valida. Il decreto 2021-1062 che aveva stabilito tale controllo periodico era stato introdotto il 9 agosto 2021. Si esprime cos&igrave; il Presidente della Federazione Motociclistica Francese, S&eacute;bastien Poirier: &quot;Accogliamo con favore la pubblicazione del decreto che abroga i controlli tecnici, rispettando cos&igrave; gli impegni presi dal Presidente della Repubblica. Nella continuit&agrave; del suo predecessore, il Ministro si &egrave; dimostrato particolarmente attento alle nostre raccomandazioni&quot;.  C&eacute;line Aubrun, coordinatrice dell&#39;ufficio nazionale della Federazione Francese dei Motociclisti Arrabbiati &quot;Il risultato di questo processo dimostra che la consultazione, la padronanza tecnica dei problemi e la volont&agrave; incrollabile di promuovere la sicurezza di tutti gli utenti della strada sono un buon motore per la mobilit&agrave;.&rdquo;  Allo studio una nuova normativa  L&rsquo;intenzione di mettere un controllo obbligatorio tecnico per moto e scooter proviene da una direttiva europea del 2014, secondo cui il documento prevedeva l&rsquo;imposizione di una verifica&nbsp;per i veicoli a due e tre&nbsp;ruote &nbsp;(e quadrcicli) motorizzati entro il 1&deg; gennaio 2022. Inoltre si&nbsp;specifica che il testo prevede deroghe se vengono messe in atto altre misure efficaci. In Francia, il Ministero dei Trasporti e le federazioni di motociclisti stanno lavorando in questa direzione per stabilire una serie di misure alternative affinch&eacute; la sicurezza e le prestazioni ambientali dei veicoli a due ruote vengano migliorate come per esempio una riforma della patente di guida, l&#39;obbligo di indossare determinati dispositivi di sicurezza come l&#39;airbag; ma&nbsp;anche&nbsp;campagne di sensibilizzazione e controlli automatici delle emissioni sonore sono tra le opzioni allo studio.  MERCATO MOTO: LUGLIO A -7%, MA LA RICHIESTA C&rsquo;&Egrave; 

Il controllo obbligatorio proveniva da una direttiva europea del 2014. Allo studio, adesso, soluzioni alternative e ugualmente efficaci

Francia, ufficiale: dal 2023 abolita la revisione per veicoli a due e tre ruote

        Yamaha, fin dagli anni '70, ha iniziato una ricerca sulle moto con pi&ugrave; di due ruote che non si &egrave; mai arrestata, proponendo in diversi periodi interpretazioni pi&ugrave; o meno utili di come potrebbero essere dei prodotti a tre o quattro ruote. Questo tipo di studio &egrave; sempre stato apertamente discusso dal marchio di Iwata che ha trovato soprattutto nel Salone di Tokyo il palcoscenico ideale per presentare i suoi "esperimenti". Ovviamente tutto questo ha portato a risultati di produzione in serie di progetti molto ambiziosi come la serie di scooter Tricity e la Niken, che ancora oggi rappresenta l'unica motocicletta (non scooter) a tre ruote del mercato.&nbsp; Passol (studio a 3 ruote) - 1977 Non ci sono molti dettagli in internet su questo prototipo, se non giusto qualche immagine spara qui e l&igrave;. Il Passol era uno scooter di larga diffusione negli anni '70, caratterizzato dalle dimensioni compatte e dal peso ridotto ideale per i brevi spostamenti e un uso di commuting quotidiano. Si tratterebbe a tutti gli effetti dell'aggiunta di una ruota anteriore e un rudimentale sistema che permetteva allo scooter di piegare pur avendo due punti di appoggio davanti. Anche se non ci sembra un prodotto cos&igrave; raffinato e convincente, &egrave; stato il primo passo che ha dato la possibilit&agrave; di registrare i primi brevetti di una serie di studi che si sono susseguiti negli anni, soprattutto dopo il nuovo millennio, quando quei progetti sono stati ripresi e sviluppati in maniera pi&ugrave; efficiente.  &nbsp; Tesseract - 2007 Trent'anni di apparente vuoto, ed ecco che al salone di Tokyo compare la Tesseract a 4 ruote, una moto con un sistema a quadrilatero anteriore che permette alla moto di piegare, replicato poi al posteriore per dare un appoggio di quattro pneumatici sull'asfalto. La carreggiata &egrave; cos&igrave; stretta che nonostante le due ruote in pi&ugrave; risulta larga quasi come una normale moto e la propulsione era di tipo ibrido combustione-elettrico. Il design di Luciano Marabese non suggeriva di certo una moto pronta per la produzione, e in effetti il progetto a 4 ruote ancora non &egrave; stato proposto in modo pi&ugrave; concreto, ma i suoi brevetti sono stati sviluppati nelle produzioni multi-ruote di oggi.  &nbsp; OR2T - 2008 Un secondo prototipo a quattro ruote nel giro di pochissimo tempo. In questo caso non si stratta di una show bike come la Tesseract, ma di un vero e proprio muletto di test per nuove tecnologie meccaniche e cicilistiche. Lo si nota dalle forme, molto meno "d'immagine" e pi&ugrave; vicine a un muletto di test, e la sua particolarit&agrave; &egrave; di avere le ruote praticamente gemellate sia davanti che dietro. Per la prima volta vengono fatti studi concreti di comportamento su strada e sviluppo in vista di una produzione di serie di quello che di l&igrave; a poco sarebbe diventato il primo scooter di serie del marchio, il Tricity.  &nbsp; 01GEN - 2014 Questo prototipo di Yamaha venne semplicemente esposto al Salone di Colonia del 2014. Solo ora, con la Niken sul mercato, possiamo capire perch&egrave; quel progetto era l&igrave; sul palco diversi anni fa e perch&egrave; fu scelto l'Intermot per la presentazione al pubblico: semplicemente il progetto di una moto a tre ruote da vendere in Europa era gi&agrave; concreto nelle menti dei tecnici di Iwata. Tecnicamente possiamo notare anche un sistema di sospensione anteriore che si avvicina molto a quello definitivo della Niken: ci sono i quattro steli forcella del sistema basculante anteriore, che nel prototipo sono per&ograve; montati internamente. Era gi&agrave; palese anche la scelta tecnica di avere le ruote anteriori pi&ugrave; piccole della posteriore, ad ulteriore testimonianza degli studi gi&agrave; avanzati su questa tecnologia.  &nbsp; MWC-4 2017 Il prototipo mostrato a Tokyo nel 2017 &egrave; il prossimo passo verso una mobilit&agrave; futura su cui Yamaha pare voler investire: il veicolo con abitacolo che pu&ograve; comportarsi come una moto. In questo caso il MWC-4 &egrave; un concept dotato di cockpit chiuso e seduta di tipo automobilistico, con spazio per due persone. La propulsione &egrave; ibrida con due muduli elettrici e un motore a combustione, mentre il sistema sospensivo &egrave; a quadrilateri come le auto ma il sistema che gli permette di piegare &egrave; ad un ulteriore passo evolutivo. Se l'idea del Passol del 1977 ha portato alla Niken di oggi, cosa porter&agrave; fra 40 anni l'idea dell'MWC-4? Il futuro della mobilit&agrave; &egrave; ancora tutto da scrivere.  Piaggio Mp3 2022: i voti del #Sottoesame       

