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EICMA 2021: i cinesi fanno sul serio, e gli italiani approvano

EICMA 2021 verrà ricordato non solo come il primo Salone di Milano post-pandemia (o ci siamo ancora dentro?), ma anche per i contenuti davvero unici che questa edizione ha messo sul tavolo: in primis lo strapotere di crossover e adventurer, e in secondo luogo la presenza massiccia di costruttori cinesi, che ci fa capire molte cose su quale direzione sta predendo l'intero settore.

Da "cinesate" a oggetti del desiderio

Vi ricordate che fino a pochi anni fa veniva etichettata come "cinesata" qualsiasi moto avesse il marchietto "Made in China" sul telaio? Ecco, dopo aver passato gli ultimi due anni di pandemia a capire il fenomeno TRK e a farsi domande sul perchè tutti i produttori europei stessero costruendo motori e componentistica in Cina, finalmente l'edizione 2021 di EICMA ha aperto le porte alla realtà dei fatti: l'evoluzione tecnica, qualitativa e stilistica cinese è stata più veloce di qualsiasi altro fenomeno esotico del passato.

La storia è ciclica, si ripete nel tempo, e le stesse dinamiche del fenomeno cinese le si possono ritrovare nello sviluppo dell'automotive giapponese dagli anni '70 ai '90, non tanto nelle moto (dove i giapponesi già erano avanti) quanto nelle auto. Benchè la storia sia più o meno simile, i cinesi sono riusciti a colmare il gap con i costruttori europei in appena un lustro, roba ben diversa dai circa 20 anni di lenta evoluzione delle auto jap in occidente. E questo è comprensibile, è la tecnologia attuale e il ritmo di un mondo che non è mai stato così veloce a permettere un'evoluzione tanto rapida quanto concreta.