Il marchio di Iwata, ben prima dell'Mp3 di Piaggio, ha iniziato uno studio approfondito su moto con pi&ugrave; di 2 ruote. Ecco i prototipi che hanno portato allo sviluppo dell'unica moto a tre ruote del mercato, la Niken

Top5: la storia multi-ruote secondo Yamaha

        Maggior stabilit&agrave; e sicurezza sul bagnato, spazi d&rsquo;arresto inferiori e tanto comfort. Sono queste le frecce all'arco dell&rsquo;alternativa a tre ruote al "solito" scooter. La storia dei tricicli &egrave; addirittura anteriore a quella della motocicletta, come abbiamo raccontato qui, ma una delle innovazioni pi&ugrave; rilevanti nel settore della mobilit&agrave; urbana degli ultimi vent&rsquo;anni &egrave; stata l&rsquo;introduzione degli scooter con due ruote anteriori. Guardati inizialmente con sospetto, questi nuovi tricicli hanno saputo crearsi una propria considerazione grazie alle doti di sicurezza e alla comodit&agrave; che sono in grado di offrire. Chi temeva fossero difficili da condurre o pi&ugrave; banalmente poco divertenti da guidare ha dovuto ricredersi. Certo, i tre ruote hanno la contropartita di avere oltre che un maggior peso anche una maggiore larghezza dell&rsquo;avantreno rispetto ad un pari cilindrata a due ruote, ma nell&rsquo;utilizzo effettivo questa non si rivela un ostacolo. Morale della favola: chi sceglie un tre ruote difficilmente ritorna allo scooter tradizionale.  La tenuta di strada specie su sfondo viscido &egrave; nettamente superiore e consentono di passare con molta pi&ugrave; disinvoltura su imperfezioni e rotaie. Inoltre il doppio disco anteriore e la doppia impronta a terra consentono spazi d&rsquo;arresto superiori. Altra particolarit&agrave; da non sottovalutare: quando ci si ferma al semaforo non &egrave; necessario appoggiare il piede a terra, ma basta bloccare con un tasto il meccanismo basculante per rimanere in equilibrio. Negli anni questa nicchia di mercato si &egrave; sviluppata ed ora propone soluzioni con caratteristiche diverse. Non ci sono prodotti realmente sovrapponibili perch&eacute; ognuno punta su proprie peculiarit&agrave;. Andiamo a conoscerli assieme. &nbsp; Piaggio MP3  La nostra osservazione del mercato non pu&ograve; che partire da chi ha inventato il segmento, ovvero Piaggio. Nel 2006 il suo MP3 &egrave; stato il primo ad aggiungere la terza ruota e negli anni il prodotto &egrave; stato affinato e arricchito costantemente. In questo momento in gamma ci sono due diversi MP3, uno pi&ugrave; compatto nelle sovrastrutture proposto nella cilindrata di 300 cc ed uno con sovrastrutture pi&ugrave; abbondanti e protettive nelle cilindrate 400 e 500. Qui puoi leggere la nostra prova e qui scorrere la gallery. Le ruote anteriori sono da 13&rdquo; mentre la posteriore &egrave; da 14&rdquo;, oltre alle leve al manubrio ci sono anche un freno a pedale e il freno di stazionamento. Comodit&agrave; e dotazione sono al top. Le potenze vanno dai 25 ai 43 CV. Oggi &egrave; considerato il pi&ugrave; comodo e spazioso, ma anche il pi&ugrave; costoso con prezzi che partono da 6.990 euro. &nbsp; Yamaha Tricity  Yamaha ha invece puntato tutto sulla compattezza per il suo Tricity, andando a colpire soprattutto nelle cilindrate inferiori, quelle non coperte dal diretto concorrente Piaggio. Disponibile nelle cilindrate 125, 155 e 300 ha grossomodo la stessa larghezza frontale dell&rsquo;MP3 ma le sovrastrutture appaiono pi&ugrave; contenute: rinuncia a un po&rsquo; di comfort in favore dell&rsquo;agilit&agrave;. Puoi scorrere qui una nostra gallery e qui leggere le pi&ugrave; recenti novit&agrave; introdotte. Le ruote sono da 14&rdquo; e i motori erogano dai 9 ai 20,6 kW. I prezzi vanno da 3.899 a 8.299 euro. &nbsp; Adiva AD3  Tra i due contendenti pi&ugrave; blasonati si inserisce anche Adiva. Il suo AD3 &egrave; l&rsquo;unico a proporre la capote ripiegabile nel bauletto ed &egrave; l'evoluzione di un progetto che risale addirittura al 1994 ed era marchiato Benelli e che per anni ha rappresentato la risposta alla C1 di BMW. Non ha seguito l'evoluzione della Casa di Pesaro e si &egrave; affrancato con un marchio ed una produzione propria dislocata tra Italia (Design, Ricerca e Sviluppo) e Taiwan e Malesia per la costruzione. Ha mantenuto le caratteristiche che furono apprezzate del primo storico Adiva, ovvero sella bassa, tanto spazio e protezione da aria e pioggia, ed ha aggiunto&nbsp; un modello con le due ruote anteriori. &Egrave; spinto da un monocilindrico 400 da 35,8 CV ed ha un peso di 215 kg. Il prezzo &egrave; di 8.490 euro. &nbsp; Qooder QV3  Il marchio Qooder si &egrave; fatto conoscere per l'unico scooter (se ancora cos&igrave; si pu&ograve; definire) dotato di doppio sistema basculante sia davanti sia dietro. Parliamo perci&ograve; dell'unico prodotto con quattro ruote. Al suo fianco, per&ograve;, &egrave; stato realizzato anche il modello QV3 che di ruote, invece, ne ha "solo" tre. Ricorda per molti aspetti il concorrente di Pontedera, anche se &egrave; dotato di un design personale. A spingerlo &egrave; un monocilindrico ovviamente 4 tempi da 346 cc con 21,2 kW di potenza e 31,8 Nm di coppia massima che, per&ograve;, non &egrave; ancora stato aggiornato alla normativa Euro 5. Le ruote sono da 14" all'avantreno e 15" la posteriore. Il prezzo &egrave; di 8.290 euro.       

La doppia ruota anteriore raddoppia l'aderenza e quindi la sicurezza. Poche ma di grande qualit&agrave; le proposte del mercato: scegliamo quella che fa per noi.

Guida alla scelta, gli scooter a tre ruote: pieghe sicure

        Dal 2006, anno in cui ha fatto il suoi ingresso sul mercato, Piaggio MP3 ha rivoluzionato la mobilit&agrave; urbana e metropolitana. Adesso, a distanza di parecchi anni, lo scooter a tre ruote torna in una versione completamente rinnovata, con un design pi&ugrave; sportivo e orientato al mondo automobilistico. Si rinnova anche l&rsquo;equipaggiamento tecnologico, aumentando comfort e sicurezza. Dispositivi ARAS e tecnologia Il nuovo Piaggio MP3 &egrave; il primo scooter dotato di dispositivi di tipo ARAS (Advanced Rider Assistance System), con una piattaforma di assistenza alla guida basata sulla tecnologia Imaging Radar 4D e sviluppata da Piaggio Fast Forward, societ&agrave; di robotica del Gruppo Piaggio con sede a Boston. A questo si aggiunge la strumentazione TFT full color da 7&rdquo;, il sistema keyless, la connettivit&agrave; con navigazione e, sulla versione 530 hpe Exclusive, troviamo anche il cruise control e la funzione di retromarcia con videocamera. Le tre versioni Tre le versioni nella nuova gamma Piaggio MP3, tutte spinte dalle motorizzazioni della famiglia hpe - High Performance Engine: Piaggio MP3 400 hpe e Piaggio MP3 400 hpe Sport, con il 400 cc da oltre 35 CV, e l&rsquo;ammiraglia Piaggio MP3 530 hpe Exclusive, col nuovissimo 530 hpe da pi&ugrave; di 44 CV. Quest&rsquo;ultimo, rispetto alla precedente unit&agrave; 500 hpe, garantisce anche un significativo incremento della coppia. Il design Passiamo alla parte estetica, completamente rinnovata. Il frontale &egrave; pi&ugrave; ampio e protettivo, e infatti &egrave; stato totalmente ridisegnato. C&rsquo;&egrave; un nuovo gruppo ottico full LED a sviluppo orizzontale e al centro una pi&ugrave; piccola e sportiva presa d&rsquo;aria con griglia tridimensionale a nido d&rsquo;ape. La parte inferiore, invece, arriva da uno studio aerodinamico portato avanti per garantire una maggiore stabilit&agrave;. Come dicevamo all&rsquo;inizio, sono parecchi i richiami al design automobilistico, dal frontale agli indicatori di direzione integrati nei passaruota. Nel posteriore, cil gruppo ottico &egrave; un unico elemento orizzontale full LED sotto al quale si apre l&rsquo;estrattore. Disponibilit&agrave; e prezzi Il nuovo Piaggio MP3 &egrave; disponibile nei concessionari da fine giugno ed &egrave; gi&agrave; prenotabile online sul sito ufficiale del Marchio. E i prezzi? Piaggio MP3 400 hpe &egrave; disponibile al prezzo di 10.499 euro, nella versione Sport a 10.999 euro. La versione top di gamma, Piaggio MP3 530 hpe Exclusive, &egrave; invece in vendita a 12.999 euro. PIAGGIO, RICAVI IN AUMENTO: APRILIA E GUZZI TRAINANO LA CRESCITA       

Lo scooter torna completamente ridisegnato, con un design pi&ugrave; sportivo e tre versioni tra cui scegliere

Piaggio, il nuovo l'MP3 disponibile in pre-booking

Si chiama Focus 2R, e per il sesto anno consecutivo &egrave; il rapporto elaborato da Confindustria ANCMA e Legambiente, in collaborazione con Ambiente Italia, per fotografare la situazione della mobilit&agrave; ciclistica e motociclistica nelle nostre citt&agrave;. 106 le citt&agrave; che hanno ricevuto le domande, 94 quelle che hanno risposto con dati relativi al 2020. Per altre 10 sono stati usati i dati del 2019, per Cosenza quelli del 2018, Viterbo non ha fornito nessuna risposta.  Il rapporto finale &egrave; stato presentato in una lunga videoconferenza, alla quale hanno fatto seguito una tavola rotonda con gli assessori alla mobilit&agrave; delle principali citt&agrave; italiane. In chiusura non &egrave; mancata la good news, la buona notizia. Meno male, perch&eacute; il resto del convegno non &egrave; stato esaltante per noi motociclisti.  Si sono dimenticati delle moto?  Tanto per cominciare si &egrave; parlato praticamente solo di biciclette. La sbornia dei comuni oggi &egrave; tutta per le bici, meglio se a pedalata assistita. Poi per&ograve;, quando al mattino si prova a entrare in citt&agrave;, o a muoversi sulle vie urbane, ci si scontra con file chilometriche di automobili bloccate. E moto e scooter dovrebbero essere considerati un&#39;arma potentissima contro la piaga del traffico, che consuma carburante, inquina, fa perdere tempo e soldi.  Insomma, bisognerebbe pensare di pi&ugrave; alle moto! Invece fa sorridere amaramente che il 14% dei comuni abbia gi&agrave; deliberato restrizioni per l&rsquo;accesso di moto e scooter alle ZTL. Il 10% pensa a fermare i modelli pi&ugrave; vecchi e inquinanti, il 4% pensa a limitare moto e scooter con motore termico. Per ora comunque, l&rsquo;accesso alle ZTL per i mezzi a due ruote &egrave; libero nel 56% dei comuni.  Dove parcheggio la moto? E come arrivo in centro?  La carenza di parcheggi dedicati incentiva il parcheggio selvaggio dei mezzi a due ruote  Una volta arrivati a destinazione continua a porsi il problema di dove parcheggiare. Perch&eacute; un terzo dei comuni, il 33% se preferite ragionare per percentuali, ha meno del 5% di stalli dedicati alle 2 ruote a motore. E dire che la nostra categoria numericamente sarebbe anche ben rappresentata, visto che in media in Italia ci sono 13 moto ogni 100 abitanti. Con il record di Imperia, dove di moto ce ne sono 24, Savona a quota 22, Pesaro a 19.  A proposito, anche per arrivare in centro, pure noi motociclisti e scooteristi siamo un po&rsquo; penalizzati dal traffico. Perch&eacute; le corsie dei mezzi pubblici ci sono ancora precluse nell&rsquo;84% dei comuni. In pratica sono percorribili in 8 comuni (erano 6 lo scorso anno): Ascoli Piceno, Imperia, L&rsquo;Aquila, Lecce, Milano, Padova, Taranto, Venezia. E sono parzialmente percorribili in altri 4: Bergamo, Como, Genova, Pescara.  Chi si preoccupa della sicurezza dei motociclisti?  L&rsquo;apoteosi per&ograve; sono le risposte alla domanda sulla sicurezza dei motociclisti. Solo il 9% dei comuni la considera una priorit&agrave; molto alta, contro il 33% di quelli sensibili alla sicurezza dei ciclisti. Per il 51% dei comuni la nostra sicurezza non &egrave; una priorit&agrave;; percentuale che scende al 20% per le biciclette.  Firenze svetta  La citt&agrave; di Firenze ha pi&ugrave; parcheggi delle altre: 94 stalli per 1000 abitanti (erano 84 nel 2019). Stacca tantissimo tutte le altre, a cominciare dalla seconda classificata, La Spezia a quota 38.  Situazione analogamente positiva per quanto concerne le colonnine di ricarica. Roma ne ha 185, Milano 302, Firenze 410. Paragonando l&rsquo;estensione e la popolazione delle tre citt&agrave; indicate, si capisce quanto il capoluogo toscano sia avanti.  E ora la good news  In chiusura il futurologo Antonio Furlanetto, CEO di Skop&igrave;a, ha fatto una presentazione sulla mobilit&agrave; del futuro. Interessanti i contenuti proposti e gli esempi portati. Meglio ancora la conclusione: fra 50 anni le auto saranno completamente automatizzate, e si perder&agrave; del tutto la dimensione della passione di guida. Che rester&agrave; relegata a hobby vintage per amatori.  E le moto? &ldquo;Al contrario nel mondo delle due ruote, le emozioni individuali e condivise del guidare con il manubrio, della pedalata competitiva, del riding vagabondo, i riti familiari dei giorni di festa, il sano agonismo degli amatori, il riconoscersi e salutarsi sulle strade, il piacere di spostarsi intabarrati anche in inverno sulle strade urbane, ecc. manterranno intatto il loro fascino, la loro carica ludica e il loro potere liberatorio, la loro forza di aggregazione&rdquo;.  Hai detto niente?!? 

La 6a edizione di Focus2R, il rapporto riguardante la mobilit&agrave; a due ruote nei comuni italiani, regala un&rsquo;immagine di indifferenza delle municipalit&agrave; nei nostri confronti. Pochi parcheggi, poca attenzione alla sicurezza

Mobilit&agrave;: le citt&agrave; italiane poco interessate a moto e scooter

        E se Kawasaki stesse progettando la rivale di mercato di Yamaha Niken? Solo ipotesi al momento, scaturita da un'immagine apparsa sul web e a quanto pare proveniente da una riunione interna alla Casa di Akashi. La foto, sebbene non di eccelsa qualit&agrave;, mostra quella che ha tutta l'aria di essere una moto a tre ruote. Anche se i dubbi sono tanti.  KAWASAKI A TRE RUOTE, NON &Egrave; LA PRIMA VOLTA Non &egrave; la prima volta che Kawasaki si avventura nelle tre ruote. Lo aveva gi&agrave; dimostrato nel 2013 a Tokyo, quando present&ograve; il Concept J. Da l&igrave; in poi numerosi brevetti e nessuna continuit&agrave; ufficiale. Oggi, l'immagine pizzicata su internet assume un valore diverso. C'&egrave; per&ograve; da sottolineare come potrebbe essere anche un ennesimo concept di un modello futuristico, e non per forza la base di un nuovo modello a tre ruote da lanciare sul mercato nei prossimi anni. L'idea per&ograve; ha delle fondamenta. SU BASE H2? Chiss&agrave; infatti se questa nuova tre ruote possa inserirsi in un'ipotetica gamma generata dalla nuova moto a idrogeno recentemente presentata proprio da Kawasaki, che ha fatto tanto discutere tra addetti ai lavori e appassionati. Una Ninja H2 sovralimentata. E se questa sportiva fosse soltanto la capostipite di una nuova famiglia a idrogeno, in cui inserire anche l'inedita tre ruote, anch'essa ovviamente costruita su base H2? Per adesso, naturalmente, solo ipotesi. Nel futuro, chiss&agrave;. I tre ruote: storia breve ma complicata       

Un'immagine diffusa su internet apre spazio alla fantasia di vedere presto sul mercato un concorrente della Yamaha Niken. Sar&agrave; per caso un membro della nuova gamma a idrogeno?

Kawasaki, ipotesi tre ruote su base H2

        Spesso le aste offrono sorprese davvero incredibili, come questo tre ruote con motore Harley Davidson che arriva dagli Stati Uniti e un&rsquo;impalcatura - come fosse la carrozzeria di un&rsquo;auto - a forma di teschio, a cui segue (come se non bastasse) una bara collegata con un gancio di traino. Insomma, uno di quei mezzi con cui non si passa di certo inosservati. Smart con motore Suzuki Hayabusa: l'arma totale creata da uno youtuber Cuore Harley C&rsquo;&egrave; di pi&ugrave;. Il costruttore di questa creatura ha deciso di metterla all&rsquo;asta su Mecum, piattaforma su cui possiamo trovare veramente di tutto: e la moto-teschio ne &egrave; una prova pi&ugrave; che concreta. L&rsquo;asta &egrave; di diversi mesi fa: chiss&agrave; chi avr&agrave; avuto il coraggio di portarsi a casa questo esemplare pi&ugrave; unico che raro. A spingerlo, aveva dichiarato il costruttore, un S&amp;S di 1.340 cc del 1998. Questa &egrave; l&rsquo;unica informazione certa, per tutto il resto, dunque, dobbiamo viaggiare con supposizioni e fantasia. A primo impatto sembra quasi che sia stato preso il corpo di un Buggy VW, smontato delle ruote anteriori e aggiunti telaietti tubolari in acciaio per trasformare il mezzo in un tre ruote: quella anteriore &egrave; regolata da una forcella Springer. Non sappiamo quale sia il materiale con cui &egrave; stato realizzato il corpo del mezzo, probabilmente&nbsp;vetroresina. Conosciamo il risultato: la parte superiore di un teschio umano con tanto di cilindro, e ci sono pure i denti che si illuminano, a mo di fari. Youtuber restaura da "zero" una Honda CBR600RR del 2008       

In rete, e nelle aste, si trova veramente di tutto. Ecco un esempio davvero unico: a spingerlo un S&amp;S di 1.340 cc del 1998

Il veicolo "testa di morto": stravaganza con motore Harley-Davidson

        Un fulmine a ciel sereno, quello che ha colpito i lavoratori della fabbrica Gianetti Ruote: 152 dipendenti dello storico stabilimento lombardo, con una grande tradizione e clienti importanti nel panorama delle due ruote (come Harley Davidson), hanno perso il posto di lavoro. Una mail a fine turno Lo stabilimento di Ceriano Laghetto (Monza e Brianza) chiude, senza preavviso. Licenziamento collettivo per i 152 lavoratori, arrivato tramite e-mail in un periodo inaspettato. A quanto dichiarato dagli stessi operai, infatti, il lavoro procedeva bene, con molti ordini da smaltire: erano stati organizzati gli straordinari per coprire il tempo necessario al lavoro. I dipendenti sarebbero stati messi in ferie alla fine del turno, per poi andare a permesso retribuito fino alla chiusura definitiva della fabbrica. Senza ammortizzatori Pietro Occhiuto, Segretario Generale Fiom Cgil Brianza, tuona: &ldquo;Siamo alla barbarie, difenderemo i posti di lavoro. Niente lasciava presagire un epilogo di questa natura. Saremo in assemblea permanente, presidieremo i cancelli e difenderemo i posti di lavoro&rdquo;. La ferita pi&ugrave; grande &egrave; individuata nel fatto che la Gianetti Ruote non abbia fatto ricorso agli ammortizzatori sociali, annunciando la chiusura improvvisamente senza tutelare i propri dipendenti. Un peccato per la storia dell&rsquo;industria, ma una storia destinata a non finire qui. &nbsp; Belgio, stop ai motori a scoppio: scooter dal 2028 e moto dal 2035       

La storica fabbrica brianzola ha lasciato a casa i lavoratori all'improvviso, senza ricorrere ad ammortizzatori sociali. Occhiuto della Fiom promette di difendere il diritto degli impiegati

Gianetti Ruote chiude, 152 dipendenti licenziati: "Siamo alla barbarie"

Il mondo sta cambiando e ormai da diverso tempo si sta muovendo in direzione dell&rsquo;elettrico e di soluzioni in grado di ridurre l&rsquo;impatto ambientale. Il trasporto su strada, infatti, risulta una delle principali fonti di inquinamento atmosferico, tanto pi&ugrave; a Bruxelles, in Belgio, dove solo nel 2016 &nbsp;&egrave; stato responsabile di un buon 61% delle emissioni di ossido di azoto e del 26% di particolato.  Proprio per questo motivo, quindi, il Governo belga si &egrave; posto come obiettivo quello di vietare i veicoli diesel entro il 2030 e quelli benzina, GPL e metano entro il 2035.  La moto in Europa: quali i limiti nella UE?  Zero emissioni entro il 2035  Una notizia, questa, che arriva direttamente da Bruxelles Environnement - amministrazione per l&#39;ambiente e l&#39;energia della regione di Bruxelles-Capitale -, che ha spiegato l&rsquo;importanza di proseguire lo sviluppo della Low Emission Zone (LEZ) e portare all&#39;uscita del diesel al pi&ugrave; tardi entro il 2030 e all&rsquo;uscita di benzina, GPL e metano entro il 2035.  L&rsquo;obiettivo? Costruire un ambiente sano e decarbonizzare la mobilit&agrave; in modo che tutti possano muoversi nella Regione di Bruxelles senza inquinare e senza compromettere la propria salute o quella degli altri.  Il futuro delle due ruote  Grazie allo studio portato avanti dalla stessa amministrazione belga, infatti, si &egrave; potuto osservare come il graduale divieto, unito alla riduzione del traffico prevista dal piano Good Move, potrebbe portare a una riduzione di un buon 75% delle emissioni di CO2 legate ai trasporti.  E le due ruote? La tabella prodotta Bruxelles Environnement non porta con s&eacute; buone notizie: la novit&agrave; principale, per&ograve;, riguarda solo gli scooter che saranno i primi ad essere colpiti, ancor prima dei diesel. I veicoli di categoria L1 e L2, infatti, non saranno pi&ugrave; tollerati a partire dal 2028.  Tuttavia, non sar&agrave; lo stesso per le&nbsp;moto (categoria L3-L7). Secondo le attuali linee guida presenti in tabella, infatti, i veicoli a due ruote appartenenti a tali categorie non saranno banditi prima del 2035.  Inquinamento moto: a Singapore stop ai vecchi modelli entro il 2028   

Il Governo si &egrave; posto l&rsquo;obiettivo di vietare veicoli diesel entro il 2030 e benzina, GPL e metano entro il 2035. La roadmap prodotta da Bruxelles Environnement penalizza fin da subito gli scooter

Belgio, stop ai motori a scoppio: scooter dal 2028 e moto dal 2035

        &ldquo;Due ruote, la mobilit&agrave; gi&agrave; sostenibile&rdquo;. &Egrave; questo il titolo del documento programmatico promosso da Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) per comunicare a istituzioni e stakeholder i temi e le priorit&agrave; del comparto. Messe nero su bianco, in quattordici pagine, non solo le richieste del settore, ma anche i progetti dell&rsquo;associazione e la fotografia di un&rsquo;industria trainante e di una filiera fatta di eccellenze. 101 anni di storia e 160 imprese associate, ANCMA rappresenta oggi una realt&agrave; produttiva che in Italia fattura oltre 8 miliardi di euro e offre impiego a oltre 60mila operatori diretti e indiretti. Punto Uno: la sicurezza stradale dei motociclisti Al centro della pubblicazione di ANCMA trova spazio la promozione della sicurezza stradale e, tra le altre istanze, gli interventi sul Codice della Strada, quali l&rsquo;accesso in autostrada e sulle tangenziali per i motocicli 125cc e per quelli elettrici, la definita e strutturale introduzione dello sconto del 30% ai motociclisti sul pedaggio autostradale, ma anche la richiesta di investimenti per l&rsquo;infrastrutturazione ciclabile e molto altro ancora. Attenzione, inoltre, al settore dei componenti, dell&rsquo;abbigliamento protettivo e dei caschi, a quello dei quadricicli e a quello della bici che, grazie anche alla grande vitalit&agrave; del mercato, sta vivendo un momento ricco di incognite e opportunit&agrave; importanti, rese vive delle prove globali imposte dalla pandemia da Covid-19 e da una nuova domanda di mobilit&agrave; sostenibile. Confindustria ANCMA mette dunque nero su bianco le richieste del mondo delle due ruote tutto, da ciclomotori, moto e scooter alle bici; senza tralasciare il comparto degli accessori e dell&rsquo;abbigliamento tecnico o dei caschi. Un settore economicamente importante e florido, come &egrave; sottolineato nel documento. E i numeri citati impongono al mondo politico di dare attenzione al settore industriale delle due ruote. Vedi anche: Ancma e FMI incontro al MIT per le esigenze dei motociclisti       

Confindustria ANCMA, l&rsquo;Associazione delle industrie del mondo delle due ruote, pubblica un documento programmatico per ribadire la sostenibilit&agrave; gi&agrave; raggiunta da biciclette, moto e scooter. E ricorda al mondo politico le richieste gi&agrave; avanzate in recenti incontri

L’Ancma rilancia la mobilità già sostenibile delle due ruote

        Un tre ruote, una versione per la guida fuoristrada e un ibrido. Secondo i rumors, Yamaha starebbe pensando a tre nuove versioni del TMAX.&nbsp;L'iconico scooter sportivo di Iwata si...triplica in tre nuove configurazioni ancora prive di bozze o brevetti, anche se le indiscrezioni, e con esse le prime informazioni, non mancano.  IL TRINITY CON QUALCHE CAVALLO IN PI&Ugrave; Il tre ruote dovrebbe chiamarsi 3MAX, in modo da dichiarare una continuit&agrave; con gli stilemi sportivi della gamma. Sarebbe il "fratello" del Tricity, ma con pi&ugrave; potenza, dato che potrebbe montare il 2 cilindri 560cc da 48 cv, il doppio rispetto al 300cc del Tricity. IL RIVALE DI HONDA X-ADV Il TMAX off-road sarebbe spinto dallo stesso motore da 560cc, ma si chiamarebbe, forse, TMAX Adventure. In pratica, sarebbe il rivale di mercato dichiarato dell'X-ADV di Honda. IL TMAX ELETTRICO A LUNGA AUTONOMIA La versione ibrida non sar&agrave; in realt&agrave;...ibrida. O meglio: Yamaha sta infatti sviluppando un TMAX dotato di motore Extended Range (EREV), quindi una propulsione elettrica alimentato ovviamente dal classico pacco batterie; quest'ultimo &egrave; per&ograve; alimentato dall'energia generata dal motore termico. Questa soluzione permette al motore (da qui "Extended Range") di vantare maggiore autonomia. Yamaha TMAX 20&deg; Anniversario: via agli ordini       

La Casa di Iwata sta sviluppando una variante tre ruote, una da fuoristrada e una ad alimentazione ibrida del suo iconico scooter sportivo

Yamaha TMAX, tre nuove versioni in arrivo?

        Da Pontedera arriva la nuova motorizzazione per il Piaggio MP3: accanto alle versioni 350 e 500, lo scooter a tre ruote si presenta nella veste 300 hpe da 26 Cv di potenza e 26 Nm di coppia massima, nelle versioni Standard e Sport.  Dotazioni tecniche Il nuovo scooter &egrave; dotato di dispositivi di sicurezza ABS e ASR, con strumentazione digitale multifunzione, sella a doppio rivestimento con supporto lombare, parabrezza fum&eacute; integrato e vano portaoggetti con presa USB. I cerchi in lega sono da 13&rdquo; all&rsquo;anteriore e 14&rdquo; al posteriore, a cinque razze sdoppiate in nero opaco. Di serie i fari anteriori DRL, indicatori di direzione e fanale posteriore a LED. MP3 300hpe &egrave; disponibile in versione standard nelle livree Nero Cosmo Lucido e Argento Cometa Opaco. Configurazione Sport Oltre alla versione standard, il tre ruote Piaggio propone la configurazione Sport con parafanghi abbinati alla carrozzeria, molle degli ammortizzatori e cuciture in rosso, elementi della carrozzeria in nero opaco, freni a disco anteriori a margherita da 258mm, inserti in alluminio e sistema multimediale Piaggio Mia di serie per gestire musica, chiamate e comandi vocali senza staccare le mani dal manubrio. MP3 300hpe Sport &egrave; disponibile nelle colorazioni Bianco Luna, Grigio Materia e Nero Meteora Opaco. Vespa, una mostra al Museo Piaggio per il 75&deg; anniversario &nbsp;       

Lo scooter a tre ruote affianca le cilindrate 350 e 500, scarica 26 Cv di potenza e offre tante soluzioni di comfort e design: sulla versione sportiva, di serie la strumentazione Piaggio Mia

Piaggio, nuovo MP3 300hpe nelle versioni standard e Sport

        Moto e auto, due e quattro ruote. Da oltre un secolo Suzuki incarna alla perfezione questi due mondi apparentemente opposti, ma che in realt&agrave; hanno pi&ugrave; di qualcosa in comune. Proprio seguendo questa filosofia, infatti, il Centro Stile Suzuki - in collaborazione con lo IED (l&rsquo;Istituto Europeo del Design di Torino) &ndash; ha presentato un nuovo concept vehicle capace di unire in un unico modello le due diverse anime della casa nipponica. Prova Suzuki GSX 1300 R Hayabusa: pronta al decollo  Due concetti, una sola anima Si chiama Suzuki Misano ed &egrave; il risultato di un progetto di tesi di 24 studenti del master in Transportation Design di IED Torino, realizzato principalmente per risponde ad un quesito: &egrave; possibile unire due mondi, quello delle auto e quello delle moto, in un unico veicolo? Presto fatto. Suzuki Misano IED, infatti, &egrave; in tutto e per tutto un concept a due posti in tandem (uno dietro l&rsquo;altro, quindi come si sta in due sulle moto) e a cielo aperto (anche qui come per le moto) capace di evocare la sportivit&agrave; motociclistica ma anche la classicit&agrave; derivata dalla sua rilettura in chiave avveniristica della classica &ldquo;barchetta&rdquo;. Quattro ruote d&rsquo;ispirazione motociclistica Per quanto riguarda il design, in generale i due posti presenti nel concept occupano solamente met&agrave; dello spazio in lunghezza e sono protetti esclusivamente da un piccolo parabrezza che ricorda un cupolino, con il conducente in grado di controllare la vettura non con un volante, ma con una cloche di chiara ispirazione motociclistica. "Grazie alla collaborazione tra IED e il brand Suzuki, &egrave; stato creato un concept vehicle che guarda alle due anime della produzione Suzuki, compact car e moto&rdquo; ha dichiara Kimihiko Nakada, Direttore Suzuki Design Center &ldquo;Una tesi nata dalla passione dei giovani studenti e sviluppata come un progetto di un vero centro stile per offrire una nuova esperienza alla prossima generazione&rdquo;. Suzuki V-Strom Academy 2021: iscrizioni aperte per l'avventura off-road       

Stando alle parole della Casa nipponica, Misano &egrave; stata progettata dagli studenti delllo IED per avvicinare un pubblico appassionato di due ruote al mondo automobilistico Suzuki

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